Castello_Gemona

Castello di Gemona

Nel 611, durante le incursioni degli Avari, i longobardi fortificarono il “castrum Glemonae”, probabilmente sui resti di una vedetta o di un piccolo castellum, risalenti all’età romana, ma di cui non si è trovata traccia.

Nell’XI secolo venne edificato un maniero a opera dei Signori di “Clemona” e nel Duecento si ricordano due costruzioni contigue, di cui una doveva appartenere al Patriarca. Cessata la giurisdizione feudale dei Signori (che acquisirono il castello e il predicato di Prampero) la rocca di Gemona divenne proprietà del Comune. Nel XVI secolo il castello fu lasciato in abbandono e spoliato per edificare altre costruzioni.

Dai fianchi della rocca partivano tre cerchie di mura: la prima, costruita probabilmente prima del 1000, si appoggiava al dirupo sopra l’Altaneto, raggiungeva il duomo ed abbracciava l’antico nucleo abitato intorno a Portuzza; la seconda, voluta dal Patriarca Bertrando, cingeva l’abitato fino alla Piazza Nuova (ora Piazza Garibaldi) e alla Porta del Giunamo; la terza, infine, comprendeva la Zuccola, il borgo di Villa e il convento di Santa Chiara.

Fino al terremoto del 1976 erano visibili: la torre centrale (detta campanaria o dell’orologio), gli avanzi delle strutture murarie perimetrali dell’antico castello medioevale racchiudenti due cortili, il portale d’ingresso ad arco acuto del Trecento, la torre di levante (usata come prigione fino al 1967) e la torre di ponente, detta la “torate”.

Attualmente è in corso un imponente progetto di recupero architettonico. Sono aperti al pubblico i giardini del castello.

 

Informazioni


Indirizzo: Gemona del Friuli

Informazioni: www.ilcastellodigemona.it

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Fortini_Vallo_Littorio

Fortini del Vallo Alpino del Littorio

Il Vallo Littorio era un sistema di opere fortificate realizzato prima dello scoppio della seconda guerra mondiale a difesa delle Alpi, dalla Francia fino al Carso, a presidio delle vie di comunicazione dal fondovalle fino alle quote elevate. In località Invillino, sulla riva destra del fiume Tagliamento, si trova un articolato complesso di gallerie ricavate su tre piani sotto la roccia dei rilievi montuosi, in grado di resistere isolato per diverso tempo, progettato per ritardare l’avanzata, facilitare il tiro delle artiglierie in fortezza e incanalare eventuali attacchi. La struttura è dotata di due ingressi, depositi e casematte per le postazioni delle mitragliatrici, nonché di un osservatorio a due visuali che permette di controllare il territorio da Invillino fino ad Enemonzo, mantenendo così il collegamento visivo con gli osservatori di Preone e Socchieve.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Invillino Località Plera, Villa Santina

Servizi: visite guidate, bookshop

Tel./fax: +39 0432 541305

Informazioni: www.parks.it/parco.colline.carnichewww.comune.villasantina.ud.it – Ufficio Accoglienza Turistica Villa Santina, Piazza Venezia 1 – Tel.: +39 0433 74040; e-mail: turismovilla@tiscali.it

Orari di apertura: su prenotazione con adeguato preavviso – Tel.: +39 334 9580496; chiuso il 25 dicembre, 1° gennaio, Pasqua

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Castello_Valvasone

Castello di Valvasone

Il sito, che reca tracce di fortificazioni di età tardo-antica, fu conteso da numerose casate feudali, finchè alla fine del Duecento divenne possesso stabile dei signori di Cucagna.

Il complesso, che ha perso gran parte degli apparati difensivi medievali, fu notevolmente trasformato nel Cinquecento con la realizzazione di una serie di edifici rinascimentali raccolti attorno al cortile.

Superato il profondo fossato, si accede al cortile attraverso l’unica porta che sostituisce l’antico ponte levatoio. Nel cortile interno è visibile la base del quattrocentesco mastio – in origine alto 18 metri, che fu demolito nel 1884 perché pericolante – e il porticato ad archi ribassati edificato alla fine del Settecento.

All’interno, in un salone decorato da un fregio pittorico del tardo Cinquecento, all’inizio dell’Ottocento è stato costruito un teatrino. Altra particolarità è rappresentata dalla “cavana” che si apre sotto gli edifici, ossia un vano a fior d’acqua utilizzato per l’approdo delle imbarcazioni; infatti, probabilmente Valvasone era anticamente circondata da due rami del Tagliamento.

Il castello ospitò Gregorio XII, Pio VI e Napoleone.

Nell’attuale piazza castello c’è ancora la torre delle ore ed edifici con stemmi dipinti sulla facciata. Il borgo comprende i portici medievali e il duomo con all’interno le portelle dell’organo dipinte da Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone e da Pomponio Amalteo, una pala di Giulio Quaglio e il paliotto marmoreo del Cabianca.

 

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Castello, Valvasone

Eventi: in settembre Rievocazione storica medievale

Visite: in occasione di eventi o su prenotazione contattando la Pro Loco di Valvasone – Tel.: 0434 898898; E-mail:info.valvasone@gmail.com

Informazioni: www.provalvasone.it; www.consorziocastelli.it

Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia, tel.: 0432 288588; fax: 0432 229790; E-mail: info@consorziocastelli.it

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Polveriere_napoleoniche_Palmanova

Le polveriere napoleoniche di Palmanova

Le polveriere militari di età napoleonica di Palmanova, utilizzate come deposito per le munizioni, attualmente sono adibite a sede di mostre temporanee e possono essere visitate durante gli eventi culturali qui ospitati, come l’annuale Mostra di Stampe Antiche che si tiene il mese di agosto nell’edificio di Contrada Garzoni.

La polveriera di Bastione Foscarini, fatta edificare da Napoleone nel 1806 come l’altra, per sostituire le costruzioni militari venete ormai fatiscenti, si trova in via Lion, al pian terreno vi erano tenute le armi, mentre in quello superiore le polveri.

 
 

 
 

 
 

 

Informazioni


Indirizzo: Contrada Garzoni e in Contrada Foscarini, Palmanova

Informazioni: Ufficio turistico di Palmanova, via Borgo Udine 4 – tel./ fax: +39 0432 924815; e-mail: palmanova.turismo@libero.it
Orari di apertura: visitabili in occasione di mostre ed eventi

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Castelli_Forni_Sopra_Sotto

Castelli di Forni di Sopra e di Sotto

Nel 778 esisteva un castello di Forno nella Carnia, donato dal duca Tassilone di Baviera (o Masseglio), all’Abbazia di Sesto con privilegi e possessi tra cui le miniere di ferro e di rame. Successivamente nel 967 l’imperatore Ottone donava al Patriarca i feudi di Annone, l’Abbazia di Sesto e il castello chiamato di Forno. Nel Trecento il feudo venne assegnato dal Patriarca a vari vassalli finchè, nel 1326, entrambi i castelli di Forni di Sopra e di Sotto vengono acquisiti dai Savorgnan.

Il castello di Forni di Sopra o Sacuidic, che si trovava sul monte detto Cuol di Ciastiel, era già stato abbattuto nel Cinquecento, ma è stato oggetto di una recente campagna di scavo che ha portato alla luce vari reperti. Analoga sorte è toccata al castello di Forni di Sotto, in località Pra di Got, anch’esso oggetto di indagini archeologiche e interventi di valorizzazione.
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: località Cuol di Ciastiel, Forni di Sopra; località Pra di Got, Forni di Sotto

Stato di consrvazione: ruderi

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Borgo_Villafredda_Tarcento

Borgo di Villafredda

Il borgo di Villafredda, situato su un colle nei pressi di Tarcento, ha antiche origini feudali. Le mura turrite proteggono ancora l’abitato risalente al XIV secolo. Inizialmente il luogo era detto Burgfried, in tedesco borgo vecchio, mentre più tardo sembrerebbe il toponimo Villa Frigida.

All’interno del borgo si trovano la piccola chiesa della Trinità e il complesso di Villa Liruti Biasutti, che appartenne ai nobili signori del luogo, cui si accede da una torre-porta merlata di colore rosso, circondata da un parco secolare.

Nel borgo di Villafredda si trova anche una famosa osteria che ha trovato spazio nei rustici ambienti di una casa colonica risalente al XVII secolo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Località Loneriacco, Tarcento, provincia di Udine

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Piazza_della_Transalpina_Gorizia

Piazza della Transalpina

La stazione della linea Transalpina, creata per collegare Vienna a Trieste, fu inaugurata nel 1906 alla presenza dell’erede al trono austroungarico l’arciduca Francesco Ferdinando. Oggi la Transalpina è una linea a binario unico non elettrificata che congiunge la Valle dell’Isonzo e le Alpi Giulie a Sesana e Jesenice. I treni storici a vapore percorrono ancora questo tratto per portare i turisti da Gorizia al lago di Bled.

Nella piazza antistante la stazione, dopo la seconda guerra mondiale, venne tracciato il nuovo confine tra Italia e Jugoslavia, così il piazzale venne diviso in due dal “Muro di Gorizia”, uno dei simboli della separazione politica e ideologica durante gli anni della guerra fredda. Fino al 1954 lungo la linea di confine si snodava il filo spinato e la porta d’entrata della stazione ferroviaria non si apriva sulla piazza. Sulla facciata della stazione campeggiavano fino al 1991 la stella rossa e la scritta in serbo-croato “Mi gradimo socijalizam” (Noi costruiamo il socialismo).

La rete divisoria è stata abbattuta con l’ingresso della Slovenia nell’Unione Europea nel 2004. A memoria del confine oggi rimane una targa sul terreno, su cui è tracciata la linea che separa i due Stati, per cui è possibile stare letteralmente con un piede in Italia e uno in Slovenia. Nel centro della piazza l’artista triestino Franco Vecchiet ha realizzato un mosaico con il numero del cippo confinario n° 57/15 ora spostato a lato della piazza. Una fila di pietre ricorda graficamente la linea di confine sulla quale sorgeva la rete.

All’interno dell’elegante Stazione in stile secessione è stata allestita una sala espositiva dedicata alla storia del confine.

La piazza è spesso sede di eventi e manifestazioni sportive internazionali.

 

Informazioni


Indirizzo: Stazione Transalpina, Piazza della Transalpina/Evropski Trg, Gorizia/Nova Gorica

 

Orari di apertura: lo spazio espositivo della Stazione è aperto da lunedì a venerdì 13.00-17.00, sabato 9.00-19.00, domenica 10.00-19.00.

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