Torrente_Cellina1

Torrente Cellina

Il Cellina (in friulano Ciline, Cilina, Silina e Thelina) nasce dal monte la Gialina (m. 1634), ma le sorgenti del torrente si trovano in provincia di Pordenone, in località Margons, nel comune di Claut. Percorre la Valcellina, che prende il nome dal torrente, per una trentina di chilometri. All’altezza di Barcis, a 402 m., una diga ne sbarra il corso e forma il lago dalle acque verdissime che prende il nome dal paese. Più a valle, dopo una lunga gola, il torrente incontra un altro sbarramento, la diga di Ravedis, in comune di Montereale Valcellina, dopo la quale le sue acque scompaiono in un immenso ghiaione e scorrono nel sottosuolo finché incontrano il fiume Meduna. I due torrenti risalgono in superficie nella zona delle risorgive tra Vivaro e Cordenons e insieme vanno a confluire nel Livenza.

Durante il suo percorso lungo 58 km riceve le acque di molti torrenti, i principali dei quali sono il Cimoliana e il Settimana.

Il Cellina scorre tra gole, dirupi, insenature e salti lasciando intravedere, attraverso la sua trasparenza, un fondo ghiaioso chiaro che fa cambiare colore alle sue acque man mano che varia l’ambiente circostante.

 

Spiaggia_del_bosco

Spiaggia al Bosco

La spiaggia chiamata “Al Bosco” è il tratto di arenile tra la spiaggia principale di Grado e la spiaggia di Pineta. Il nome è dato dalla zona boschiva che la circonda, dove si può parcheggiare a pagamento arrivando così proprio a ridosso della bella spiaggia sabbiosa lunga più di un chilometro. L’ingresso è gratuito; alcuni tratti sono in concessione e vi si possono noleggiare lettini e ombrelloni.

Il fondale qui è molto basso fino ai banchi di sabbia, l’acqua mai fredda, ideale per i bambini; oltre i banchi di sabbia l’acqua diventa più profonda. Questa spiaggia è sempre molto tranquilla, e l’ampia fascia alberata permette di riposare all’ombra e fare dei pic-nic.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Toppo

Toppo di Travesio

Fin dal XIII secolo il borgo rurale di Toppo è diviso dal corso del rio Gleria: il borgo orientale comprende la chiesa parrocchiale di San Lorenzo e i masi medievali di Toppo, ovvero le caratteristiche case rurali in pietra, con portici ad arco e cortili interni; e quello a occidente, la borgata di Pino ai piedi del castello.

Il Palazzo Toppo-Wassermann sorge nella borgata chiamata anche “dei Martins”, dal nome degli antichi proprietari del complesso che, nel Cinquecento, fu convertito in dimora signorile di campagna. Il portone d’ingresso, datato 1543, reca inciso sull’architrave: “Vengo aperto perché escano i cattivi. Vengo chiuso perché restino i buoni”. Al piano terra del palazzo sono conservati due affreschi di arte sacra popolare del XVII secolo che ornavano le facciate degli edifici del borgo crollati nel terremoto. Dal cortile si accede alla cappella gentilizia di San Girolamo che conserva dipinti settecenteschi, l’acquasantiera longobarda risalente al Mille e la quattrocentesca statua in pietra dipinta di Santa Lucia. Nel vicino piazzale si trova un edificio secentesco con arco d’ingresso, un tempo residenza estiva dei conti di Spilimbergo, nonché diversi edifici in sasso.

Gli imponenti resti del castello sulle pendici del monte Ciaurlèc dominano l’abitato: un’architettura fortificata ben conservata del medioevo friulano. Nei pressi si trova anche la chiesetta castellana di Sant’Antonio Abate, con i pregevoli affreschi del XIV secolo.

Scendendo alla borgata di Toppo si incontra l´arco d´ingresso di un maso ristrutturato risalente al XV-XVII secolo e, lungo via Fornace, una serie di edifici del XVII-XVIII secolo, pertinenze di un antico maso, nonché case con corte, portico e ballatoio affacciato sugli orti e il frutteto retrostanti. Poco distante dal borgo c’è anche la vecchia fornace, opificio in uso nella prima metà del Novecento.

A Travesio, nella pieve di San Pietro, si conserva il ciclo di affreschi di Giovanni Antonio de Sacchis detto il Pordenone e, inoltre, il portale della sagrestia e il fonte battesimale scolpiti da Giovanni Antonio Pilacorte.

 

Informazioni


Dove: Località di Toppo, Comune di Travesio in Provicia di Pordenone

 

Informazioni: Ufficio Turistico di Toppo
Palazzo Toppo-Wassermann
via Verdi 98,
33090 Toppo di Travesio, PN

Tel. 0427 90350
turismo@comune.travesio.pn.it

Orari di apertura:
Mercoledì
9:00 – 12:00
Sabato e Domenica
9:30 – 12:30
14:30 – 17:30

www.castelloditoppo.eu
Fb: @ufficioturisticotoppo

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Castello_Arcano

Castello di Arcano

Il più antico castello d’Arcano superiore in origine sorgeva poco distante dalla chiesetta di San Mauro, presso il fiume Corno; in seguito fu riedificato nel sito odierno, mentre un’altra fortificazione era stata eretta presso Arcano inferiore e fu distrutta nel XV secolo dai turchi.

Fin dal XII secolo i castelli furono affidati dal Patriarca ai Tricano, così chiamati per i tre cani neri dello stemma araldico. Il castello ha mantenuto inalterato il suo aspetto medievale con le cortine merlate alla guelfa, la doppia torre portaia e il possente mastio – tra i più grandi del Friuli – coronato da una fila di bifore tardo romaniche. Al suo interno si trovano una saletta affrescata da Andrea Urbani, i saloni con mobilia e armi d’epoca, camini e portali in marmi policromi opera del lapicida secentesco Raffaello de’ Raffaelli.

Attualmente abitato, è anche sede di una azienda agricola e vitivinicola dove vengono privilegiate colture di tipo biologico.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Località Arcano Superiore 11/C, Rive d’Arcano

Servizi: visite didattiche, azienda agricola, degustazioni enologiche, bed & breakfast, convegni, partecipa a Castelli Aperti

Eventi: a luglio il borgo ospita una rievocazione storica

Orari di apertura: sabato e domenica 15.30-18.30 (orario di inizio ultima visita)

Visite: per gruppi tramite l’ufficio visite del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; visite@consorziocastelli.it

Informazioni: www.consorziocastelli.it

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Parco_Basaglia_Gorizia

Parco Basaglia (Parco dell’ex Ospedale psichiatrico)

Il parco è situato nel comprensorio dell’ex manicomio, in una zona periferica della città all’epoca della sua costruzione, tra il 1905 e il 1908. Il frenocomio goriziano fu progettato secondo il modello open door: occupa, infatti, un’ampia superficie verde in cui sono dislocati i padiglioni ospedalieri, ombreggiata da specie arboree di considerevoli dimensioni, isolate o a gruppi che ospitano scoiattoli, picchi e lepri.

Durante la Prima guerra mondiale fu danneggiato dai bombardamenti e soltanto nel 1933 fu riaperto con la gestione della Provincia di Gorizia. Tra il 1961 e il 1969 il manicomio fu diretto da Franco Basaglia che qui iniziò le sue innovative sperimentazioni terapeutiche.

Negli anni Ottanta la gestione dell’area fu suddivisa tra l’Azienda sanitaria, che ancora oggi utilizza alcuni padiglioni a fini medico-sociali e gestisce la maggior parte del patrimonio a parco, e la Provincia di Gorizia che vi ha insediato alcuni istituti scolastici.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Vittorio Veneto 174, Gorizia

Superficie totale: 7,50 ha

Impianto planimetrico: formale con inserti informali (geometrico con percorsi

curvilinei e rettilinei)

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Azienda per i servizi sanitari n. 2 Isontina

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, sentieri, vialetti

Specie botaniche di rilievo: cedro della California, cedro dell’Himalaya, cedro del Libano, cipresso di Lawson, faggio rosso, Osmanthus praecox, sequoia, tasso

Orari di apertura: sempre aperto

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ALTRO IN ZONA
Castello_di_Sterpo

Castello di Sterpo (ora Villa della Torre Colloredo Venier)

Il castello fu eretto nel borgo rurale di Sterpo dai della Torre nel 1337 su un feudo già appartenuto ai conti di Gorizia. I della Torre tennero la giurisdizione sino al XVI secolo, quando fu ceduto ai di Colloredo.

Il castello subì il sacco dei contadini del 1509 e del 1511 e, fortemente danneggiato, rimase in stato di abbandono. Venne ricostruito dai Colloredo tra il XVII e il XVIII secolo come villa di campagna.

Il corpo dominicale della villa è affiancato da una cappella e da alcuni edifici rustici, uno dei quali si dice fosse sede del Tribunale. La facciata è scandita dalla torre centrale aggettante in asse con il ponte e il viale di accesso. Nella fascia del sottotetto sono presenti un cornicione affrescato e piccole aperture ellittiche. Anche la cappella dominicale affacciata sul giardino – dedicata a San Girolamo – è stata costruita incorporando parte di uno dei torrioni del castello. Fu ricostruita in stile neoclassico con un pronao formato da quattro colonne doriche che reggono un frontone triangolare.

Al di fuori del complesso della villa si trova un’altra torre a pianta quadrangolare risalente al XVI secolo. I Colloredo ne ebbero la proprietà sino al 1959, quando fu acquistato dai Venier (ora Villa Venier).

 

Informazioni


Indirizzo: Via Piave 2, Bertiolo

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Sauris

Sauris

Sauris (Zahre) è uno tra i borghi più affascinanti della Carnia, immerso tra boschi, prati e pascoli, che vanta uno dei più grandi laghi artificiali del Friuli Venezia Giulia. Il paese include le frazioni di Sauris di Sotto, Sauris di Sopra e Lateis con le località di La Maina e Velt. Per la sua ricchezza e unicità culturale, questo paese viene spesso definito “un’isola tra le montagne”.

I suoi primi abitanti giunsero nella Valle del Lumiei da un territorio al confine tra la Carinzia e il Tirolo attorno alla metà del Duecento e, da allora, hanno mantenuto intatta la loro forte identità culturale. A Sauris si parla, infatti, ancora oggi una lingua antica, il saurano, di influenza tedesca. Anche la celebrazione delle feste tradizionali, il culto dei santi, la tradizione culinaria e agroalimentare riflettono questo particolarismo. I canti augurali natalizi – i Canti della Stella, Stearnliedlan – sono cantati dagli abitanti in tedesco antico, italiano e latino. Perfino l’architettura del borgo è singolare, caratterizzata dai rustici con un piano inferiore in pietra, quello superiore a “block bau”, con tronchi di legno incastrati e il tetto rivestito da scandole di legno.

Durante la stagione estiva il paese offre percorsi per fare trekking, a cavallo o in mountain bike. Non mancano le attività per chi pratica sport invernali, come lo sci alpino oppure escursioni in alta quota con le ciaspole.

In estate presso le malghe si possono degustare il formaggio salato e di malga, sono rinomati il prosciutto crudo di Sauris e la birra artigianale alla canapa. In paese si possono acquistare tessuti realizzati a mano e manufatti intagliati nel legno.

Ogni anno, il sabato prima del mercoledì delle Ceneri, nel borgo di Sauris si rivive la festa del Carnevale in un vortice di balli e maschere tipiche come il Rölar, col suo cinturone di rumorosi campanacci, e il Kheirar, armato di una grande scopa da stalla, che sfilano per le vie.

 

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