Ovaro

Il borgo di Ovaro

Situato in una soleggiata conca nel canale di Gorto, il borgo di Ovaro con le sue tredici frazioni (Clavais, Lenzone, Liariis, Chialina, Entrampo, Luincis, Luint, Mione, Ovasta, Cella, Agrons, Muina e Cludinico) è il principale centro della bassa Val Degano. Il paese – immerso nel verde di una natura incontaminata, fra i gruppi montuosi del Col Gentile a Ovest e dell’Arvenis a Est – deve il suo nome alla rigogliosa vegetazione che lo circonda, costituita sopratutto di aceri (in latino opulus).

Ovaro, oltre ad essere uno dei Borghi autentici d’Italia, grazie agli ampi spazi e alle aspre montagne che lo circondano è stato definito il “Balcone della Val Degano”.

Tra le più antiche vestigia sono visitabili quelle della basilica paleocristiana e la necropoli altomedievale in località San Martino, oltre alle tante bellezze naturali e architettoniche delle sue frazioni, come quelle di Ovasta, caratterizzata dai bellissimi portali di ingresso ai palazzi signorili e la Casa De Corte, tipico esempio di architettura carnica risalente al XVII secolo; i Mulini della Iesola, gli stavoli di Chiastellir di Luint e poi a Mione Palazzo Micoli Toscano, realizzato nel 1836 dall’architetto pordenonese Giovanni Battista Bassi, noto come la Casa delle Cento Finestre.

La pieve di Santa Maria di Gorto, collocata su uno sperone di roccia a Nord di Agrons, è uno degli edifici più antichi del Friuli, mentre nella chiesa parrocchiale di Muina, sono conservate diverse tele di santi attribuite a Nicola Grassi.

Nei dintorni, in località Baus, tra Ovaro e Comeglians, è possibile visitare un vecchio mulino ancora in funzione. Presso Cella si fabbricano le famose tegole dipinte di verde, caratteristiche di molte case tipiche delle valli carniche. A Cludinico, invece, si può riscoprire l’ex-miniera di carbone situata sotto il paese.

La Sagra del Malgaro si svolge tradizionalmente nel mese di luglio, con un mercato di prodotti tipici gastronomici ed artigianali.

 

Informazioni


Informazioni: Ufficio turistico di Ovaro, via Caduti 2 maggio 144 – tel.: +39 0433 677782; e-mail: info.ovaro@cmcarnia.regione.fvg.it

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Socchieve

Socchieve

Socchieve è una delle borgate più antiche della Carnia di cui si ha menzione fin dall’anno Mille. Il nome, dal latino “sub clivo”, si è trasformato nei secoli in “sot la cleva” e si riferisce alla posizione ai piedi del colle. Sull’altura si ergeva un tempo il castello dei signori di Socchieve e oggi sorge l’antica pieve di Santa Maria Assunta di Castoia.

Il comune, assai esteso, va dalle pendici del Col Gentile fino al passo Rest e include le frazioni di Nonta, Mediis, Priuso, Lungis, Viaso, Dilignidis e Feltrone, nonché le borgate Chiamesans e Siega, sulle sponde del torrente Lumiei, e numerosi casolari sparsi sulle alture attorno al Tagliamento fra i quali Spaia, Avaris, Dalchia, Val, Caprizzi, Cavallaria e Campo.

Nel centro di Socchieve la chiesa di San Martino conserva nel presbiterio un importante ciclo di affreschi del maggior pittore carnico del Rinascimento, Gianfrancesco da Tolmezzo.

Tra i percorsi naturalistici si possono includere la visita alle malghe Mediana, Chiansaveit, Valuta, Monteriù, Pezzeit e Chiarzò oppure al piccolo rifugio di Grasia.

A Socchieve fra luglio e agosto si tiene la Rassegna artigianale e artistica della Carnia, una vetrina del tradizionale artigianato locale: mobili, tessuti, abbigliamento, ceramica, orologeria, pelletteria, lavori di ricamo, legni intagliati.

L’ultimo sabato e domenica di luglio, a Mediis, c’è la famosa Sagra Das Cartufolas, che propone piatti tradizionali a base di patate.

 

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Torre_Moscarda_Paluzza

Torre Moscarda

Il “castrum Muscardum” sorse verso la metà del Duecento presso il passo di Monte Croce Carnico. Comprendeva due torri – poste sulle rive del fiume Bot, con funzione di difesa e dogana, sulla via Julia Augusta – e altre postazioni minori fino alle pendici del monte Paularo. Il toponimo della località – Enfretors – significa appunto “tra le due torri”.

Il sito durante il periodo longobardo e quello carolingio e patriarcale, nonchè sotto il dominio veneto, continuò ad avere una notevole rilevanza strategica e vi si apportarono continue migliorie. Sopravvive oggi una delle due torri eretta tra i secoli XIII e XIV e restaurata di recente; la torre della riva destra invece è stata distrutta nel 1840.

Soprattutto durante la prima guerra mondiale la morfologia del luogo fu modificata con la costruzione dei tanti fortini ancora ben visibili. La Torre Moscarda o Torate, dopo l’intervento di recupero architettonico è stata destinata a museo del territorio, all’interno del parco di Monte Coglians. Qui, seguendo i percorsi naturalistici segnalati, si potrà scoprire la flora locale passeggiando tra ponticelli in legno e camminamenti.

L’edificio consta di tre stanze: il piano terreno è adibito ad attività didattica e di catalogazione, la stanza al primo piano dal 1994 ospita una mostra naturalistica permanente mentre il secondo piano è utilizzato per mostre temporanee di artigianato locale.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Casteons di Paluzza

Orari di apertura: su prenotazione presso IAT (Informazioni e Accoglienza Turistica) Paluzza – Tel.: 0433 775344

Informazioni: www.carniamusei.org; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

E-mail: info.paluzza@cmcarnia.regione.fvg.it

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Museo_Civico_Risiera_San_Sabba_Trieste

Museo Civico della Risiera di San Sabba

L’edificio, costruito nel 1898 per la pilatura del riso, è stato un lager nazista, l’unico sul territorio italiano, utilizzato per l’eliminazione di un gran numero di persone (tra le 3 e le 5 mila), in prevalenza partigiani, detenuti politici, ebrei, militari e civili italiani, sloveni e croati. La Risiera è stata usata anche per il transito, lo smistamento e l’avviamento ai campi di lavoro e di sterminio dei deportati razziali e politici.

Dichiarato Monumento Nazionale nel 1965, il complesso è stato ristrutturato dall’architetto Romano Boico, che ha realizzato un cortile cintato con mura in cemento alte undici metri, all’interno del quale un lugubre percorso in acciaio rivela l’impronta del forno crematorio e del camino. L’edificio che ospitava i prigionieri e le 17 celle sono stati mantenuti spogli.

Nell’edificio centrale ha ora sede il Museo della Resistenza. Ci sono una biblioteca e una mostra storica permanente con un percorso fotografico-documentario che traccia un quadro delle vicende storiche dell’intera regione durante la prima metà del Novecento.

Nella Sala delle Croci sono esposti entro bacheche i beni razziati agli ebrei triestini, donati dalla Comunità ebraica di Trieste. Nelle sale del museo sono raccolti oggetti e documenti donati da alcuni triestini membri dell’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti che furono ad Auschwitz, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Ravensbrück: oggetti personali, lasciapassare, documenti di riconoscimento, fotografie, ciclostilati realizzati dopo la liberazione, disegni, piante dei campi e di luoghi di sepoltura, oltre alla riproduzione di alcune opere grafiche di Anton Zoran Music, donate dall’artista nel 1997.

Visitata da oltre 100.000 persone all’anno, la Risiera ospita mostre temporanee e commemorazioni, in particolare durante il Giorno della Memoria e l’anniversario della Liberazione.

 

Indirizzo: Via Giovanni Palatucci 5, Trieste

Servizi: visite guidate, attività didattiche, mostre tematiche, bookshop, biblioteca, archivio documentale; accessibile ai disabili

Informazioni


Informazioni: www.risierasansabba.it

Orari di apertura: tutti i giorni 9.00-19.00; chiuso 1° gennaio e 25 dicembre

Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it – www.serviziodidattico.it

Ingresso: gratuito

Tel.: 040 826202

Fax: 040 833 09 74

E-mail: risierasansabba@comune.trieste.it

Come arrivare: in autobus con le linee 8 e 10

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Museo_Archeologico_Friuli_occidentale

Museo Archeologico del Friuli occidentale

Il museo archeologico del Friuli occidentale, allestito presso il Castello di Torre, documenta, attraverso un’esposizione ricca di ricostruzioni, pannelli illustrativi e video, i numerosi ed importanti siti archeologici dell’alta pianura pordenonese occidentale, dalla Preistoria al Rinascimento. Sono raccolte ed esposte testimonianze dei siti preistorici più antichi di Grotte di Pradis, Sequals, Piancavallo, Bus de la Lum; di quelli Neolitici e dell’età del Rame della destra Tagliamento tra cui Fagnigola, Valer, Bannia di Fiume Veneto e Meduno; reperti dell’Età del Bronzo provenienti da Castellir di Palse, Sesto al Reghena e San Tomè di Dardago, unitamente alla ricostruzione di un forno per la fusione dei metalli. Nel museo, inoltre, sono custoditi i reperti archeologici rinvenuti nel sito palafitticolo di Palù di Livenza, dal 2011 patrimonio dell’Unesco.

Non mancano documentazioni delle strutture dei castellieri dell’Età del Ferro di Gradisca di Spilimbergo e di Palse di Porcia, e del sito del Monte Castelir presso Caneva; oggetti riferibili a luoghi di culto e alla necropoli di San Floriano di Polcenigo e dell’epoca della romanizzazione con corredi funerari rinvenuti nel territorio pordenonese; nonchè i preziosi manufatti della villa romana di Torre, delle necropoli dell’epoca tardoromana e altomedioevale, un tesoretto di monete d’argento del III secolo d.C. rinvenuto a Sacile.

Del cimitero tardoantico di Torre di Pordenone si espone la tomba di bambino riallestita nella sala così com’è stata scoperta. Sono anche stati ricostruiti i due contesti cimiteriali altomedioevali, quello di epoca longobarda di Tramonti di Sotto e quello post-carolingio emerso sotto le fondazioni del medioevale Palazzo Ricchieri di Pordenone. Un altro spazio è dedicato ad alcuni castelli del pordenonese oggetto di scavi archeologici, quello di Caneva e quello di Meduno.

Il percorso termina con uno spazio dedicato al castello, sede del museo, e alla figura del conte Giuseppe di Ragogna, archeologo e cultore di antichità che fu l’ultimo proprietario del maniero. Il conte, alla metà degli anni Cinquanta, realizzò diversi scavi nella villa romana di Torre di Pordenone e raccolse numerosissimi reperti, ceramiche, marmi e intonaci affrescati della villa. Sono stati ricostruiti alcuni vani, tra cui una decoraziane parietale risalente agli inizi del I secolo d.C. con una scena di Amazzonomachia.

Conclude l’esposizione museale una sala dedicata ad alcune collezioni di oggetti pervenuti al Museo grazie a donazioni: la collezione Micheluzzi di vasi etruschi e la collezione Coran di reperti magnogreci.

Informazioni

Indirizzo: Via Vittorio Veneto 19-21, Pordenone

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: www.comune.pordenone.it

Orari di apertura: venerdì e sabato 15.00-18.00; domenica 10.00-12.00 e 15.00-18.00; aperture straordinarie su prenotazione

Ingresso: intero € 3,00; ridotto € 1,00; gratis con Fvg card

Visite: su prenotazione visite guidate al Museo Archeologico e al Castello o alla Villa Romana di Torreper gruppi di almeno 10 persone € 62,00

Tel./Fax: 0434 541433

E-mail: museo.archeologico@comune.pordenone.it

 

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Laghi_Fusine

Laghi di Fusine

I Laghi di Fusine, di origine glaciale, sono racchiusi all’interno di un’affascinante conca dominata dalla mole del monte Mangart e circondati da un fitto bosco di abete rosso. Situati al confine fra le Alpi Carniche e le Alpi Giulie, presso Tarvisio, sono formati da due laghi, il Lago Superiore e quello Inferiore, alimentato dal primo per via sotterranea; vicino al Lago Inferiore si trovano anche altri due minuscoli specchi d’acqua, i cosiddetti Laghi Piccoli.

La valle in cui sono inseriti, che corre parallela al confine italo-sloveno, nel 1971 è diventata area protetta, con il nome di Parco naturale dei Laghi di Fusine.

I due laghi sono forse tra i più belli specchi d’acqua della regione e la conca è uno dei luoghi di maggior valore naturalistico dell’intero arco alpino. Le foreste rigogliose e le imponenti montagne contribuiscono allo straordinario incanto del luogo. Nei boschi vivono cervi, camosci, caprioli e i rarissimi gallo cedrone, gallo forcello, francolino di monte e pernice bianca.

In inverno, la zona dei laghi di Fusine è uno dei posti più freddi di tutta la regione, e spesso vi si registrano le temperature minime d’Italia, a causa del sottosuolo carsico e della scarsa illuminazione invernale, tanto che i laghi sono normalmente ghiacciati da inizio dicembre fino a marzo.

 

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Centro Didattico Montano Pianpinedo

Questo parco incontaminato ospita numerose specie di animali selvatici delle Dolomiti come cervi, stambecchi, caprioli e camosci. Attraverso il sentiero botanico si possono osservare numerose specie floristiche alcune delle quali molto rare.

Nel Centro Didattico di Pianpinedo è stato realizzato un percorso artificiale che stimola la percezione sensoriale del mondo naturale: percorrendo un bosco e una grotta virtuali, nei quali i suoni e gli odori sono stati amplificati, è possibile scoprire le tracce e riconoscere i versi degli animali. Le postazioni multimediali consentono di percorrere virtualmente le aree faunistiche e di approfondire le proprie conoscenze.

Numerosi i laboratori didattici, come quello che illustra l’antica arte della distilleria del pino mugo e delle altre piante officinali della montagna pordenonese; e, presso borgo Palin, il laboratorio per la lavorazione del latte e quello sulle fonti energetiche alternative.

Il Centro Didattico Montano Pianpinedo di Cimolais fa parte dell’Ecomuseo Regionale delle Dolomiti Friulane Lis Aganis.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Vittorio Emanuele II, Cimolais

Servizi: visite guidate, laboratori didattici, noleggio audioguide

Informazioni: www.pianpinedo.it o presso il Comune di Cimolais – Tel.: 0427 87019; Fax: 0427 87020

Visite: per prenotazione visite e laboratori – Via Venezia 18/A, Maniago; Tel.: 0427 71775; Fax: 0427 71754; www.montagnaleader.org; E-mail: gal@montagnaleader.org

Orari di apertura: da maggio a ottobre la domenica e i festivi 9.00-18.00; in agosto tutti i giorni 9.00-18.00 (chiuso il lunedì); aperto su prenotazione per visite guidate a gruppi o scolaresche

Ingresso: al Parco Faunistico intero € 3,00; ridotto € 2,00 (studenti, bambini fino ai 12 anni, over 65); servizio guida € 2,00 a persona; al Laboratorio degli Antichi Mestieri € 6,00 a persona (minimo 15 persone)

E-mail: info@pianpinedo.it

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