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Giardino Basevi (Bosco Pontini)

Il giardino si sviluppa su quote diverse all’interno di un’area urbana sul pendio nord del colle di San Vito, presso via San Giacomo in Monte, ed è attraversato da vari viali raccordati da gradinate.

Antica proprietà dei baroni de Fin, passò prima ai Buhelin e successivamente ai Pontini (da cui il nome popolare “el giardin Puntini”) tra il XVIII e il XIX secolo. In epoca ottocentesca si accedeva al giardino signorile attraverso un «magnifico cancello in ferro dorato» e passando «sotto le volte di un’antica pergola tra due campi» si giungeva «a un viale di pioppi fino alla casa». All’interno del palazzo, un ampio salone al pian terreno era adibito a serra durante l’inverno, mentre all’esterno si potevano ammirare ampi pergolati e un bosco, fiori profumati, «labirintici viali» e un cippo sepolcrale (da G. Agapito, 1823).

La villa, di proprietà della famiglia Pepeu, nel 1839 passò al cavalier Giuseppe Basevi, deputato triestino al Parlamento di Vienna che, nel 1895 affidò la ristrutturazione all’architetto Eugenio Geiringer che vi applicò stilemi decorativi di ispirazione neomedievale. Infine, nel 1898, il cavaliere la donò al Comune.

All’inizio del Novecento, alla fine di via Besenghi, fu costruita, la Scala Dublino nota anche come Scala Joyce, in memoria del celebre autore dell’Ulisse che abitò nelle vicinanze (al terzo piano di via Bramante 4). Il giardino è immerso in un’atmosfera suggestiva, sebbene vagamente malinconica o di romantica trascuratezza.

 

Informazioni


Indirizzo: Via San Giacomo in Monte

Superficie totale: 0,92 ha

Impianto planimetrico: formale con inserti informali

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: belvedere, percorsi, portale, sedili-belvedere incorniciati da topiaria

Specie botaniche di rilievo: bagolaro, bosso, cedro dell’Himalaya, cipresso, cipresso di Monterey, forsizia

Orari di apertura: sempre aperto

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ALTRO IN ZONA
Fiume_Livenza1

Fiume Livenza

Il fiume Livenza (il cui nome deriva dal latino Liquentia, dal verbo liquere che significa essere scorrevole; chiamato Łivensa in veneto, Livence e Lighintha in friulano) nasce da una sorgente di natura carsica ai piedi del Parco del Cansiglio, in località Gorgazzo; dopo pochi chilometri troviamo la seconda sorgente del Livenza vicino il santuario della Santissima, e infine quella del “Molinetto”, più piccola. Le sorgenti si trovano nei comuni di Polcenigo e Caneva (PN); il fiume per un tratto segna il confine fra Veneto e Friuli Venezia Giulia; dopo un percorso di 112 km sfocia nell’Adriatico a Caorle, in Veneto.

Suoi affluenti sono fiumi di risorgiva come il Meschio, il Monticano e il Meduna, fiume a carattere torrentizio. Il Livenza è un fiume di pianura e per questo è ricco d’acqua tutto l’anno – tanto da essere navigabile per quasi tutta la lunghezza del suo alveo – molto pescoso e ricco di vegetazione. Tra i pesci delle sue acque vanno citati i cavedani, trote delle varie specie, tinche, scardole, alborelle, carpe, lucci, temoli e anguille.

Lungo il suo corso ci sono oasi naturalistiche di notevole interesse. Il paesaggio fluviale è caratterizzato dalle cosiddette “smorte”, meandri abbandonati dal fiume, in lento interramento, in cui attecchiscono bene molte specie di flora spontanea (vicino a Sacile si trova la smorta di Cavolano, già inserita tra le aree regionali protette). Il Livenza, con l’avvicendarsi degli habitat acquatici e di terraferma, rappresenta un prezioso complesso ecologico e ambientale.

gorizia

Provincia di Gorizia

La Provincia di Gorizia è racchiusa tra l’estremo bordo meridionale delle Prealpi Giulie, rappresentate dai rilievi del Collio, e la laguna di Grado sul mare Adriatico; a Ovest la pianura friulana, a Est il confine con la Slovenia e le alture carsiche. Un territorio piccolo, ma ricco di peculiarità, che racchiude una grande ricchezza di paesaggi, oltre a tante testimonianze storiche e artistiche che rivelano influssi culturali germanici, slavi e latini. Nella provincia convivono le etnie slovena, italiana e friulana, che si armonizzano fra loro in particolare nella città di Gorizia.

Il tratto costiero è dominato dalla meravigliosa laguna di Grado, storico centro di epoca romana di cui sopravvivono testimonianze archeologiche, centro termale, luogo di sport acquatici e di golf, con lunghe spiagge dorate. La laguna è un suggestivo intreccio di canali tra isole e isolotti, dove sono state istituite due aree protette, habitat ideali per numerose specie di uccelli: la Riserva naturale della Valle Cavanata e la Riserva naturale della foce dell’Isonzo, dove vivono allo stato brado i cavalli Camargue. La fertile pianura dell’Isonzo presenta ampie distese di vigneti che producono vini di alta qualità, paesini pittoreschi e scorci panoramici di singolare bellezza. Risalendo la sua valle, l’Isonzo diventa sempre più selvaggio e affascinante.

Uno dei paesaggi più caratteristici della provincia di Gorizia e dell’intera regione è offerto dall’altipiano carsico, il cui terreno aspro e roccioso è coperto da una colorata vegetazione mediterranea. Area di alto valore naturalistico, ma anche storico: il Carso infatti è stato teatro di feroci combattimenti durante la prima guerra mondiale, i cui segni indelebili sono trincee, camminamenti e opere difensive che vengono recuperate e rese fruibili ai visitatori in un percorso della memoria che ha nel Sacrario di Redipuglia, che conserva i corpi di 100.000 soldati caduti, il suo punto di partenza.

Altro paesaggio caratteristico è costituito dalle dolci colline del Collio, costellate da piccoli borghi come Oslavia, Dolegna del Collio e Cormons e ricoperte di vigne che producono eccellenti vini.

I prodotti del mare e la tradizione mitteleuropea sono alla base della cucina goriziana. Si passa dal brodetto di pesce di Grado (boreto alla graisana) ai sapori più robusti, influenzati dall’enogastronomia slava ed austriaca: gnocchi di pane con lo speck, gnocchetti di fegato o di semolino in brodo, kaiserfleish (carrè di maiale affumicato accompagnato da crauti), gulasch, cacciagione, patate in tecia e brovada, cioè rape tagliate a fettine sottili, macerate nella vinaccia e poi cotte. Tra i dolci tipici, la gubana goriziana e la putizza (dolci ripieni di frutta secca), la pinza (tradizionale focaccia), le palacinche (omelette ripiene di marmellata di albicocche, o noci, o cioccolata).

Imperdibili i vini Doc con i marchi Collio e Isonzo: tra i bianchi, il Friulano e il Pinot; tra i rossi, il Cabernet, il Merlot e il corposo Refosco.

 

 

 

 

CULTURA
BORGHI TIPICI CASTELLI EVENTI
    MONUMENTI E SITI STORICI MONUMENTI RELIGIOSI MOSTRE
    MUSEI SITI ARCHEOLOGICI VILLE E PALAZZI
    NATURA
    CASCATE ESCURSIONI FIUMI
        GIARDINI E PARCHI GROTTE LAGHI E LAGUNE
          MONTAGNA PARCHI E RISERVE SPIAGGE
            ENOGASTRONOMIA
            RISTORANTI AGRITURISMO PIZZERIE
                  CANTINE PRODUTTORI
                    OSPITALITÀ
                    HOTEL BED & BREAKFAST AGRITURISMO
                        CAMPEGGI AFFITTACAMERE APPARTAMENTI PER VACANZE
                              SPORT
                              TREKKING E PASSEGGIATE MOUNTAIN BIKE CAVALLO
                                  SPORT ACQUATICI SPORT INVERNALI SPORT MONTAGNA
                                        Parco_Villa_Varda_Brugnera1

                                        Parco di Villa Varda

                                        Villa Morpurgo, acquisita e ristrutturata nel 1868 dalla facoltosa famiglia triestina dei Morpurgo de Nilma, è immersa nel suggestivo parco che si affaccia su un’ampia ansa del fiume Livenza. La residenza padronale, originaria del XV secolo, apparteneva in origine alla nobile famiglia bergamasca dei Mazzoleni.

                                        Nei pressi delle costruzioni architettoniche di ispirazione rinascimentale si incontrano piccoli parterre, aiuole e rigogliosi cedri, mentre, inoltrandosi nel parco, i vasti prati incorniciati da lunghi viali di tigli.

                                        La serra ad arcate ospitava le essenze esotiche che erano il vanto della famiglia, forse a memoria dei viaggi in Egitto con cui Carlo Marco Morpurgo aveva avviato la sua fortuna economica. Di particolare bellezza l’aranciera, con terrazza e balaustra in pietra che si affaccia sul fondale ombroso del bosco, interrotto da un varco che lascia spaziare lo sguardo sulle placide acque del fiume.

                                        Entro la metà del Novecento fu costruito anche un mausoleo in forme neoclassiche, dove vennero tumulati gli ultimi discendenti e, nel 1926, l’architetto Domenico Rupolo restaurò la cappella gentilizia eretta nel 1670 da Fabio Mazzoleni. Nel 1932, sopra una vecchia ghiacciaia, fu costruita una torre merlata contenente un serbatoio per l’irrigazione e i giochi d’acqua. Recentemente sono stati restaurati anche l’edificio agricolo detto Canevon e l’annesso ‘giardino delle rose’.

                                        Il parco, inoltre, è ricco di varietà arboree autoctone come cedri, salici, pini, carpini, olmi, aceri, noccioli, gelsi e ciliegi; vanta, inoltre, essenze diffuse in Europa solo a partire dall’Ottocento come il librocedro, la fotinia, la sofora e il ginepro della Virginia.

                                        Nel 1943 Mario Morpurgo, ultimo esponente della casata, lasciò la proprietà al Seminario arcivescovile di Pordenone, che, tuttavia, lasciò il complesso in stato di abbandono, finchè, nel 1975, lo cedette alla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia che, a sua volta lo affidò al Comune di Brugnera.

                                         

                                        Informazioni


                                        Indirizzo: Via Villa Varda di San Cassiano 7, Villa Varda (Brugnera)

                                        Superficie totale: 18,00 ha

                                        Impianto planimetrico: geometrico (giardino a parterre), naturalistico informale (parco)

                                        Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Brugnera

                                        Peculiarità scenografiche e compositive: affacci sul fiume Livenza, aiuole, cappella, mausoleo, serra, torre, vialetti

                                        Specie botaniche di rilievo: fotinia, libocedro, sophora

                                        Orari di apertura: estivo 8.00-20.00; invernale 8.00-16.00

                                        Informazioni: www.comune.brugnera.pn.it; www.villevenete.org

                                        E-mail: segreteria@com-brugnera.regione.fvg.it; cultura@comune.brugnera.pn.it

                                        Tel.: Ufficio Cultura – +39 0434 616738

                                        Fax.: +39 0434 624559

                                        Servizi: Bookshop

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                                        Lago di Redona

                                        Il lago artificiale di Redona, detto anche “Lago dei Tramonti“, fu costruito nel 1951 sbarrando il fiume Meduna, presso la stretta del monte Racli, per produrre energia elettrica ed alimentare i sistemi d’irrigazione della pianura. La sua costruzione però ha comportato la distruzione di tre borgate che sono state sommerse, Flors, Movàda e Redòna: nei periodi di secca, i resti delle case e degli edifici emergono dalle acque come scheletri.

                                        Lungo circa 5 km, si trova in Val Tramontina, circondato dalle montagne, fra i Comuni di Tramonti di Sopra e Tramonti di Sotto, vicino a Meduno (Pordenone).

                                        Il lago è inserito in un ambiente naturale affascinante, percorso da sentieri panoramici, ed è possibile praticare la pesca: la fauna ittica è rappresentata da trote iridee, fario, barbi e cavedani.
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         

                                            Laghi della Val Tramontina ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

                                        Battistero_Grado

                                        Battistero di Grado

                                        Il Battistero paleocristiano di Grado si trova accanto alla Basilica di Santa Eufemia, in Campo Patriarca Elia. Fu fatto costruire nel VI secolo dal Patriarca di origine beneventana Probino, come testimoniato dal suo monogramma riportato sulla lastra frontale dell’altare, dove colombe e pavoni fanno da cornice a una croce.

                                        L’esterno del Battistero è in cotto. Nello spiazzo antistante sono stati collocati due grandi sarcofagi romani di personaggi vissuti a Grado tra il II e III secolo.

                                        Il Battistero ha forma ottagonale ed è dotato di otto alte finestre, una per lato, sotto le quali c’era un portico d’ingresso, oggi perduto.

                                        L’interno, molto semplice, contiene al centro la vasca battesimale esagonale, simile a quella della basilica di Aquileia, rivestita di cipollino verde; un altare decorato con frammenti scultorei, inserito in un abside ricavato nel lato orientale, illuminato da tre finestre; sulle pareti un mosaico, reintegrato nelle parti più chiare.

                                        Il pavimento a mosaico è suddiviso in parti trapezoidali, con decorazioni geometriche e floreali e un’iscrizione, dedicata al liberto Sesinio.

                                        Il soffitto in legno è stato ricostruito nel 1933.

                                         

                                        Informazioni


                                        Campo Patriarca Elia

                                        I – 34073 Grado (GO)

                                        Tel. e fax: +39 0431 80146

                                        E-mail: parrocchia.grado@libero.it

                                         

                                        Orari di apertura: inverno dal lunedì alla domenica 8.00-18.00; estate dal lunedì alla domenica 8.00-19.00

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                                        ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

                                        Galleria_arte_moderna_Enrico_Cillia

                                        Galleria d’Arte Moderna Enrico de Cillia

                                        La pinacoteca si formò nel 1975 con la donazione del pittore e collezionista Enrico De Cillia di una cinquantina di opere dei maggiori esponenti della pittura friulana del Novecento: Altieri, Anzil, Bierti, Borta, Bront, Canci, Magnano, Celiberti, Ciussi, Coceani, Colò, Cussigh, Davanzo, Filipponi, Marra, Merlo, Pellis, Pittino, Saccomani, Sopracasa, Supan, Tavagnacco, Tubaro, Ursella, Variola, Zigaina. La collezione si è nel tempo consolidata attraverso gli apporti di artisti e privati e oggi rappresenta esaustivamente la carriera dell’artista cui è dedicata grazie all’acquisizione di ventisei olii del maestro nativo di Treppo.

                                        La raccolta, ospitata nell’ottocentesco palazzo della Biblioteca, è corredata da esaurienti schede critiche nonché da oltre milletrecento libri d’arte e ospita spesso mostre temporanee d’arte e di fotografia.

                                        La Galleria Enrico de Cilla fa parte della rete museale CarniaMusei.

                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         
                                         

                                        Informazioni

                                        Indirizzo: Palazzo della Biblioteca, Via Giacomo Matteotti 13, Treppo Carnico

                                        Servizi: bookshop, audioguida, visite guidate e laboratori didattici, animazione per bambini; accessibile ai diversamente abili

                                        Informazioni: www.treppocarnico.org; Municipio di Treppo Carnico – Tel.: 0433 777023; Fax: 0433 777331; CarniaMusei – Tel.: 0433 487779; Fax: 0433 487760; www.carniamusei.org; E-mail: carnia.musei@cmcarnia.regione.fvg.it

                                        Orari di apertura: da settembre a giugno sabato 16.00-18.00; domenica e festivi 10.00-12.00 e 16.00-18.00; luglio e agosto da martedì a sabato 16.00-18.00, domenica e festivi 10.00-12.00 e 16.00-18.00; chiuso il lunedì

                                        Ingresso: intero 2,60 €; ridotto: 1,60 €;gratis con FVG Card

                                        Tel.: 0433 777307

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