Muggia

Spiaggia di Muggia

Muggia, piccola località balneare in provincia di Trieste al confine con la Slovenia, ha sette chilometri di litorale che si estendono in un golfo profondo a costa bassa, in cui si alternano tratti con scogli, coperti di ginestre e oleandri, a tratti con baie sabbiose. In alcune zone sono state costruite delle piattaforme in riva al mare cristallino. Diversi stabilimenti balneari e locali pubblici offrono tutti i servizi balneari, compreso il noleggio di attrezzature per praticare sport acquatici.

A Muggia si trova uno dei principali porti turistici dell’alto Adriatico, San Rocco, che può ospitare fino a 525 barche.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Castello di Sterpo (ora Villa della Torre Colloredo Venier)

Il castello fu eretto nel borgo rurale di Sterpo dai della Torre nel 1337 su un feudo già appartenuto ai conti di Gorizia. I della Torre tennero la giurisdizione sino al XVI secolo, quando fu ceduto ai di Colloredo.

Il castello subì il sacco dei contadini del 1509 e del 1511 e, fortemente danneggiato, rimase in stato di abbandono. Venne ricostruito dai Colloredo tra il XVII e il XVIII secolo come villa di campagna.

Il corpo dominicale della villa è affiancato da una cappella e da alcuni edifici rustici, uno dei quali si dice fosse sede del Tribunale. La facciata è scandita dalla torre centrale aggettante in asse con il ponte e il viale di accesso. Nella fascia del sottotetto sono presenti un cornicione affrescato e piccole aperture ellittiche. Anche la cappella dominicale affacciata sul giardino – dedicata a San Girolamo – è stata costruita incorporando parte di uno dei torrioni del castello. Fu ricostruita in stile neoclassico con un pronao formato da quattro colonne doriche che reggono un frontone triangolare.

Al di fuori del complesso della villa si trova un’altra torre a pianta quadrangolare risalente al XVI secolo. I Colloredo ne ebbero la proprietà sino al 1959, quando fu acquistato dai Venier (ora Villa Venier).

 

Informazioni


Indirizzo: Via Piave 2, Bertiolo

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Fontana dei Quattro Continenti

Realizzata dallo scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni tra il 1751 e il 1754, rappresenta la città di Trieste che ottiene fortuna e ricchezze grazie all’istituzione del Porto franco e ai favori accordatigli da Maria Teresa. Vi sono rappresentati le figure allegoriche dei quattro continenti allora noti Europa, Asia, Africa e America, e quattro fiumi dai cui zampilla l’acqua. La Fama con le ali spiegate si erge a protezione della giovane figura di Trieste, circondata dai simboli del commercio, nell’atto di accogliere un mercante in abiti orientali.

Nel 1925 gli artisti triestini si schierarono per evitarne la demolizione e, l’anno seguente, fu restaurata dallo scultore Marcello Mascherini. Smontata nel 1938 per allestire il palco del Duce, i pezzi furono conservati nell’Orto Lapidario, finché nel 1970, grazie all’intervento del pittore Cesare Sofianopulo la fontana fu restituita alla piazza.

Si dice che nel 1769, per festeggiare l’inaugurazione del Lazzaretto Nuovo di Santa Teresa, dagli orci dei Fiumi sia stato fatto zampillare il vino anziché l’acqua e che, nel secolo successivo, tra le rocce sia cresciuto un albero di fico, finché nel 1891 l’albero venne estirpato, non senza il rammarico dei cittadini; venne persino composto qualche verso dai poeti locali in omaggio all’amico perduto.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza dell’Unità d’Italia, Trieste

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Castello_Attimis

Castello di Attimis

Il maniero Superiore (Pecollo), risalente al XII secolo, appartenne dapprima ai marchesi di Moosburg e successivamente fu assegnato dal Patriarca ai fedeli vassalli Arpone ed Enrico, capostipiti dei due rami degli Attems. Fra il 1250 ed il 1260 fu eretto il castello Inferiore (Castelnuovo). Alla fine del Quattrocento i due castelli furono abbandonati e crollarono durante il terremoto del 1511.

I resti del castello Superiore sono stati in buona parte restaurati: visibili la muraglia di cinta di perimetro ovale, la torre mastio pentagonale, le strutture della domus e il basamento di una torre ovest. A ricordare il castello Inferiore, rimangono i resti dell’antico torrione e i tracciati degli altri ambienti. Sul sentiero che porta al castello ci sono, inoltre, i resti di una casa di guardia.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Come arrivare: percorrendo un sentiero segnalato presso il museo del Comune che porta al Monte dei Castelli (20 minuti circa). Qui un bivio porta a sinistra alle rovine dell’Inferiore e a destra del Superiore.

Stato di conservazione: ruderi

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Museo di Storia e Arte

Nelle sale di Casa Formentini è esposta la sezione storica della pinacoteca con opere che vanno dal Cinquecento all’Ottocento tra le quali ci sono i dipinti di Giuseppe Tominz (1790-1866), ritrattista ufficiale della borghesia triestina e goriziana. Oltre agli autori locali come Antonio Paroli (1688-1768) e Johann Michael Lichtenreiter (1705-1780) sono anche esposte opere dei maestri veneti Palma il Giovane, Giambettino Cignaroli, Francesco Fontebasso, Marco Ricci e Francesco Pavona.

Nel seminterrato sono riproposte sale d’epoca e botteghe artigiane: la cucina tradizionale friulana, la cantina e la saletta della caccia; la bottega del fabbro, un laboratorio di falegnameria e la bottega di un argentiere e cesellatore goriziano. Tra i manufatti, di particolare interesse sono le serrature, i lucchetti e i chiavistelli con complicati congegni, fabbricati nel contado tra il XVI e il XIX secolo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Casa Formentini, Borgo Castello 15, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale

Informazioni: www.musei.provincia.gorizia.it

Orari di apertura: 09.00-19.00; chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2,50; visite guidate € 1,00; scolaresche € 1,00 (a persona); gratis per minori di 6 anni, over 65 e con FVG Card

Tel.: 0481 530382 – 533926

Fax: 0481 534878

E-mail: musei@provincia.gorizia.it

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Castello di Miramare

Il castello di Miramare – edificato tra il 1856 e il 1860 – sorge sull’impervio promontorio di Grignano, arroccato sul golfo di Trieste e circondato dallo splendido parco botanico. Questa sontuosa residenza in stile eclettico fu voluta dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e progettata dall’ingegnere austraiaco Carl Junker, in una commistione di stilemi tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale.

Il futuro imperatore del Messico seguì personalmente sia la progettazione della dimora – assecondando il gusto romantico, come rivisitazione di una rocca medievale – che l’allestimento del vasto parco che sostituì la brulla landa carsica: ricco di piante rare, sculture e laghetti, scende con ampi gradoni verso il mare.

La realizzazione degli interni fu curata dagli artigiani Franz e Julius Hofmann. Al pianoterra ci sono gli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta del Belgio, con la saletta “Novara” che riproduce la fregata su cui l’Arciduca aveva iniziato la carriera d’ufficiale di Marina; al primo piano invece ci sono le sale di rappresentanza dalle rosse tappezzerie con i simboli imperiali. La Sala XX, detta “Sala Storica”, è stata decorata dal pittore Cesare Dell’Acqua con dipinti illustranti episodi salienti della storia locale.

Nel parco venne eretto il piccolo “Gartenhaus” o “Castelletto”, a imitazione in scala ridotta della residenza principale: si affaccia sul porticciolo, preceduto da una zona a parterre, abbellita da alberi e da una fontana nello spiazzo antistante alle serre. La decorazione superstite al primo piano mostra numerose analogie con quella della prima residenza triestina di Massimiliano: Villa Lazarovich sul colle di San Vito, tuttora esistente in via Tigor 23. Attualmente il castelletto ospita la sede della Direzione della Riserva Naturale Marina di Miramare.

Il castello accolse per brevi periodi anche la famiglia Asburgo: tra il 1869 e il 1896 ospitò quattordici soggiorni di Sissi, l’imperatrice Elisabetta d’Austria consorte di Francesco Giuseppe, anch’egli ospite nel 1882 in occasione di una sua visita ufficiale a Trieste. Nel 1900 Stefania del Belgio sposò qui in seconde nozze il nobile ungherese Elemér de Lónyay e nel 1914 Francesco Ferdinando, due mesi prima di essere assassinato a Sarajevo, ricevette l’imperatore prussiano Guglielmo. Gli ultimi Asburgo presenti a Miramare furono gli imperatori Carlo e Zita.

Al termine della prima guerra mondiale il comprensorio di Miramare passò sotto l’amministrazione italiana e, tra il 1925 e il 1926, l’Austria restituì gli arredi completi affinché il Castello venisse trasformato in museo.

Nel 1930 il governo italiano destinò il castello a residenza del Duca Amedeo di Savoia-Aosta fino al 1937, anno in cui ricevette la nomina di vicerè d’Etiopia. L’architetto Alberto Riccoboni, della Regia Soprintendenza alle Belle Arti, curò il progetto di ristrutturazione e modernizzazione del castello, che venne arredato con mobili in stile razionalista, ancora visibili nell’ala sinistra del primo piano.

Dopo il secondo conflitto mondiale castello e parco furono riconfermati proprietà demaniale e sottoposti a lavori di restauro a cura della locale Soprintendenza. Sulla base di documentazioni grafiche e di foto d’epoca si ricostruirono le decorazioni a legno nelle stanze e si ricollocarono mobili, suppellettili, quadri e tappezzerie.

Nel 1955 il parco viene riaperto al pubblico e s’inaugura il Museo Storico del Castello di Miramare, affidato alla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia. Le Scuderie del castello sono state restaurate a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e vengono utilizzate per esposizioni temporanee.

 

Informazioni


Indirizzo: Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare
Viale Miramare – 34151 Trieste

Orari di apertura: sempre aperto 9.00-19.00 (chiusura biglietteria 18.30)

Ingresso:
Dal 1 aprile 2018 all’11 maggio 2018:
– INTERO: € 8,00
– RIDOTTO: € 4,00

Dal 12 maggio 2018 al 30 dicembre 2018:
– INTERO: € 12,00
– RIDOTTO: € 6,00
(incremento del costo del biglietto per mostra)

Servizi: visite guidate, audioguide, laboratori didattici, accesso ai disabili, bookshop, fototeca, archivio, ristoro

Visite: prenotazione ingresso tel. 041 2770470 dal lunedì al venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-14.00 (chiuso durante le principali festività); in caso di richiesta di guida turistica o operatore didattico da parte di gruppi o scolaresche (min. 10 – max. 25 persone), la prenotazione va effettuata almeno 15 giorni prima; per le visite tematiche gratuite e accompagnate consultare il sito web del castello aggiornato settimanalmente

Informazioni: http://www.castello-miramare.it

Tel.: +39 040 224143 – Fax: +39 040 224220

E-mail: mu-mira@beniculturali.itPec: mbac-mu-mira@mailcert.beniculturali.it

 

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    Azienda agricola Zidaric Dario

    L’azienda agricola Zidaric è ubicata sull’altipiano carsico, territorio estremamente ostile per l’attività zootecnica perché povero di terra e di acqua, ma ricco di freddo e bora d’inverno e caldo siccitoso d’estate. Queste condizioni non permettono di lavorare i terreni (non esiste, infatti, agricoltura intensiva) pertanto i foraggi vengono raccolti su prati polifiti permanenti (centenari) su una vasta area del territorio. Il fieno ha la particolarità di essere fine come quello di montagna, ma molto più ricco di essenze botaniche perché il clima continentale d’inverno e mediterraneo d’estate ne favorisce lo sviluppo. È questa dunque la base dell’alimentazione giornaliera della mandria.

    Da anni l’azienda ha scelto la strada della produzione di formaggi per valorizzare in questo modo i frutti del territorio. Per preservarne tutte le caratteristiche organolettiche, il latte viene lavorato a crudo, dunque non pastorizzato, e il fermento viene preparato di volta in volta con lo stesso latte. Non solo, ad alcuni formaggi vengono aggiunti elementi di territorialità unici, come ad esempio le erbe carsiche e il polline di millefiori del Carso.

     

    I formaggi

    Ricotta (fresca e affumicata), Caciotta bianca (15 giorni circa di stagionatura); Koromac (caciottine con fiori di finocchio selvatico, 15 giorni circa di stagionatura); Zepek (caciottine con la Santoreggia, tipica erba del Carso, 15 giorni circa di stagionatura); Tabor (stagionatura di 3, 6, 12 e 24 mesi); Jamar (formaggio stagionato in grotta, 6 mesi di stagionatura); Mlet (formaggi di varie stagionature tritati e impastati con il pepe; un mese di stagionatura);Yogurt bianco.

     

    Informazioni


    Informazioni

    Indirizzo: Prepotto, 36 – 34011 Aurisina (TS)

    Numeri utili: tel: +39 040 201178 / cell. +39 392 5594992

    E-mail: zidaric@tiscali.it

    Orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì 9-13 e 15-17; sabato 9-13

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