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Oasi avifaunistica dei Quadris

La cicogna bianca è il simbolo della zona dei Quadris che, con i suoi ambienti umidi, costituisce una delle stazioni sperimentali per la reintroduzione di questa specie in Italia: sono, infatti, oltre cinquanta gli esemplari di questo uccello migratore che volano liberi nel territorio circostante e che dopo aver svernato nei paesi caldi dell’Africa tornano qui per nidificare. Il nido viene costruito a grande altezza dal suolo, su alberi, tetti e pali del telegrafo. Le cicogne nidificano spesso utilizzando gli stessi siti per generazioni, arrivando a record di nidi utilizzati ogni anno per cento anni.

I Quadris sono un paradiso naturale per molte specie a rischio estinzione; è qui tutelato, infatti, anche l’ibis eremita, in forte pericolo, che nidifica in zone rocciose, falesie e scarpate, scegliendo spesso i castelli e le rovine e si può vedere facilmente vicino alle rive dei fiumi e lungo i ruscelli. La riserva da rifugio anche a molte specie di anatre, oche selvatiche e ai Konjik, i cavallini selvatici.

Un contesto naturalistico di grande suggestione, quello dei Quadris, il cui toponimo deriva da alcune pozze d’acqua scavate in forme geometriche, i quadris appunto, per lo sfruttamento dell’argilla che, dismesse dall’uomo, danno vita a un ambiente inusuale e selvaggio colonizzato dalla vegetazione stagnale dei bacini lacustri e delle paludi: le piante galleggianti, fra cui le stupende ninfee bianche, il canneto e i brandelli di bosco igrofilo con salici e ontano nero.

Gli ambienti umidi dei Quadris e i brandelli di bosco sono ricchissimi di avifauna, basti ricordare la presenza di specie come l’airone cenerino, la gallinella d’acqua, il martin pescatore o il pendolino, ma qui trovano rifugio anche la volpe, il ghiro, la donnola, la faina, la puzzola e occasionalmente anche il capriolo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Ubicazione: Via Caporiacco, Fagagna

Estensione: 100 ettari

Informazioni: www.oasideiquadris.it – Associazione Amici dell’Oasi dei Quadris, via Caporiacco, Fagagna – Tel.: 331 9788574, e-mail: info@oasideiquadris.it

Servizi: centro visite didattico, voliere

Attività: visite guidate su prenotazione, birdwatching

Orari di apertura: dal 29 marzo al 1° novembre la domenica e i festivi in primavera e autunno 10.00-12.30 / 14.00-18.30, in estate: 9.30-12.30 / 14.30-19.00

Visite: su prenotazione visite guidate per scolaresche o gruppi di almeno 10 persone

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Provincia di Trieste

La provincia di Trieste si sviluppa in una sottile striscia di terra lunga circa 30 km, stretta tra il mare Adriatico e il Carso. Si affaccia sull’ampio golfo che accoglie la città di Trieste e un’alternanza di baie, porticcioli e scogliere mozzafiato con castelli a picco sul mare, come quelli di Miramare e di Duino. Alle spalle la protegge l’aspro paesaggio carsico, dove si possono ammirare grandiosi spettacoli naturali come la Grotta Gigante o la Dolina di Percedol, una valle ricca di rigogliosa vegetazione. Dall’altipiano carsico, con le sue grotte, alle suggestive foci del Timavo, alla riserva marina del Parco di Miramare; dalle falesie di Duino, vicino al Castello, alle riserve naturali del Monte Lanaro, del Monte Orsario e della Val Rosandra, la natura di questo lembo di terra è unica in ogni stagione.

Ma il fascino del territorio oltrepassa gli aspetti naturalistici: l’elegante città d’arte di Trieste, dov’è evidente l’eredità culturale asburgica, i paesini carsici con le loro tradizioni e perfino le piccole località turistiche costiere costituiscono grandi tesori custoditi in questo piccolo lembo di terra.

Trieste deve il suo fascino al suo essere città di frontiera e insieme porto di mare, che ha portato al sovrapporsi e incrociarsi di popoli e culture molto diversi: grazie alle sue eredità italiana, mediterranea, mitteleuropea e slava, Trieste ha una ricchezza culturale che si palesa immediatamente al visitatore tramite i suoi splendidi edifici che rispecchiano tutti gli stili delle varie epoche, dalla romana al neoclassico al razionalismo, e tramite le chiese appartenenti a tutte le religioni praticate dai diversi popoli che qui hanno trovato casa. Non bisogna poi tralasciare di visitare i suoi caffè storici, che han visto passare la storia di questa città e che sono ancora luogo d’incontro fondamentale, insieme ai buffet dove si gusta la tipica cucina locale.

Anche la cucina naturalmente è un incrocio di sapori, dalla Mitteleuropa al mare: di tradizione mitteleuropea sono la jota (minestra di fagioli, crauti e patate), i gnochi de pan e i gnochi de susini e i capuzzi (crauti). La cucina di pesce ha tradizioni tipicamente venete, come i sardoni in savor.

Anche i dolci sono per lo più di tradizione austroungarica e veneta: presnitz (dolce di sfoglia e frutta secca) e putizza (pasta morbida ripiena di frutta secca), strucolo de pomi (strudel di mele), strucolo cotto (strudel di noci), crostoli (chiacchiere veneziane), krapfen (bomboloni alla marmellata o alla crema), fritole (specie di piccola frittella) e pinza (un pane dolce).

Infine i vini: Terrano, Malvasia e Refosco, coltivati sul Carso, stanno diventando sempre più rinomati. È stata istituita pure la Strada del Terrano, che attraversa gran parte della provincia sull’altipiano carsico, da Opicina a Sistiana, portando nei luoghi della produzione vinicola. Le osmize (da “osem”, otto in sloveno), segnalate sul Carso da un ramo verde, risalgono ad un editto dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria che consentiva ai contadini la vendita diretta di vino e di altri prodotti agricoli di propria produzione per la durata di otto giorni. Vi si trovano prosciutto crudo e cotto, salame, il tipico formaggio Tabor, uova sode e, naturalmente, il vino.

 

 

 

CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    MONUMENTI E SITI STORICI MONUMENTI RELIGIOSI MOSTRE
      MUSEI SITI ARCHEOLOGICI VILLE E PALAZZI
      NATURA
      CASCATE ESCURSIONI FIUMI
      GIARDINI E PARCHI GROTTE LAGHI E LAGUNE
        MONTAGNA PARCHI E RISERVE SPIAGGE
          ENOGASTRONOMIA
          RISTORANTI AGRITURISMO PIZZERIE
            CANTINE PRODUTTORI
            OSPITALITÀ
            HOTEL BED & BREAKFAST AGRITURISMO
                CAMPEGGI AFFITTACAMERE APPARTAMENTI PER VACANZE
                  SPORT
                  TREKKING E PASSEGGIATE MOUNTAIN BIKE CAVALLO
                      SPORT ACQUATICI SPORT INVERNALI SPORT MONTAGNA
                          Villa_Gallici_Deciani_Casacco

                          Villa Gallici Deciani

                          La seicentesca villa sorge in cima a un colle circondata da un vasto parco. Residenza privata dell’antico casato friulano dei conti Deciani dalla fine dell’Ottocento, appartenne già ai conti Gallici che la acquistarono alla fine del XVII secolo. La famiglia di origine bergamasca in Friuli si dedicò alla bachicoltura da seta e diede avvio a una fiorente stamperia a Udine.

                          Alla villa si accede dalla cancellata in ferro battuto sorvegliata da due statue poste su pilastri. Il palazzo dominicale è preceduto da un imponente scalone a forbice con statue sulla balaustra e il sontuoso portale è sormontato dallo stemma gentilizio.

                          L’edificio culmina in un attico timpanato affiancato da pinnacoli. Il piano nobile si fregia di preziose decorazioni floreali in stucco e affreschi color pastello, delicati pavimenti a mosaico di terrazzo veneziano e arredi d’epoca. Fanno da cornice le rustiche cantine in pietra, la foresteria con torre e cappella gentilizia, l’elegante loggiato della barchessa aperto sul giardino e, infine, l’antica chiesetta paesana collegata alla residenza da un viale alberato.

                          Dopo il restauro parte dei fabbricati e del parco sono ora aperti al pubblico.

                           
                           
                           

                          Informazioni


                          Indirizzo: via Gallici 27, Località Montegnacco, Cassacco

                          Informazioni: www.deciani.it

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                          Villa_Moretti_Tarcento

                          Villa Moretti

                          La villa sorge in posizione dominante sul colle di Coia nei pressi dei ruderi dell’antico maniero di Tarcento. Fu progettata alla fine dell’Ottocento dal torinese Antonio Vandone su commissione di Luigi Moretti. Questa pittoresca abitazione romanza è una commistione di stili che combina il neogotico con torri e merlature ad accenti romanici e rinascimentali.

                          Venne rivisitata tra il 1919 e il 1922 dagli architetti triestini Ruggero e Arduino Berlam che diedero alla villa uno tocco Liberty. Arduino mise particolare cura nelle rifiniture che fece realizzare da maestranze friulane: legni scolpiti, ornamenti in pietra naturale e artificiale, ferri battuti, stucchi e vetri colorati. Negli anni Cinquanta gli interni furono ammodernati dall’architetto Pietro Zanini con il mobilio realizzato dalla ditta Fantoni di Gemona.

                          La villa è stata, infine, restaurata dopo il sisma del 1976 e adibita a uso pubblico. Gli scaloni sono in pietra artificiale come pure le cornici delle finestre ad arco e le bifore arcuate. Dalla terrazza belvedere del terzo piano si eleva il corpo della torre che ritma i volumi della villa. Secondo il gusto d’inizio secolo il coronamento aggettante è merlato e sottolineato da una teoria di archetti e decorazioni geometriche in ocra e rosso mattone. Altre geometrie e ornati floreali arricchiscono capitelli, cornici e modiglioni. Il fronte rivolto a meridione si apre all’esterno con un doppio ordine di logge. Villa Moretti è circondata da un grande parco con statue in pietra e cemento, una fontana e giardino all’italiana. L’accesso inferiore è abbellito da un arco in pietra con cancello merlato in ferro battuto.

                          La villa ospita eventi e mostre d’arte temporanee.

                           

                          Informazioni


                          Indirizzo: Via del Castello, Tarcento

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                          Lignano_Sabbiadoro

                          Lignano Sabbiadoro

                          Lignano Sabbiadoro è il nucleo storico della città. L’ampia spiaggia sabbiosa digradante verso il mare, che non è immediatamente profondo, è particolarmente adatta ai bambini. Gli uffici spiaggia noleggiano tutte le attrezzature balneari, e appositi percorsi facilitati li collegano al bagnasciuga per l’accesso dei disabili e dei passeggini. A disposizione degli ospiti naturalmente servizi igienici e docce (a gettone anche di acqua calda).

                          Molte le attività di animazione che vengono organizzate quotidianamente, sia per i bambini che per gli adulti: di giorno non c’è che l’imbarazzo della scelta fra le proposte del Beach Village Day e le attività sportive della Beach Arena Day, mentre di sera la Beach Arena Night offre spettacoli e concerti.

                          Dopo la spiaggia a Lignano Sabbiadoro si può passeggiare lungo il viale centrale, dove si trovano bei negozi, bar, ristoranti, gelaterie, boutique, sale giochi e locali notturni.

                          Tutta la spiaggia di Lignano Sabbiadoro è coperta dalla rete wi-fi.

                          Gli stabilimenti balneari sono aperti dal 24 aprile al 19 settembre.

                           

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                          Museo_Joyce_Trieste

                          Museo Joyce

                          Il museo e centro di studi joyciani raccoglie e conserva materiali e documenti originali sul periodo trascorso da James Joyce a Trieste. Esso offre una fornita biblioteca comprendente le edizioni dello scrittore irlandese, strumenti critici e periodici inglesi di argomento joyciano, nonché strumenti multimediali utili ad approfondire la figura storica e la sua opera.

                          La città adriatica, che Joyce definiva la sua seconda patria, assume un ruolo essenziale per la comprensione della biografia dello scrittore irlandese: la vita errabonda e sregolata, gli incontri – l’intenso rapporto con Italo Svevo – e le fallimentari imprese commerciali, ma anche i capolavori di questo periodo Gente di Dublino, il Ritratto dell’artista da giovane e i primi tre capitoli dell’Ulisse. Al suo massimo romanzo è dedicato il Bloomsday, nella giornata del 16 giugno, data in cui si svolge l’intera narrazione.

                           
                           
                           
                           
                           
                           
                           
                           

                          Informazioni


                          Indirizzo: II piano, Via Madonna del Mare 13, Trieste

                          Servizi: visite guidate, bookshop

                          Informazioni: www.museojoycetrieste.it

                          Orari di apertura: dal lunedì al venerdì 9.00-13.00 e 15.00-19.00; sabato 9.00-13.00; domenica chiuso

                          Ingresso: libero

                          Tel.: 040 3593606 – 040 3593607

                          Fax: 040 6758194

                          E-mail: museojoyce@comune.trieste.it

                          Come arrivare: in autobus con la linea 24

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                          Parco del Municipio

                          Il palazzo cittadino di Cristiano d’Attems Santacroce fu costruito nel 1740, su progetto attribuito a Nicolò Pacassi, che forse disegnò anche l’impianto del giardino, composto di una corte ornata da una vasta aiuola circolare, di un adiacente giardino all’italiana e di boschetti lungo i margini. La proprietà, pervenne prima in mano ai conti Thun nel 1796 e poi, nel 1820, in quelle dell’imprenditore tedesco Gian Cristoforo Ritter – proprietario dell’attigua raffineria di zuccheri – che, tra il 1826 e il 1829, ristrutturò l’edificio secondo linee di gusto neoclassico; anche il giardino fu riformato in stile inglese, mantenendo tuttavia l’assialità tra il palazzo e il tempietto.

                          Nella seconda metà del XIX secolo il giardino era tra i più rinomati della città per le sue piante: camelie, rose, sempreverdi, una sequoia e un’aranciera.

                          L’intera proprietà fu ceduta al Comune di Gorizia nel 1907 che ne fece la sede municipale.

                           
                           
                           
                           
                           
                           
                           
                           

                          Informazioni


                          Indirizzo: Piazza del Municipio 1, Gorizia

                          Superficie totale: 0,96 ha

                          Impianto planimetrico: sterrato con aiuola circolare, a schema irregolare (corte), naturalistico-informale (giardino)

                          Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Gorizia

                          Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, fontana, statue, tempietto monoptero, vialetti

                          Specie botaniche di rilievo: bagolaro, bosso, platano, tiglio

                          Orari di apertura: sempre aperto

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