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Grotta del Mitreo

Ai piedi del Monte Hermada si apre una piccola grotta carsica in cui fra il II e il V secolo d. C. si praticava il culto del dio Mitra, diffuso nel mondo romano dalla fine del I secolo d. C. sino all’avvento del Cristianesimo. Vicino alla grotta ci sono le risorgive del fiume Timavo, dove in epoca romana si veneravano il corso d’acqua divinizzato, Diomede e Saturno.

La grotta, ostruita da una notevole quantità di pietrame, venne scoperta nel 1963 e lo scavo portò alla luce numerosi resti tardoromani, tra i quali due rilievi in calcare con la figura di un giovane che sacrifica un toro al dio Sole, un pilastrino con un’iscrizione incompleta, frammenti di bassorilievo, resti di vasellame, moltissime lucernette e monete (offerte votive) e un blocco di pietra squadrato, probabilmente l’ara su cui si svolgevano i sacrifici. Tutto il materiale archeologico fu portato nel Museo di Aquileia. Grazie agli oggetti ritrovati si stabilì che la grotta era stata un tempietto dedicato al dio Mitra.

Al di sotto dello strato romano si è trovato qualche resto ceramico dell’età dei castellieri.

Al centro della grotta ci sono due banconi paralleli dove sedevano i partecipanti ai rituali; in mezzo c’è il blocco di calcare squadrato. Sulla parete in fondo alla grotta si trova il calco di una lapide sostenuto da colonnine che raffigura il dio Mitra mentre sacrifica il toro con la seguente scritta: “All’invitto dio Mitra Aulo Tullio Paumniano offre per la sua salute e per quella dei suoi fratelli“.

Il Mitraismo era un’antica religione ellenistica, che divenne molto popolare tra i soldati romani. Il culto era celebrato in luoghi sotterranei, spesso vicino a porti e sedi di guarnigioni. Il Mitraismo scomparve dopo il IV secolo quando, con l’avvento del cristianesimo, i culti pagani vennero vietati ed anche questo tempio fu abbandonato e probabilmente devastato. Questo Mitreo è uno dei più antichi dell’Occidente e uno dei pochi collocati in una cavità naturale, se non l’unico al mondo.

 

Come ci si arriva: la grotta si trova in una piccola dolina dalle pareti scoscese, all’altezza del cimitero. Si percorre la statale 14 da Monfalcone verso Duino, sino al bivio che porta al centro del paese; poco dopo, sulla sinistra, si diparte una stradina che porta alla caserma della Forestale; da qui si prende un largo sentiero sulla sinistra e lo si percorre fino quasi a raggiungere il sottopasso dell’autostrada; poco prima di arrivarci si imbocca il sentierino che scende verso la cavità naturale. L’ingresso è protetto da un recinto per evitare gli scavi abusivi; le chiavi del cancello sono custodite dalla Soprintendenza.

 

Informazioni


Orari di visita: giovedì 09.30 – 11.00, ingresso gratuito

Informazioni: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia,

tel. +39 040 4261411 – e-mail: sba-fvg@beniculturali.it

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Cascate rio Boncic

Il rio Boncic nasce dal pianoro di Campo de Bonis; dopo circa 1,5 km precipita attraverso una spettacolare successione di salti, alcuni dei quali alti più di dieci metri, da quota 670 m circa a quota 445 m. Le cascate si sviluppano in un ambiente naturale incontaminato, fra una folta vegetazione, in una stretta e tortuosa gola, incisa nel Flysh del Grivò, poco prima della confluenza nel Rio Bianco, affluente del Natisone. Si raggiungono partendo dal paese di Taipana (UD) e seguendo le indicazioni turistiche per il Campo di Bonis. Raggiunto il grande pianoro, si può parcheggiare presso l’azienda agrituristica.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Il Giardino delle Azalee o Parco Viatori

Il giardino botanico di Luciano Viatori nei pressi del torrente Groina riprende il solco della tradizione locale che promuoveva i parchi della “Nizza austriaca”. Nel corso degli anni vi sono state raccolte circa cinquecento varietà di azalee, centocinquanta specie di rododendri, oltre trecento tipi di rose rare, cinquanta varietà di camelie e centoventi di magnolie, in gran parte provenienti dalle collezioni Lord Peter Smithers e Van Veen di Lugano. Crescono rigogliose però anche una diversificata selezione di spiree e numerose altre specie, tutte pazientemente classificate con appositi cartellini, che danno un tocco finale alle composizioni di arbusti fioriti pensate secondo un’armonia di cromatismi squisitamente pittorica.

Ispirandosi ai parchi inglesi ottocenteschi il Professor Viatori a partire dal 1980 ha attuato una consistente bonifica del terreno per adattare il suolo alle necessità delle delicate azalee e creando persino un laghetto artificiale nella depressione prodotta dallo scoppio di una bomba durante la Seconda Guerra Mondiale. L’incantevole passeggiata è resa più agevole da una studiata rete di vialetti e passerelle di legno che consentono di cogliere tutte le sfaccettature di queste variopinte quinte arboree.

Il periodo ideale per visitare il parco è in primavera, tra marzo e giugno, quando ha inizio la fioritura delle magnolie e delle rose, che accendono il giardino di toni cangianti e rutilanti di colore.

Il Professore, recentemente scomparso, ha donato il parco alla Fondazione Carigo di Gorizia che lo ha riaperto al pubblico.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Forte del Bosco 24, Località Piuma, Gorizia

Superficie totale: 25.000 mq

Impianto planimetrico: informale, di forma irregolare con percorsi

Condizione giuridica: proprietà privata

Specie botaniche di rilievo: azalee, rododendri, magnolie, camelie, rose

Orari di apertura: tutti i weekend dalle 16 alle 19

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Castello di San Daniele del Friuli

Il castello era arroccato sulla vetta del colle sin dal 1267, dove sorge ancora una delle antiche torri adattata a campanile della chiesa di San Daniele Profeta. Nel XVI secolo il castello era formato da tre portali, otto torri e una cinta muraria merlata. Il sito fu venduto dai di Varmo a Giacomo Concina, che ne ricevette l’investitura dalla Serenissima nel 1756, e ancora oggi appartiene ai discendenti della famiglia.

La torre-mastio era molto probabilmente affiancata dalla chiesetta castellana e dalla casa del Gastaldo. A mezza costa correva un’ulteriore cinta con terrazzamenti e bastioni, eretta nella seconda metà del Quattrocento, a cui si accedeva tramite una torre portaia con levatoia su fossato che tagliava l’intero rilievo.

L’area circostante è stata adibita a parco pubblico con belvedere panoramico.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via San Sebastiano, San Daniele del Friuli

Visite: alla chiesa su appuntamento, informazioni e prenotazioni presso la Sede A.N.A. Associazione Nazionale Alpini – Tel.: 0432 954350; E-mail: anasandanieledelfriuli@virgilio.it

Informazioni: Ufficio Turistico Pro San Daniele (I.A.T.), Via Roma n. 3; Tel.: 0432 940765

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Palazzo delle Poste

L’imponente edificio in bugnato e laterizio si articola attorno alla torre dell’orologio. Fu realizzato nei primi anni Trenta su progetto di Angiolo Mazzoni, che si ispirò allo stile imperiale austriaco. Il porticato accoglie tre Vittorie, monumento ai caduti postelegrafonici realizzato da Domenico Ponzi. Al piano terra si trovano i mosaici di san Cristoforo opera di Matilde Festa Piacentini e quello di Pericle Gentili raffigurante i santi Ilario e Taziano, protettori della città di Gorizia. Al primo piano c’è l’affresco Danae fecondata da Giove realizzato su disegno del pittore Edoardo Del Neri mentre all’interno della torre la scalea è decorata con il ciclo pittorico di Guido Cadorin dal titolo Le guerre producono vittime. Infine, è qui conservato il Treno in corsa (1933) del futurista Tato (Guglielmo Sansoni).

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Corso Giuseppe Verdi 33, Gorizia

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Castello di Buja

Probabile sede di un’antica fortezza longobarda, la località chiamata Boga è documentata per la prima volta nel 792, quando Carlo Magno concedette la chiesetta castellana di San Lorenzo in Monte – posta entro la cinta dell’antico maniero – al Patriarca Paolino II. Il castello di Buia è, invece, citato nel diploma ottoniano del 983 che confermava al Patriarca il possesso del castello.

La giurisdizione del feudo venne affidata dai patriarchi a ministeriali di numerose casate: i Varmo, i Villalta, i d’Arcano, i Prampero e i Colloredo che si alternarono nel controllo della fortezza. Questi ultimi dovettero impegnarsi a restaurare il castello “perché diroccato per la sua antichità”.

I Conti di Gorizia nel corso del Trecento attaccarono più volte il maniero. Nel 1375 il Patriarca assegnò Buia ai Savorgnan, che detennero il possesso del castello fino alla caduta della Repubblica veneziana.

Attualmente sono visibili alcuni lacerti dell’antico fortilizio, sparsi fra il colle di San Sebastiano, San Lorenzo e il Monte di Zoc. Brani della struttura muraria sono siti nei pressi della pieve di San Lorenzo che utilizza come campanile una delle torri perimetrali del castello.

 

Informazioni


Indirizzo: località Monte,Buja

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: sentiero

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Collezione_Etnografica_Ruttar

Collezione Etnografica Ruttar

La sede museale di Clodig di Grimacco è una preziosa raccolta di testimonianze materiali sugli usi e costumi della società rurale delle Valli del Natisone. Gli oggetti, emblematici della cultura contadina locale, sono stati raccolti da Mario Ruttar.

Il percorso comprende una vecchia cucina a legna, che rievoca i lavori di conduzione della casa e quelli invernali della cantina, dell’intaglio del legno, dell’intreccio del vimini, della preparazione dei cibi, del burro, del pane e della grappa. Sono esposti gli strumenti che documentano i lavori agricoli: attrezzi per lo sfalcio del fieno, la viticoltura, il taglio dei boschi e la falegnameria, ma anche attrezzi utilizzati nelle fucine e nelle cave di pietra o nelle miniere.

Non mancano fotografie, immagini sacre e votive, manufatti, armi da taglio, chiavi, lucchetti e arnesi da norcino, mole, bauli e valigie, testimoninze legate all’emigrazione, nonchè le maschere lignee ancora utilizzate durante il Carnevale.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Località Clodig 26, Grimacco (Udine)

Servizi: visita guidata, bed&breakfast

Informazioni: www.museoruttarmario.com; www.comune.grimacco.ud.it

Orari di apertura: tutto l’anno su prenotazioneper gruppi di almeno 10 persone

Ingresso: gratuito

Tel.: 0432 725003

E-mail: info@museoruttarmario.com

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