Casa_Natale_David_Maria_Turoldo_Coderno

Casa natale di padre David Maria Turoldo

Nella casa natale di padre David Maria Turoldo – un tipico edificio rurale friulano della metà del XVIII secolo – sono conservate le testimonianze dell’opera letteraria e religiosa del frate.

Giuseppe Turoldo (1916-1992) nacque in una famiglia poverissima, ultimo di nove fratelli e fu ordinato frate servita. Dopo la laurea in filosofia conseguita alla Cattolica di Milano e dopo aver militato culturalmente nelle file della Resistenza, per quindici anni tenne dall’altare del Duomo le sue più celebri omelie. Diresse il centro di studi ecumenici a Fontanella di Sotto il Monte presso Bergamo, fondò la rivista “Servitium” e collaborò alla realizzazione del film Gli ultimi (1963), apologo di povertà e speranza profondamente legato alla cultura contadina della sua terra d’origine.

L’edificio fu trasformato in casa-museo nel 1997 dopo i lavori di restauro. Nel sottotetto è stato sistemato il centro di documentazione: scritti, filmati e registrazioni audio attinenti al pensiero e all’opera del padre servita.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Caterina Percoto, 7/1, Coderno (Sedegliano)

Servizi: visite guidate; non accessibile ai disabili

Informazioni: Associazione culturale Padre David Maria Turoldo – Tel.: 0432 916384; Fax: 0432 916384; Segreteria del Comune di Sedegliano – Tel:. 0432 915519; www.comune.sedegliano.ud.it; E-mail: segreteria@com-sedegliano.regione.fvg.it

Orari di apertura: ogni primo sabato e domenica del mese 9.00-12.00 e 15.00-18.00 e in occasione di mostre e manifestazioni e su richiesta in altri giorni e orari.

Ingresso: gratuito

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Giardino_Castello_Susans_Majano

Castello di Susans

Il Castello di Susans sorge sull’omonimo colle nella piana del Tagliamento. Si ritiene che l’antico fortilizio medievale, sulle cui fondamenta è stata poi eretta l’odierna Villa Colloredo, sorgesse già sul preesistente basamento di una torre romana o tardo antica.

Il maniero sarebbe stato edificato nel 1304 da Federico di Pers e da Asquino di Varmo, distrutto nel 1315 dal conte di Gorizia, riedificato e ceduto ai Colloredo nel 1337; la sfortunata fortificazione fu incendiata e definitivamente distrutta dai Zamberlani nel corso della rivolta del 1511.

Attorno al 1630 Fabrizio di Colloredo promosse l’edificazione della moderna villa di impianto ‘toscaneggiante’, il cui progetto è attribuito all’architetto mediceo Matteo Nigetti. Il giardino, chiuso da un’esedra semicircolare a meridione, dovrebbe analogamente risalire al XVII secolo, così come il giardino formale. Mentre gli impianti arborei sarebbero ascrivibili ai decenni più recenti, ad eccezione dei superstiti esemplari di cipresso dalle dimensioni monumentali che punteggiano lo storico viale di accesso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione Susans, Majano

Superficie totale: 1,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, recinzione in pietra a torri angolari, viali

Specie botaniche di rilievo: cipresso, tasso

Orario di apertura: sabato e domenica 15.00-18.00

Tel: +39 0432 948090

e-mail: info@castellodisusans.com

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Grotte verdi di Pradis

Le grotte verdi di Pradis, il cui nome è dovuto all’incantevole color verde smeraldo che ne illumina le pareti, si trovano a poca distanza dall’abitato di Pradis di sotto, nel cuore delle Prealpi Carniche, e comprendono la forra creata dal torrente Cosa e tre grotte collegate: l’Andris di Gercie, l’Andri scur e l’Andri blanc. Si tratta di cavità di origine carsica, immerse in una natura incontaminata, in un ambiente ricco di storia e al contempo magico.

Tracce del passaggio dell’uomo preistorico sono state rinvenute non solo nelle Grotte verdi, ma anche nella vicina Grotta del Clusantin (visitabile) e nella Grotta del Rio Secco, gioiello archeologico ancora in fase di scavo, che offrì riparo agli ultimi cacciatori neandertaliani di orsi delle caverne. I numerosi reperti rinvenuti, specialmente resti di animali e utensili, datano la frequentazione delle grotte di Pradis fin dal paleolitico medio (da 40 a 80 mila anni fa). Nel vicino Museo si possono ammirare sia reperti archeologici preistorici, sia manufatti dell’età del bronzo e di epoca romana.

Nel 1964 don Terziano Cattaruzza, aiutato dai parrocchiani, iniziò i lavori per rendere la grotta accessibile al pubblico. Nel 1965 la grotta fu inaugurata collocando una statua bronzea della Madonna, da cui il nome di Grotta della Madonna. Nel 1969 fu completata la discesa all’Orrido che, attraverso 207 scalini, porta al fondo della forra e permette di ammirare uno scenario carsico di impagabile bellezza.

Recentemente è stato aperto pure un percorso ad anello sovrastante l’Orrido che, attraversando il torrente Cosa, offre un panorama inedito e originale sulla forra, che ci appare in tutta la grandiosità dell’opera erosiva operata dalle acque del Cosa nel corso dei millenni.

 

Informazioni


Indirizzo: Pradis di Sotto, Clauzetto

 
Orari di apertura: per gli orari si invita a visitare la pagina ORARI

 
Ingresso: biglietto unico grotte + museo 5,00 € per gli adulti e 3,00 € dai 6 ai 14 anni

 
Visite: su prenotazione con almeno 7 giorni di anticipo

 

Informazioni: www.grottedipradis.it – Uffici dell’Ecomuseo Lis Aganis, Tel.: +39 0427 764425
 
E-mail: cultura@comune.clauzetto.pn.it

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Area archeologica di Aquileia

Aquileia – dichiarata dal 1998 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO – fondata dai Romani nel 181 a. C., divenne una delle città più grandi e ricche dell’Impero Romano, tanto da esser definita la “seconda Roma”. Sorta come avamposto militare contro i barbari, divenne poi sede di un Patriarcato che durò fino al 1751, e nel Medioevo fu centro propulsore del Cristianesimo in tutta l’Europa centrale.

Aquileia, con il suo porto fluviale, era divenuta un importante centro commerciale e fu in parte distrutta dai saccheggi degli Unni di Attila.

Già nei secoli passati vennero fatti degli scavi archeologici, ma finalizzati soltanto all’accertamento di alcune imponenti strutture antiche come l’anfiteatro, il complesso basilicale cristiano, le mura difensive, ecc. Fu solo nel XVIII secolo che si iniziò la raccolta e lo studio dei reperti che venivano alla luce e appena nel 1882 si costituì il Museo Archeologico Aquileiese.

Le zone archeologiche che sono state indagate e rese visitabili sono relativamente recenti, dal 1930 ai giorni nostri: il macellum, le terme, il Mausoleo, le mura difensive, il sepolcreto romano, il circo e l’anfiteatro, sono oggi in parte visitabili, insieme agli scavi del porto fluviale sul Natissa, con magazzini e banchine.

Gli scavi hanno poi messo in luce resti del foro romano, risalente al II-III sec. d. C., che era il cuore della vita pubblica, con la splendida Basilica civile, pavimenti in mosaico e fondazioni di case (fondi Cal ed ex Cossar).

Gli scavi archeologici sono sempre in corso, ma i resti finora riportati alla luce sono fra le testimonianze meglio conservate dell’antica grandiosità romana.

I reperti romani e paleocristiani ritrovati ad Aquileia sono conservati in tre musei: il Museo Archeologico Nazionale di Villa Cassis, uno dei maggiori musei archeologici del Nord Italia, il Museo Paleocristiano, in località Monastero, e il Museo Civico del Patriarcato.

 

Informazioni


Orari di visita: l’area archeologica, a ingresso libero, è accessibile dalle 8.30 a mezz’ora prima del tramonto.

Ufficio turistico: via Iulia Augusta, parcheggio e bus terminal

Tel.: +39 0431 919491- fax: +39 0431 919491

info.aquileia@turismo.fvg.it

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Palazzo Cecchini

L’ex convento dei domenicani, edificato nel Settecento nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie, fu diviso tra varie famiglie che ne fecero la propria residenza: Palazzo Cecchini, Palazzo Mainardi e Palazzo Marzin.

Palazzo Cecchini fu ristrutturato in stile eclettico mentre le rimanenti parti conservarono il porticato che corre lungo tutta la facciata. Il palazzo conserva affreschi ottocenteschi con scene allegoriche e patriottiche, grottesche e paesaggi di gusto pompeiano o neogotico. Oggi è sede della Biblioteca Civica e del Punto di informazione turistica, ospita mostre d’arte e iniziative culturali.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Cecchini, Cordovado

Informazioni: Circolo culturale Gino Bozza, via Cecchini 27, Cordovado – tel.: +39 0434 690265; e-mail: biblioteca.cordovado@libero.it

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Parco di Villa Varda

Villa Morpurgo, acquisita e ristrutturata nel 1868 dalla facoltosa famiglia triestina dei Morpurgo de Nilma, è immersa nel suggestivo parco che si affaccia su un’ampia ansa del fiume Livenza. La residenza padronale, originaria del XV secolo, apparteneva in origine alla nobile famiglia bergamasca dei Mazzoleni.

Nei pressi delle costruzioni architettoniche di ispirazione rinascimentale si incontrano piccoli parterre, aiuole e rigogliosi cedri, mentre, inoltrandosi nel parco, i vasti prati incorniciati da lunghi viali di tigli.

La serra ad arcate ospitava le essenze esotiche che erano il vanto della famiglia, forse a memoria dei viaggi in Egitto con cui Carlo Marco Morpurgo aveva avviato la sua fortuna economica. Di particolare bellezza l’aranciera, con terrazza e balaustra in pietra che si affaccia sul fondale ombroso del bosco, interrotto da un varco che lascia spaziare lo sguardo sulle placide acque del fiume.

Entro la metà del Novecento fu costruito anche un mausoleo in forme neoclassiche, dove vennero tumulati gli ultimi discendenti e, nel 1926, l’architetto Domenico Rupolo restaurò la cappella gentilizia eretta nel 1670 da Fabio Mazzoleni. Nel 1932, sopra una vecchia ghiacciaia, fu costruita una torre merlata contenente un serbatoio per l’irrigazione e i giochi d’acqua. Recentemente sono stati restaurati anche l’edificio agricolo detto Canevon e l’annesso ‘giardino delle rose’.

Il parco, inoltre, è ricco di varietà arboree autoctone come cedri, salici, pini, carpini, olmi, aceri, noccioli, gelsi e ciliegi; vanta, inoltre, essenze diffuse in Europa solo a partire dall’Ottocento come il librocedro, la fotinia, la sofora e il ginepro della Virginia.

Nel 1943 Mario Morpurgo, ultimo esponente della casata, lasciò la proprietà al Seminario arcivescovile di Pordenone, che, tuttavia, lasciò il complesso in stato di abbandono, finchè, nel 1975, lo cedette alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che, a sua volta lo affidò al Comune di Brugnera.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Villa Varda di San Cassiano 7, Villa Varda (Brugnera)

Superficie totale: 18,00 ha

Impianto planimetrico: geometrico (giardino a parterre), naturalistico informale (parco)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Brugnera

Peculiarità scenografiche e compositive: affacci sul fiume Livenza, aiuole, cappella, mausoleo, serra, torre, vialetti

Specie botaniche di rilievo: fotinia, libocedro, sophora

Orari di apertura: estivo 8.00-20.00; invernale 8.00-16.00

Informazioni: www.comune.brugnera.pn.it; www.villevenete.org

E-mail: segreteria@com-brugnera.regione.fvg.it; cultura@comune.brugnera.pn.it

Tel.: Ufficio Cultura – +39 0434 616738

Fax.: +39 0434 624559

Servizi: Bookshop

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Castello di Susans

Il sito viene citato per la prima volta nel 1031 come “villa de Suzan”. Già soggetto alla Chiesa d’Aquileia, tra il XII e il XIII secolo il castello di Susans, insieme con quello di Pers, fu indeudato ai di Varmo.

Nel 1315 il castello fu preso e saccheggiato dal conte di Gorizia. Nel XIV secolo venne acquisito dai Colloredo che già possedevano i castelli di Mels e Colloredo. Nella seconda metà del XVII secolo il castello fu completamente restaurato dal conte Fabrizio di Colloredo Mels, il quale, cresciuto in Toscana presso la corte del granduca Ferdinando I, volle una residenza ispirata alla tradizione architettonica medicea.

Il castello, arredato con mobilia, quadri e stampe antichi, ospita oggi al suo interno un ristorante.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Susans di Majano
Informazioni: www.castellodisusans.com
Servizi: eventi, mostre, ristorante, foresteria

Tel.: 0432 948090 / 0432 656611

Fax: 0432 656612 / 0432 768

E-mail: info@castellodisusans.com

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