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Parco Villa Revoltella

Il parco si sviluppa tra il crinale e il pendio che digrada verso il mare della collina ‘del Cacciatore’ confinante con alcuni edifici residenziali della seconda metà del XX secolo, orti e piccoli giardini e il bosco del Parco Farneto che occupa il versante opposto del colle.

Tra il 1856 e il 1869 il barone Pasquale Revoltella, imprenditore e finanziere di origine veneziana, acquistò diversi lotti di terreni in questa località. Fu creato un sistema di irrigazione che rendesse fertile il terreno brullo dei fondi e si rese necessario trovare una sorgente che andò poi a rifornire anche il laghetto popolato da pesci rossi e tartarughe. Fu conservata una preesistente suddivisione a ‘pastini’ e piantato un orto sperimentale. Vennero tracciati sentieri tortuosi attraverso il pendio in modo da creare degli scorci pittoreschi.

Nel 1860 furono costruiti lo chalet (su progetto dell’architetto berlinese Hitzig), la chiesa in pietra del Carso (dell’architetto praghese Kranner), le scuderie e gli edifici di servizio, le serre in vetro e ghisa affacciate sul giardino all’italiana e la casa parrocchiale che venne in seguito adibita a scuola. Le zone centrali del parco furono infoltite con piante esotiche, alcune conifere isolate, arbusti sempreverdi ornamentali, mentre a est fu mantenuto il vecchio querceto.

Il barone Revoltella lasciò l’intero patrimonio al Comune di Trieste, disponendo che il parco rimanesse aperto al pubblico e non subisse alterazioni. Nel 1871 la cura del parco venne affidata all’Ispettorato alle Pubbliche Piantagioni e la chiesa – odierna parrocchia di San Pasquale Baylon – al cappellano.

Dall’ingresso con la splendida cancellata in ferro partono una serie di vialetti pavimentati con un triturato di coccio rosso, intervallati da curate aiuole verdi con specie tappezzanti e fiorifere, una collezione di rose antiche e grandi alberi secolari. Negli anni Cinquanta del XX secolo venne realizzata una scalinata – incorniciata da lavande e camelie – per collegare i piani terrazzati, in parte coperti da pergolati, che ospita, inoltre, la Fontana del Pinocchio dello scultore Nino Spagnoli; inoltre è stata ricavata un’area giochi con un campo di basket, una pista di pattinaggio e numerose attrezzature ludiche.

A Villa Revoltella è stato assegnato titolo di parco più bello d’Italia dal Concorso Nazionale di Parchi e Giardini patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal FAI e dall’Associazione Italiana Architettura del Paesaggio.

Informazioni


Indirizzo: Via Carlo de Marchesetti, Trieste

Superficie totale: 3,99 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema naturalistico-informale (area centrale e orientale), a piani terrazzati (area occidentale) e all’italiana (parterre della serra) con schema simmetrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, fontane, gradinata centrale, grotta, ninfeo, parterre su due piani, ‘pastini’ con pergolati, percorsi,

piazzale panoramico, sculture, sentieri, serre

Specie botaniche di rilievo: bosso, cedro, cedro dell’Himalaya, cipresso dell’Arizona, leccio, pino, pino nero, rovere, roverella, tasso

Orari di apertura: invernale 7.00- 19.00; estivo 7.00-20.00

Ingresso gratuito

Informazioni: www.ilparcopiubello.it

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ALTRO IN ZONA
Castello_Caporiacco

Castello di Caporiacco

Nel XII secolo i Caporiacco avevano giuridizione sull’omonima località, cui si aggiunsero nel 1219 quelle di Tarcento, Invillino e Castelporpetto. Nel 1248 i nobili si allearono con Ezzelino III da Romano contro il Patriarca Gregorio di Montelongo che per vendicarsi espugnò e distrusse il maniero.

Nel 1300 – estintisi i Caporiacco – il castello fu ceduto dal Patriarca a Randolfino di Villalta che ne assunse il predicato. Dieci anni dopo la fortezza fu incendiata dalle truppe del conte di Gorizia; ricostruito nel 1351 fu assaltato dai soldati patriarcali di Nicolò di Lussemburgo e, infine, dal 1419 fu soggetto alla Repubblica veneziana.

Venne saccheggiato dai contadini nella rivolta del Giovedì Grasso del 1511 e il terremoto che seguì poco tempo dopo lo ridusse alla rovina. Ulteriormente danneggiato dal sisma del 1976, è stato parzialmente ripristinato nel 2013: ricostruiti il corpo principale e la cosiddetta Casa del Frate, collegati un tempo dalla torre del mastio, ancora mancante.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Sottocastello, frazione Caporiacco, Colloredo di Monte Albano

Visite: solo esterni

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Museo della Comunità Greco Orientale

Il museo, che sorge a fianco della neoclassica Chiesa di San Nicolò, presenta una raccolta di icone, quadri e oggetti sacri. Fra le opere della tradizione ortodossa vi è la ricca collezione di icone, opere che vanno dal XV al XX secolo, di produzione greca, russa, slava e medio orientale, tra cui quelle realizzate dai monaci del Monte Athos sino a quelle dei pittori greci operanti a Trieste.

Le opere di tradizione occidentale e cattolica annoverano una Sacra conversazione di scuola veneta del Cinquecento, la Presentazione della Vergine al Tempio del Maestro delle storie di Sant’Agnese, un allievo del Bramantino, e la Susanna e i vecchioni opera fiamminga del Seicento.

Tra i ritratti dei personaggi benemeriti della comunità vi è quello di Alessandro de Manussi realizzato da Antonio Lonza, il barone Ambrogio di Stefano Ralli ritratto da Eugenio Scomparini e ancora i ritratti del barone Demetrio Economo opera di Luigi Sorio, quello di Giovanni Scaramangà realizzato da Zangrando e quello di Konstantinos Hatzikonsta di Alfredo Tominz, nonchè opere dedicate alla Rivoluzione greca del 1821.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via III Novembre 7, Trieste

Tel.: 040 635614

Fax: 040 634830

Informazioni: www.comgrecotrieste.it

E-mail: comgrots@tin.it

Orari di apertura: mercoledì 15.30-18.30; giovedì e venerdì 9.30-12.30

Visite: a cura dei volontari per il patrimonio del Touring Club Italiano di Trieste

Ingresso: gratuito

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Rosandra

Riserva Naturale della Val Rosandra

La riserva racchiude la vallata incisa dal torrente Rosandra (Glinščica) nell’altipiano carsico, in un territorio di transizione tra l’ecosistema alpino e il mare, per poi estendersi oltre il confine con la Slovenia nel territorio del Comune di Hrpelje-Kozina. Il versante nordorientale della valle, soleggiato, con le pareti verticali della forra alternate a macchie boschive, è caldo e mitigato; mentre l’opposto versante, in ombra ed esposto al vento, con grandi ghiaioni, è freddo e battuto dalla bora che qui si incanala verso la costa facendo prostrare i pini.

Nei tratti pianeggianti si trovano le lande e i gramineti, le fioriture sono accese, tra maggio e giugno nei toni viola della serratola moscata o gli abbondanti cespugli di scòtano che, in autunno, si colorano di tonalità calde giallo-aranciate e rosse.

Numerosi itinerari guidano gli escursionisti, i rocciatori e gli speleologi alla scoperta di siti di interesse archeologico (i Castellieri di Monte San Michele e del Monte Carso), e paleontologico (la Caverna degli orsi), i resti dell’acquedotto romano, i ruderi del castello di Moccò, la chiesetta di Santa Maria in Siaris (XVI secolo), i due mulini all’inizio della valle e il borgo storico di Bottazzo; ma anche le eminenze naturalistiche, la landa carsica sul monte Stena, le pinete di pino nero, i ruscelli e i punti panoramici da dove si gode di una straordinaria vista sul golfo di Trieste. Degni di nota sono anche la cascata alta 36 metri del fiume Rosandra, i resti dell’acquedotto romano e la ex-ferrovia, il cui tracciato è stato convertito in pista ciclopedonale.

Nelle varie stagioni si possono riconoscere le fioriture primaverili delle primule, insieme a ellebori, fragole vellutine, iris, viole ed emeri, sino alle tardo-estive centauree, con campanule piramidali, echinopi, santoregge e ciclamini.

Variegata anche la fauna – pur non essendo facile da intercettare – la valle è abitata da caprioli, camosci, cervi, lepri, scoiattoli, ghiri, volpi, sciacalli, linci ed ermellini. La grande quantità di grotte e cavità ipogee (Grotta dei pipistrelli, Grotta delle gallerie, Grotta del tasso, Fessura del vento) favorisce la diffusione di un gran numero di pipistrelli che sono stati scelti come simbolo della riserva.

Dal tumulo del Monte Cocusso, la vista spazia verso la costa istriana, la laguna di Grado e i rilievi più distanti. Nei pressi vi sono le due cavità più alte in quota nel Carso triestino (il Pozzo della miseria e il Pozzo della determinazione).

Nel percorso di ascesa al Monte Stena si trova l’ingresso della Grotta di San Lorenzo, sovrastata da un grosso ciliegio canino. Dal ciglione del Monte Stena è visibile la cascata, circondata da fioriture in accordo con le stagioni (giallo in primavera e rosa-violetto in autunno) e, in lontananza, quasi tutta Trieste.

Su uno sperone roccioso, subito oltre il confine di Stato, ci sono i ruderi del Tabor di Draga, un vecchio torrione eretto alla fine del XV secolo. Costeggiando il bosco di pino nero che copre la sommità del Monte Carso si può deviare a sinistra per raggiungere la Grotta delle antiche iscrizioni, mentre, proseguendo sul ciglione, tra le fioriture dell’iride celeste, del riccio di dama e della ginestra si fiancheggia la landa rupestre fino a raggiungere i ruderi dell’antico Vallo del castelliere, la cinta muraria del più esteso borgo fortificato della zona di Trieste nell’età del bronzo.

 

Informazioni


Ubicazione: Comune di san Dorligo della Valle-Občina Dolina

Estensione: 746 ettari

Informazioni: www.riservavalrosandra-glinscica.it – Comune di San Dorligo della Valle, Dolina 270 – Tel.: 040 8329237

Centro visite: Bagnoli della Rosandra-Boljunec 507, San Dorligo della Valle-Dolina

Servizi: centro visite, bar, punti ristoro, area pic-nic, parco giochi, palestra di roccia

Attivitá: escursioni guidate, trekking, mountain bike, alpinismo, equitazione, corsi di arrampicata

Tel./ fax: 040 8326435;

E-mail: centrovisite@riservavalrosandra-glinscica.it

 

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Polveriere_napoleoniche_Palmanova

Le polveriere napoleoniche di Palmanova

Le polveriere militari di età napoleonica di Palmanova, utilizzate come deposito per le munizioni, attualmente sono adibite a sede di mostre temporanee e possono essere visitate durante gli eventi culturali qui ospitati, come l’annuale Mostra di Stampe Antiche che si tiene il mese di agosto nell’edificio di Contrada Garzoni.

La polveriera di Bastione Foscarini, fatta edificare da Napoleone nel 1806 come l’altra, per sostituire le costruzioni militari venete ormai fatiscenti, si trova in via Lion, al pian terreno vi erano tenute le armi, mentre in quello superiore le polveri.

 
 

 
 

 
 

 

Informazioni


Indirizzo: Contrada Garzoni e in Contrada Foscarini, Palmanova

Informazioni: Ufficio turistico di Palmanova, via Borgo Udine 4 – tel./ fax: +39 0432 924815; e-mail: palmanova.turismo@libero.it
Orari di apertura: visitabili in occasione di mostre ed eventi

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Roccolo_del_Postino_Montenars

Roccolo del postino

Questo roccolo è stato realizzato tra il XIX e il XX secolo per la cattura degli uccelli. Si tratta di strutture arboree costruite sulle selle e sui crinali dei monti per intercettare le rotte migratorie. Il roccolo, di forma circolare, è delimitato da una doppia siepe in carpino bianco e in bosso, ed è situato a circa 2,6 chilometri dal centro abitato.

L’architettura arbustiva è sostenuta da colonne e archi di rami e tronchi di carpino bianco, che conserva le foglie, ormai secche, anche nella stagione autunnale, mimetizzando le reti che vengono tese tra le arcate.

Oggi una legge regionale contribuisce alla manutenzione di questo e degli altri roccoli del territorio di Montenars, visitabili tramite un sentiero anulare che collega alcuni dei roccoli superstiti immergendosi nei boschi di castagni. Il Roccolo del Postino è valorizzato dall’Ecomuseo delle Acque del Gemonese.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo:Strada comunale Montenars-Flaipano, Montenars

Superficie totale: 0,03 ha

Impianto planimetrico: alberatura formale

Peculiarità scenografiche e compositive: siepe formale

Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino bianco

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Borgo del Castello

Questo bellissimo borgo fortificato del Friuli occidentale, le cui origini sono anteriori all’anno Mille, si trova in prossimità del guado su un ramo del fiume Tagliamento (da cui il toponimo derivato dall’unione di “curtis” e “vadum”). Annoverato tra i Borghi più belli d’Italia, è racchiuso entro un circuito murato quadrilatero con due torri portaie scudate: la meridionale conserva la pusterla, mentre la settentrionale venne adattata a torre dell’orologio. All’interno delle mura sorgono palazzi di epoca medievale e rinascimentale, tra cui il monumentale palatium di gusto rinascimentale dei Freschi Piccolomini, sorto sulle fondamenta dell’antico mastio e circondato da un parco ottocentesco. Della struttura originaria del vecchio maniero, distrutto dal terremoto del 1511, rimangono le due torri e parte delle mura di cinta.

La Cordovado medievale si concentra nell’area castellana, dove trovano spazio Palazzo Ridolfi, Palazzo Bozza Marrubini (l’antica casa del capitano, affrescata da Giovan Francesco Zamolo nel Settecento con vedute urbanistiche del castello e del centro storico) nonché l’elegante Palazzo Agricola dalle forme rinascimentali con ampie arcate e trifore.

Nel Borgo Nuovo, sorto a partire dal Cinquecento, spiccano i signorili palazzi Beccaris Nonis, Mainardi e Marzin. Palazzo Cecchini fu ristrutturato secondo il gusto neogotico e affrescato nell’Ottocento con scene allegoriche e patriottiche, decorazioni a grottesche e vedute.

L’abside dell’antica Pieve di Sant’Andrea fu affrescata da Gianfrancesco da Tolmezzo agli inizi del Cinquecento. Il Santuario della Madonna delle Grazie è un gioiello d’arte barocca con un soffitto splendidamente intagliato e dorato contenente ovali dipinti da Antonio Carneo. La Nuova Parrocchiale conserva la pala della Madonna del Rosario di Giuseppe Moretto e Il Nome di Gesù di Nicola Grassi.

Nel mese di settembre a Cordovado si svolge la suggestiva rievocazione storica delle nozze svoltesi nel 1571 tra Riccarda d’Arcano e Francesco Ridolfi di Cordovado.

Il territorio circostante offre, inoltre, ambiti naturalistici di grande fascino; la zona rurale è, infatti, contraddistinta dalla presenza del complesso dei mulini di Stalis, che ispirarono Ippolito Nievo, cui è dedicato un parco letterario, e Pier Paolo Pasolini.

 

Informazioni


Dove: Cordovado, provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Cordovado, Piazza Cecchini 24 – www.comune.cordovado.pn.it -accoglienza turistica presso la Biblioteca Civica Palazzo Cecchini, tel.: +39 0434 690265

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