Museo_Documentazione_Civilta_Contadina_Friulana_Farra_Isonzo

Museo di documentazione della Civiltà contadina friulana

Il complesso, risalente alla fine del Settecento, fu edificato dagli Strassoldo, antichi possidenti della località di Villanova, per le famiglie dei coloni.

Il percorso museale ripropone le ambientazioni, corredate da oggetti d’uso e strumenti di lavoro, relative alla vita domestica e alla religiosità popolare, al lavoro agreste e alla viticoltura, nonchè ai mestieri tipici della società contadina come il falegname, il bottaio, il fabbro e il calzolaio. Altre sezioni sono dedicate alla nascita dell’istituzione delle Casse rurali e all’allevamento del baco da seta: qui, infatti, nel 1724 l’Imperatore Carlo VI fece realizzare un filatoio e la pianta del gelso divenne il simbolo del comune di Farra.
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Strada della Grotta 8, Farra d’Isonzo

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, bar; accessibile ai disabili

Informazioni: www.museofarradisonzo.it

Orari di apertura: mercoledì 9.30-11.00 e su prenotazione

Tel.: 0481 888567

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

ItRedona

I Laghi della Val Tramontina

I tre grandi laghi artificiali costituiscono ormai un elemento caratteristico del territorio della Val Tramontina. Costruiti negli anni Cinquanta per scopi di produzione energetica alimentano il sistema d’irrigazione per le coltivazioni della pianura e sono motivo di attrazione turistica.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Dislivello in metri: 700
Difficoltà: E
Tempi di percorrenza (andata): 2.30

INFO: Turismo FVG Pordenone
tel. + 39 0434 520381
Email info.pordenone@turismo.fvg.it

INFO: Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane
Tel. Cimolais +39 0427 87333
Email info@parcodolomitifriulane.it

×

1

Da Meduno seguite la Val Tramontina fino al Lago di Redona

2

Da qui proseguite secondo le indicazioni che conducono verso Chievolis, Selva (borgate di Tramonti di Sopra) ed all’omonimo lago

3

Passate il coronamento della Diga del Lago di Selva, dopo circa 1 Km, ad qui hanno inizio la pista forestale ed il sentiero (CAI 967 e 968) che risalgono i boschi addossati ai pendii settentrionali del massiccio carsico del Monte Raut fino a raggiungere la Casera Valine, situata nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane

4

Rientrate lungo lo stesso itinerario, altri percorsi risultano essere impegnativi

    Parco Naturale delle Dolomiti Friulane     Lago di Redona ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Castello_Valvasone

Castello di Valvasone

Il sito, che reca tracce di fortificazioni di età tardo-antica, fu conteso da numerose casate feudali, finchè alla fine del Duecento divenne possesso stabile dei signori di Cucagna.

Il complesso, che ha perso gran parte degli apparati difensivi medievali, fu notevolmente trasformato nel Cinquecento con la realizzazione di una serie di edifici rinascimentali raccolti attorno al cortile.

Superato il profondo fossato, si accede al cortile attraverso l’unica porta che sostituisce l’antico ponte levatoio. Nel cortile interno è visibile la base del quattrocentesco mastio – in origine alto 18 metri, che fu demolito nel 1884 perché pericolante – e il porticato ad archi ribassati edificato alla fine del Settecento.

All’interno, in un salone decorato da un fregio pittorico del tardo Cinquecento, all’inizio dell’Ottocento è stato costruito un teatrino. Altra particolarità è rappresentata dalla “cavana” che si apre sotto gli edifici, ossia un vano a fior d’acqua utilizzato per l’approdo delle imbarcazioni; infatti, probabilmente Valvasone era anticamente circondata da due rami del Tagliamento.

Il castello ospitò Gregorio XII, Pio VI e Napoleone.

Nell’attuale piazza castello c’è ancora la torre delle ore ed edifici con stemmi dipinti sulla facciata. Il borgo comprende i portici medievali e il duomo con all’interno le portelle dell’organo dipinte da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone e da Pomponio Amalteo, una pala di Giulio Quaglio e il paliotto marmoreo del Cabianca.

 

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Castello, Valvasone

Eventi: in settembre Rievocazione storica medievale

Visite: in occasione di eventi o su prenotazione contattando la Pro Loco di Valvasone – Tel.: 0434 898898; E-mail:info.valvasone@gmail.com

Informazioni: www.provalvasone.it; www.consorziocastelli.it

Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, tel.: 0432 288588; fax: 0432 229790; E-mail: info@consorziocastelli.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

canalnovo

Riserva Naturale della Valle Canal Novo

La valle lagunare, un tempo utilizzata per l’allevamento ittico, offre specchi d’acqua e barene affioranti, protette dalla marea dagli argini e dalle chiuse che regolano il livello idrico. La valle riceve l’acqua dolce da tre pozzi artesiani e dalle piogge. La laguna è un territorio molto complesso e diversificato, a seconda della salinità delle acque e dei terreni: dallo stagno d’acqua dolce, circondato dalla canna palustre e dai salici, fino alle barene salmastre.

Molti sono gli uccelli che nidificano tra i canneti come il tarabuso, il pendolino e il migliarino di palude, tra i più comuni sono il cigno reale e quello selvatico, l’oca grigia e il germano reale o la più rara moretta tabaccata, ma anche l’airone cenerino, il falco di palude e il beccaccino. Durante i mesi estivi è stata registrata una sporadica presenza di fenicotteri rosa.

La riserva è dotata di casoni per l’osservazione degli uccelli, di un acquario e percorsi su passerelle.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Ubicazione: Marano Lagunare

Estensione: 121 ettari

Informazioni: www.maranoinforma.it

Centro Visite: riserve naturali Valle Canal Nuovo e Foci dello Stella, via delle Valli 2, Marano Lagunare – Tel.: 0431 67551; e-mail: centrovisite@maranolagunare.com

Orari di apertura: aperto tutto l’anno da martedì a domenica; durante i mesi invernali 9.00-17.00, nei mesi estivi 9.00-18.00

Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2,50 (tutti gli studenti)

Servizi: bar e ristoro, area pic-nic, parco giochi, foresteria, osservatorio panoramico, recinti faunistici, passerella sull’acqua

Attività: laboratori tematici, attività didattica ed educazione ambientale, escursioni guidate, birdwatching, escursioni in barca

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE
 

Palazzo_Modello_Trieste

Palazzo Modello

Il palazzo fu progettato nel 1870 da Giuseppe Bruni a cui si deve anche il vicino Palazzo del Municipio. Il palazzo fu chiamato “Modello” perché doveva servire da riferimento per lo stile architettonico dell’intera Piazza Grande, allora interessata da un radicale maquillage. Una nota bizzarra si scopre nel sottotetto dove i telamoni che sorreggono lo sporto della linda sono scolpiti nel gesto scaramantico di toccarsi le parti intime.

 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza dell’Unità d’Italia, Trieste

×

 

ALTRO IN ZONA
Aerobase_Rivolto_Frecce_Tricolori

Aerobase di Rivolto – Frecce Tricolori

L’Areobase di Rivolto è il centro logistico e il punto di partenza delle esibizioni della Pattuglia Acrobatica Nazionale. Qui sarà possibile vedere i dieci piloti delle Frecce Tricolori solcare il cielo durante i voli di addestramento anche al di fuori delle date programmate nel calendario ufficiale delle manifestazioni. Inoltre è possibile effettuare un tour guidato all’interno della base aeronautica per scoprire i segreti dei velivoli in dotazione ai piloti (Aermacchi MB339), del casco e della Tuta anti G, nonchè assistere alla proiezione di filmati delle straordinarie evoluzioni di volo acrobatico.

Le visite organizzate dall’Agenzia TurismoFVG hanno un costo di 10 euro e devono essere prenotate con almeno dieci giorni di anticipo. Le prenotazioni possono essere effettuare tramite il portale del turismo del Friuli Venezia Giulia.

Durante la visita, della durata di circa 3 ore, sarà possibile assistere ai voli di addestramento.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Udine 56, Rivolto

Informazioni: www.aeronautica.difesa.it/Pan

Skype: Frecce_Tricolori – Rivolto

Twitter: Freccetricolori

Come arrivare: Strada Statale 13 km 110

Visite: è possibile visitare l’aeroporto delle Frecce Tricolori con gruppi organizzati previo contatto con la Sezione Pubbliche Relazioni oppure tramite l’Agenzia Turismo FVG. Durante le visite, del costo di € 10,00 a persona, è possibile assistere ai voli di addestramento

Calendario delle date di apertura 2015

Ufficio Pubbliche relazioni – Tel.:0432 902166; Fax: 0432 902178; E-mail: pan@aeronautica.difesa.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

ItinerariFabiani

Max Fabiani a Trieste e Gorizia

Architetto e urbanista di respiro internazionale, Max Fabiani (1865 Kobdilj, Stanjel – 1962 Gorizia) opera nell’Austria Felix (Vienna, Lubiana, Abbazia, Trieste e Gorizia), ma anche a Roma, Palermo, Parigi, Londra e Bielsko. Nel 1919, dopo un brillante percorso accademico e come assistente di Otto Wagner, rifiutò un incarico al Politecnico di Vienna perché, avendo già accettato di dirigere la ricostruzione di Gorizia e Gradisca, si disse “moralmente obbligato” a rimanere. Realizzò nel primo dopoguerra un’impressionante serie di piani regolatori per l’Isontino e il Carso devastati dalla guerra. Fabiani, infatti, non mancò mai di considerare l’architettura (e il suo dispiegarsi sul territorio, l’urbanistica) come un umile servizio che doveva esser reso alla società che l’avrebbe fruita nel rispetto dei tratti e dei gusti della sensibilità locale così come dei canoni e delle proporzioni classiche.
Le sue scelte, che non mancarono mai di suscitare accese polemiche, sono talvolta precorritrici, altre dei ritorni, provocatorie per la loro semplicità o, al contrario, per l’eccesso quasi barocco, ma furono sempre fedeli alla loro funzione.
Scrisse Fabiani delle terre che amava: “In realtà ci sono sugli orli delle doline e fra le impervie pietraie, scenari quasi sconosciuti, di inaudita bellezza e chi le ha scoperte una volta, tornerà sempre a mirare e studiare la taciturna ‘Sfinge del Carso’ (1930)”.
 

Vedi
M. Pozzetto, Max Fabiani architetto, MGS Press, Trieste 1998

L. Ceschia e L. Larconelli, Max Fabiani architetto del Carso, MGS Press, Trieste 2014

R. Ferrari, Il gelso dei Fabiani. Un secolo di pace sul Carso, MGS Press, Trieste 2014

 
 
 
Tra il 1902 e il 1906 Fabiani, reduce dai successi viennesi, progettò tre palazzi per Trieste:

1

NARODNI DOM (OGGI SCUOLA SUPERIORE DI LINGUE MODERNE PER INTERPRETI E TRADUTTORI)
VIA FABIO FILZI 14
Primo vero centro polifunzionale d’Europa, nonché primo edificio comunitario laico, il “Balkan” accoglieva un caffè, due ristoranti, un teatro, un albergo, una banca, uffici e studi. Il Centro Comunitario Sloveno fu incendiato dai fascisti nel 1920 e successivamente ricostruito. Le facciate sono animate dai puri giochi cromatici dati dall’alternanza dei mattoni a vista che formano la sua inconfondibile livrea losangata incorniciata in pietra chiara.

2

CASA BARTOLI
PIAZZA DELLA BORSA 7
Edificio in uno stile Liberty sobrio che attenua le opulenze floreali con geometrie raffinate. La grande veranda vetrata del primo piano e i balconcini in ferro battuto si sporgono sulla piazza proiettando lo spazio chiuso all’esterno e rivelando tutta l’attualità del pensiero di Max Fabiani.

3

PALAZZO STABILE
RIVA GRUMULA-ANGOLO VIA BELPOGGIO
Dalla facciata che era parsa ai burocrati degli uffici comunali “poco elegante nella sua quasi selvaggia semplicità” si protende il corpo della torretta d’angolo con i bovindi che consentono alla vista di spaziare sul porto. Fabiani curò anche la progettazione degli interni in stile secessionista e il pian terreno era ideato per ospitare un caffé viennese.

Rimane irrealizzata la Metropolitana del mare che voleva collegare il porto di Trieste con Monfalcone e l’Istria, un progetto visionario e lungimirante cui non si prestò attenzione credendolo una pura utopia urbanistica.

 

 

A Gorizia l’architetto del Carso visse e lavorò quasi ininterrottamente – con alterne fortune – dal 1917 alla morte.

4

PALAZZO DEL TRGOVSKI DOM
CORSO VERDI-ANGOLO VIA PETRARCA
Il palazzo venne commissionato nel 1903 all’architetto dalla Banca Commerciale Industriale slovena. Come il Narodni Dom triestino ospitava una gran varietà di locali commerciali e spazi per attività culturali e sportive. Al purismo lineare dei piani superiori si giustappone il massiccio bugnato di quelli inferiori, decorati da fasce di ruvido conglomerato e dall’amato motivo a losanga. La torretta circolare del Trgovski Dom è una fortunatissima icona delle cartoline e delle foto d’epoca di Gorizia.

5

EX VILLA CECONI E MONASTERO DI SANT’ORSOLA
VIA MONTESANTO-VIA PALLADIO
L’opulenta villa suburbana fu progettata da Giovanni Andrea Berlam per l’imprenditore Giacomo Ceconi. Nel 1923 Max Fabiani restaurò l’edificio acquistato dalle suore Orsoline ripristinando le forme originarie fortemente danneggiate dai bombardamenti. L’ala destinata al Convitto delle religiose è un grande edificio dalle linee pulite cui fa eccezione il coronamento con preziosità formali ed echi seicenteschi.

6

CHIESA METROPOLITANA DEL SACRO CUORE (1934-1937)
VIA BRIGATA CASALE 10
Progetto dalla realizzazione tormentata che dovette tener conto delle preesistenze in stile neogotico del cantiere abbandonato nel 1911 e delle richieste di monumentalità che cozzavano con le ristrettezze economiche, tanto che forse la parcella dell’architetto non venne mai saldata. L’edificio è risolto in forme regolari e grandiose, in un gioco calibrato di decori in pietra bianca e mattone a vista.
In realtà sono numerosissime le chiese alla cui ricostruzione Fabiani contribuì (tra cui le parrocchiali di Sant’Andrea, San Rocco, Piuma, Lucinico e San Floriano), con un accorato senso del dovere verso la sua terra e la gente che la abita. Innumerevoli sono anche le case d’abitazione, anche modeste, che vantano anche solo un suggerimento del grande architetto.
Dopo aver lasciato notevoli quantità di disegni per la sistemazione della città e soprattutto di piazza Vittoria e del borgo Castello, rimasti ignorati, ormai novantenne nel 1956 realizzò uno schizzo per un’ascensore che dalla galleria Bombi salisse al Castello, rivelandosi, ancora una volta, troppo in anticipo per essere compreso.
ALTRO IN ZONA