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Lignano Riviera

Lignano Riviera è considerata la zona più tranquilla di Lignano Sabbiadoro, arricchita dalla presenza di splendide aree verdi. La spiaggia di Riviera è suddivisa in sei stabilimenti balneari attrezzati. Ogni bagno poi ha un suo chiosco bar, accessi agevolati per i disabili, parchi giochi, campi sportivi, oltre a tutti i servizi da spiaggia, dalle docce ai fasciatoi per i piccoli.

La grande attenzione all’ambiente si attua con la raccolta differenziata e con la pulizia dell’arenile, setacciato ogni giorno fino alla profondità di 15 cm con macchine apposite.

Tutti gli uffici spiaggia offrono l’animazione, dalla ginnastica alle attività per i bambini (compresi i “laboratori creativi”), dalla scuola di nuoto a quella di vela.

Un’altra occasione particolare di relax è offerta dalle Terme Marine, presso le quali si può scegliere fra un’ampia gamma di trattamenti.

Lo spazio dedicato ai giovani è invece lo Sport Beach Village, dove si trovano campi da ping-pong, pallavolo, calcetto e minibasket.

Gli stabilimenti balneari di Lignano Riviera sono aperti dal 1° maggio al 18 settembre.

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Monumento alla Resistenza

Dopo aver ricevuto la medaglia d’oro al valor militare per la guerra di liberazione, la città di Udine decise di costruire un monumento che ricordasse la Resistenza nel luogo in cui già esisteva il Tempio Ossario, che ricorda i caduti della Grande Guerra.

Gli architetti Gino Valle e Federico Marconi, lo scultore Dino Basaldella e il designer Sandro Conti vinsero il concorso nazionale con il progetto “Farra” e completarono nel 1969 la struttura geometrica con forti connotazioni simboliche, che vuole essere un monito al precario equilibrio su cui si regge la libertà.

Ogni anno il sito ospita una cerimonia commemorativa nel giorno della Festa della Liberazione.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazzale XXVI Luglio, Udine

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Club Triestino Fermodellisti Mitteleuropa (Ferclub)

Il Ferclub dal 1988 è un punto di aggregazione per gli appassionati di modellismo ferroviario. Si possono ammirare suggestivi plastici con treni e autoveicoli in movimento e circuiti di prova in scala, come il grande Plastico senza Frontiere di 20 mq, spesso ambientato a tema, due plastici Märklin, un grande diorama delle ferrovie svizzere del Cantone dei Grigioni, un plastico portuale, la ferrovia da giardino e la trenovia del Tram di Opicina, un simulatore di guida e video proiezioni. Inoltre, è possibile visitare la biblioteca, la videoteca e l’emeroteca a soggetto ferroviario e fermodellistico. Si organizzano, infine, corsi di modellismo.

La manifestazione pubblica per tutte le età – “I Trenini della Domenica” – si svolge la prima domenica del mese da ottobre a maggio. Qui, i piccoli ospiti hanno uno spazio a loro riservato su cui possono manovrare i convogli. Un simulatore consente di cimentarsi alla conduzione dei treni.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via dei Giardini 16, (Servola) Trieste

Informazioni: www.ferclub.eu

Servizi: visite guidate su appuntamento

Orari di apertura: mercoledì 16.00-18.00; sabato 10.00-12.30 e 16.30-19.00

Tel.: 339 6947493 / 339 8577915

E-mail: ferclub@katamail.com

Eventi: “I Trenini della Domenica”, con tutti i plastici in movimento la prima domenica di ogni mese da ottobre a giugno 10.00-12.30

Ingresso: libero

Come arrivare: in autobus con le linee 8 (fermata Via dei Giardini) e 29 (Servola)

 

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Castello Formentini

Il castello, edificato a difesa della località di San Floriano, già presidio di epoca romana, entrò in possesso del Patriarcato nell’XI secolo. In seguito divenne feudo degli Ungrispach e quindi passò ai Formentini, antica casata originaria di Cividale che nel 1357 ricevette dall’imperatore Carlo IV il titolo di Nobili del Sacro Romano Impero. Il diploma, firmato a Melnick, è tuttora conservato nell’archivio di famiglia.

Il ramo dei Formentini fondato da Vinciguerra nel 1634 ricevette il maniero in eredità dai baroni di Dornberg. All’inizio del Seicento fu uno dei baluardi imperiali contro la Serenissima nelle sanguinose guerre gradiscane durante le quali cadde sotto l’assedio veneziano.

Giuseppe Floriano (1832-1894), storico e scrittore, restaurò il castello e costruì una sontuosa villa a Gorizia. Nel 1857 ebbe dall’imperatore Francesco Giuseppe conferma del titolo di Conte veneto.

Durante la prima guerra mondiale il castello fu gravemente danneggiato; delle antiche mura rimangono, infatti, solo pochi tratti e le due torri. In seguito i Conti Formentini ripristinarono il maniero nel rispetto del restauro filologico:nella torre di guardia è ancora visibile un grande caminetto e al pianterreno, ora adibito a ristorante, trovavano un tempo posto le cantine.

Attualmente la famiglia possiede, oltre al castello di San Floriano – centro di attività agrituristiche – la prestigiosa villa palladiana di Saciletto di Ruda e il grande complesso del Museo della Civiltà Contadina del Friuli Imperiale ad Aiello del Friuli.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Libertà 3, San Floriano del Collio

Servizi: albergo, ristorante, enoteca; campo da golf, piscina; Museo del Vino, biblioteca di viticoltura ed enologia

Visite: Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia www.consorziocastelli.it; tel: 0432 288588; e-mail: visite@consorziocastelli.it

Tel.: 0481884274

Cell.: 3457630006

Informazioni: www.castelloformentini.com

E-mail:info@castelloformentini.com

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Giardino e Parco di Rocca Bernarda

Il complesso di Rocca Bernarda sorge sul colle Azzano, circondato dal parco segnato dall’alternarsi di boschetti e prati: vi trovano spazio bicentenari cedri del Libano, olivi, carpini e tuje che fanno da sfondo a statue settecentesche; il grande cipresso di oltre quattrocento anni a guardia dell’ingresso dell’edificio è stato dichiarato monumento storico.

Nel XV secolo il colle ed i territori circostanti furono donati dal Patriarcato al Comune di Cividale che, a sua volta, li cedette ai Capiferro, nobile famiglia di origine romana. L’ultima Capiferro portò in dote la rocca al marito Giacomo Antonio di Valvason Maniago. Al 1567 risale invece la costruzione delle fabbriche di villa, l’allestimento delle vigne e di spazi per la caccia volute da Giacomo e Bernardo Valvason Maniago. I progetti forse coinvolsero anche Giovanni da Udine e intesero adibire l’edificio ad “ornamento di que nostri colli, et per diletto et per commodo mio et de gli amici”.

L’edificio, perdendo la sua primitiva funzione di fortilizio difensivo, veniva usato dai fratelli Valvason Maniago per ospitare eventi mondani e convegni letterari.

I vini di Rocca Bernarda, quali il picolit e la ribolla, furono donati in più occasioni ai luogotenenti veneti e persino all’imperatore Carlo V.

Estinti i Valvasone, nel 1762 la proprietà passò ai Riccardi, che riformarono le strutture e gli impianti agrari, realizzarono migliorie nella rete viaria e, forse, l’impianto del parco all’inglese, con prevalente inserimento di conifere all’esterno alla rocca.

Successivamente il complesso cambiò più volte proprietà: prima gli Antonini, poi i Belgrado e infine Leonardo Mareschi che nel 1873 abbellì l’interno della dimora e migliorò il verde nelle sue adiacenze.

Nel 1914 il complesso fu acquistato dall’agronomo Giacomo Perusini che mise in atto nuove opere di bonifica e diede avvio al rilancio produttivo ed estetico poi promosso anche dal figlio Gaetano, agronomo ed antropologo. Alla sua morte, avvenuta nel 1977, il complesso fu ereditato dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Rocca Bernarda 27, Premariacco (Ipplis)

Superficie totale: 4,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana (giardino) e all’inglese (parco)

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, siepi, viali

Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino, cipresso, glicine, pino nero, tasso, Thuja plicata

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Civico Museo Morpurgo

Il Palazzo Morpurgo – disegnato dall’architetto Giovanni Berlam nel 1875 – appartenne all’omonima famiglia ebrea askenazita, originaria di Marbourg, in Stiria, che si distinse a Trieste oltre che per le capacità imprenditoriali e diplomatiche anche per la munificenza testimoniata da lasciti e donazioni.

Mario Morpurgo de Nilma (Trieste 1867-Pordenone 1943) alla sua morte lasciò tutto il suo patrimonio, comprese le collezioni d’arte e il mobilio, al Comune di Trieste. L’appartamento al secondo piano del palazzo divenne Civico Museo Morpurgo e quello al primo nel 1950 fu adibito a Museo del Risorgimento e a Civico Museo di Storia Patria; infine, nel 1952 divenne anche sede della Collezione Stavropulos.

Arredati con sfarzo secondo il gusto dell’eclettismo, gli interni originali sono un eterogeneo accostamento di stili storici che si contrappongono alle sobrie forme dello stile neorinascimentale degli esterni. I salotti si connotano per la singolarità delle combinazioni: quello in stile impero declinato in rosso, quello che coniuga rinascimento toscano e neorococò sui toni del bruno, quello del romanticismo in legno ebanizzato, quello Luigi Filippo opulento in oro e rosso, quello del Settecento veneziano con lacche eburnee e tenui tinte pastello, quello neo Boulle di ebano intarsiato.

Durante la seconda guerra mondiale furono razziati parte dei quadri e dell’argenteria e tutti i tappeti. Per fortuna, oltre al mobilio, si salvarono una preziosa raccolta di maioliche e porcellane, le xilografie e le incisioni di Jacques Callot, Gérard Edelink, Pierre Drevet, Giandomenico Tiepolo, Francesco Bartolozzi, Jean Balvay, Max Klinger e Félix Vallotton nonché un cospicuo nucleo di xilografie giapponesi e una sessantina tra quadri e disegni.

Al primo piano è possibile visitare il Civico Museo di Storia Patria destinato a conservare documenti, cimeli, dipinti e stampe su storia e folclore cittadino. È stato riaperto nel dicembre 2007, grazie al munifico intervento della famiglia Costantinides, con la creazione della sala del tessuto e la sezione dedicata ad Anita Pittoni nonché il riallestimento della collezione artistica del greco Socrate Stavropulos (Trieste 1882-Zurigo 1960), donata ai Civici Musei di Storia ed Arte nel 1952.

L’archivio, che occupa un’ala dell’appartamento, è una fonte inesauribile di informazioni per gli studiosi della vita pubblica e privata di Trieste nel corso dei secoli.

La Collezione Stavropulos comprende opere di diversi artisti italiani ed europei. Ci sono soprattutto opere di scultura tra cui una di arte antica (testa arcaica da Cipro, VI sec. a. C.). Nel complesso delle opere riguardanti la scultura italiana del Novecento spiccano due personalità di notevole spessore artistico: Libero Andreotti e Marcello Mascherini. L’ampia sezione di pittura e disegni comprende dipinti su tavola dei secoli XV e XVI: due portelle d’altare e due quadri biblici attribuiti a Paul Brill; opere di ritrattisti italiani ed europei dell’Ottocento tra cui figurano Giuseppe Tominz, Franz Eybl, Hans Canon, Anton Romako; di soggetto agreste con dipinti di Francesco Paolo Michetti; ampiamente rappresentati i triestini Umberto Veruda, con una quarantina di disegni e olii, e Adolfo Levier.

 

Tra gli artisti del Novecento emergono i belgi Pierre Paulus e Leon Devos, Arturo Martini con un piccolo olio e Gustavo Boldrini. L’originalità della collezione è rappresentata da una significativa raccolta di opere di artisti ungheresi del Novecento. Uno spazio è dedicato a opere e oggetti appartenuti all’archivio personale di Ugo Carà, donato al Comune di Trieste nel 2005 dalla figlia Giuliana Carabei.

Informazioni


Indirizzo: Via Imbriani 5, Trieste

Servizi: visite guidate, bookshop, Trieste City Pod

Ingresso: (da diritto all’ingresso al Civico Museo di Storia Patria) intero € 4,00; ridotto € 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni

Visite: per le visite guidate rivolgersi al Servizio Didattico – www.serviziodidattico.it; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it

Orari di apertura: martedì 9.00-13.00

Come arrivare: in autobus con le linee 5, 9, 10, 11, 19, 25

Tel./Fax: 040 636969

Informazioni: www.museomorpurgo.it; www.triestecultura.it; E-mail: cmsa@comune.trieste.it; Tel.: 040 6754039 / 040 6754068

 

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Parco_della_Rimembranza_Trieste

Parco della Rimembranza

Il parco è situato nel centro storico di Trieste, sulle pendici del colle di San Giusto, tra il complesso della cattedrale e del castello e il teatro romano.

Si tratta di una superficie boschiva percorsa da tre strade asfaltate e da vialetti lastricati; una doppia scala, chiamata Scala dei giganti, lo attraversa dalla piazzetta della fontana fino a via del Monte.

I lavori iniziarono con la creazione di via Capitolina, una strada panoramica che sale gradualmente attorno al colle raggiungendo la cattedrale. Sul versante furono collocati i cippi di pietre carsiche con le iscrizioni dei nomi dei caduti in guerra.

Il parco fu inaugurato il 24 maggio 1926 con un maestoso corteo che mosse da piazza San Giovanni alla volta del colle di San Giusto, presso l’albero dedicato a Guglielmo Oberdan. Nel 1934 venne eretto l’imponente Monumento ai Caduti dello scultore Attilio Selva e nel 1938, in occasione della visita di Mussolini alla città di Trieste, fu collocata la fontana con l’obelisco posta all’ingresso del parco, progettata dagli architetti Ruggero e Arduino Berlam, in origine illuminata da luci tricolori. Uno spazio di devozione, ma allo stesso tempo di controllo sulla memoria legata principalmente al conflitto del 1915-1918 anche se oggi, al suo interno, è possibile trovare pietre che ricordano anche la guerra civile spagnola, le guerre d’Africa e la seconda guerra mondiale.

 

Informazioni


Indirizzo: Viale della Rimembranza, Trieste

Superficie totale: 3,40 ha

Impianto planimetrico: a bosco, forma irregolare

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: cippi con iscrizioni, doppia scalinata con vista, piazza con fontana

Specie botaniche di rilievo: abete, cedro, cipresso, pino

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