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Cascata di Crosis

Le cascate di Crosis si sono formate in seguito alla costruzione di una diga per lo sfruttamento idroelettrico del torrente Torre. L’opera, un progetto di Arturo Malignani, fu realizzata tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Si raggiungono dalla località di Zomeais, vicino Tarcento (UD) attraverso un bel sentiero che sale sul pendio del Monte Stella. Costeggiando in alcuni tratti il Torre si trovano alcune forre prima di arrivare ai piedi delle cascate.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl

Sito nel Borgo Teresiano, sulla riva del Canal Grande, il museo è stato costituito con il lascito dell’editore musicale Carlo Schmidl, appassionato cultore delle memorie di palcoscenico. Esso documenta la storia teatrale e musicale triestina dal Settecento ad oggi, attraverso raccolte di locandine, fotografie e costumi di scena, come quelli appartenuti al grande mezzosoprano triestino Fedora Barbieri. Ci sono, inoltre, una raccolta di strumenti musicali antichi, etnici e strumenti meccanici. Ospitato dal 1924 al 1991 nel Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, ha trovato definitiva collocazione a Palazzo Gopcevich. L’edificio, voluto da Spiridione Gopcevich nel 1850 e realizzato dall’architetto Giovanni Berlam, fu acquistato e trasformato in sede museale dal Comune di Trieste grazie anche al mecenatismo della famiglia Costantinides.

Il primo piano, con i suoi saloni riccamente decorati, offre un percorso espositivo dedicato alla storia degli edifici teatrali e ai protagonisti della musica e dello spettacolo a Trieste. Una sezione è dedicata alla ricostruzione del laboratorio del liutaio triestino Francesco Zapelli. Sono esposti manifesti, programmi teatrali, stampe, medaglie, dipinti (ritratti di attori e musicisti), cimeli degli artisti, pupazzi, marionette e burattini. Copioso il fondo di bozzetti di scena e figurini per opere, operette e spettacoli di prosa nei teatri triestini, nonchè i fondi archivistici (tra cui l’Archivio Schmidl, quelli del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, del Teatro Verdi, di Giulio Viozzi, Dario Daris e John Gualiani) e i manoscritti autografi.

L’esposizione di strumenti musicali è al secondo piano del palazzo, dove ci sono anche gli spazi dedicati alla memoria di Giorgio Strehler. Alla fototeca (oltre 50.000 esemplari) si affianca la raccolta di autografi che spazia da Rossini a Verdi, Boito e Puccini, da Adelaide Ristori a Serge Lifar. Costituita da circa 100.000 pezzi la biblioteca specializzata ospita una sezione di libretti d’opera, un ricco fondo musicale ed un’emeroteca. La mediateca, comprende il lascito del farmacista Riccardo Gmeiner (1905-1984) oltre a preesistenti fondi discografici e successive acquisizioni.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Rossini 4, Trieste

Servizi: visite guidate e didattiche; servizio di reference, biblioteca, archivio documentale, fototeca, bookshop, bar; accessibile ai disabili

Orari di apertura: sale espositiveda martedì a domenica10.00-17.00;biblioteca, mediateca «Riccardo Gmeiner», archivi e centro di documentazionelunedì e mercoledì 9.00-16.00;martedì, giovedì e venerdì 9.00-13.00

Ingresso: intero 4,00 €; ridotto 3,00 €; gratuito per i bambini fino ai 5 anni

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it; www.serviziodidattico.it

Informazioni: www.museoschmidl.it

Come arrivare: in autobus con le linee 5, 8, 9, 10, 11, 17, 19, 25 e 30

E-mail: museoschmidl@comune.trieste.it – cmtbiblioteca@comune.trieste.it

Tel.: 040 6754068 (biblietteria)

Biblioteca e Archivi: Conservatore, Stefano Bianchi – E-mail: bianchis@comune.trieste.it – cmtbiblioteca@comune.trieste.it;

Tel.: 040 6754072; Fax 040 6754030

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Parco_Villa_Colloredo_Venier_Sterpo

Parco Villa Colloredo Venier

Il parco e la villa sono circondati dal borgo storico di Sterpo nell’ambiente umido e boschivo delle sponde del fiume Stella. Il parco è solcato da percorsi curvilinei e strutture verdi a siepe, pergolati, viali alberati e boschetti.

L’area era anticamente occupata dal cortile interno del castello di Sterpo, risalente almeno al XIV secolo, come feudo dei conti di Gorizia.

Nel XVI secolo Febo e Giovanni della Torre lo cedettero ad Albertino di Colloredo, la cui famiglia ne detenne la proprietà fino al 1959.

Attorno al Cinquecento il castello era circondato da un anello fortificato, con terrapieni di vimini intrecciati e circondato da canali, fossi e paludi, tipici delle zone di risorgiva, sia naturali che artificiali, come è nel caso di un profondo lago.

In seguito il castello fu trasformato in villa e impreziosito da un giardino formale all’italiana.

Il parco, che andò ad occupare l’area della corte del castello, risale con tutta probabilità alla seconda metà dell’Ottocento. Il terrapieno fu sbancato e, forse, si procedette anche all’escavo del laghetto. Nel parco si può ammirare la solenne farnia plurisecolare che, con un’età stimata tra i 500 e i 600 anni, gli oltre 20 metri d’altezza e i 7,7 metri di circonferenza del tronco è tra le più grandi d’Italia.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Piave 2, Sterpo (Bertiolo)

Superficie totale: 6,00 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema asimmetrico

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: lago artificiale, pergolato, viali

Specie botaniche di rilievo: farnia

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Grotte_Villanova

Grotte di Villanova

L’area di Villanova delle Grotte (frazione di Lusevera, in provincia di Udine) custodisce nel suo sottosuolo un vero e proprio complesso carsico. In una piccola area delle Prealpi Giulie, nell’Alta Val Torre, sono state scoperte numerose cavità, le principali delle quali vengono chiamate col termine generico di grotte di Villanova: sono la Grotta nuova di Villanova, la Grotta Doviza, la Grotta Egidio Feruglio e l’Abisso Vigant. Le prime tre si trovano nel territorio del comune di Lusevera, la quarta in quello di Nimis. Le esplorazioni delle grotte dell’area di Villanova sono iniziate nella seconda metà dell’Ottocento: a tutt’oggi sono stati esplorati più di 15 km di gallerie.

 

Grotta nuova di Villanova

La Grotta nuova di Villanova fu scoperta nel 1925 da un abitante del luogo, Pietro Negro, che fondò il Gruppo esploratori e lavoratori delle Grotte di Villanova. Il Gruppo, oltre a esplorare la grotta, sistemò un accesso artificiale per renderla fruibile al pubblico, e ancor oggi continua a gestirne le visite guidate.

La particolarità della Grotta nuova è di essere una delle maggiori cavità in Europa di contatto tra due diversi tipi di rocce: l’acqua quindi esercita su queste rocce due differenti azioni di carsismo: ne risultano gallerie e sale d’incomparabile fascino, solcate da un torrente sotterraneo, che variano continuamente per dimensioni e morfologia. Le gallerie si snodano in piano per 8 km, di cui una parte illuminata facilmente visitabile; si possono anche ammirare numerosissime stalattiti eccentriche.

La temperatura interna si aggira per tutto l’anno sugli 11° C.

 

Grotta Doviza

La labirintica Grotta Doviza (o Tazajama) fu tra le prime ad essere scoperte a Villanova, nella seconda metà dell’Ottocento, anche se l’esplorazione ed il rilievo topografico più completi furono eseguiti da Giovanni Battista De Gasperi a inizio Novecento. All’epoca furono scoperti solo due ingressi, definiti come Superiore ed Inferiore, solo nel 2007 ne è stato scoperto un terzo. I tre ingressi si aprono sul versante destro della valle Ta pot Cletia. Dista pochi minuti a piedi dal complesso delle Grotte di Villanova. La lunghezza delle gallerie esplorate è superiore ai 4 km. La grotta è un affascinante dedalo di sale, gallerie, strettoie e ruscelli che si sviluppano su più livelli. Nel “Salone delle confluenze” si uniscono alcuni ruscelli che ne percorrono i rami principali.

La visita della Grotta Doviza è possibile solo con attrezzatura specifica e accompagnati da speleologi esperti.

 

Abisso Vigant

L’Abisso Vigant è una fantastica grotta ad estensione verticale, costituita da un inghiottitoio, diversamente dalle tipiche entrate a pozzo. Con 10 verticali abbastanza semplici si arriva a una profondità di meno 254 metri. Si può visitarne il primo tratto grazie ad un sentiero attrezzato che porta dal maestoso ingresso fino alla prima, imponente “Marmitta dei giganti“, una vasca naturale scavata dall’acqua.

L’abisso è raggiungibile a piedi attraverso il “percorso Vigant“, ma si può raggiungere Borgo Vigant anche in auto (2 km circa dal parcheggio della Grotta nuova) e poi scendere in pochi minuti lungo il caratteristico sentiero che porta all’Abisso.

 

Informazioni


Orari di apertura

Domeniche e festività: marzo, aprile, maggio, giugno, settembre: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 18.00 (Lunedì di Pasqua orario continuato dalle 10.00 alle 18,00); luglio, agosto: orario continuato dalle 10.00 alle 18.00; ottobre, novembre: dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 13.30 alle 16.30

Giorni feriali (dal lunedì al sabato): dal 15 giugno al 31 luglio dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00; dal 1° al 31 agosto dalle 10.00 alle 18.00; dal 1° al 15 settembre dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00

Gli orari potranno subire variazioni.

Possibilità di visite fuori orario per comitive (min. 15 persone), scolaresche e centri estivi.

Servizi: visite guidate, bar, parcheggio

Costi: intero: € 8,00; ridotto: € 6,00; gratis per minori di 6 anni; gratis con FVG Card; visite guidate scolaresche e centri estivi (prenotazione obbligatoria) ingresso ridotto € 5,50, gratis l’insegnante

Informazioni: Grotta Nuova di Villanova, Fraz. Villanova delle Grotte 3 – 33010 Lusevera (UD)

Tel. +39 0432 787915 / +39 392 1306550 / fax +39 0432 792141

www.grottedivillanova.itinfo@grottedivillanova.it

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Porte monumentali di Palmanova

Tre sono le porte di accesso alla fortezza di Palmanova: attribuibili all’architetto Vincenzo Scamozzi, si aprono sui tre assi urbani che conducono in linea retta alla Piazza Grande. La prima ad essere stata edificata, nel 1598, fu Porta Aquileia, rivestita in pietra d’Istria e incorniciata da due volute barocche, che al tempo della Serenissima fungeva da ingresso di rappresentanza per gli ospiti illustri e per i Provveditori Generali. La Porta Udine, riconoscibile dai due pinnacoli, è stata realizzata all’inizio del Seicento e conserva ancora le due grandi ruote che sollevavano il ponte levatoio. Coeva è anche la Porta Cividale, rivestita in bugnato rustico con le garitte collegate da un’elegante balaustra, che è sede del Museo Storico Militare. Due pesanti cancelli in ferro e quattro battenti in larice con borchie metalliche impedivano l’accesso al nemico. Sul fronte di ognuna delle porte era stato collocato un Leone Marciano, abbattuto dalle truppe francesi durante l’occupazione.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Borgo Aquileia, Borgo Udine, Borgo Cividale

Informazioni: Ufficio turistico di Palmanova, via Borgo Udine 4 – tel./fax: +39 0432 924815; e-mail: palmanova.turismo@libero.it

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Castello di Castelnovo del Friuli

Il castello “de Castronovo” (Castrum Novum) fu probabilmente eretto attorno all’anno 920 contro la minaccia delle invasioni degli Ungari, forse ad opera di un signore bavarese vassallo della chiesa di Aquileia con il nome di “Nauhaus”.

Dopo essere passato sotto il dominio dei Conti di Gorizia, nel 1509, fu ceduto dalla Serenissima ai Savorgnan. Estinta la nobile casata, anche per il maniero iniziò un inesorabile declino fino a quando si ridusse in rovina. Nel 1887 le mura del castello furono demolite e le pietre utilizzate per edificare la vicina chiesa di San Nicolò. Dell’antica fortificazione oggi rimane solamente la torre – ricostruita dopo il terremoto del 1976 – adibita a campanile, nonché alcuni pezzi della cinta muraria.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Chiesa di San Nicolò,Località Vigna, Castelnovo del Friuli

Stato di conservazione: resti della torre, ora torre campanaria

Informazioni: www.comune.castelnovo-del-friuli.pn.it

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Castello di Colloredo di Monte Albano

Nel 1302 il barone Guglielmo di Waldsee, visconte di Mels, otteneva dal Patriarca la licenza di costruire una nuova dimora fortificata non distante dal castello di famiglia che sorgeva a Mels (i suoi discendenti assunsero in seguito il nome di Colloredo Mels Waldsee).

Il castello fu invaso nel 1315 dal conte di Gorizia, nel 1420 cadde nelle mani dei veneziani e nel 1511 subì il sacco del Giovedì grasso e il sisma che seguì lo stesso anno. Costruito in origine per necessità difensive, nel corso dei secoli cambiò lentamente le proprie funzioni divenendo sempre più spiccatamente residenziale.

Il mastio – un complesso di edifici disposti ad anello intorno al cortile – è situato nella parte più alta del colle, affiancato da due ali, la torre occidentale, il corpo di guardia, la torre porta con l’orologio e la trecentesca Casa Rossa. Tutti gli edifici erano racchiusi da cinte murarie in pietra e mattoni di notevole spessore.

Le volte di una saletta nella torre di ponente furono decorate da Giovanni da Udine con stucchi e scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio. Al Seicento risale invece la cappella dedicata a San Carlo Borromeo.

Qui vissero il poeta secentesco Ermes da Colloredo, Ippolito Nievo – che qui scrisse le Confessioni di un italiano – l’autore e viaggiatore Stanislao Nievo.

Del complesso, che necessiterebbe di una radicale ricostruzione dopo gli ingenti danni subiti nel terremoto del 1976, sono ora visibili la torre con l’orologio e l’ala ovest – restaurate – dove ha sede la Comunità Collinare del Friuli.

Informazioni


 

Indirizzo: Piazza Castello 1, Colloredo di Monte Albano

Visite: solo esterni

Informazioni: www.tourism.friulicollinare.it oppure presso il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli venezia giulia – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; E-mail: info@consorziocastelli.it ; www.consorziocastelli.it

Come arrivare: si può raggiungere in bicicletta attraverso i percorsi sterrati delle Ippovie, che collegano Udine a Buja (per informazioni www.vallecormor.com)

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