Borgo_Santa_Margherita_del_Gruagno

Borgo di Santa Margherita del Gruagno

Località antichissima, Santa Margherita del Gruagno viene ricordata col nome di Groang nella seconda metà dell’VIII secolo. A partire dal X secolo è attestata la presenza di un castello, oggi perduto, attorno al quale, nel basso Medioevo, si strinse il borgo fortificato cinto da mura, ancora oggi visibili insieme alla torre. Al centro del borgo spicca l’antica pieve di Santa Margherita, eretta sul sacello dedicato a Santa Sabida, culto qui praticato fin dall’VIII secolo, di cui si possono vedere ancora i resti. Ben conservate la cinta muraria della cortina e la torre porta, che mantiene resti dei camminamenti di ronda. Belli anche i rustici in pietra con ampi portali voltati.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Via del Gruagno, Moruzzo, provincia di Udine

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Giardino_Palazzo_Valvason_Morpurgo_Udine

Giardino Palazzo Valvason Morpurgo

Il giardino di Palazzo Morpurgo, è sito nel cuore della città, tra via Savorgnana, piazzetta Belloni e piazza Duomo. L’area fu acquistata dalla famiglia Morpurgo nel 1871. Il giardino, forse ideato da Elio Morpurgo, venne realizzato tra il 1907 e il 1918. Collegato alla corte d’onore del palazzo da una loggia, si disponeva secondo una composizione tradizionale incentrata sulla fontana con la Ninfa, scolpita da Leonardo Liso.

Nel 1969 il complesso diventò proprietà comunale. Radicalmente ristrutturato tra il 2006 e il 2007, funge ora da collegamento con piazzetta Belloni e piazza Duomo. Sono state ricostituite le aiuole e i camminamenti in pietra delimitati da alberi e siepi, ed è stato restaurato il loggiato di stile neoclassico con volta a botte che conduce al giardino all’italiana e che esibisce al di sopra di una cornice architravata sormontata da due balaustre otto raffigurazioni allegoriche delle Quattro stagioni risalenti al 1782.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Savorgnana 12, Udine

Superficie totale: 0,05 ha

Impianto planimetrico: formale a schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Udine

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuoloni, fontana, loggia, peschiera

Specie botaniche di rilievo: il giardino non conserva esemplari storici

×

 

ALTRO IN ZONA
Castello_Caporiacco

Castello di Caporiacco

Nel XII secolo i Caporiacco avevano giuridizione sull’omonima località, cui si aggiunsero nel 1219 quelle di Tarcento, Invillino e Castelporpetto. Nel 1248 i nobili si allearono con Ezzelino III da Romano contro il Patriarca Gregorio di Montelongo che per vendicarsi espugnò e distrusse il maniero.

Nel 1300 – estintisi i Caporiacco – il castello fu ceduto dal Patriarca a Randolfino di Villalta che ne assunse il predicato. Dieci anni dopo la fortezza fu incendiata dalle truppe del conte di Gorizia; ricostruito nel 1351 fu assaltato dai soldati patriarcali di Nicolò di Lussemburgo e, infine, dal 1419 fu soggetto alla Repubblica veneziana.

Venne saccheggiato dai contadini nella rivolta del Giovedì Grasso del 1511 e il terremoto che seguì poco tempo dopo lo ridusse alla rovina. Ulteriormente danneggiato dal sisma del 1976, è stato parzialmente ripristinato nel 2013: ricostruiti il corpo principale e la cosiddetta Casa del Frate, collegati un tempo dalla torre del mastio, ancora mancante.

 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Sottocastello, frazione Caporiacco, Colloredo di Monte Albano

Visite: solo esterni

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Cimitero_Guerra_austroungarico_Aurisina

Cimitero di guerra austro-ungarico Aurisina

Circondato da un recinto di pietra bianco e immerso nei boschi della dolina Šišček – la più ampia del Carso triestino – il camposanto raccoglie un migliaio di croci in pietra grezza che segnalano le spoglie dei soldati austro-ungarici caduti durante la Grande guerra tra Monfalcone e il Monte Ermada, teatro di aspri scontri durante l’undicesima battaglia sull’Isonzo nel 1917, che comportarono la distruzione di tutti i paesi del territorio circostante con gravissime perdite umane per entrambi i fronti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Duino Aurisina

Orari di apertura: dall’alba al tramonto

Come arrivare: sentiero segnalato CAI 32 con partenza da Aurisina

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE

Pesariis

Il borgo di Pesariis

Pesariis è un piccolo borgo in frazione di Prato Carnico, in Val Pesarina, sulla via che collega la Carnia con il Cadore, conosciuto come il Paese degli orologi. Si ritiene infatti che il toponimo “in villa de Pesargis” derivi dalla pesa della dogana cui erano soggette le mercanzie che transitavano per il vicino valico di Lavardet. Le prime case del borgo in legno e paglia sorsero sotto la chiesa, vicino al fiume, e da lì, addossandosi le une sulle altre, alternandosi alle stradine selciate e ai fienili, si svilupparono lungo la via Maggiore, in direzione del Cadore.

Più tardi sorsero le più ricche case carniche ad archi e volti, coperte da ripidi tetti spioventi di tegole d’argilla, decorate dai portali in pietra, da intagli lignei e pitture murali. Tipici spazi urbani sono la Piazza Ustin, il Borgo Chiacut e il Borgo Vischia, mentre tra gli edifici si possono scoprire la Casa Sot Napa, la Casa dell’Orologio, la Pesa e la Casa Bruseschi.

Pesariis è conosciuto per la produzione dei “bronzini” (le pentole in bronzo fornite di gambe che le tenevano sospese sulla brace del focolare), ma soprattutto, a partire dal XVII secolo, divenne famosa per gli orologi a pendolo che ricordano quelli della Foresta Nera.

A Pesariis nel 1725 la famiglia Solari avviò una fiorente produzione di orologi da torre che divenne un’industria di fama internazionale.

Passeggiando nel borgo si possono ammirare i 24 orologi monumentali del centro cittadino che rappresentano l’evoluzione dell’industria locale: il calendario perpetuo, l’orologio con carillon, la meridiana di casa Cappelli Solari, l’Antica casa dell’orologio con affreschi, l’orologio fontana ispirato agli orologi ad acqua del XVI secolo, l’orologio dei pianeti, quello a scacchiera e altri ancora. La Mostra dell’Orologeria pesarina raccoglie le testimonianze della secolare tradizione artigiana degli orologi a Pesariis.

 

Informazioni


Dove: Prato Carnico, provincia di Udine

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Castello_Mocco

Castello di Moccò

La prima menzione del castello posto a guardia della Val Rosandra risale al 1233 – come «Castro de Muchou» – anno in cui il vescovo di Trieste lo diede in consegna a dei ministeriali che assunsero il predicato de Mucho.

Il castello, insieme a quello di Moncolano, nei pressi di Prosecco, presidiava la strada che collegava il litorale con la Carniola e l’Istria, fondamentale per i traffici mercantili e, pertanto, lungamente conteso tra Venezia e Trieste.

Nel 1268 venne distrutto dai capodistriani e ricostruito dal Patriarca di Aquileia che in seguito lo cedette al Comune di Trieste.

Assediato e preso dai veneziani più volte nel corso dei secoli, nel 1511, in seguito all’ennesima guerra austro-veneta, il vescovo di Trieste Pietro Bonomo alla guida delle milizie triestine e alle truppe boeme e croate fornite dall’imperatore ottiene la resa dei veneziani asserragliati nel castello e di tutte le strutture fortificate minori dei dintorni, compresi il Tabor di Draga e il castello di San Servolo. Quindi il castello fu fatto radere al suolo per ordine del vescovo, affinchè non cadesse nuovamente in mano nemica. I materiali del castello antico furono impiegati per la costruzione del castello Nuovo, sorto nel XVII secolo che, già danneggiato dalla seconda guerra mondiale, fu irrimediabilmente distrutto da un incendio poco tempo dopo. Oggi se ne possono scorgere solo le fondamenta e parte delle mura diroccate.

Sull’altura sorge oggi la Vedetta Moccò, da cui si possono osservare il monte Stena, noto per la Grotta delle Gallerie e la Fessura del Vento, il “Crinale” con il cippo Comici e la chiesa di Santa Maria in Siaris e il torrente Rosandra spaziando con lo sguardo fino al mare.

 

Informazioni


Indirizzo: località Moccò,San Dorligo della Valle

Come arrivare: raggiungibile da Sant’Antonio in Bosco seguendo la strada che conduce a San Michele oppure seguendo il sentiero CAI n. 1; in autobus con la linea 41, fermata piazza Bagnoli

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE

Cascata_Torrente_Favarinis

Cascata del torrente Favarinis

Il rio o torrente Favarinis, poco prima di confluire nel fiume Fella, passa attraverso una stretta forra, le cui rocce rivelano molti resti fossili, e ne esce formando una cascata alta alcune decine di metri, circondata da una ricca vegetazione, con alcune specie tipiche dell’habitat.

Si può raggiungere la cascata con una passeggiata di circa un’ora attraverso il sentiero 415 che parte da uno spiazzo (dove si può parcheggiare) del primo ponte che attraversa il torrente Favarinis sulla strada fra Amaro e Campiolo: si procede sulla statale 52 in direzione ponte di Stazione della Carnia, poco prima di arrivarci si svolta a sinistra sulla strada per Campiolo fino appunto al primo ponte sul torrente. Arrivati allo stallo di Nole, si raggiunge il greto del torrente e l’imbocco della forra e, dopo un breve passaggio in facile arrampicata, si incontra la suggestiva cascata.

 
 
 
 
 
 
 
 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE