Malghe_di_Porzus_Attimis

Malghe di Porzus

Il 7 febbraio 1945 un gruppo di partigiani della Divisione Osoppo furono uccisi dai gappisti della Divisione Garibaldi, capeggiati da Mario Toffanin, detto “Giacca”: un episodio controverso della storia della Resistenza che ancora oggi da adito a polemiche sui mandanti dell’omicidio. L’accusa per i partigiani verdi era quella di osteggiare la politica di alleanza con la resistenza jugoslava di Tito e di trattare con i tedeschi e con i fascisti della X Mas di Borghese per un’intesa volta ad impedire l’annessione di territori italiani alla Slovenia. Le vittime furono 17 partigiani e una donna accusata di spionaggio.

Sette anni dopo i responsabili dell’eccidio, tra cui Toffanin (che però era riparato in Jugoslavia), furono condannati all’ergastolo e poi liberati in seguito a varie amnistie. Al comandante della Osoppo Francesco De Gregori “Bolla” fu riconosciuta la medaglia d’oro al valore militare alla memoria.

Le Malghe di Porzus (Topli Uorh), sono state dichiarate bene culturale.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Porzus, Attimis

Come arrivare: Si può decidere di lasciare l’auto sulla strada e percorrere la salita alla malga a piedi (una quindicina di minuti), oppure arrivare direttamente con l’auto fino allo spiazzo realizzato alla base della lunga scalinata che conduce ai due casolari.

Visite: è visitabile solo l’esterno

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Parco_Villa_Colloredo_Venier_Sterpo

Parco Villa Colloredo Venier

Il parco e la villa sono circondati dal borgo storico di Sterpo nell’ambiente umido e boschivo delle sponde del fiume Stella. Il parco è solcato da percorsi curvilinei e strutture verdi a siepe, pergolati, viali alberati e boschetti.

L’area era anticamente occupata dal cortile interno del castello di Sterpo, risalente almeno al XIV secolo, come feudo dei conti di Gorizia.

Nel XVI secolo Febo e Giovanni della Torre lo cedettero ad Albertino di Colloredo, la cui famiglia ne detenne la proprietà fino al 1959.

Attorno al Cinquecento il castello era circondato da un anello fortificato, con terrapieni di vimini intrecciati e circondato da canali, fossi e paludi, tipici delle zone di risorgiva, sia naturali che artificiali, come è nel caso di un profondo lago.

In seguito il castello fu trasformato in villa e impreziosito da un giardino formale all’italiana.

Il parco, che andò ad occupare l’area della corte del castello, risale con tutta probabilità alla seconda metà dell’Ottocento. Il terrapieno fu sbancato e, forse, si procedette anche all’escavo del laghetto. Nel parco si può ammirare la solenne farnia plurisecolare che, con un’età stimata tra i 500 e i 600 anni, gli oltre 20 metri d’altezza e i 7,7 metri di circonferenza del tronco è tra le più grandi d’Italia.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Piave 2, Sterpo (Bertiolo)

Superficie totale: 6,00 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema asimmetrico

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: lago artificiale, pergolato, viali

Specie botaniche di rilievo: farnia

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Giardino_Palazzo_Valvason_Morpurgo_Udine

Giardino Palazzo Valvason Morpurgo

Il giardino di Palazzo Morpurgo, è sito nel cuore della città, tra via Savorgnana, piazzetta Belloni e piazza Duomo. L’area fu acquistata dalla famiglia Morpurgo nel 1871. Il giardino, forse ideato da Elio Morpurgo, venne realizzato tra il 1907 e il 1918. Collegato alla corte d’onore del palazzo da una loggia, si disponeva secondo una composizione tradizionale incentrata sulla fontana con la Ninfa, scolpita da Leonardo Liso.

Nel 1969 il complesso diventò proprietà comunale. Radicalmente ristrutturato tra il 2006 e il 2007, funge ora da collegamento con piazzetta Belloni e piazza Duomo. Sono state ricostituite le aiuole e i camminamenti in pietra delimitati da alberi e siepi, ed è stato restaurato il loggiato di stile neoclassico con volta a botte che conduce al giardino all’italiana e che esibisce al di sopra di una cornice architravata sormontata da due balaustre otto raffigurazioni allegoriche delle Quattro stagioni risalenti al 1782.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Savorgnana 12, Udine

Superficie totale: 0,05 ha

Impianto planimetrico: formale a schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuoloni, fontana, loggia, peschiera

Specie botaniche di rilievo: il giardino non conserva esemplari storici

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CastelloDuino

Castello di Duino

Il castello, storica dimora privata dei Principi della Torre e Tasso, sorge sulle alte falesie di Duino a precipizio sul mare, ma la rocca più antica fu costruita nell’XI secolo su uno sperone roccioso in prossimità del promontorio del castello superiore. Nel XII secolo il feudo era di dominio dei Tybein de Dewino, vassalli dei Patriarchi di Aquileia.

Del Castel Vecchio sono ancora visibili i resti della torre e alcuni affreschi. Il castello più antico o inferiore, feudo dei duchi d’Austria a partire dal XIV secolo, passò dai conti di Duino ai baroni di Waldsee. Nel 1389 iniziò l’edificazione del castello nuovo attorno alle rovine di una preesistente torre romana.

Dal 1472 al 1586 il castello fu soggetto alla Casa d’Austria, rappresentata dai suoi provveditori e capitani, tra i quali anche gli Hofer. Nel 1478 l’antica rocca, assaltata durante una scorreria turca, dovette soccombere e fu definitivamente abbandonata per il castello superiore. Quest’ultimo, caduto in mano veneziana, nel 1508 fu riconquistato dall’imperatore Massimiliano che lo donò a Giovanni Hofer, passando in seguito in dote ai principi della Torre e Tasso, i cui eredi dimorano tuttora nel castello.

Il nuovo castello fu quasi completamente ricostruito dopo la prima guerra mondiale mantenendo, però, in buona parte l’antico aspetto. Dal 2003 è aperto al pubblico: il percorso si snoda lungo i saloni ricchi di opere d’arte e la mobilia d’epoca, attraverso il parco con le sue terrazze aperte sul mare e, infine, si accede anche al bunker della seconda guerra mondiale convertito in museo.

Sono stati qui ospiti Johann Strauss, Franz Liszt, Mark Twain, Paul Valéry, Gabriele D’Annunzio, Hugo von Hofmannsthal, Eugène Ionesco e Karl Popper. A Rainer Maria Rilke, che qui compose le sue famose Elegie, è intitolato un suggestivo sentiero affacciato sul golfo che arriva fino alla baia di Sistiana.

Si ritiene che Dante sia stato ospitato nel feudo di Duino da Pagano della Torre, già vescovo di Milano e successivamente Patriarca di Aquileia, durante la cerimonia di incoronazione di Arrigo re d’Italia nel 1311, cui il poeta fu testimone in qualità di ambasciatore di Cangrande della Scala.

Il castello ospita spesso mostre, concerti e congressi ed è anche location per film.

Informazioni

Indirizzo: Via Castello di Duino 32, Duino Aurisina

Orari di apertura: da aprile a settembre 9.30–17.30; ottobre 9.30-16.00; dal 4 novembre aperto nei weekend; in settimana solo per gruppi su prenotazione; chiuso il martedì

Castel Vecchio (l’Antica Rocca) su prenotazione

Ingresso: intero 7 €

Servizi: bookshop, snack bar

Visite: visite@castellodiduino.it

Informazioni: www.castellodiduino.it

Tel.: 040 208120

Fax: 040 208022

E-mail: info@castellodiduino.it

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Gradisca

Gradisca d’Isonzo

Gradisca – il nome, derivato dalla parola di origine slava “gradisce”, significa appunto luogo fortificato – fu eretta dalla Repubblica della Serenissima come baluardo contro l’Oriente turco e progettata come un borgo fortificato in forma di poligono, entro una poderosa cinta di mura turrite, dove le vie, perfettamente disegnate, ritagliano una geometria urbana compatta.

Del più antico periodo veneziano restano la Casa dei Provveditori veneti, ora sede dell’Enoteca Regionale, e il Palazzo Coassini del tardo Quattrocento.

Nel 1511 Gradisca divenne parte dei domini ereditari degli Asburgo con Massimiliano I. La fortezza resistette per due anni agli assedi dei Veneziani nelle cosiddette Guerre gradiscane del 1615 e, quindi, fra la seconda metà del Seicento e il primo quarto del secolo successivo fu amministrata dai Principi di Eggenberg, prima di essere riunita alla Contea di Gorizia.

In questa fase Gradisca conosce un notevole sviluppo economico, demografico ed urbanistico: da cittadella fortificata, diviene progressivamente un signorile borgo residenziale; a quest’epoca risalgono, infatti, i palazzi nobiliari del centro storico: Palazzo Strassoldo, Casa de´ Portis, Casa de´ Salamanca, Casa Wassermann, nonchè Palazzo de´ Comelli-Stuckenfeld, cui si aggiunsero Casa de´ Brumatti, Casa Spangher e Casa Ciotti, di ispirazione tardomanierista e veneziana barocca.

Alla fine del Seicento risalgono due edifici pubblici: la Loggia dei mercanti e il Palazzo del Monte di Pietà, con la nicchia coperta da un baldacchino che accoglie una Pietà barocca. All’inizio del Settecento fu edificato Palazzo Torriani, splendida villa suburbana d´ispirazione palladiana, ora sede del Municipio, della Galleria di Arte Contemporanea Spazzapan e del Civico Museo di storia documentaria della città, dove sono, tra l’altro, conservati i lacerti di affresco provenienti dal Duomo, come la Gloria di angeli, attribuita a Giulio Quaglio.

Nel 1863, abbattendo parte delle mura, fu realizzato il parco detto “Spianata”, coronato dalla prospettiva dei caffè di tradizione asburgica. Sei sono i torrioni che si incontrano lungo il percorso delle mura della fortezza – per la cui edificazione fu interpellato nel 1500 dal Senato veneto anche Leonardo da Vinci – intervallate dalla Porta Nuova e dalla Porta del Soccorso, che racchiudono il Castello e il Palazzo del Capitano.

Ogni anno a novembre si tiene il Chocofest, manifestazione dedicata a cioccolato, tè, caffè e spezie.

Il territorio circostante è, inoltre, rinomato per la produzione di vini come Cabernet, Merlot, Refosco e Pinot.

 

Informazioni


Informazioni:

Comune di Gradisca d’Isonzo, Via M. Ciotti 49 – www.comune.gradisca-d-isonzo.go.it – Tel.: +39 0481 967911; Fax: +39 0481 960622; e-mail: comune.gradiscadisonzo@certgov.fvg.it
Pro Loco Gradisca, Via Ciotti 49 – www.prolocogradisca.it – Tel.: +39 0481 960624; Fax: +39 0481 954896; e-mail: info@prolocogradisca.it

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Parco della Spianata

Il parco trova spazio nel sito dell’antica cinta muraria che circondava la città-fortezza di Gradisca d’Isonzo, fondata dalla Repubblica di Venezia come baluardo contro l’Impero austriaco. Le fortificazioni, risalenti alla fine del Quattrocento, erano lambite dal fossato della Roggia del Mulino e congiungevano il Torrione della Campana, il Torrione del Palazzo, la Porta d’Italia e il Torrione della Calcina. Nel 1855 il feldmaresciallo Radetzky autorizzò la demolizione del tratto occidentale del sistema murario a condizione che i fondi fossero adibiti a parchi e giardini.

Tra il 1880 e il 1885 si disegnò la vasta area circolare tagliata da otto raggi – la Rotonda – e lungo i percorsi si piantarono filari di latifoglie locali, prevalentemente ippocastani, mentre i terreni vennero coltivati a prato – Spianata – infine, nel 1932, quando il parco era ormai cosiderato un punto di aggregazione sociale, venne creata la cosiddetta Pineta, con circa centosessanta esemplari di cedro, pino e abete.
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Viale Regina Elena, Gradisca d’Isonzo

Superficie totale: 6,67 ha

Impianto planimetrico: a prato (Spianata), all’italiana (Rotonda), all’inglese (Pineta)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Gradisca d’Isonzo

Peculiarità scenografiche e compositive: monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale, cappella votiva di San Giovanni Nepomuceno

Specie botaniche di rilievo: albero dei tulipani, cedro dell’Himalaya, cipresso di Lawson

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Il borgo di Illegio

Illegio è un borgo montano incastonato tra i monti della Carnia, sulle pendici occidentali del monte Strabût, non lontano da Tolmezzo, immerso tra boschi e pascoli. Il paesaggio della conca a Ovest è interrotto dalla scarpata scavata nei calcari dolomitici dal rio Frondizzon. Questo antico borgo (che è forse identificabile con l’inespugnabile e mitica fortezza di Ibligo ricordata da Paolo Diacono a proposito dell’ultima resistenza dei Longobardi) è noto anche come il Paese degli Archi per le numerose case con porte e portali voltati.

La pieve di San Floriano, risalente al IX secolo, conserva sculture lignee del tardo Quattrocento e del primo Seicento, un altare in pietra dipinta di Carlo da Carona (1511) e un ciclo di affreschi di Giulio Urbanis (1604).

Nel paese la chiesa della Conversione di San Paolo fu realizzata nel primo Settecento dall’architetto tolmezzino Domenico Schiavi e dalla sua operosa famiglia di capomastri e operai.

Recenti scavi archeologici hanno portato alla luce il sito paleocristiano di San Paolo, la più antica chiesa rurale d’Italia (fine IV secolo), una fortificazione longobarda, i resti della piccola chiesa di età carolingia dei Signori de Legio e i resti delle dimore medioevali dei castellani.

Il percorso dei mulini conduce al seicentesco Mulin dal Flec, ancora in funzione; da vedere anche il forno seicentesco e la latteria del paese, unica del genere rimasta attiva in Carnia.

I sentieri che partono da Illegio permettono di raggiungere la vetta del monte Amariana, percorrendo un sentiero regolarmente segnalato, oppure la Pieve di San Floriano che si trova su un alto sperone di roccia raggiungibile con un breve sentiero panoramico.

Da Illegio si può arrivare alle località in quota di Pra di Lunge, Palasecca e al rifugio Monte Sernio. A Illegio sgorga la sorgente “Tòuf ” che fuoriesce dalle rocce di tufo.

Gli illegiani cantano ancora oggi, durante i riti liturgici, i Vespri solenni in canto “patriarchino” nel pomeriggio della domenica del Corpus Domini, ma anche nelle principali solennità dell’anno. La prima domenica di ottobre il Vespro viene cantato alla Pieve di San Floriano.

 

Informazioni


Dove: Tolmezzo, provincia di Udine

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