Borgo_Villafredda_Tarcento

Borgo di Villafredda

Il borgo di Villafredda, situato su un colle nei pressi di Tarcento, ha antiche origini feudali. Le mura turrite proteggono ancora l’abitato risalente al XIV secolo. Inizialmente il luogo era detto Burgfried, in tedesco borgo vecchio, mentre più tardo sembrerebbe il toponimo Villa Frigida.

All’interno del borgo si trovano la piccola chiesa della Trinità e il complesso di Villa Liruti Biasutti, che appartenne ai nobili signori del luogo, cui si accede da una torre-porta merlata di colore rosso, circondata da un parco secolare.

Nel borgo di Villafredda si trova anche una famosa osteria che ha trovato spazio nei rustici ambienti di una casa colonica risalente al XVII secolo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Località Loneriacco, Tarcento, provincia di Udine

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Museo_aperto_Pal_Piccolo

Museo all’aperto del Pal Piccolo

L’Alta Valle del But, come le Alpi Giulie, svolse un ruolo strategico durante il primo conflitto mondiale: qui, infatti, nell’estate del 1915 gli eserciti italiano ed austro-ungarico si affrontarono in aspre battaglie per il controllo delle cime del Pal Grande, del Freikofel e del Pal Piccolo. Sulla vetta di quest’ultimo è stato allestito un museo all’aperto, curato dall’Associazione Amici delle Dolomiti, che consente di esplorare le postazioni austriache.

Il sentiero che porta sulla cima (1866 m) inizia presso il Passo di Monte Croce Carnico (1360 m), segnalato dall’indicazione “Kleiner Pal – MG Nase”. Lungo il percorso si incontrano alcune caverne adibite ad uso militare, delle casermette, una trincea coperta, fregi ed iscrizioni scolpiti nella roccia e, infine, l’appostamento chiamato Naso delle mitragliatrici. Nei pressi della vetta i volontari hanno ricostruito la cosiddetta Villa Tropfstein, una baracca nella roccia, mentre nella stazione a monte della teleferica si trova la cupola corazzata della prima linea austriaca. Sul piccolo altopiano irregolare si possono percorrere i camminamenti e le trincee austro-ungarici, scavati nella viva roccia, che distavano dal Trincerone italiano sull’altro versante (1860 m) solo poche decine di meri.

La discesa al Passo può essere effettuata percorrendo il sentiero a ritroso oppure, una volta superato l’ultimo avamposto austriaco e raggiunte le postazioni italiane, con una struttura massiccia in cemento armato seguendo il sentiero CAI 401, che ripercorre la mulattiera di approvvigionamento delle truppe italiane, tra ruderi di ricoveri e di camminamenti. Da qui, si può visitare il Castello Rosso (percorso fuori traccia su terreno sconnesso) dove sono conservate diverse testimonianze degli alpini e dei fanti italiani.

 

Informazioni


Informazioni: Associazione Amici Alpi Carniche presso il Museo Storico. La Zona Carnia nella Grande Guerra, via Nazionale 90, Timau – Tel.-Fax: 0433 779168; www.museograndeguerratimau.it – e-mail: museotimau@alice.it

 

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Citta_Fortificata_Palmanova

Città fortificata di Palmanova

Nel 1593, perduta la piazzaforte di Gradisca, i veneziani firmarono, nel vicino castello di Strassoldo l’atto di fondazione della fortezza di Palma: nuovo baluardo strategico per la difesa del territorio della Serenissima contro l’Impero e l’Oriente turco-ottomano. La città stellata, cinta da poderosi bastioni a nove punte e ampi fossati, è un felice compendio della trattatistica rinascimentale sulla città ideale. Al suo centro sorge la Piazza Grande, l’antica piazza d’armi a forma di esagono perfetto da cui partono sei strade radiali. Emblema della città-fortezza è il Leone di San Marco che riposa tranquillo sotto una palma e, in effetti, la fortezza restò inespugnata per duecento anni, fino alle invasioni napoleoniche.

La prima pietra fu posta il giorno di Santa Giustina, acclamata patrona della città, nonché l’anniversario della vittoria di Lepanto sui Turchi. La città è divisa in nove settori che ricordano i firmatari del suo atto di nascita: Grimani, Savorgnan, Foscarini, Villachiara, Contarini, Garzoni, Monte, Donato e Barbaro. Alla città poligonale, ribattezzata da Napoleone Palma la Nuova, si accede attraverso tre porte progettate da Antonio Scamozzi a cavallo tra il XVI e il XVII secolo.

Il primo weekend di settembre si tiene la rievocazione storica A.D. 1615. Palma alle armi che ricorda l’inizio della guerra degli uscocchi o guerra del Friuli contro gli austriaci, l’ultima tra Austria e Venezia.

 

Informazioni


Informazioni:

www.comune.palmanova.ud.it – Comune di Palmanova, Piazza Grande 1 – tel.: +39 0432 922111; fax: +39 0432 923346

Ufficio Turistico, Borgo Udine 4 – Tel.: +39 0432 924815 – aperto tutti i giorni 10.00-12.00

 

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Parco_Villa_Colloredo_Venier_Sterpo

Parco Villa Colloredo Venier

Il parco e la villa sono circondati dal borgo storico di Sterpo nell’ambiente umido e boschivo delle sponde del fiume Stella. Il parco è solcato da percorsi curvilinei e strutture verdi a siepe, pergolati, viali alberati e boschetti.

L’area era anticamente occupata dal cortile interno del castello di Sterpo, risalente almeno al XIV secolo, come feudo dei conti di Gorizia.

Nel XVI secolo Febo e Giovanni della Torre lo cedettero ad Albertino di Colloredo, la cui famiglia ne detenne la proprietà fino al 1959.

Attorno al Cinquecento il castello era circondato da un anello fortificato, con terrapieni di vimini intrecciati e circondato da canali, fossi e paludi, tipici delle zone di risorgiva, sia naturali che artificiali, come è nel caso di un profondo lago.

In seguito il castello fu trasformato in villa e impreziosito da un giardino formale all’italiana.

Il parco, che andò ad occupare l’area della corte del castello, risale con tutta probabilità alla seconda metà dell’Ottocento. Il terrapieno fu sbancato e, forse, si procedette anche all’escavo del laghetto. Nel parco si può ammirare la solenne farnia plurisecolare che, con un’età stimata tra i 500 e i 600 anni, gli oltre 20 metri d’altezza e i 7,7 metri di circonferenza del tronco è tra le più grandi d’Italia.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Piave 2, Sterpo (Bertiolo)

Superficie totale: 6,00 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema asimmetrico

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: lago artificiale, pergolato, viali

Specie botaniche di rilievo: farnia

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Castel_d_Aviano

Castello di Aviano

Il castello – probabilmente costruito sui resti di fortificazioni di epoca romana – fu ceduto nel 967 da Ottone I di Sassonia al Patriarca di Aquileia e, nel 1161, Federico Barbarossa lo concesse al Vescovo di Belluno.
Nel 1411 il maniero fu occupato dagli ungheresi comandati da Pippo Spano, capitano generale di re Sigismondo e distrutto nel 1420 dalle milizie venete; fu ricostruito nel 1432 ma poi nuovamente devastato durante le incursioni turche.
Nonostante sia fortemente degradato, sono ancora visibili alcuni tratti di cinta muraria, quattro delle antiche sette torri merlate, i resti del mastio e del torrione originario, la chiesa castellana e la porta fortificata con l’emblema araldico del lupo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Aviano

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Gradisca

Gradisca d’Isonzo

Gradisca – il nome, derivato dalla parola di origine slava “gradisce”, significa appunto luogo fortificato – fu eretta dalla Repubblica della Serenissima come baluardo contro l’Oriente turco e progettata come un borgo fortificato in forma di poligono, entro una poderosa cinta di mura turrite, dove le vie, perfettamente disegnate, ritagliano una geometria urbana compatta.

Del più antico periodo veneziano restano la Casa dei Provveditori veneti, ora sede dell’Enoteca Regionale, e il Palazzo Coassini del tardo Quattrocento.

Nel 1511 Gradisca divenne parte dei domini ereditari degli Asburgo con Massimiliano I. La fortezza resistette per due anni agli assedi dei Veneziani nelle cosiddette Guerre gradiscane del 1615 e, quindi, fra la seconda metà del Seicento e il primo quarto del secolo successivo fu amministrata dai Principi di Eggenberg, prima di essere riunita alla Contea di Gorizia.

In questa fase Gradisca conosce un notevole sviluppo economico, demografico ed urbanistico: da cittadella fortificata, diviene progressivamente un signorile borgo residenziale; a quest’epoca risalgono, infatti, i palazzi nobiliari del centro storico: Palazzo Strassoldo, Casa de´ Portis, Casa de´ Salamanca, Casa Wassermann, nonchè Palazzo de´ Comelli-Stuckenfeld, cui si aggiunsero Casa de´ Brumatti, Casa Spangher e Casa Ciotti, di ispirazione tardomanierista e veneziana barocca.

Alla fine del Seicento risalgono due edifici pubblici: la Loggia dei mercanti e il Palazzo del Monte di Pietà, con la nicchia coperta da un baldacchino che accoglie una Pietà barocca. All’inizio del Settecento fu edificato Palazzo Torriani, splendida villa suburbana d´ispirazione palladiana, ora sede del Municipio, della Galleria di Arte Contemporanea Spazzapan e del Civico Museo di storia documentaria della città, dove sono, tra l’altro, conservati i lacerti di affresco provenienti dal Duomo, come la Gloria di angeli, attribuita a Giulio Quaglio.

Nel 1863, abbattendo parte delle mura, fu realizzato il parco detto “Spianata”, coronato dalla prospettiva dei caffè di tradizione asburgica. Sei sono i torrioni che si incontrano lungo il percorso delle mura della fortezza – per la cui edificazione fu interpellato nel 1500 dal Senato veneto anche Leonardo da Vinci – intervallate dalla Porta Nuova e dalla Porta del Soccorso, che racchiudono il Castello e il Palazzo del Capitano.

Ogni anno a novembre si tiene il Chocofest, manifestazione dedicata a cioccolato, tè, caffè e spezie.

Il territorio circostante è, inoltre, rinomato per la produzione di vini come Cabernet, Merlot, Refosco e Pinot.

 

Informazioni


Informazioni:

Comune di Gradisca d’Isonzo, Via M. Ciotti 49 – www.comune.gradisca-d-isonzo.go.it – Tel.: +39 0481 967911; Fax: +39 0481 960622; e-mail: comune.gradiscadisonzo@certgov.fvg.it
Pro Loco Gradisca, Via Ciotti 49 – www.prolocogradisca.it – Tel.: +39 0481 960624; Fax: +39 0481 954896; e-mail: info@prolocogradisca.it

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Giardino Palazzo Attems Petzenstein

Il giardino è situato nella corte interna di Palazzo Attems nel centro storico di Gorizia. Il palazzo, commissionato dal conte Gianfrancesco nel 1714, fu completato dal figlio Sigismondo, raffinato cultore delle arti e delle lettere, che incaricò della progettazione Nicolò Pacassi tra il 1743 e il 1745 .

Dopo la Prima guerra mondiale fu posta al centro dell’area verde la fontana di Ercole e Idra, realizzata nel 1775 dallo scultore Marco Chiereghin su disegno dello stesso Pacassi. Questa era originariamente ubicata nella piazza antistante il Palazzo Attems Petzenstein, edificio che oggi ospita le collezioni della Pinacoteca provinciale. Il giardino è oggi caratterizzato da un’impostazione formale con aiuole recintate da bosso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza De Amicis 2, Gorizia

Superficie totale: 0,05 ha

Impianto planimetrico: formale, geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Provincia di Gorizia

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, fontana

Specie botaniche di rilievo: bosso, ligustro, tasso

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