Tempio_Ossario_Timau

Tempio Ossario

L’Ossario di Timau fu costruito sui resti dell’antico Santuario del Santissimo Crocifisso, distrutto durante la prima guerra mondiale. Vi sono custodite le spoglie di oltre 1700 Caduti provenienti dal fronte dell’alto Bût sparse nei piccoli cimiteri di guerra della Carnia. Il progetto venne affidato a Giannino Castiglioni, già impegnato nei Sacrari di Redipuglia, Oslavia e Caporetto. All’interno si conservano la Madonna delle Nevi, dipinta nel 1916 da Pietro Fragiacomo, e un ciclo pittorico di Marino Sopracasa.

Dal Tempio il 1° novembre di ogni anno parte la fiaccola che arriva al Sacrario di Redipuglia per le celebrazioni del 4.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: via Nazionale 144, Frazione Timau, Paluzza

Informazioni: Museo della grande guerra di Timau, via Nazionale 90 – tel.: +39 0433 779168; www.museograndeguerratimau.it; e-mail: museotimau@alice.it

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Mummie_Venzone

Mummie di Venzone

Nella Cripta di San Michele, posta di fronte al Duomo, sono esposte cinque delle quasi quaranta mummie riesumate nel XIX secolo. Alcune furono donate al Gabinetto universitario di Padova, al Museo di Vienna e alla chiesa degli Invalidi di Parigi.

La prima mummia fu ritrovata nel 1647 in un sarcofago nel Duomo. La salma del “Gobbo” appartenne a un nobile della famiglia degli Scaligeri, vissuto a Venzone nel Trecento. Il curioso fenomeno è reso possibile da una muffa che priva i corpi dell’acqua trasformando la pelle in pergamena.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Cappella cimiteriale di San Michele, Piazzetta Duomo, Venzone

Informazioni: Ufficio Turistico di Venzone, via G. di Mels 5/4 – tel./fax: +39 0432 985034 oppure Pro Loco Venzone – www.prolocovenzone.it; e-mail: provenzone@libero.it

Orari di apertura: dal 1° aprile al 31 ottobre tutti i giorni 9.00-19.00; dal 1° novembre al 31 marzo aperta tutti i giorni 9.00-17.00

Ingresso: a gettone € 1,50 acquistabile presso bar e negozi del centro storico nelle vicinanze del Duomo e presso l’Ufficio Turistico della Pro Loco “Pro Venzone”; ingresso ridotto per gruppi € 1,20; scolaresche € 1,00 rivolgendosi all’Ufficio Turistico

Visite: su prenotazione visite guidate per gruppi e scolaresche

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Fiume_Natisone

Fiume Natisone

Il Natisone (pare che il nome derivi dal latino natare, nuotare; Nadison in friulano, Nediža in dialetto sloveno locale, Nadiža in sloveno) è il più importante fiume del Friuli orientale, principale affluente del fiume Torre e sub-affluente dell’Isonzo.

Nasce in Italia, nelle Alpi Giulie, ad un’altitudine di 415 m. s.l.m., nelle vicinanze di Prossenicco, al confine tra il Friuli Venezia Giulia e la Slovenia, e deriva dalla confluenza del rio Bianco e del rio Nero. Per un tratto segna il confine dell’Italia, poi scorre in territorio sloveno per circa 10 km e rientra in Italia nei pressi di Stupizza, in comune di San Pietro al Natisone, dove la valle prende il suo nome. In questa zona, il fiume ha scavato delle vere e proprie forre vicino a Vernasso e Ponte San Quirino. Riceve le acque dell’Alberone, dell’Erbezzo e del Cosizza, poi, a sud di Cividale, inizia il corso più selvaggio del fiume che scorre in profonde forre calcaree; successivamente le rive si abbassano gradatamente. Raggiunto Trivignano scompare completamente nella falda alluvionale e confluisce nel Torre dopo un percorso di circa 32 km.

La parte alta del fiume ospita trote marmorate, trote fario, temoli, scazzoni; quella più bassa è popolata da barbi, cavedani, alborelle, gobidi e nasi, o savette, specie alloctona di recente immissione.

L’ambiente fluviale rappresenta un habitat ideale per vari uccelli migratori come anatre, cicogne ed aironi, ma anche per molti altri uccelli, anche rari, come il succiacapre.

 

Remuda_cavallo

Horse Club Remuda

- Circolo ippico
- Maneggio
- Presenza di Paddock
- Vicinanza al Parco Piuma

Descrizione della risorsa: L’Horse Club Remuda, specializzato nell’equitazione americana permette a chiunque di scoprire un approccio diverso con il cavallo, attraverso un metodo del tutto naturale, basato su conoscenze etologiche, rapporto e rispetto dell’animale. Undici pony, molti bambini, impegno e passione costante e tanta voglia di divertirsi. Il metodo di insegnamento utilizzato è quello del Pony Games nato in Gran Bretagna negli anni ’50. L’allievo impara a conoscere e a prendersi cura del cavallo: andando a prenderlo e riaccompagnandolo al paddock, spazzolandolo, sellandolo, preparandolo con la capezza… la sintonia con l’animale è uno dei principi fondamentali di questo sport.

Corsi di equitazione: scuola pony, equitazione americana, equitazione naturale, paseggiate e pony games.

Servizi aggiuntivi offerti: guida per accompagnamento passeggiate a cavallo, disponibilità a fornire informazioni per percorsi e passeggiate a cavallo nella zona; pensione/alloggio cavalli; maneggio indoor; maneggio outdoor; possibilità di svolgimento gare e concorsi ippici.

Informazioni


Horse Club Remuda
Via Bellaveduta, 13
34170 Gorizia
Tel.: +39 347 1216039
info@remuda.it
www.remuda.it

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Fortezza_Osoppo

Fortezza di Osoppo

La rocca di Osoppo – antico insediamento celtico e in seguito “oppidum” romano – è documentata già nel 550 e, poi, nel 610, quando fu assediata dagli Avari, nonchè nel 902, quando subì il sacco degli Ungari. Nel 1255 per concessione del Patriarca il feudo venne affidato a Cono d’Osoppo e, nel 1328, ai Savorgnano che assunsero il predicato del Monte. Nel 1848, durante moti risorgimentali, un gruppo di volontari italiani tenne il forte per sette mesi difendendolo strenuamente dalle truppe austriache.

La fortezza di Osoppo, restaurata dopo il sisma del 1976, è un poderoso insieme di resti di opere difensive risalenti dal medioevo alla prima guerra mondiale; nel 1900, infatti, il forte fu inserito nel sistema difensivo dell’Alto Tagliamento-Val Fella: gallerie, fossati, case matte e polveriere, collegati tra loro da reti di tunnel sotterranei.

Oggi l’area fa parte del Parco del Tagliamento; il forte, dichiarato monumento nazionale nel 1923, venne smilitarizzato nel 1951. Al sito si accede dalla strada che parte dal centro di Osoppo costruita dai militari napoleonici all’inizio del XIX secolo. La prima fortificazione che si incontra dopo la cancellata serviva per l’artiglieria puntata sul Monte Cuar.

Nell’ampio piazzale sulla cima a meridione si trova la Batteria Osoppo-sud che ospitava quattro cannoni. Nella zona settentrionale del forte, rialzata rispetto al resto della struttura, attraverso corridoi sotterranei si accede alla Batteria Osoppo-nord che puntava l’artiglieria verso il ponte di Braulins, strategico passaggio dell’Alto Friuli sul Tagliamento. Da qui sono accessibili i resti di una polveriera in caverna e della stazione radiotelegrafica.

 

Informazioni


Indirizzo: Colle di Osoppo

Visite: attraverso i tre percorsi del Castel Novo, del Forte sotterraneo e del Colle Napoleone; durata dell’escursione 180 minuti circa

Eventi: il secondo weekend di settembre si tiene la manifestazione culturale e gastronomica “Alla scoperta della fortezza”.

Orari di apertura: da novembre a marzo 8.00- 17.00; da aprile ad ottobre 8.00-20.00, da maggio a settembre la Pro Loco di Osoppo effettua visite guidate gratuite tutti i pomeriggi delle domeniche e dei festivi – I.A.T. Osoppo

via Divisione Julia, 1; Tel.: 0432 974161 / 0432 899311 / 331 6100337; E-mail: prolocoosoppo@libero.it

Informazioni: www.comuneosoppo.it; www.tourism.friulicollinare.it; Segreteria del Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia – Tel.: +39 0432 288588; Fax: +39 0432 229790; www.consorziocastelli.it; E-mail: info@consorziocastelli.it

Come arrivare: dalla strada regionale SR463 in direzione Osoppo-San Daniele del Friuli svoltare a destra al primo semaforo in Via Fabris. Dopo circa 150 metri, a destra, inizia la salita verso il Forte di Osoppo.

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Castello_Attimis

Castello di Attimis

Il maniero Superiore (Pecollo), risalente al XII secolo, appartenne dapprima ai marchesi di Moosburg e successivamente fu assegnato dal Patriarca ai fedeli vassalli Arpone ed Enrico, capostipiti dei due rami degli Attems. Fra il 1250 ed il 1260 fu eretto il castello Inferiore (Castelnuovo). Alla fine del Quattrocento i due castelli furono abbandonati e crollarono durante il terremoto del 1511.

I resti del castello Superiore sono stati in buona parte restaurati: visibili la muraglia di cinta di perimetro ovale, la torre mastio pentagonale, le strutture della domus e il basamento di una torre ovest. A ricordare il castello Inferiore, rimangono i resti dell’antico torrione e i tracciati degli altri ambienti. Sul sentiero che porta al castello ci sono, inoltre, i resti di una casa di guardia.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Come arrivare: percorrendo un sentiero segnalato presso il museo del Comune che porta al Monte dei Castelli (20 minuti circa). Qui un bivio porta a sinistra alle rovine dell’Inferiore e a destra del Superiore.

Stato di conservazione: ruderi

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Sacile

Sacile

Sacile – il Giardino della Serenissima – sorge sulle rive dei lenti meandri del Livenza e sulle sue isole. Nelle sue acque si specchiano gli eleganti palazzi in stile lagunare, accesi dai riflessi che crepitano sul fiume. La città si può scoprire passeggiando lungo i ponti e le passerelle che scavalcano le anse del corso d’acqua. Su Piazza Duomo, piccolo campiello veneziano sorto su una delle due isole fluviali, si affacciano il Duomo di San Nicolò – il Santo patrono dei marinai –, la Chiesetta della Pietà, i palazzi Carli, Borsetti, Plateo e Ovio Gobbi. All’interno di quest’ultimo si trova il ritratto affrescato di una donna con un pappagallo, ritenuta Caterina Cornaro, nobile veneziana che fu regina di Cipro.

Le Contrade Ruga e Montalbano sono costeggiate dalle abitazioni con portici delle botteghe artigiane dell’età comunale. Nel Foro Boario o Pra’ Castelvecchio si possono ammirare i vecchi bastioni medievali. Nei pressi del Parco dell’Ortazza si trova il Palazzo Ragazzoni con la splendida corte interna ornata da statue in stucco e le sale del piano nobile affrescate da Francesco Montemezzano. Anche via Cavour è costellata di eleganti dimore sei e settecentesche, come il palazzo Granzotto e il Sartori, a ridosso del bastione di San Rocco.

In Piazza del Popolo, l’antico “Portus Sacili”, attraccavano le barche mercantili che navigavano lungo il Livenza. Questa via d’acqua, che consentiva i commerci con il Nord Europa, impresse lo sviluppo economico di Sacile sotto la dominazione della Serenissima: infatti, il fiume, oltre a muovere innumerevoli opifici (mulini, foli di panni, cartiere e battiferro), era percorso dalla flotta di “burchielli” che, trainati a riva dai cavalli, risalivano e scendevano la corrente portando a valle il legname dei boschi del Cansiglio e tornavano carichi di ogni genere di mercanzia da Venezia. Sulla piazza, che perciò è detta anche Piazza del Mercato, sorsero eleganti palazzi signorili, edificati dai ricchi mercanti, come i palazzi Fabio De Zanghis, Loschi e Pianca oltre al quattrocentesco Palazzo Comunale. Da vedere, ancora, in via Garibaldi, i palazzi De Casagrande, Prata e Doro. Meritano un cenno l’ex Chiesa e l’Ospitale di San Gregorio, la Porta Coneian, il cinquecentesco Palazzo Bellavitis e la casa natia del pittore Luigi Nono.

Ogni anno, in agosto, si celebra la tradizionale Sagra dei Osei, una delle più vecchie fiere italiane.

 

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