Fiume_Fella1

Fiume Fella

Il fiume Fella (Fele in friulano) nasce dal monte Mirnig (m. 1389) nelle Alpi Carniche, nei pressi di Malborghetto-Valbruna, dall’unione di alcuni torrenti minori, il più importante dei quali è il Saisera, e ha le caratteristiche di un tipico torrente alpino; attraversa la Val Canale ed il Canal del Ferro trasformandosi in fiume – pur mantenendo un carattere torrentizio – per confluire dopo 54 km nel Tagliamento nei pressi di Portis di Venzone. I suoi molti affluenti sono a sinistra i torrenti Dogna, Raccolana, Rèsia, il rio di Valbruna; a destra il rio Alba, i torrenti Aupa, Glagnò, Malborghetto, Pleccia, Pontebbana.

L’alveo del Fella è molto ampio, caratterizzato da un fondale di ciottoli medio-piccoli biancastri (rocce calcaree). Il bianco di questi ciottoli rende le acque del fiume particolarmente chiare, ed è da questa peculiarità che deriva il suo nome: dalla radice prelatina fel e dallo sloveno Bela (nel significato di bianco, limpido) derivano i termini antichi di Fellach (tedesco), Fele (friulano) poi divenuti Fela, Fella.

In caso di precipitazioni abbondanti, specialmente in primavera ed estate, piene improvvise possono mutarne la fisionomia, ampliando il suo letto e dividendone il corso in più rami.

Nel fiume Fella si trovano diversi tipi di pesce: dalla sorgente verso valle possiamo trovare prima la trota fario e iridea, poi la trota marmorata e infine il temolo.
 

Museo_Civico_Archeologico_Codroipo

Museo civico archeologico

Il percorso museale presenta i risultati delle campagne di scavo condotte sul territorio del Medio Friuli da studiosi ed appassionati locali grazie alla Società friulana di archeologia.

L’esposizione si articola attraverso cinque sezioni, disposte fra le celle e il cortile dell’ottocentesco edificio carcerario, nelle quali sono raccolte le testimonianze degli insediamenti locali dalla protostoria al Rinascimento.

Dai reperti dell’età del bronzo rinvenuti negli scavi dei Castellieri di Rividischia e della Gradiscje si passa alla prima età imperiale, testimoniata dalle numerose anfore e ceramiche di età augustea, gioielli e oggetti d’uso, nonchè dai corredi della necropoli romana di Iutizzo, che ha restituito 69 tombe ( I sec. a. C.-metà del IV sec. d. C.). Dalla necropoli longobarda, sita nell’attuale centro cittadino, provengono altri notevoli ritrovamenti, alcuni inumati sono stati esposti con i relativi corredi funebri.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazzetta Don Vito Zoratti, Codroipo

Servizi: bookshop, laboratorio didattico, biblioteca tematica; parzialmente accessibile ai disabili

Informazioni: www.comune.codroipo.ud.it – www.provincia.udine.it/musei

Orari di apertura: martedì e domenica 9.30-12.30; su richiesta in altri giorni e orari

Ingresso: gratuito

Tel.: 0432 820174

Fax: 0432 824696

E-mail: museoarcheologico@comune.codroipo.ud.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Casa_Fortificata_La_Brunelde_Fagagna copy

Casa Fortificata La Brunelde

Il fortilizio della Brunelde è citato già nel 1208 in un elenco di beni feudali dei conti d’Arcano, marescalchi e confalonieri del Patriarca d’Aquileia, fino al XV secolo denominati “de Tricano” per i tre cani neri presenti nello stemma. L’antica torre longobarda – già sorta su un’opera di epoca romana che presidiava la Via del Sale – fu trasformata in casaforte nel XIII secolo.

Giovanni Nicolò d’Arcano agli inizi del Cinquecento riformò il complesso, trasformandolo in residenza di campagna, in cui dedicarsi alla caccia. Il fratello Rizzardo, colto umanista, volle decorare l’atrio con motti latini tratti dall’Eneide di Virgilio. Nel 1518 fu edificata la cappelletta di San Nicolò, in cui è conservata la reliquia della vera Croce, che, secondo la tradizione, fu portata nel 1270 da Leonardo III d’Arcano di ritorno dall’ottava crociata.

La domus magna Tricanea conserva gli arredi d’epoca e le memorie famigliari, lo studiolo del poeta Gian Mauro d’Arcano, l’archivio storico della casata, le pareti dipinte con gli scacchi bianchi e rossi – emblema della casata – nonché le sale che nel Settecento ospitarono il celebre cantante Farinelli.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: località Casali Florit, Fagagna
Servizi: visite didattiche, partecipa a Castelli aperti, Settimane della Cultura, mostre e convegni

Visite: su prenotazione per gruppi di almeno 20 persone presso la Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del FVG – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; info@consorziocastelli.it
Orari di apertura: sabato e domenica 15.30-18.30 (orario di inizio dell’ultima visita)

Informazioni:www.consorziocastelli.it

Tel.: 0434 738224

E-mail: info@labrunelde.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Casa_Veneziana_Udine

Casa Veneziana

Originariamente il palazzo si trovava in via Rialto, dove, nel Quattrocento, numerose famiglie nobili edificarono le proprie dimore signorili, tra cui questo palazzetto che appartenne ai conti di Montegnacco.

Nel 1910, per evitarne la demolizione, la decorazione architettonica venne smontata e ricomposta, nel 1929, sul sito attuale. Il palazzetto, in stile gotico fiorito con un’alternanza di bifore, trifore e monofore di varie fogge, è un raro esempio di architettura dell’età della dominazione della Serenissima nel capoluogo della Patria del Friuli.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza XX settembre, Udine

×

 

ALTRO IN ZONA
Palazzo_del_Lloyd_Triestino

Palazzo del Lloyd Triestino

Il palazzo fu realizzato tra il 1880 e il 1883 dall’architetto viennese Ernesto von Ferstel per la potente società di navigazione del Lloyd austriaco.

Nella severa facciata di ispirazione rinascimentale si aprono due nicchie che accolgono le due fontane con le statue di Teti e Venere, che rappresentano l’acqua dolce e l’acqua salsa, a ricordo della signoria sul mare lungo le rotte del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente. Le sculture furono realizzate da Giuseppe Pokorny e Ugo Härdlt. A coronamento dell’edificio sono poste statue allegoriche e due Vittorie alate che reggono l’emblema della compagnia.

Al suo interno un grande scalone in pietra carsica conduce all’ampio salone del primo piano con soffitto dorato sul quale sono ritratti gli imperatori asburgici Francesco Giuseppe ed Elisabetta d’Austria, Sissi.

Le sale sono decorate con stucchi a motivi marini e ospitano quadri di pittori triestini: vi sono due quadri di Giuseppe Barison raffiguranti il Commercio e l’Industria, e, ancora, la Pancogola servolana di Edgardo Sambo, il bassorilievo di Giovanni Mayer, la Saturnia Tellus che si trovava sull’omonima nave. Nei corridoi si trovano i modellini delle navi che hanno solcato i mari per il Lloyd Austriaco.

Oggi il palazzo è sede della Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia.

 

Informazioni


Dove: Piazza Unità d’Italia, Trieste

×

 

ALTRO IN ZONA
ItinerariPacassi

Nicolò Pacassi: itinerari a Gorizia e dintorni

I Pacassi erano un’antichissima famiglia scalpellini di origine greca che sul finire del Cinquecento si trasferirono a Gorizia dove allora stavano sorgendo importanti cantieri come la chiesa di san Giovanni Battista (eretta a spese del barone Dornberg), il palazzo di Carlo Zengraf di Grafenberg e la chiesa dei padri cappuccini. Lungo tutto il Seicento questi maestri scalpellini lavorarono tra il santuario della Castagnevizza e il Seminario Werdenbergico, costruendo altari in marmi policromi per le chiese del Friuli e della Slovenia.

Giovanni III è l’ultimo dei Pacassi nato a Gorizia che nel primo decennio del Settecento si trasferì a Vienna per lavorare alla cripta dei Cappuccini. A Wiener Neustadt nacque il figlio Nicolò (1716-1790), da sempre ritenuto un goriziano per i meriti artistici che tributò alla città e che fu primo architetto di Corte di Maria Teresa d’Austria meritando anche il titolo di barone

 

 

Vedi
G. Ludovico e F. Castellan, Itinerari pacassiani a Gorizia e nel Friuli goriziano, Associazione Goriziana “Amici dei Musei”, Mariano del Friuli 1998

G. Ludovico e F. Castellan, Itinerari pacassiani II. Friuli, Carinzia e Slovenia, Associazione Goriziana “Amici dei Musei”, Mariano del Friuli 2000

G. Ludovico, F. Castellan e P. Tommasella, Itinerari pacassiani III. Gli Attems. La villa di Piedimonte, Associazione Goriziana “Amici dei Musei”, Gorizia 2004

 

1

PALAZZO ATTEMS SANTA CROCE
PIAZZA DEL MUNICIPIO
L’edificio fu realizzato attorno al 1740 per i conti Attems del ramo di Santa Croce. Nell’Ottocento il palazzo passò ai baroni Ritter von Zàhony che lo ristrutturarono. Durante l’occupazione francese del 1797 fu la residenza del generale Gioacchino Murat. Nel Novecento è divenuto la sede del Municipio. Al disegno di Nicolò Pacassi si riconosce il loggiato che dà sul parco, lo scalone monumentale che sale al piano nobile e il prospetto della facciata con le sei eleganti lesene concluse da capitelli ionici. Nel parco è stato creato un tempietto neoclassico con cupola a bulbo di ispirazione barocca.

2

COLONNA DI SANT’IGNAZIO E FONTANA DEL NETTUNO
PIAZZA DELLA VITTORIA
La statua del santo fu realizzata nel 1687 da uno dei Pacassi, mentre la fontana (1756) è stata eseguita dallo scultore Marco Chiereghin su disegno di Nicolò Pacassi e collocata nel centro urbanistico da cui si dipartono le direttrici della viabilità cittadina.

3

PALAZZO ATTEMS PETZENSTEIN
PIAZZA DE AMICIS
Questo capolavoro indiscusso dell’architetto degli Asburgo a Gorizia si deve alla volontà di Sigismondo d’Attems. Al di sopra del fastigio della serliana balconata è posto lo stemma comitale e la data: 1745. La facciata è scandita da sottili lesene che disegnano linee d’ombra delicate e da fasce orizzontali che animano i volumi con garbo. La balaustra sul cornicione sfuma verso il cielo con statue e volute a ricciolo. Le sculture e gli stucchi sono attribuiti a Giovanni Battista Mazzoleni, forse tratte da disegni di Nicolò. Nel cortile interno, al centro di un giardino all’italiana, è stata collocata la fontana con l’Ercole e l’Idra (1775), ultima opera di Pacassi, che in origine era stata posta nella piazza quasi a firmare la sua miglior creazione.

4

PORTALE IN PIETRA, PARCO DELLA VILLA CORONINI CRONBERG
VIALE XX SETTEMBRE
Della sontuosa residenza di campagna degli Attems, distrutta dai bombardamenti della prima guerra mondiale, si salvò questo portale dalle sinuose volute che venne smontato e qui trasferito.

5

RESTI DELLA VILLA ATTEMS
VIA IV NOVEMBRE, PIEDIMONTE
Resti della Villa Attems, Via IV Novembre, Piedimonte
Attraversando il Parco dei Principi si incontrano tre dei maestosi portali della villa terminata da Nicolò Pacassi nel 1748. La splendida residenza palladiana sorgeva sulle falde del monte Calvario e una distesa di giardini e frutteti digradava fino all’Isonzo. Del vasto complesso è rimasto il Ninfeo, una costruzione incassata nella collina e riccamente ornata, un tempo affrescata, che cela una nicchia in cui era posta una fontana.

6

PALAZZO TACCÒ AITA
CORMÒNS
Gli stucchi al primo piano del palazzo sono attribuiti a Giovanni Battista Mazzoleni (1699-1769) scultore e decoratore che collaborò con Pacassi nel palazzo Attems di Gorizia. Si ritiene che i disegni preparatori siano perciò dell’architetto. Intrecci curvilinei con putti alati e mascheroni giocano a snodarsi tra i pieni e i vuoti dei soffitti e delle pareti e si abbarbicano attorno alle finestre.

7

VILLA PACE
TAPOGLIANO
Questa villa fortificata, serrata tra quattro torri angolari è stata ingentilita in età settecentesca da teorie di candide lesene che fasciano gli spigoli delle torri e sbocciano in capitelli corinzi poco al di sotto dei cornicioni. Questi interventi non sono stati attribuiti a Pacassi in modo univoco sebbene l’effetto sia quello di un’innegabile grazia rococò e mitteleuropea.
ALTRO IN ZONA
FociSella

Riserva Naturale Foci dello Stella

Si tratta di un ambiente di notevole interesse naturalistico che interessa il delta del fiume Stella e la fascia di Laguna circostante, nonché l’oasi avifaunistica di Marano Lagunare. Il fiume, che scorre lento e sinuoso tra le ali di cannuccia palustre, origina un suggestivo paesaggio coperto di un rigoglioso tappeto di piante acquatiche, ricamato da una intricata rete acquifera che si abbandona alla deriva nella laguna.

Il canneto, oggi alquanto raro e prezioso, si estende presso le foci dello Stella, dando rifugio nel suo delicato ecosistema palustre a numerosi uccelli, che nidificano e sostano durante le migrazioni secondo il ritmo delle stagioni. Si possono osservare, fra gli altri, falchi di palude, cigni reali, aironi rossi, cinerini e bianchi. Nella foce si incontra un pittoresco villaggio di pescatori con i caratteristici casoni di canna e legno, cui si attracca tramite un pontile in legno.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Ubicazione: Comune di Marano Lagunare

Estensione: 1.377 ettari

Informazioni: www.maranoinforma.it

Centro Visite: riserve naturali Valle Canal Nuovo e Foci dello Stella, via delle Valli 2, Marano Lagunare – tel.: 0431 67551; e-mail: centrovisite@maranolagunare.com

Orari di apertura: aperto tutto l’anno da martedì a domenica durante i mesi invernali 9.00-17.00, nei mesi estivi 9.00-18.00

Servizi: centro visite, bar, punti ristoro, aree pic-nic, parco giochi; servizio motonave

Attività: escursioni guidate, birdwatching

Visite: la riserva è accessibile solo via acqua, la visita si svolge necessariamente in barca; le escursioni con la motonave sono programmate per i gruppi dal 1° ottobre al 15 maggio dal lunedì al giovedì

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE