Lago_Verzenis

Lago di Verzegnis

Il lago di Verzegnis è uno specchio d’acqua artificiale immerso nel verde nei pressi dell’abitato di Chiaicis, da scoprire attraverso la variegata offerta di percorsi escursionistici e piste ciclabili della zona. Percorrendo il ponte che lo attraversa si può imboccare il sentiero lungo le rive del lago o salire fino ai borghi di Dueibis e Pusea. Il bacino fu creato sbarrando il torrente Ambiesta per alimentare la centrale idroelettrica di Somplago. Le acque provengono dal Tagliamento che da Caprizi presso Socchieve sono convogliate in una galleria che attraversa i fianchi del monte Verzegnis e sboccano nel rio Landaia prima di arrivare al lago. Poi, nei pressi della diga che chiude la stretta in località Panias, le acque sono fatte defluire in una galleria che attraversando il monte Zouf e i fianchi del monte Faeit, arriva alle turbine della centrale prima di sfociare nel Lago dei Tre Comuni.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Località Chiaicis, Verzegnis

Informazioni: www.comune.verzegnis.ud.it

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Castello_Flagogna_Forgaria

Castello di Flagogna

Nel XII secolo il Castelvecchio di Flagogna era compreso nel Marchesato d’Attimis, in seguito si avvicendarono vari proprietari finchè alla metà del XIV secolo divenne proprietà dei Savorgnan. Nel 1348 l’edificio crollò per un forte terremoto e le sue pietre servirono a restaurare il Castelnuovo – detto di San Giovanni – antecedente al 1280, che sorgeva su un’altura a strapiomo ad est del vecchio castello.

Preso dalle milizie udinesi, fu dato in feudo ai nobili Valentinis che lo smantellarono prima di consegnarlo nel 1420 alla Serenissima. Tornato ai Savorgnan, venne danneggiato dalle truppe imperiali nel 1418 e ridotto definitivamente allo stato di rudere dal terremoto del 1511.

Sono ancora visibili i resti del portale e del muro difensivo munito di feritoie, parte del mastio e la piccola chiesa cinquecentesca di San Giovanni. Attualmente è in corso una ristrutturazione delle mura perimetrali.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Castello, Frazione Flagogna, Forgaria nel Friuli

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: attraverso il sentiero naturalistico segnalato che parte presso la vecchia stazione ferroviaria lasciando l’auto nel piazzale dove ha inizio il Troi di Meni (Informazioni: www.sentierinatura.it)

Informazioni: Pro loco Forgaria – Tel.: 0427 809091

Visite: solo esterni

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Diga_del_Vajont

Diga del Vajont

La Diga del Vajont fu teatro della tragica frana del monte Toc, che la notte del 9 ottobre 1963 spazzò via la vallata sottostante: le vittime furono circa duemila. Un’enorme massa di roccia si staccò dal fianco della montagna riversandosi nel lago artificiale, già oltre i margini di sicurezza, creando un’ondata che tracimò dalla diga costruita da pochi anni e che, secondo le perizie, fu costruita in una zona geologicamente inadatta. La frana provocò un terremoto, quindi l’acqua fu violentemente spinta verso il passo Sant’Osvaldo cancellando le piccole borgate attorno al lago, appena sotto Erto e le case più basse di Casso. L’onda, alta un centinaio di metri, si sfogò sulla vallata del Piave, dove le popolazioni non erano state evacuate, né fu dato l’allarme. In pochi attimi furono cancellati Longarone e le frazioni di Rivalta, Pirago, Faè, Villanova e Codissago di Castellavazzo.

Il museo del Vajont è visitabile presso il Centro visite del Parco naturale delle Dolomiti friulane di Erto e Casso, è percorribile, inoltre, parte del coronamento della diga.
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Informazioni: www.parcodolomitifriulane.it
Parco naturale delle Dolomiti friulane, via Roma 4, Cimolais
tel.: +39 0427 87333; fax +39 0427 877900
e-mail: info@parcodolomitifriulane.it
www.prolocoertoecasso.it
Pro Loco Erto e Casso tel.: +39 340 3898661

 

Visite: al Punto informativo Diga del Vajont di Erto e Casso è attivo un servizio di visite guidate al percorso del coronamento della diga effettuabili dalle 10.00 alle 17.00 nelle giornate di domenica 5 aprile, lunedì 6 aprile, sabato 25 aprile, domenica 26 aprile; tutte le domeniche di maggio, venerdì 1° maggio, sabato 2 maggio; ogni sabato e domenica di giugno, lunedì 1° giugno, martedì 2 giugno; ogni sabato e domenica di luglio; tutti i giorni da sabato 25 luglio a domenica 30 agosto; ogni domenica di settembre e ottobre; domenica 1° novembre al costo di € 5,00 a persona (40 minuti circa)

 

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Lago_Cornino

Lago di Cornino

Situato nella Riserva naturale Lago di Cornino, nel territorio di Forgaria nel Friuli, questo piccolo lago alpino lungo solo 140 m e profondo 8 m, è caratterizzato da acque di un bellissimo colore verde-azzurro.

Formatosi circa 10.000 anni fa durante il ritiro dei ghiacci, è un lago senza emissari né immissari, ma il continuo ricambio idrico delle falde sotterranee permette di mantenere la temperatura dell’acqua costante nell’intero arco dell’anno (8° C), oltre a una caratteristica limpidezza delle acque. Questa bassa temperatura però, insieme alla scarsità di nutrienti presenti, fa sì che le acque del lago siano poco popolate, anche se c’è una presenza di gamberi di fiume.

All’interno della Riserva naturale del Lago di Cornino vi sono numerosi percorsi di trekking; l’ambiente è ideale per l’osservazione dei rapaci, tra cui i grifoni
 
 
 
 
 
 
 
 

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Laguna di Marano

La laguna di Marano, che si estende fra la foce del Tagliamento e la bocca di Porto Buso, che la divide dalla laguna di Grado, è un luogo di straordinaria bellezza paesaggistica e di valore naturalistico. Si trova nella parte più settentrionale dell’Alto Adriatico insieme alla laguna di Grado. È alimentata da tre corsi d’acqua principali – lo Stella, il Corno, l’Ausa – e da altri secondari. Alcune isolette, come quella di Sant’Andrea e quella di Martignano, chiamata anche Isola delle Conchiglie, proteggono la laguna dal mare aperto.

I banchi sabbiosi che emergono dalla laguna sono chiamati barene, mentre le parti ricoperte da melma e poste a filo d’acqua sono le velme. Anche le barene però vengono a volte inondate dall’alta marea, che può raggiungere il metro d’altezza. Velme e barene sono ricoperte dalla tipica vegetazione sia salmastra, sia semi-salmastra, come giunchi, piante alofite, limonio. In laguna si trova pure una pianta ormai quasi estinta, l’apocinio veneto.

La laguna di Marano è molto ricca di pesci – dalle celebri oratine di Marano a cefali, mormore, ombrine, anguille, passere, latterini, spigole – di molluschi e di crostacei.

Ricchissima infine è la presenza di uccelli delle specie più diverse, soprattutto per il fatto di essere un’importante tappa di riferimento per le specie migratorie provenienti dall’Europa centrale e settentrionale (tanto da essere stata dichiarata, nel 1979, zona protetta di valore internazionale). La laguna ospita gabbiani, oche, tortore, barbagianni, civette, colombacci, cuculi, gazze, tordi, cigni reali, aironi, i rari falchi di palude e le sterne.

Nella laguna di Marano sono state istituite due riserve naturali: la Riserva delle Foci del Fiume Stella, che comprende l’intero delta del corso d’acqua ed è raggiungibile solo via mare, e la Riserva della Valle Canal Novo, costituita da una ex valle di pesca di circa trentacinque ettari.

Oltre alle bellezze della natura, la laguna di Marano offre pure lo spettacolo suggestivo della Processione di San Vito, un rito di origine trecentesca che si svolge ogni anno nella domenica successiva al 15 giugno: una processione di barche da pesca pavesate a festa raggiunge il centro della laguna e circonda la barca con baldacchino dove trovano posto le autorità religiose; dopo la benedizione del mare, viene gettata una corona di fiori per ricordare i pescatori che hanno perso la vita svolgendo il loro lavoro.

 

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Museo della Moda e delle Arti Applicate

Le sale introducono il visitatore alle attività artigiane collegate all’abbigliamento, come quelle del calzolaio e del cappellaio. Il percorso conduce attraverso ogni aspetto sotteso alla creazione dell’abito dalla merceria alla sartoria, dai tessuti ricamati a quelli stampati, dalle applicazioni di cordoncini o nastri ai gioielli.

Tra le ricche collezioni di arti applicate dei Musei Provinciali, il cui nucleo originario è stato costituito all’inizio del Novecento da Giovanni Cossàr, ce n’è una dedicata alla produzione della seta, attività economica di grande rilievo nel Goriziano tra il Settecento e l’Ottocento. L’arte del merletto a fuselli fu introdotta in città nel 1672 da due madri Orsoline: manufatti e campionari ne rivelano la commistione di modelli fiamminghi e influenze dell’Europa orientale.

La collezione di vetri e ceramiche annovera quasi 400 oggetti, sia di produzione locale sia provenienti dal Veneto, dall’Austria, dalla Boemia e dall’Inghilterra. Nelle vetrine sono anche esposti i manufatti delle antiche farmacie: alambicchi, ritorte e fiale per i preparati medicinali.

Le collezioni di abiti, caratterizzate dalla sofisticata eleganza della Belle Epoque, si lasciano ammirare dentro scenografiche vetrine concepite come un’infilata di negozi del corso cittadino di una capitale mitteleuropea. Abiti, borse, ombrellini, cappelli, ventagli, calzature e bastoni da passeggio illustrano le occasioni formali e informali della moda rivelando il gusto e la cultura di quell’epoca. Gli esemplari provengono generalmente da Gorizia e Trieste, ma spesso i capi sono stati confezionati a Vienna, Parigi, Praga e Budapest.

Tra i pezzi esposti anche lo spettacolare abito Neoclassico realizzato in un raro tipo di tulle di seta ricamato in ciniglia e paillettes d’argento, con applicazioni di crespo di seta lilla, e due abiti degli anni Venti del Novecento provenienti da Vienna e appartenuti a Margaret Stonborough Wittgenstein, sorella del filosofo Ludwig Wittgenstein, che era stata ritratta da Gustav Klimt nel 1905. Il primo, in crespo di seta verde smeraldo, è ricamato con vistose infiorescenze astratte simili a girasoli; il secondo, confezionato dalla celebre maison parigina Callot Soeurs, è in raso di seta nero ricamato con rosoni di perline in vetro turchese e filati metallici ramati.

Il nuovo allestimento museale prevede l’uso diffuso della multimedialità: le sale sono animate dalla proiezione di immagini d’epoca e scene tratte da film.

In esposizione ci sono anche alcuni cimeli e memorabilia del Teatro di Società di Gorizia, quali strumenti musicali, cartelloni, fotografie e curiosità.

Informazioni


Indirizzo: Case Dornberg e Tasso, Via Borgo Castello 13, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale

Informazioni: www.provincia.gorizia.itwww.gomuseum.net

Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2,50; visite guidate € 1,00; scuole € 1,00 (a persona); gratis con FVG Card

Orari di apertura: 9.00-19.00

Tel.: 0481 533926 – 530382

Fax: 0481 534878

E-mail: musei@provincia.gorizia.it

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Geo Centre Immaginario Geografico

Il Centro visite ubicato nell’ex Latteria di Malnisio è dedicato a temi geografici, idrogeologici e ambientali. Grandi ortofoto ad alta definizione della zona di Malnisio, della Valcellina e della regione Friuli Venezia Giulia sono posate a pavimento per osservare ogni dettaglio con l’ausilio di lenti d’ingrandimento; il Centro mette a disposizione dei visitatori apparati didascalici e multimediali, lavagne interattive, giochi e quiz, percorsi storici e attività di laboratorio. Inoltre, si conservano i reperti del vecchio stabilimento della latteria sociale: zangole, dalmine, mestoli e torchi per la produzione casearia.

Alle visite guidate e ai percorsi tematici nelle sale del Geo Centre, possono essere abbinati i laboratori di didattica informale dedicati alla biologia, alla chimica, all’ecologia, alle scienze della Terra e alle scienze naturali.

Il Geo Centre è gestito dall’Immaginario Scientifico, il museo della scienza interattivo e multimediale del Friuli Venezia Giulia che, nel 2007, ha aperto la sua seconda sede nell’ex Centrale Idroelettrica di Malnisio.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Indirizzo: ex Latteria di Malnisio, Via Manzoni 15, Malnisio di Montereale Valcellina

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale, accessibile ai disabili

Informazioni: www.immaginariogeografico.it

Orari di apertura: aperto su prenotazione per gruppi e scuole

Ingresso: intero € 4,00;ridotto € 3 (bambini dai 6 ai 12 anni, adulti oltre i 65 anni);gratuitofino a 6 anni e oltre i 65; il biglietto da diritto a una riduzione per il Museo della Centrale & Immaginario Scientifico di Malnisio o per il Science Centre Immaginario Scientifico di Grignano-Trieste

Tel.: 0427 518169 / 040 224424

Fax: 040 224439

E-mail: info@immaginariogeografico.it

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