Piazza_Grande_o_Piazza_dArmi_Palmanova

Piazza grande o Piazza d’armi

II cuore esagonale di Palmanova, centro geometrico della fortezza stellata, è stato realizzato dai veneziani nel Seicento. È chiamata anche Piazza d’armi poiché il Provveditore della Serenissima vi radunava gli armigeri. Al centro c’è un imponente stendardo, simbolo della fortezza stessa, soprannominato “Mario” dagli abitanti.

Piazza Grande è circondata da palazzi storici d’epoca veneziana come la Loggia della Gran Guardia, il Palazzo dei Provveditori Generali, il Palazzo del Monte di Pietà e il Palazzo del Governatore delle Armi e il maestoso Duomo Dogale. All’imbocco di ogni via che si dirama da qui sono collocate le 11 statue che rappresentano i Provveditori Generali.

Ogni anno qui si tiene la Rievocazione storica durante il secondo week end del mese di luglio e, tra fine settembre e inizio ottobre, invece, in occasione della celebrazione del patrono Santa Giustina, la piazza si riempie di colorate giostre e baracconi.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Informazioni: Ufficio turistico di Palmanova, via Borgo Udine 4 – tel./ fax: +39 0432 924815; e-mail: palmanova.turismo@libero.it – Ufficio Cultura Comune di Palmanova, Piazza Grande 1 – tel.: +39 0432 922131; fax: +39 0432 922142; e-mail: cultura@comune.palmanova.ud.it

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Comeglians

Il borgo di Comeglians

Il borgo di Comeglians sorge nella Val di Gorto, lambito dal torrente Degano, alle pendici dei monti Crostis e Zoncolan, splendide mete escursionistiche. Il comune è formato da sette frazioni immerse nei boschi di abeti: Povolaro, Maranzanis, Mieli, Noiaretto, Tualis (la più alta in quota), Runchia e Calgaretto, quest’ultimo situato sul promontorio di San Giorgio dove sorge l’omonima chiesa in cui si conserva un monumento funebre di epoca romana (I secolo d. C.).

Della sua passata ricchezza, dovuta al florido commercio di legnami, sono testimonianza alcuni antichi palazzi con austeri portali in pietra nel centro del paese, dove sorge anche la chiesetta di San Nicolò di origini duecentesche. A Povolaro e Maranzanis si conservano splendidi esempi di case carniche del Sei e Settecento: Casa del Botêr , Palazzo de Gleria, Casa di Palman, Palazzo da Pozzo.

La posizione di Comeglians è ottimale per visitare i dintorni: la cima dello Zoncolan è raggiungibile in pochi minuti con la funivia che parte da Ravascletto; in territorio austriaco si arriva a piedi dal passo del Volaia con il suo lago cristallino; da Tualis si risale la dorsale del Crostis fino a raggiungere una quota di quasi duemila metri di altitudine, per proseguire lungo la strada “Panoramiche delle vette” che permette di ammirare il comprensorio montano carnico tra pascoli e antiche malghe.

Comeglians offre la possibilità di alloggiare negli appartamenti dell’albergo diffuso in case tradizionali, antiche cascine e stalle ristrutturate.

 

Informazioni


Dove: Comeglians, provincia di Udine

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Porta_Gemona_Portonat_San_Daniele_Friuli

Porta Gemona o Portonat

Il Portonat è una porta ad arco progettata nel 1579 dall’architetto Andrea Palladio per sostituire il vecchio torrione rovinato sulla via che porta a Gemona, una torre portaia scudata che si apriva nella cinta muraria medievale. La torre era in passato legata al celebre Palio di San Daniele che si teneva il 28 agosto di ogni anno.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Dante Alighieri 8-9, San Daniele del Friuli

Orari di apertura: sempre visibile dall’esterno

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Museo_Civico_Storia_Naturale_Silvia_Zenari_Pordenone

Museo Civico di Storia Naturale Silvia Zenari

Nel cinquecentesco Palazzo Amalteo ha sede il museo intitolato a Silvia Zenari, illustre naturalista pordenonese. Le collezioni di vertebrati annoverano oltre 3.000 campioni, fra esse quella di quasi 500 esemplari di uccelli esotici risalente alla prima metà dell’Ottocento, lascito di Oddo Arrigoni degli Oddi, il cui figlio, Ettore, è considerato uno dei fondatori della moderna ornitologia.

La collezione di insetti presenta numerosissimi esemplari di coleotteri, lepidotteri e ortotteri, raccolti da appassionati locali e studiosi come Umberto Posarini, entomologo originario di Polcenigo. Estremamente ricche anche le raccolte di minerali, tra cui quella di Giorgio Rimoli, considerata la più completa dei minerali dell’Alpe Adria. Il museo conserva, inoltre, importanti collezioni paleontologiche, botaniche, di invertebrati e di organismi marini con svariate migliaia di campioni.

Il percorso prevede, poi, sale dedicate al Theatrum Naturae e alla Wunderkammer nella quale sono esposti esemplari rari o bizzarri di storia naturale; la sala di osteologia con numerosi scheletri articolati di uccelli e mammiferi; e, nella sezione preistorica, la ricostruzione di un mammut.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via della Motta 16, Pordenone

Servizi: visite guidate, laboratori, percorsi assistiti e attività didattiche; archivio documentale, bookshop; accessibile si disabili

Informazioni: www.comune.pordenone.it

Orari di apertura: da martedì a sabato 15.30-19.30; domenica 10.00-13.00 e 15.30-19.30; chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 1,00

Tel.: 0434 392950

Fax: 0434 26396

E-mail: museo.storianaturale@comune.pordenone.it

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Castello_Canussio_Cividale_Friuli

Castello Canussio

Fin dal XII secolo la famiglia guelfa dei Canussio (da Canussio di Varmo nel Medio Friuli) fu investita dal governo patriarcale dell’antico castello – considerato il più ampio complesso architettonico civile di epoca tardo antica – sorto sulla cinta delle mura di Cividale. La famiglia Canussio ne detenne il possesso sino alla fine dell’Ottocento quando lo cedette al barone austriaco Dionigi Craigher che fece ricostruire l’edificio secondo un gusto neogotico, facendo realizzare torrette quadrate e rotonde e coronamenti con merli ghibellini.

Negli anni ’90 del secolo scorso il palazzo, riacquistato da Vittorio Canussio, discendente della nobile famiglia friulana, è stato sottoposto a un radicale intervento di recupero architettonico. E dallo scavo archeologico stratigrafico, voluto dalla Sovrintendenza Archeologica del Friuli Venezia Giulia, sono emersi un tratto di muro della cerchia perimetrale di Forum Iulii risalenti al II-III secolo d. C. e due fortificazioni a torre di forma pentagonale nonché una grande varietà di reperti datati dall’epoca romana a quella rinascimentale.

Nel 1994 sono iniziati i lavori di ristrutturazione dell’edificio che hanno mantenuto a vista il muro latino e protetto da un piano calpestabile di lastre in cristallo le strutture di epoca romana. La zona archeologica è parte integrante del Museo Archeologico Nazionale di Cividale.

La torre esterna è affiancata da un gradevole prato all’inglese e sono state messe in sicurezza le strutture altomedievali e romaniche, e valorizzati gli elementi architettonici di epoca rinascimentale, dovuti alla scuola del Palladio. Dall’indagine archeologica e dal recupero architettonico di Casa Canussio sono così emersi molti secoli di storia urbana, tanto che nel 2000 sono state effettuate ulteriori ricognizioni che hanno consentito il ritrovamento di nuovi reperti di epoca romana (laterizi, ceramica comune e “terra sigillata”) e il significativo rinvenimento di una moneta dell’imperatore Onorio (393-418 d.C.) che ha permesso di datare la costruzione della torre all’età tardo-antica.

Casa Canussio è, inoltre, sede della Fondazione di studi storici e latini dedicata all’umanista e storico Niccolò Canussio, autore del De Restitutione Patriae.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Niccolò Canussio 4, Cividale del Friuli

Servizi: convegni, cene di gala, concerti, mostre

Informazioni: www.castellocanussio.it

Tel./Fax: 02 89015523

E-mail: castellocanussio@yahoo.it

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Civico_Museo_Storia_Naturale_Trieste

Civico Museo di Storia Naturale

Nel 1847 la Società per lo studio della Storia Naturale creò il “Gabinetto Zoologico Zootomico” che, nel 1852, fu acquisito dal Comune di Trieste. Le collezioni museali, incrementate dalle cospicue donazioni di privati, necessitavano però di una nuova sistemazione tanto che si decise di innalzare di un piano la Biblioteca Civica (sita nell’odierna piazza Hortis, 4) per dare una sede stabile al Civico Museo.

Nel 1855 l’Arciduca concesse al Comune di chiamare il Civico Museo Zoologico “Civico Museo Ferdinando Massimiliano”, accordando all’Istituto il suo partonato. In seguito il museo si specializzò in diverse branche delle scienze naturali, in particolare, grazie alla spedizione intorno al mondo della fregata Novara e per la collaborazione con il Gabinetto dell’I.R. Accademia di Commercio e Nautica, che fece pervenire molti reperti.

Le collezioni del Museo annoverano reperti:

antropologici: nelle sale dell’evoluzione sono esposti i resti dell’Uomo di Lonche proveniente dall’Istria e molti calchi di ominidi fossili tra cui la famosa Lucy;

di botanica: tra i più famosi erbari quello Patrio del Cavalier Muzio de Tommasini con 327 volumi e 55.000 inserti risalente alla metà dell’Ottocento e sezioni dedicate a legni, semi, frutti e alghe);

di paleontologia: la storica collezione dei fossili di Bolca, costituita soprattutto da pesci e foglie fossili, centinaia di reperti del periodo dell’Eocene provenienti dall’Istria e reperti del Cretaceo superiore del Carso, tra i quali i pesci e i rettili fossili di Comeno e i fossili del Villaggio del Pescatore ai quali appartiene il famoso dinosauro Antonio;

di mineralogia e zoologia: entomologia, anfibi e rettili, mammiferi terrestri e ornitologia;

di biologia marina: squali e pesci, cetacei, spugne e coralli, conchiglie, molluschi e crostacei.

Le prime sale del percorso riproducono un ambiente museale ottocentesco, con arredi originali, libri ed antichi strumenti, nonché la sezione della Wunderkammer, la “sala delle meraviglie” con curiosità naturali ed artificiali che ebbe larga fortuna nel Cinquecento. Il “Gabinetto scientifico”, affermatosi con l’illuminismo alla fine del Settecento, è l’antesignano dei moderni laboratori, ma erede di quelli medioevali in cui operavano gli alchimisti.

Le sale della fossilizzazione sono dedicate alla paleontologia e alla descrizione geopaleontologica della provincia di Trieste, dove si possono osservare le rocce e i fossili più antichi del territorio e capire come si è formato il Carso.

Il dinosauro Antonio (Tethyshadros insularis), uno scheletro dei più completi mai trovati al mondo, è esposto fra gli altri reperti rinvenuti al sito del Villaggio del Pescatore.

La fornita biblioteca scientifica consente di consultare volumi e periodici nella sala di lettura. Lo Sportello Natura offre un valido aiuto per comprendere e gestire consapevolmente la natura, l’ambiente e le loro risorse: consulenze e perizie su piante e animali poco conosciuti; riconoscimento di rocce e fossili; informazioni su nidi artificiali, giardinaggio biologico, gestione della fauna. Inoltre, formazione specialistica per docenti, polizia ambientale, forestali, agricoltori; assistenza scientifica in progetti naturalistici, tesi e ricerche; gestione e ripristino di aree naturali ed urbane; eventi divulgativi di scienza e storia naturale.

Nel 2010 è stata inaugurata la nuova sede del Museo Civico di Storia Naturale in via dei Tominz.

 

 

Informazioni


Indirizzo: Via dei Tominz 4, Trieste

Servizi: visite guidate, biblioteca scientifica specializzata; Sportello Natura, Trieste City Pod

Orari di apertura: dal mercoledì al lunedì 10.00-17.00; chiuso il martedì

Visite: visite guidate su prenotazione – Tel.: 0406758669 – 0406754603

Informazioni: museostorianaturaletrieste.it; www.triestecultura.it

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 2,00; gratuito per bambini fino a 6 anni

Tel.: 040 6754603 – 040 6758662

E-mail: sportellonatura@comune.trieste.it

Come arrivare: in autobus con le linee 11 e 22(fermata fermata “Scala Bonghi” in Via Revoltella – seguendo i segnali turistici, scendere per Via Barison e le scale

sino in Via Grünhut e Via dei Tominz); con lalinea 18(“Archivio di Stato”, procedere su Via Scomparini, sino alla seconda a destra, Via dei Tominz)

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Giardino_Castello_Susans_Majano

Castello di Susans

Il Castello di Susans sorge sull’omonimo colle nella piana del Tagliamento. Si ritiene che l’antico fortilizio medievale, sulle cui fondamenta è stata poi eretta l’odierna Villa Colloredo, sorgesse già sul preesistente basamento di una torre romana o tardo antica.

Il maniero sarebbe stato edificato nel 1304 da Federico di Pers e da Asquino di Varmo, distrutto nel 1315 dal conte di Gorizia, riedificato e ceduto ai Colloredo nel 1337; la sfortunata fortificazione fu incendiata e definitivamente distrutta dai Zamberlani nel corso della rivolta del 1511.

Attorno al 1630 Fabrizio di Colloredo promosse l’edificazione della moderna villa di impianto ‘toscaneggiante’, il cui progetto è attribuito all’architetto mediceo Matteo Nigetti. Il giardino, chiuso da un’esedra semicircolare a meridione, dovrebbe analogamente risalire al XVII secolo, così come il giardino formale. Mentre gli impianti arborei sarebbero ascrivibili ai decenni più recenti, ad eccezione dei superstiti esemplari di cipresso dalle dimensioni monumentali che punteggiano lo storico viale di accesso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione Susans, Majano

Superficie totale: 1,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, recinzione in pietra a torri angolari, viali

Specie botaniche di rilievo: cipresso, tasso

Orario di apertura: sabato e domenica 15.00-18.00

Tel: +39 0432 948090

e-mail: info@castellodisusans.com

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