Torre_Moscarda_Paluzza

Torre Moscarda

Il “castrum Muscardum” sorse verso la metà del Duecento presso il passo di Monte Croce Carnico. Comprendeva due torri – poste sulle rive del fiume Bot, con funzione di difesa e dogana, sulla via Julia Augusta – e altre postazioni minori fino alle pendici del monte Paularo. Il toponimo della località – Enfretors – significa appunto “tra le due torri”.

Il sito durante il periodo longobardo e quello carolingio e patriarcale, nonchè sotto il dominio veneto, continuò ad avere una notevole rilevanza strategica e vi si apportarono continue migliorie. Sopravvive oggi una delle due torri eretta tra i secoli XIII e XIV e restaurata di recente; la torre della riva destra invece è stata distrutta nel 1840.

Soprattutto durante la prima guerra mondiale la morfologia del luogo fu modificata con la costruzione dei tanti fortini ancora ben visibili. La Torre Moscarda o Torate, dopo l’intervento di recupero architettonico è stata destinata a museo del territorio, all’interno del parco di Monte Coglians. Qui, seguendo i percorsi naturalistici segnalati, si potrà scoprire la flora locale passeggiando tra ponticelli in legno e camminamenti.

L’edificio consta di tre stanze: il piano terreno è adibito ad attività didattica e di catalogazione, la stanza al primo piano dal 1994 ospita una mostra naturalistica permanente mentre il secondo piano è utilizzato per mostre temporanee di artigianato locale.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Casteons di Paluzza

Orari di apertura: su prenotazione presso IAT (Informazioni e Accoglienza Turistica) Paluzza – Tel.: 0433 775344

Informazioni: www.carniamusei.org; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

E-mail: info.paluzza@cmcarnia.regione.fvg.it

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Sacrario Militare di Oslavia

L’Ossario fu eretto nel 1938 su progetto dell’architetto Ghino Venturi per accogliere le 57.740 salme dei Caduti durante le undici battaglie sull’Isonzo, provenienti dai cimiteri di guerra sparsi dall’Altipiano della Baisnizza al Vipacco. All’edificio monumentale si accede da un’imponente gradinata in pietra. Una grande torre centrale si eleva sulla cripta circondata da tre torri laterali. Dal Sacrario si gode di una suggestiva vista sulla città di Gorizia e sul fiume Isonzo e il Monte Sabotino.

Ogni anno l’8 agosto è possibile assistere alla commemorazione della presa di Gorizia da parte dell’Esercito italiano.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Ossario, Oslavia

Orari di apertura: tutti i giorni eccetto il lunedì 8.30-12.00 e 13.30-17.00

Ingresso: gratuito

Tel.: +39 0481 531788

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

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Fondazione Palazzo Coronini Cronberg Onlus

Il palazzo venne edificato nell’ultimo decennio del XVI secolo nei pressi del torrente Corno per volontà di Carlo Zengraf, Segretario degli Stati Provinciali di Gorizia per conto della Casa d’Austria. L’incarico fu affidato, pare, all’architetto militare Giulio Baldigara, che diede al palazzo l’austero aspetto di una casa-forte.

Nel 1614 venne acquistato da Riccardo di Strassoldo, al cui casato si deve la costruzione della cappella dedicata a Sant’Anna decorata da una lunetta di Johann Michael Lichtenreiter. Su di un lato della chiesa, un piccolo matroneo di legno si raggiungeva dalle sale del piano nobile del palazzo attraverso un loggiato. Vennero, inoltre, aggiunti diversi corpi di fabbrica, tra cui le scuderie, oggi trasformate in sala convegni ed esposizioni.

Dietro il palazzo, cintato da alte mura, si trovava il giardino meridionale, con il suo belvedere e la lunga scalinata – distrutta dopo il primo conflitto mondiale – chiusa dal portone di ferro battuto entro un portale di pietra.

Nel 1820 la proprietà venne messa all’incanto e acquistata dal conte Michele Coronini che fece massicci interventi di ristruttuarazione ed ampliamento, destinanodo il terzo piano della nuova ala alla sua ricca biblioteca.

Nel 1836 il palazzo fu preso in affitto da Carlo X di Borbone, ultimo re di Francia, esiliato a Gorizia con la sua corte; morì lo stesso anno e venne sepolto nel convento francescano di Castagnavizza.

Nel 1919 iniziò un complesso restauro che pose rimedio ai danni della guerra e nel 1922 il palazzo venne sottoposto a tutela culturale.

Guglielmo Coronini, ultimo discendente della nobile famiglia, volle trasformare il palazzo in una dimora storica che preservasse la memoria familiare, facendo sì che alla sua morte, avvenuta nel 1990, tutte le sue sostanze andassero a costituire la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus.

Il palazzo è circondato da uno splendido parco all’inglese di cinque ettari con reperti archeologici aquileiesi, un tempietto di stile liberty e piante rare.

L’odierno percorso museale si snoda attraverso le 15 sale passando dagli arredi cinque e seicenteschi del piano terra ai suntuosi salotti del Settecento con lacche e sete dipinte a motivi orientali, alle sale in stile impero e biedermeier.

La quadreria Coronini è composta da circa milleduecento opere comprese tra il XV e il XX secolo, tra cui Liberale da Verona, Tiziano, Lavinia e Prospero Fontana, Justus Sustermans, Jacob van Ruysdael, Antonio Canova, Vladimir L. Borovikovskij, Rosalba Carriera, Elisabeth Vigèe Le Brun, Martin van Meytens, William Etty, John Riley, Guglielmo Ciardi, Giuseppe Bernardino Bison, Pompeo Mariani, Antonio Rotta, Arturo Rietti e Tullio Crali.

La collezione di statue e sculture comprende un centinaio di esemplari, dai reperti archeologici del II sec. d.C. fino ad opere del primo Novecento, tra cui Franz Xaver Messerschmidt, il busto di Michele Coronini di Berthel Thorvaldsen, quello di Napoleone realizzato da Giuseppe Ceracchi e le cinque statue collocate nel parco scolpite da Orazio Marinali. La collezione di stampe (1.287 esemplari) annovera Luca di Leida e Hendrick Goltzius oltre al gruppo di 387 stampe giapponesi.

L’eredità del conte Guglielmo Coronini comprende, inoltre, un ricchissimo patrimonio di suppellettili di ogni genere: tappeti, argenti, orologi, vetri e porcellane, armi, ventagli, abiti e merletti, nonché raccolte numismatiche e di miniature, gioielli e cammei.

 

Informazioni

Indirizzo: Viale XX Settembre 14, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; le delle Scuderie ospitano la Sala Convegni e la Sala Esposizioni per mostre, conferenze, incontri e convegni; accessibile ai disabili

Informazioni: www.coronini.it

Orari di apertura: da novembre a marzo aperto solo su prenotazione per gruppi (massimo 15 persone); da aprile a ottobre da mercoledì a domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.00; uffici da lunedì a sabato 8.00-14.00; chiuso lunedì e martedì, il 1 gennaio, 25 e 26 dicembre, Pasqua

Ingresso: intero € 8,00; ridotto € 6,00 per scolaresche; gratuito per chi si chiama Guglielmo bambini fino alla V elementare e disabili; ingresso libero al parco dall’alba al tramonto; laboratori didattici € 3,00 (a studente)

Visite: visita guidata al Palazzo a persona € 3,00; visita guidata al parco (solo per gruppi) € 45. Le visite, guidate o accompagnate, vengono effettuate all’inizio di ogni ora

Prenotazioni: prenotazioni@coronini.it

Tel.: 0481 533485

Fax: 0481 547222

E-mail: info@coronini.it

Come arrivare: ingresso principale da Viale XX Settembre 14; ingresso lato Uffici/Ex Scuderie da Via dei Coronini 1 (consigliato a disabili e portatori di handicap)

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ALTRO IN ZONA
Aquario_Marino_Trieste

Civico Aquario Marino

L’Aquario di Trieste è stato inaugurato nel 1933 negli spazi della Pescheria Centrale della città. La fauna ospitata al Civico Aquario Marino è costituita da specie marine provenienti prevalentemente dal Golfo di Trieste, ma si incontrano anche specie esotiche come quelle della barriera corallina, stimolando il visitatore a riflettere sull’importanza della biodiversità, sulla sostenibilità e sul bisogno di preservare il fragile equilibrio del mondo marino.

Al piano inferiore sono collocati gli acquari, una trentina di vasche alimentate con acqua marina, prelevata dal porto e filtrata all’interno della torre dell’orologio: nelle cinque vasche maggiori si ricreano gli habitat dell’alto Adriatico (allevamento di mitili, barriere artificiali sommerse, relitto, molo e ambiente pelagico), nella grande vasca ottagonale sono ospitati piccoli squali e razze, mentre nelle vasche minori trovano posto le specie tipiche del Mediterraneo (astici, aragoste, orate, branzini, scorfani, dentici, murene, cefali e mormore).

Al piano superiore è stato allestito un vivarium, con terrari che accolgono numerose specie di anfibi e rettili appartenenti alla fauna autoctona. C’è anche una sezione dove è stato ricostruito il biotipo degli stagni carsici: ambiente naturale in cui vivono e si riproducono gli ululoni, i rospi comuni e le rane verdi. A rotazione vengono ospitati anche grossi esemplari tropicali come iguana, pitoni e boa.

 

Informazioni


Indirizzo: Molo Pescheria 2, Riva Nazario Sauro 1, Trieste

Servizi: visite guidate su prenotazione; accessibile ai disabili; Trieste City Pod

Orari di apertura: dal 1 novembre al 31 marzo 9.00-13.30; dal 1 aprile al 3 novembre 9.00-19.00; chiuso il mercoledì

Ingresso: intero € 4,50; ridotto € 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni

Informazioni: www.aquariomarinotrieste.it

Come arrivare: in autobus con le linee 8, 9, 10, 30

Tel.: 040 306201

Fax: 040 3220520

E-mail: acquario@comune.trieste.it

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ALTRO IN ZONA
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Museo Ciasa dai Fornes

La secentesca casa rurale della “Busa” ospita l’esposizione “Il filo dei ricordi” dedicata alla secolare tradizione carnica della filatura e della tessitura.

Fino allo scoppio della Grande Guerra, infatti, ogni inverno i “Cràmars”, originari dei Canali di Gorto e San Pietro e i “Tesseri” o “Tisidous”, provenienti dai canali di Socchieve e del Tagliamento, emigravano in cerca di lavoro verso i territori soggetti alla Serenissima e all’Impero asburgico. Questi artigiani lavoravano in casa le materie prime: la lana, la canapa ed il lino e le tinte gialle, verdi e rosse ricavate dalle piante.

Sono esposti abiti e strumenti di lavoro (fusi, arcolai, telai), coperte con i motivi tradizionali, tessuti colorati, ricami ad ago e uncinetto, nonchè i caratteristici “scarpéts”, la tipica calzatura carnica di velluto su cui le donne ancora oggi ricamano i fiori delle Dolomiti: la stella alpina, l’orchidea o “scarpa della Madonna” e la genziana.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Nazionale, frazione Cella, Forni di Sopra

Orari di apertura: luglio e agosto 17.00-19.00; durante il periodo natalizio tutti i giorni 16.00-18.00; aperture straordinarie su prenotazione presso la sede Turismo FVG di Forni di Sopra – Tel.: 0433 886767

Informazioni: www.fornidisopra.orgwww.comune.fornidisopra.ud.it

Ingresso: gratuito

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Toppo

Toppo di Travesio

Fin dal XIII secolo il borgo rurale di Toppo è diviso dal corso del rio Gleria: il borgo orientale comprende la chiesa parrocchiale di San Lorenzo e i masi medievali di Toppo, ovvero le caratteristiche case rurali in pietra, con portici ad arco e cortili interni; e quello a occidente, la borgata di Pino ai piedi del castello.

Il Palazzo Toppo-Wassermann sorge nella borgata chiamata anche “dei Martins”, dal nome degli antichi proprietari del complesso che, nel Cinquecento, fu convertito in dimora signorile di campagna. Il portone d’ingresso, datato 1543, reca inciso sull’architrave: “Vengo aperto perché escano i cattivi. Vengo chiuso perché restino i buoni”. Al piano terra del palazzo sono conservati due affreschi di arte sacra popolare del XVII secolo che ornavano le facciate degli edifici del borgo crollati nel terremoto. Dal cortile si accede alla cappella gentilizia di San Girolamo che conserva dipinti settecenteschi, l’acquasantiera longobarda risalente al Mille e la quattrocentesca statua in pietra dipinta di Santa Lucia. Nel vicino piazzale si trova un edificio secentesco con arco d’ingresso, un tempo residenza estiva dei conti di Spilimbergo, nonché diversi edifici in sasso.

Gli imponenti resti del castello sulle pendici del monte Ciaurlèc dominano l’abitato: un’architettura fortificata ben conservata del medioevo friulano. Nei pressi si trova anche la chiesetta castellana di Sant’Antonio Abate, con i pregevoli affreschi del XIV secolo.

Scendendo alla borgata di Toppo si incontra l´arco d´ingresso di un maso ristrutturato risalente al XV-XVII secolo e, lungo via Fornace, una serie di edifici del XVII-XVIII secolo, pertinenze di un antico maso, nonché case con corte, portico e ballatoio affacciato sugli orti e il frutteto retrostanti. Poco distante dal borgo c’è anche la vecchia fornace, opificio in uso nella prima metà del Novecento.

A Travesio, nella pieve di San Pietro, si conserva il ciclo di affreschi di Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone e, inoltre, il portale della sagrestia e il fonte battesimale scolpiti da Giovanni Antonio Pilacorte.

 

Informazioni


Dove: Località di Toppo, Comune di Travesio in Provicia di Pordenone

 

Informazioni: Ufficio Turistico di Toppo
Palazzo Toppo-Wassermann
via Verdi 98,
33090 Toppo di Travesio, PN

Tel. 0427 90350
turismo@comune.travesio.pn.it

Orari di apertura:
Mercoledì
9:00 – 12:00
Sabato e Domenica
9:30 – 12:30
14:30 – 17:30

www.castelloditoppo.eu
Fb: @ufficioturisticotoppo

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Palazzo_Cecchini_Cordovado

Palazzo Cecchini

L’ex convento dei domenicani, edificato nel Settecento nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie, fu diviso tra varie famiglie che ne fecero la propria residenza: Palazzo Cecchini, Palazzo Mainardi e Palazzo Marzin.

Palazzo Cecchini fu ristrutturato in stile eclettico mentre le rimanenti parti conservarono il porticato che corre lungo tutta la facciata. Il palazzo conserva affreschi ottocenteschi con scene allegoriche e patriottiche, grottesche e paesaggi di gusto pompeiano o neogotico. Oggi è sede della Biblioteca Civica e del Punto di informazione turistica, ospita mostre d’arte e iniziative culturali.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Cecchini, Cordovado

Informazioni: Circolo culturale Gino Bozza, via Cecchini 27, Cordovado – tel.: +39 0434 690265; e-mail: biblioteca.cordovado@libero.it

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