Cascata_torrente_Rosandra

Cascata del torrente Rosandra

Nel Parco naturale della Val Rosandra, un unicum all’interno del panorama carsico triestino, dalla confluenza del rio Grisa con il torrente Glínšcica presso il paese di Bottazzo nasce il torrente Rosandra, che precipita in una cascata di circa trenta metri e termina in un’ampia vasca, la prima di una serie di circa venti pozze d’acqua che si susseguono nella profonda valle scavata dal torrente fino al paese di Bagnoli e nelle quali in estate è possibile fare il bagno. Un sentiero piuttosto disagevole conduce alla base della cascata da dove si ha la vista più spettacolare. La cascata è comunque visibile da molti punti della valle. Si raggiunge da San Dorligo della Valle-Dolina (Trieste).
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
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Marina_Julia

Marina Julia

La spiaggia di Marina Julia, la frazione balneare di Monfalcone, si affaccia sullo splendido panorama del golfo di Trieste: basta allontanarsi un po’ dalla riva per poter ammirare le montagne innevate da un lato e le coste istriane dall’altro.

La lunga spiaggia è in parte sabbiosa (verso Marina Nova, a sinistra scendendo la scalinata d’accesso, davanti al campeggio Albatros) e in parte di piccoli ciottoli (verso il Lido di Staranzano). Il mare poco profondo a riva la rende molto adatta ai bambini.

Alcuni tratti della spiaggia sono in concessione e noleggiano ombrelloni e lettini, oltre a offrire il servizio bar.

La spiaggia è sempre molto ventilata, tanto da essere meta frequentatissima da appassionati di windsurf e kitesurf che arrivano anche da Austria e Slovenia; una scuola di windsurf in loco offre lezioni e organizza campionati di alto livello.

Una bella passeggiata lungo l’argine conduce in pochi minuti ai casoni dei pescatori in località Marina Nova (Lido di Panzano); sotto l’argine ci sono piccoli spazi sabbiosi ombreggiati da arbusti, raggiungibili a piedi o in bicicletta. Una pista ciclabile unisce Marina Julia al centro di Monfalcone.

In estate la spiaggia diventa anche palcoscenico per diverse manifestazioni e concerti.

 

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Lanterna_Diogene_Udine

Lanterna di Diogene

Nicolò Lipomanno, luogotenente della Patria del Friuli, nel 1487 fece realizzare un pozzo ottagonale nei pressi della chiesa di San Giacomo. Il curioso manufatto, opera di maestri scalpellini lombardi, fu ribattezzato dallo storico dell’arte Giovanni Battista Cavalcaselle “la lanterna di Diogene”. Sul basamento ornato di stemmi si legge l’acronimo Civitas Utinensis Fieri Fecit, al di sopra della vera quattro colonnine sorreggono la copertura a sua volta sormontata da una quinta colonna, ricordando, appunto, le fattezze dell’omonimo monumento di Atene.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Matteotti (San Giacomo), Udine

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ForraCellina

Riserva Naturale Forra del Cellina

La riserva circonda la Stretta del Cellina, una grande incisione valliva, tra i paesi di Andreis, Barcis e Montereale Valcellina, scavata dalle acque cristalline di questo torrente nei calcari di età cretacica. Lo spettacolare canyon verticale frutto di un imponente fenomeno di erosione fluviale è una intricata rete di forre confluenti create dai corsi dei torrenti Alba, Molassa e Cellina. L’area comprende il monte Fara e il monte I Cameroni, vetta più alta della Crode del Pic.

La maggior parte del territorio della riserva è costituito da rocce carbonatiche che hanno dato luogo a morfologie di tipo carsico (doline, scannellature, campi solcati e vaschette di corrosione) e a formazioni ipogee (pozzi, grotte, gallerie) come le Grotte Vecchia Diga dove si possono osservare stalattiti, stalagmiti e altre curiose formazioni concrezionali. L’azione erosiva ha dato luogo a strette gole e orridi in cui non mancano strutture derivate di grande bellezza, quali le Marmitte dei giganti, visibili presso il bivio Molassa, sottoescavazioni, rocce levigate e meandri, miriadi di sculture naturali prodotte nel corso dei millenni.

Le boscaglie di forra sono a prevalenza di carpino nero e tasso, tra cui fioriscono il giglio dorato e la spirea tormentosa. Il rigido microclima locale consente di trovare, anche alla base dei versanti, cespugli di erica e rododendro che crescono a quote molto più elevate. I ghiaioni sono colonizzati dal geranio crestato, la sassifraga gialla e la felce del calcare. Le rocce a strapiombo della forra sono ornate dai cespi violacei della campanula carnica e dal particolarissimo raponzolo di roccia.

Tra la fauna vanno ricordati il camoscio, che si può vedere sulla Croda del Pic, oltre al capriolo e il cervo, diffusi anche il tasso, la volpe, lo scoiattolo e il ghiro e, ancora, il falco pellegrino, l’aquila reale e il gufo reale.

La Vecchia strada con il suo suggestivo tracciato attraversa l’intera riserva permettendo di osservare le spettacolari forme di erosione che il torrente ha lentamente modellato incidendo la stretta forra tra il monte Fara e la Pala d’Altei.

 

Informazioni


Estensione: 304 ettari

Ubicazione: la riserva comprende i comuni di Andreis, Barcis, Montereale Valcellina e i torrenti Cellina, Molassa e Alba

Informazioni: www.riservaforracellina.it – Ente parco dolomiti friulane, via Roma 4, Cimolais – tel.: 042787333; fax 0427877900; e-mail: info@parcodolomitifriulane.it

Servizi: foresteria di Andreis e Cimolais; bar, ristorante, punti ristoro, aree pic-nic, punto fuoco, area giochi per bambini, area camper, noleggio biciclette, campeggio

Attività: visite guidate, mostra permanente

Centro visite: Località Ponte Antoi, Barcis

Orari di apertura: la vecchia strada della Valcellina è accessibile da maggio a ottobre le domeniche e i festivi, agosto tutti i giorni 10.00-18.00

Ingresso: € 2,00

Come arrivare: daSud percorrendo la strada statale 251 della Valcellina e Val di Zoldo, oltrepassato Montereale Valcellina, prima della galleria che attraversa il monte Fara a sinistra si diparte la vecchia strada che percorre la forra e quindi porta nella Riserva. Con la strada statale 251 si può proseguire fino all’uscita di Andreis e raggiungere la Riserva dirigendosi verso la località Molassa. Da Nord, prendendo la strada statale 251 all’altezza di Longarone, si prosegue in direzione di Barcis; oltrepassato l’abitato si svolta a destra verso la diga di Ponte Antoi nei pressi della quale si accede alla Riserva

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ValleCavanata

Riserva Naturale della Valle Cavanata

Situata nella porzione più orientale della laguna di Grado, la riserva naturale comprende oltre alla Valle Cavanata anche il Canale Averto, antico ramo del delta del fiume Isonzo che segna il confine orientale della riserva, e la fascia di bosco che lo circonda. Utilizzata in passato come valle da pesca, oggi ospita tra barene e spiaggette numerose specie di uccelli acquatici che qui vivono e nidificano indisturbati. Appositi itinerari consentono di osservare le oltre duecentosessanta specie di uccelli segnalate nel loro habitat naturale.

La laguna, una fitta trama di canali e corsi d’acqua costeggiati da boschi e radure in cui si rifugiano molte specie animali, è stata arginata e comunica con il mare aperto tramite chiuse regolabili. Man mano che ci si allontana dalla battigia, procedendo verso l’interno, le sabbie diventano più ospitali per canneti misti a giuncheti e arbusti, a questi segue la fascia del bosco litorale, con lecci, pioppi neri e bianchi, oltre ad alcuni rari esemplari di farnia. Tra gli arbusti predominano il sambuco, la robinia e il rovo, a cui si associano il biancospino, il falso indaco, la sanguinella, la tamerice e il salice bianco.

La peschiera ospita pesci di acqua salmastra tra cui cefali, branzini, spigole, orate, ghiozzetti, sogliole e anguille. Vi si possono osservare numerosissime specie di uccelli che nidificano sulle barene e sugli isolotti e che gremiscono le acque basse in cerca di cibo come i limicoli, i cigni, le oche selvatiche, i germani reali e il cavaliere d’Italia. Sulle piane di marea si osservano gli aironi e i chiurli alla ricerca del pesce sorpreso dalla bassa marea. Le isole di origine artificiale ospitano una colonia di gabbiani reali che conta circa seicento coppie. Vi nidificano anche il cigno reale, l’oca selvatica e il germano reale.

Simbolo della Riserva è l’oca selvatica, reintrodotta nel 1984, che oggi conta un centinaio di esemplari. Alla riserva sono associati il Centro visite con un acquario e uno stagno di acqua dolce, il Laboratorio Didattico di Casa Spina e alcuni osservatori.
 

Informazioni

Ubicazione: Valle Cavanata e Canale Averto si trovano tra Grado Pineta e Fossalon di Grado, oltre il Canale Primero

Estensione: 250 ettari

Informazioni: www.vallecavanata.it

Centro visite: Via Grado 1, Grado

Orari di apertura: da fine marzo a fine ottobre lunedì e giovedì 9.00-15.30; martedì e venerdì 12.00-18.30; sabato e domenica 10.00-16.30; chiuso il mercoledì; da fine ottobre a fine marzo martedì e giovedì 10.30-15.30; domenica 10.30-15.30; la riserva è sempre visitabile

Visite: su prenotazione – tel.: 043188272 – 3404005752; e-mail: info.educazionecavanata@gmail.com

Servizi: visite guidate, gite in barca, bar, ristorante, punti ristoro, area pic-nic, area camper, noleggio biciclette, noleggio binocoli

Attività: mostra permanente sugli ambienti della Riserva, itinerari per il birdwatching, escursioni guidate

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Il borgo di Illegio

Illegio è un borgo montano incastonato tra i monti della Carnia, sulle pendici occidentali del monte Strabût, non lontano da Tolmezzo, immerso tra boschi e pascoli. Il paesaggio della conca a Ovest è interrotto dalla scarpata scavata nei calcari dolomitici dal rio Frondizzon. Questo antico borgo (che è forse identificabile con l’inespugnabile e mitica fortezza di Ibligo ricordata da Paolo Diacono a proposito dell’ultima resistenza dei Longobardi) è noto anche come il Paese degli Archi per le numerose case con porte e portali voltati.

La pieve di San Floriano, risalente al IX secolo, conserva sculture lignee del tardo Quattrocento e del primo Seicento, un altare in pietra dipinta di Carlo da Carona (1511) e un ciclo di affreschi di Giulio Urbanis (1604).

Nel paese la chiesa della Conversione di San Paolo fu realizzata nel primo Settecento dall’architetto tolmezzino Domenico Schiavi e dalla sua operosa famiglia di capomastri e operai.

Recenti scavi archeologici hanno portato alla luce il sito paleocristiano di San Paolo, la più antica chiesa rurale d’Italia (fine IV secolo), una fortificazione longobarda, i resti della piccola chiesa di età carolingia dei Signori de Legio e i resti delle dimore medioevali dei castellani.

Il percorso dei mulini conduce al seicentesco Mulin dal Flec, ancora in funzione; da vedere anche il forno seicentesco e la latteria del paese, unica del genere rimasta attiva in Carnia.

I sentieri che partono da Illegio permettono di raggiungere la vetta del monte Amariana, percorrendo un sentiero regolarmente segnalato, oppure la Pieve di San Floriano che si trova su un alto sperone di roccia raggiungibile con un breve sentiero panoramico.

Da Illegio si può arrivare alle località in quota di Pra di Lunge, Palasecca e al rifugio Monte Sernio. A Illegio sgorga la sorgente “Tòuf ” che fuoriesce dalle rocce di tufo.

Gli illegiani cantano ancora oggi, durante i riti liturgici, i Vespri solenni in canto “patriarchino” nel pomeriggio della domenica del Corpus Domini, ma anche nelle principali solennità dell’anno. La prima domenica di ottobre il Vespro viene cantato alla Pieve di San Floriano.

 

Informazioni


Dove: Tolmezzo, provincia di Udine

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Lago_Volaia

Lago di Volaia

Quello di Volaia (Wolayersee) è uno splendido laghetto alpino raccolto nella conca glaciale del versante austriaco dell’omonimo passo, immerso in un paesaggio montano incontaminato di straordinaria bellezza. Il lago Volaia è al centro di una riserva naturale che corre lungo lo spartiacque delle Alpi Carniche, a occidente del passo di Monte Croce Carnico.

Per più di metà dell’anno il lago è ghiacciato e lo spessore del ghiaccio può raggiungere i due metri. Gli emissari sotterranei del lago alimentano due fontane: una in territorio austriaco, l’altra a valle del rifugio Lambertenghi-Romanin.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Passo del Volaia

Informazioni: www.comune.forni-avoltri.ud.it o presso l’Ufficio turistico di Forni Avoltri, Corso Italia 24 – tel: 0433 72202; e-mail: info.forniavoltri@turismo.fvg.it

Come arrivare: da Forni Avoltri si sale in direzione Collina fino al rifugio Tolazzi, da qui è possibile proseguire solo a piedi seguendo l’itinerario per il rifugio Lambertenghi-Romanin;

Attività: il sentiero Spinotti è attrezzato per l’arrampicata

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