Lago_Cornino

Lago di Cornino

Situato nella Riserva naturale Lago di Cornino, nel territorio di Forgaria nel Friuli, questo piccolo lago alpino lungo solo 140 m e profondo 8 m, è caratterizzato da acque di un bellissimo colore verde-azzurro.

Formatosi circa 10.000 anni fa durante il ritiro dei ghiacci, è un lago senza emissari né immissari, ma il continuo ricambio idrico delle falde sotterranee permette di mantenere la temperatura dell’acqua costante nell’intero arco dell’anno (8° C), oltre a una caratteristica limpidezza delle acque. Questa bassa temperatura però, insieme alla scarsità di nutrienti presenti, fa sì che le acque del lago siano poco popolate, anche se c’è una presenza di gamberi di fiume.

All’interno della Riserva naturale del Lago di Cornino vi sono numerosi percorsi di trekking; l’ambiente è ideale per l’osservazione dei rapaci, tra cui i grifoni
 
 
 
 
 
 
 
 

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Monumento_caduti_Monte_Calvario

Monumento ai caduti del Monte Calvario

Il monte Podgora, situato a nord-ovest di Gorizia, è stato rinominato Calvario per ricordare le vittime della sanguinosa battaglia dell’Isonzo nella prima guerra mondiale: qui il 7 agosto 1916 le Brigate Cuneo, Casale e Pavia sfondarono le linee difensive austriache arrivando sulla sponda destra dell’Isonzo.

Molti cippi commemorativi sono stati eretti a commemorare i caduti di entrambi i fronti. Fra i tanti italiani che persero la vita sul Podgora ricordiamo il volontario triestino Scipio Slataper.

Sulla cima, da cui lo sguardo può spaziare sull’Isonzo e sui monti che coronano la piana di Gorizia (il Collio, il Monte Santo, il Monte San Gabriele e il Monte San Michele), c’è l’Obelisco, edificato nel 1920 su progetto dell’architetto de Grada, con epigrafi e lapidi poste in memoria dei caduti dei vari reparti che si succedettero nei tentativi di conquistare il monte. Ci sono anche tre grandi croci e cinque cippi dedicati ai volontari trentini, ai caduti delle Brigate Casale e Pavia, ai due battaglioni Carabinieri distintisi negli attacchi ed ai Volontari Giuliani caduti sul Carso.

Nelle vicinanze del museo all’aperto si trova anche l’Ossario di Oslavia, progettato nel 1938 dall’architetto Ghino Venturini.

Informazioni


Informazioni: Infopoint TurismoFVG di Gorizia, Corso Italia 9 – Tel.: +39 0481 535764; Fax: +39 0481 539294; E-mail: info.gorizia@turismo.fvg.it

Ufficio Informazioni U.R.P. Comune di Gorizia, Piazza Municipio – Tel.: +39 0481 383276

Associazione Culturale Isonzo. Gruppo di ricerca storica, Via del Collio 20/b,

Lucinico – E-mail: info@isonzo-gruppodiricercastorica.it

Come arrivare: l’itinerario, percorribile in auto, porta a visitare quei monumenti che ancor oggi sono presenti e ricordano le vicissitudini belliche della “piana di Gorizia”. Dal centro città, dove si trovano la Statua al Fante e la Statua di Enrico Toti, seguendo le indicazioni per Oslavia e superando il ponte del Torrione si raggiunge l’Ossario. Da qui, proseguendo in direzione del Viadotto Ragazzi del ’99 e, superato il sottopasso ferroviario che riporta un epigrafe commemorativa dedicata ad Aurelio Baruzzi, si imbocca via Sottomonte e poi via delle Chiese Antiche fino a raggiungere le pendici del Monte Calvario.

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Loggia_Comunale_Pordenone

Loggia Comunale di Pordenone

La Loggia comunale, simbolo del centro storico di Pordenone, si trova alla fine dell’elegante Corso Vittorio Emanuele, sulla parte più alta del promontorio che si affaccia sul fiume Noncello. Il bell’edificio, in stile gotico, fu costruito tra il 1291 e il 1395, completamente in laterizio; parte del pianoterra si apre su un portico loggiato ad ampi archi ogivali. La Loggia ha un avancorpo a torre, sulla cui parte superiore fu costruito un grande orologio astronomico-lunare dai fratelli Rainieri di Reggio; in cima alla torre sono poste due statue che battono le ore, dette i “mori”, che in realtà sono due paggi che reggono lo scudo con lo stemma cittadino e i simboli della casa d’Austria.

Attualmente le statue in pietra originali sono nel Museo d’arte cittadino, mentre sulla torre comunale sono state poste due copie. Sulla facciata del primo piano del palazzo, interamente occupato dalla sala del Consiglio comunale, si aprono due finestre trilobate tripartite. Nel XVI secolo furono aggiunti al palazzo dal maestro Iacopo da Gemona due eleganti pinnacoli a baldacchino. Nel 1928 ci fu un ampliamento sul retro dell’edificio ad opera dell’architetto Cesare Scoccimarro; a fine anni Sessanta fu aggiunto un ulteriore edificio su disegno dell’architetto Ignazio Gardella.

 
 
 
 
 
 

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Tempio Sacrario

Il Tempio della Madonna del Conforto, dedicato ai Caduti e ai Dispersi per gli stenti e il freddo durante la campagna di Russia, fu realizzato dall’architetto Giacomo Della Mea in mattone a vista. L’interno, illuminato da rosoni e finestre istoriate, presenta numerose opere d’arte eseguite da artisti friulani quali Ugo Galliussi, Enore Pezzetta, Giulio e Max Piccini, Giovanni Patat, Fred Pittino e Arrigo Poz. Nella cripta è esposta una lunga serie di registri sui quali sono riportate le generalità dei 100.000 uomini che non fecero mai ritorno dalla disastrosa guerra.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Leonardo da Vinci 10, Cargnacco

Orario di apertura: da lunedì a domenica 8.45-17.45 nei mesi estivi; 8.45-19.00 nei mesi invernali; durante le funzioni religiose la cripta rimane chiusa

Informazioni: www.sacrariomuseocargnacco.org – Unione nazionale italiana reduci di Russia; tel.: +39 340 7694854; e-mail: unirrfriuli@sacrariomuseocargnacco.org

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Azienda Agricola Barducci

La storia dell’azienda agricola inizia negli anni Cinquanta, quando il nonno Carlo, nato a Firenze, commerciante ed appassionato di cavalli, acquista dei terreni nel comune di Ronchi dei Legionari per provvedere alle necessità degli animali.

Negli anni Sessanta il figlio Franco, collaborando con il padre, si accorge che alcuni campi nella zona tra Soleschiano e San Pier d’Isonzo acquistati come seminativi hanno una produzione scarsa per la loro natura argilloso-sassosa derivante dagli antichi alvei del fiume Isonzo. Decide quindi di riconvertirli a vigna ed organizza una cantina in cui si producono i primi vini “bianco e rosso” che vengono venduti nella privata conosciuta come “là de Balducci a Solescian”.

Negli anni Ottanta e Novanta viene progressivamente attrezzata e continuamente aggiornata permettendo una produzione vinicola apprezzata e di qualità stabile anche per la cura della viti ed i metodi di vinificazione.

Venendo ai giorni nostri si è avuto un cambio generazionale: nella proprietà a Franco sono subentrati i figli Enzo, Giancarlo e Annarita che pur seguendo altre attività, si occupano dell’amministrazione, mentre la Cantina è affidata a Sergio Delpin coadiuvato da Patrik Lubiana.

Le vigne di proprietà coprono 23 ettari nelle località di Soleschiano e Dobbia nel comune di Ronchi dei Legionari per una produzione di circa mille ettolitri di vino.

Dal 2008 si è imbottigliato per la prima volta una parte della produzione curando un marchio ed una immagine che aspirano a far conoscere meglio un prodotto di tradizione ormai cinquantennale caratterizzato da semplicità nella qualità.

L’Azienda Barducci e le sue vigne si trovano nel Comune di Ronchi dei Legionari all’interno del più vasto territorio conosciuto come Bisiacaria dove, dall’incontro dell’acqua dolce dell’Isonzo con i suoi ciottoli e l’acqua salata dell’Adriatico con la sua sabbia, è nato un duro terreno in cui la vite esalta le sue caratteristiche qualitative.
Già gli antichi Romani la coltivavano, come pure tutti i popoli che si sono succeduti nella storia di questa zona di frontiera.
Ora i Barducci, con la loro cinquantennale capacità di far vino, proseguono questa tradizione.

 

Filosofia

Bere bene, bere genuino, bere vini della tradizione

Mission

Vini prodotti con il cuore al giusto rapporto qualità prezzo

Informazioni


Indirizzo: Piazza San Tommaso 18 Soleschiano 34077 Ronchi dei Legionari [GO]
Numeri Utili: Tel +39 349 5231004
Fax +39 0481 474649
Cell +39 331 9785755

Sito Internet: http://www.vinibarducci.it
Email: info@vinibarducci.it
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Azienda-Agricola-Barducci/654247407936324?ref=bookmarks

Indicazioni: a 300 metri dall’uscita A4 Redipuglia – Monfalcone Ovest. Alla rotatoria seguire l’indicazione San Pier d’Isonzo. Arrivo a 200 metri

 

ORARI D’APERTURA
Lun 16:00-18:00
Mar 9:30-12:30 16:00-18:00
Mer 16:00-18:00
Gio 9:30-12:30 16:00-18:00
Ven 9:30-12:30 16:00-18:00
Sab 9:00-12:30 14:30-19:00

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FalesieDuino

Riserva Naturale delle Falesie di Duino

L’area protetta tra le località di Duino Aurisina e Sistiana si sviluppa su una ripida scogliera carsica che si affaccia sull’Alto Adriatico e comprende l’inconfondibile falesia bianca che scende a picco sul mare e una stretta fascia dell’altipiano carsico, nonché il mare e il tratto di costa, ricca di calcari fossiliferi del Cretacico. La bianca roccia è modellata in singoli torrioni lungo la costa e in affioramenti rocciosi lungo il ciglione, crivellata dai fenomeni di carsismo e ridotta fino in frantumi nei ghiaioni. Lungo il ciglione delle falesie, tra il Castello nuovo di Duino e la baia di Sistiana, costeggiando i resti delle postazioni militari e dei bunker scavati nella roccia, si snoda il sentiero Rilke, dal quale si può ammirare il vasto panorama sul golfo di Trieste, dalla foce dell’Isonzo fino a Punta Salvore in Croazia. Il percorso è stato così chiamato in omaggio al poeta Rainer Maria Rilke, che aveva soggiornato al Castello di Duino nel 1912, dove scrisse le Elegie duinesi.

L’area è l’unico luogo in cui cresce la centaurea kartschiana, detta anche fiordaliso del Carso, che affiora sulle falesie più vicine al mare. Sul ciglione si alternano gli arbusti della landa carsica: ginepro, sommaco, genziana; mentre nella pineta artificiale dominano il pino nero e il pino d’Aleppo. Il bosco carsico (roverella, orniello con sottobosco di carniolo) si confonde con le specie più tipiche del mar Mediterraneo (leccio, alloro, carpino nero), sulle rupi a picco sul mare crescono, invece, il fiordaliso del Carso, la caracia campanella, la salvia e il ciliegio canino.

Il simbolo dell’area protetta è l’algiroide magnifico. Tra gli uccelli che nidificano sulle rocce si registra la presenza del passero solitario, l’occhiocotto, il picchio rosso, la cinciallegra e il falco pellegrino. Nei boschi della riserva sono presenti poi caprioli, tassi, cinghiali, volpi, lepri e scoiattoli. Nelle acque della baia di Sistiana è stata più volte avvistata la stenella striata, un piccolo delfino.

 

Informazioni


Ubicazione: Duino Aurisina

Estensione: 107 ettari di cui 63 a mare

Informazioni: www.falesiediduino.it – Comune di Duino Aurisina, Aurisina Centro 102 – Tel: 040 2017372; Fax: 040 201307; E-mail: info@falesiediduino.com

Come arrivare: percorrendo la strada provinciale 14 da Trieste verso Monfalcone e oltrepassando l’abitato di Sistiana si raggiunge il parcheggio nei pressi del bivio per Sistiana mare dove si trovano delle indicazioni per il sentiero Rilke oppure dall’abitato di Duino

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Fiume_Natisone

Fiume Natisone

Il Natisone (pare che il nome derivi dal latino natare, nuotare; Nadison in friulano, Nediža in dialetto sloveno locale, Nadiža in sloveno) è il più importante fiume del Friuli orientale, principale affluente del fiume Torre e sub-affluente dell’Isonzo.

Nasce in Italia, nelle Alpi Giulie, ad un’altitudine di 415 m. s.l.m., nelle vicinanze di Prossenicco, al confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, e deriva dalla confluenza del rio Bianco e del rio Nero. Per un tratto segna il confine dell’Italia, poi scorre in territorio sloveno per circa 10 km e rientra in Italia nei pressi di Stupizza, in comune di San Pietro al Natisone, dove la valle prende il suo nome. In questa zona, il fiume ha scavato delle vere e proprie forre vicino a Vernasso e Ponte San Quirino. Riceve le acque dell’Alberone, dell’Erbezzo e del Cosizza, poi, a sud di Cividale, inizia il corso più selvaggio del fiume che scorre in profonde forre calcaree; successivamente le rive si abbassano gradatamente. Raggiunto Trivignano scompare completamente nella falda alluvionale e confluisce nel Torre dopo un percorso di circa 32 km.

La parte alta del fiume ospita trote marmorate, trote fario, temoli, scazzoni; quella più bassa è popolata da barbi, cavedani, alborelle, gobidi e nasi, o savette, specie alloctona di recente immissione.

L’ambiente fluviale rappresenta un habitat ideale per vari uccelli migratori come anatre, cicogne ed aironi, ma anche per molti altri uccelli, anche rari, come il succiacapre.