Cascata_Cukula

Cascata della Čukula

La cascata del Čukula, posta sul rio Namlen, è la più imponente tra tutte quelle presenti nel territorio delle valli del Torre e Natisone. Lo spettacolare salto, di oltre 70 metri, avviene poco a monte della confluenza tra il rio Podiauer e il rio Podiama. Solo dopo la confluenza il torrente assume la denominazione di rio Namlen, ma la cascata della Čukula è conosciuta anche come cascata del rio Namlen. Il rio Podiama nasce dalle pendici del Monte Cripia, a circa 850 m di altitudine.

Il corso d’acqua incide le rocce del Flysch di Grivò (v. Cascate del Rio Boncic) approfondendosi rapidamente e formando poi la cascata la cui base è posta ad una quota di circa 420 m: un dislivello quindi di oltre 400 m.

La cascata si raggiunge partendo da Prossenicco: nei pressi del cimitero del piccolo borgo rurale, dove si può parcheggiare, si imbocca il Sentiero Naturalistico della Cascata della Čukula.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Parco delle risorgive di Codroipo

Il territorio, una zona umida di grande valore naturalistico e biodiversità, ricchissimo di acque di risorgiva e corsi d’acqua affioranti, è percorso da sentieri e ponti. Vi si possono osservare le olle sorgive, i fontanili, le torbiere alcaline e i molinieti, inverditi dai grossi ceppi del giunco nero. Le acque tiepide defluiscono poi in stretti ruscelletti, i “ghebi” che alimentano il fiume Stella. Altre rogge più ampie sono sorte in seguito alla canalizzazione artificiale; la roggia di San Odorico, anticamente forniva l’acqua ai mulini di Bert, Bosa e della Siega. I due corsi principali sono l’Acqua Reale e l’Acqua Bianca.

Le varietà floristiche vantano specie endemiche come i ciuffi rosa pastello dell’armeria delle paludi, la genziana alata, orchidee e il giallo dell’erucastro, simbolo della zona delle risorgive. Vicino ai corsi d’acqua, invece, si distinguono l’ontano nero, il pioppo e il salice argenteo.

Le zone boscate lungo le rive sono abitate da volpi, lepri, caprioli e scoiattoli. La macchia è animata dal canto flautato del rigogolo, dal regolo variopinto, dalla ghiandaia e dal picchio rosso, nonché da qualche rapace come la poiana e lo sparviero.

 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Codroipo

Estensione: 45 ettari

Informazioni: www.comune.codroipo.ud.it

Orari di apertura: sempre visitabile

Servizi: visite per scolaresche

Ingresso: libero

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Spilimbergo

Spilimbergo

La città prende il nome dai conti carinziani Spengenberg che vi si stabilirono nell’XI secolo. Il borgo conserva l’impianto urbano dell’epoca, con il nucleo trecentesco stretto intorno al castello, le tre cinte murarie, strade porticate, vicoli e piazzette.

Dalla Torre Orientale si accede, attraverso la prima cerchia, al Borgo di Mezzo e al Borgo Nuovo, tagliati trasversalmente dal Corso Roma che si apre su una scenografia di palazzi, portici e caratteristici vicoli disposti a pettine fino alla Torre Occidentale che segnava la terza cerchia di mura. Lungo questa via si affacciano le dimore signorili, edificate tra Cinque e Settecento, come il Palazzo Monaco dalla splendida facciata affrescata in cui si aprono le trifore gotiche, Palazzo Cisternini, di cui rimangono solo le colonne con fregi e decorazioni, il settecentesco Palazzo Marsoni Asquini e la Casa Dipinta, affrescata nel XVI secolo con scene della vita di Ercole.

Nei pressi di Piazza Garibaldi si trovano la Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone, al cui interno è conservato il prezioso coro ligneo, e la Chiesa di San Giovanni. In piazza Duomo – dove tenevano banco i mercanti che arrivavano dalle città vicine risalendo il guado del Tagliamento – ci sono il duecentesco Palazzo del Daziaro e la Loggia della Macia, nonché il Duomo romanico di Santa Maria Maggiore risalente al XIII secolo.

Dalla piazza, attraverso un ponte sull’antico fossato, si entra nel Castello, costruito a ridosso del Tagliamento. Esistente fin dal XII secolo, fu distrutto da un incendio nel 1511 e ricostruito secondo l’antica struttura medioevale. Al suo interno si trovano il Palazzo Dipinto e il Palazzo Tadea. A nord del castello c’è il Palazzo di Sopra, attuale sede del Municipio, dal cui cortile si gode della vista sulla valle del Tagliamento.

Premiata come “Gioiello d’Italia”, Spilimbergo è anche conosciuta come “città del mosaico”, grazie alla Scuola Mosaicisti del Friuli, realtà di fama internazionale nel campo dell’arte musiva.

Ogni anno, in luglio, si svolgono le tre giornate di Folkest, il più grande festival folk del Sud Europa.

 

Informazioni


Dove: Spilimbergo sorge sulla riva destra del Tagliamento alla confluenza del torrente Cosa, in provincia di Pordenone

 

Informazioni:

Comune di Spilimbergo, Piazzetta Tiepolo 1 – www.comune.spilimbergo.pn.it – Tel.: +39 0427 591111; Fax: +39 0427 591112; E-mail: protocollo@comune.spilimbergo.pn.it

Pro Spilimbergo, Palazzo La Loggia, Piazza Duomo 1 – www.prospilimbergo.org – Tel.: +39 0427 2274; E-mail: info@prospilimbergo.org

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

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Lago di Redona

Il lago artificiale di Redona, detto anche “Lago dei Tramonti“, fu costruito nel 1951 sbarrando il fiume Meduna, presso la stretta del monte Racli, per produrre energia elettrica ed alimentare i sistemi d’irrigazione della pianura. La sua costruzione però ha comportato la distruzione di tre borgate che sono state sommerse, Flors, Movàda e Redòna: nei periodi di secca, i resti delle case e degli edifici emergono dalle acque come scheletri.

Lungo circa 5 km, si trova in Val Tramontina, circondato dalle montagne, fra i Comuni di Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto, vicino a Meduno (Pordenone).

Il lago è inserito in un ambiente naturale affascinante, percorso da sentieri panoramici, ed è possibile praticare la pesca: la fauna ittica è rappresentata da trote iridee, fario, barbi e cavedani.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Arco di Riccardo

Secondo alcuni si tratterebbe di una delle antiche porte della Tergeste romana, edificate per volere di Ottaviano Augusto nel 33 a. C., altri invece ritengono che sia uno degli ingressi monumentali al santuario della Magna Mater. Alcune leggende popolari vorrebbero legarne il nome a Riccardo Cuor di Leone, tuttavia, pare probabile che fosse in origine chiamato Arco del Cardo, per il fatto che fosse posto in coincidenza del cardo massimo.

Oggi l’arco, decorato con lesene e capitelli corinzi, si trova nella città vecchia, in Piazzetta Barbacan, dove si erge, addossato a costruzioni più tarde, con i suoi 7 metri di altezza.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza del Barbacan, Trieste

Informazioni: Ufficio Turistico di Trieste, Piazza Unità d’Italia 4b – Tel: +39 040 3478312; fax: +39 040 3478320; e-mail: info.trieste@turismo.fvg.it

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Sauris

Sauris

Sauris (Zahre) è uno tra i borghi più affascinanti della Carnia, immerso tra boschi, prati e pascoli, che vanta uno dei più grandi laghi artificiali del Friuli Venezia Giulia. Il paese include le frazioni di Sauris di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis con le località di La Maina e Velt. Per la sua ricchezza e unicità culturale, questo paese viene spesso definito “un’isola tra le montagne”.

I suoi primi abitanti giunsero nella Valle del Lumiei da un territorio al confine tra la Carinzia e il Tirolo attorno alla metà del Duecento e, da allora, hanno mantenuto intatta la loro forte identità culturale. A Sauris si parla, infatti, ancora oggi una lingua antica, il saurano, di influenza tedesca. Anche la celebrazione delle feste tradizionali, il culto dei santi, la tradizione culinaria e agroalimentare riflettono questo particolarismo. I canti augurali natalizi – i Canti della Stella, Stearnliedlan – sono cantati dagli abitanti in tedesco antico, italiano e latino. Perfino l’architettura del borgo è singolare, caratterizzata dai rustici con un piano inferiore in pietra, quello superiore a “block bau”, con tronchi di legno incastrati e il tetto rivestito da scandole di legno.

Durante la stagione estiva il paese offre percorsi per fare trekking, a cavallo o in mountain bike. Non mancano le attività per chi pratica sport invernali, come lo sci alpino oppure escursioni in alta quota con le ciaspole.

In estate presso le malghe si possono degustare il formaggio salato e di malga, sono rinomati il prosciutto crudo di Sauris e la birra artigianale alla canapa. In paese si possono acquistare tessuti realizzati a mano e manufatti intagliati nel legno.

Ogni anno, il sabato prima del mercoledì delle Ceneri, nel borgo di Sauris si rivive la festa del Carnevale in un vortice di balli e maschere tipiche come il Rölar, col suo cinturone di rumorosi campanacci, e il Kheirar, armato di una grande scopa da stalla, che sfilano per le vie.

 

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Parco della Rimembranza

Il parco è inserito in una zona residenziale edificata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il suo impianto simmetrico, delimitato dai filari di pini, converge scenograficamente sul Monumento ai Caduti.

Il fondo era adibito, tra il 1827 e il 1880, a cimitero comunale con una cappella, (ornata da una pala di Giuseppe Tominz) in cui erano sepolti alcuni arcivescovi goriziani.

All’inizio del Novecento si iniziò ad adibire l’area a spazio di verde ricreativo e, nel 1925 si avviarono i lavori per creare un parco dedicato alla memoria dei caduti goriziani. Quattro anni dopo fu inaugurato il Monumento ai Caduti progettato dall’architetto Enrico Del Debbio, un tempietto monoptero di dimensioni monumentali ispirato al mausoleo di Teodorico che ricordasse i volontari goriziani che disertarono l’esercito asburgico per arruolarsi in quello italiano; distrutto nel 1944 da un attentato, una sola delle otto colonne rimase indenne e così fu conservata con il cumulo di blocchi lapidei ai suoi piedi.

Nel parco, ora dedicato alle vittime di tutte le guerre, furono collocati altri monumenti commemorativi, tra cui quelli intitolati ai Lupi di Toscana, ai caduti della Divisione Julia e dei busti dedicati a Vittorio Locchi e agli irredentisti Giovanni Maniaco ed Emilio Cravos.

 

Informazioni


Indirizzo: Corso Italia, Gorizia

Superficie totale: 2,46 ha

Impianto planimetrico: all’italiana, schema geo-simmetrico con percorsi rettilinei di forma rettangolare

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Gorizia

Peculiarità scenografiche e compositive: colonna e resti monumentali di un tempietto monoptero, fontana rettangolare, lapidi commemorative

Specie botaniche di rilievo: abete di Douglas, bosso delle Baleari, corbezzolo, magnolia soulangeana, magnolia stellata, nespolo, pino domestico, sophora, tiglio

Orari di apertura: sempre aperto

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