Museo_Lapidario_S_Eufemia_Grado

Museo Lapidario di Sant’Eufemia Grado

Il lapidario della Basilica – fondata nel 579 dal vescovo Elia – raccoglie frammenti scultorei ed epigrafi rinvenuti nella città lagunare, risalenti per lo più al periodo paleocristiano e altomedioevale, ma anche qualche esemplare di scultura romana classica, are e sarcofagi.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Campo Patriarca Elia, Grado

Orari di apertura: da lunedì a domenica 8.00-18.00

Tel./Fax: 0431 80146

E-mail: parrocchia.grado@libero.it

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Villa_Florio_Maseri_Pavia_di_Udine

Villa Florio Maseri

I Florio, originari di Spalato, si distinsero nella Patria del Friuli con personalità eminenti come Filippo Florio, ritratto da Giandomenico Tiepolo nel Consilium in arena; Francesco Florio, canonico d’Aquileia e vicario generale del Patriarcato, nonché cultore di storia locale; Daniele Florio, oratore e poeta, amico del Metastasio e gran ciambellano dell’imperatore Carlo VI.

La villa di famiglia, risalente al 1600, fu usata come residenza estiva dai conti che nei mesi invernali abitavano il palazzo Florio di borgo San Cristoforo a Udine.

La facciata è scandita da lesene e balaustre. Lunette, cancelli e balconcini sono chiusi da raffinati lavori in ferro battuto. Alla balconata del piano nobile si accede tramite il portale a tre luci in cima allo scalone che sale dal cortile d’onore. Questo è disegnato da aiuole erbose, mentre sul retro della villa si estendono un ampio parco e vaste tenute agricole. Il salone d’onore è affrescato con paesaggi, mentre nella vicina biblioteca sono conservate numerose stampe del XVIII e XIX secolo. A oriente, inglobata nell’ala dei rustici è situata la cappella di famiglia, dedicata a Sant’Ignazio di Loyola, una delle meglio conservate e decorate della regione, con portale in pietra e un ingresso indipendente che da sulla via per i paesani.

 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Sant’Andrea 1, Località Persereano, Pavia di Udine

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Castelreggio

Castelreggio

Lo stabilimento balneare di Castelreggio è situato nella splendida Baia di Sistiana, a circa 18 km dal centro di Trieste. Lo si raggiunge scendendo la strada che da Sistiana conduce al porticciolo, dove è disponibile un ampio parcheggio a pagamento.

La spiaggia di ciottoli è abbastanza lunga e piuttosto ampia; il mare è splendido e l’acqua subito profonda; il paesaggio circostante, fatto di ripidi pendii boscosi, si apprezza ancor di più nuotando un po’ al largo e ammirandolo dal mare.

La spiaggia è suddivisa in aree gratuite e zone a pagamento attrezzate con lettini e ombrelloni. Ci sono alcuni chioschi e un bar che d’estate propone musica e serate danzanti. La spiaggia è pure dotata di un ristorante self-service che offre soprattutto piatti di pesce.

La spiaggia di Castelreggio è accessibile anche ai disabili ed è generalmente aperta dal 1° maggio al 30 settembre, dalle 7.30 alle 20.30 (balneazione 9.00-19.00).

 

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Palazzo_del_Lloyd_Triestino

Palazzo del Lloyd Triestino

Il palazzo fu realizzato tra il 1880 e il 1883 dall’architetto viennese Ernesto von Ferstel per la potente società di navigazione del Lloyd austriaco.

Nella severa facciata di ispirazione rinascimentale si aprono due nicchie che accolgono le due fontane con le statue di Teti e Venere, che rappresentano l’acqua dolce e l’acqua salsa, a ricordo della signoria sul mare lungo le rotte del Mediterraneo e dell’Estremo Oriente. Le sculture furono realizzate da Giuseppe Pokorny e Ugo Härdlt. A coronamento dell’edificio sono poste statue allegoriche e due Vittorie alate che reggono l’emblema della compagnia.

Al suo interno un grande scalone in pietra carsica conduce all’ampio salone del primo piano con soffitto dorato sul quale sono ritratti gli imperatori asburgici Francesco Giuseppe ed Elisabetta d’Austria, Sissi.

Le sale sono decorate con stucchi a motivi marini e ospitano quadri di pittori triestini: vi sono due quadri di Giuseppe Barison raffiguranti il Commercio e l’Industria, e, ancora, la Pancogola servolana di Edgardo Sambo, il bassorilievo di Giovanni Mayer, la Saturnia Tellus che si trovava sull’omonima nave. Nei corridoi si trovano i modellini delle navi che hanno solcato i mari per il Lloyd Austriaco.

Oggi il palazzo è sede della Giunta della Regione Friuli Venezia Giulia.

 

Informazioni


Dove: Piazza Unità d’Italia, Trieste

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Castello_Coia_Tarcento

Castello di Coia

Il castello di Coia o Inferiore sorge nell’omonima frazione di Tarcento che nel XII secolo era feudo dei signori di Machland che qui edificarono il più antico castello – eretto su fortificazioni tardo antiche – detto Superiore o di San Lorenzo. In seguito il feudo passò ai Grimonis di Tarcento, poi ai Signori di Caporiacco e nel 1281 ai di Castello o di Castel Porpetto (poi Frangipane). Attorno al 1314 venne costruito un secondo castello, detto Inferiore. Entrambi furono distrutti dalle truppe patriarcali nel 1352 per punire i congiurati che avevano assassinato il Patriarca Bertrando.

Ricostruito, fu definitivamente distrutto nel 1511, prima incendiato dalle rivolte contadine del Giovedì Grasso e poi colpito dal rovinoso terremoto che seguì nello anno stesso. Ancora oggi rimane integro il torrione, soprannominato in seguito dalla popolazione locale, il Cjiscjelat ovvero il “castellaccio”. I ruderi furono acquistati nel 1931 dal Comune.

Presso il castello di Coia ogni anno si allestisce il “pignarul grant”, il tradizionale fuoco epifanico che da oltre sette secoli si svolge al tramonto del 5 gennaio: un corteo con centinaia di figuranti in costume medievale e con le fiaccole accese attraversa le vie del centro storico fino a raggiungere i piedi del colle dove viene rievocata l’investitura feudale di Artico di Castello. Il fumo levatosi dalla pira premonirà, a seconda che si orienti a levante o a ponente, il buon o cattivo raccolto.

 

Informazioni


Indirizzo: Località Coia, Tarcento

Stato di conservazione: ruderi

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Rive d’Arcano

I borghi di Rive d’Arcano (dal latino ripe, ovvero declivi) sono legati al casato dei signori di Tricano fin dall’XI secolo. Lo stemma con lo scudo a scacchiera bianca e rossa con i tre cani (dai cui il nome con cui questi signori furono conosciuti, poi variato in Arcano) simboleggiava la fedeltà all’Imperatore e al Patriarca di Aquileia che valse ai nobili la carica ereditaria di marescialli e gonfalonieri della Chiesa di Aquileia.

Sulla strada panoramica che collega San Daniele a Fagagna, due obelischi segnano il limite dell’antico feudo. Il Castello d’Arcano, situato su un’altura del Col del Tiglio, sopra l’ampia braida castellana e la valle del Corno, è un autentico maniero del XII secolo con bifore tardoromaniche, torri e mura merlate cui si accede tramite un ponte e una chiesa castellana del Seicento. All’esterno della cinta muraria si sviluppa l’antichissimo borgo colonico di Arcano Superiore, che mantiene inalterato il tessuto urbano attraverso i secoli. A meridione, tra il Ledra e la Valle del Corno, si estende il borgo di Arcano Inferiore, dove si conservano i vecchi rustici in pietra e un edificio con archi in mattoni a sesto acuto e archetti pensili sotto le travature.

Quattro sono le antiche chiese del paese, la Pieve di San Martino, attestata sin dal 1077; San Mauro, dove sono sepolti gli Arcano; la cappella castellana, dedicata alla Madonna della Neve e, infine, la chiesetta di San Giorgio di Arcano Inferiore.

In località Zucule, fra i torrenti Patoc e Corno, sono stati rinvenuti i resti di un castelliere preistorico; tra Giavons e San Daniele la necropoli della Cava dove sono state scoperte una dozzina di tombe romane del II e III secolo d. C.; e in località Fornace, a Rodeano Basso, una tomba longobarda che conteneva una croce d’oro.

In questa frazione si producono vino e olio biologici.

Informazioni


 

Dove: Borgo Arcano, Rive d’Arcano, provincia di Udine

 

Informazioni: Comune di Rive d’Arcano,Piazza I Maggio 1 – www.comune.rivedarcano.ud.it

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Cascata di Fuas

(Val Pesarina)

 

La cascata di Fuas, in Val Pesarina, è formata dal torrente Possal, che incide profondamente la roccia di calcare dolomitico. Il torrente nasce a quota 1572 m sotto la Casera di Entralais e si unisce alla Pesarina a quota 760 m.

La forza motrice del torrente si iniziò ad usare nel 1725 con la costruzione della fabbrica di orologi F.lli Solari, e fino al tardo ’700 vi sorgeva una diga alta 10 metri, tutta di legno, detta stua, che sbarrava le acque del torrente. Fu costruita per trasportare il legname per via fluviale: i tronchi venivano raccolti nel bacino artificiale e poi si facevano cadere a valle aprendo l’imbocco della diga.

Si raggiunge dalla strada statale 465 della Val Pesarina. Arrivando alla F.lli Solari, dove si può parcheggiare, si prende la strada forestale adiacente e attraverso un sentiero facile, tenendosi alla destra del torrente e oltrepassando un ponte in pietra, in breve tempo si giunge alla cascata di Fuas, a 880 metri.

 
 
 
 
 
 
 
 

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