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Museo della Grande Guerra

Il museo dedicato alle tragiche vicende del fronte dell’Isonzo è allestito nei sotterranei in pietra a vista delle cinquecentesche Case Dornberg e Tasso di Borgo Castello. Il percorso espositivo si sofferma non solo sulla successione degli eventi bellici del primo conflitto mondiale, ma anche sui loro risvolti umani e sociali con un’accurata selezione di materiali e documenti (fra gli altri, quelli provenienti dal fondo archivistico del generale Armando Diaz).

L’attenzione è rivolta in particolare agli avvenimenti della guerra italo-austriaca e all’amara vita di trincea dei soldati: oggetti, cimeli, divise dei soldati di entrambi i fronti ritrovati nell’isontino; oltre a diversi plastici che aiutano a capire quale fosse la situazione a Gorizia e sulle alture che la circondano, in particolare sul Monte Calvario e sul Sabotino.

Una sezione è dedicata al cruciale 1917, anno segnato dalla disgregazione del fronte orientale, con le ultime cruente offensive sull’Isonzo e lo sfondamento austro-tedesco a Caporetto, ma, ancor prima, dall’esasperazione della popolazione e degli eserciti e dalle manifestazioni contro la guerra organizzate in diverse città europee.

Infine, è dato spazio agli avvenimenti del 1918: la resistenza dell’esercito italiano sul Piave, Vittorio Veneto e l’armistizio italo-austriaco del 3 novembre.

Una serie di riproduzioni fotografiche è dedicata a Gorizia, immagini che fanno rivere la città in guerra, devastata dai bombardamenti, ma mai del tutto abbandonata dai suoi abitanti. Non mancano in esposizione le armi con cui la guerra è stata combattuta: dalle mazze ferrate e baionette, alle mitragliatrici e bombarde.

 

Informazioni


Indirizzo: Casa Dornberg e Tasso, Borgo Castello 13, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici, fototeca, archivio documentale, accessibile ai disabili su prenotazione

Informazioni: www.provincia.gorizia.it

Orari di apertura: 9.00-19.00;chiuso il lunedì

Ingresso: intero € 3,50; ridotto € 2,50; visite guidate € 1,00; scolaresche € 1,00 a persona. Gratis per minori di 6 anni e over 65. Gratis con FVG Card

Tel.: 0481 530382 – 533926

Fax: 0481 534878

E-mail: musei@provincia.gorizia.it

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Giardino_Castello_Susans_Majano

Castello di Susans

Il Castello di Susans sorge sull’omonimo colle nella piana del Tagliamento. Si ritiene che l’antico fortilizio medievale, sulle cui fondamenta è stata poi eretta l’odierna Villa Colloredo, sorgesse già sul preesistente basamento di una torre romana o tardo antica.

Il maniero sarebbe stato edificato nel 1304 da Federico di Pers e da Asquino di Varmo, distrutto nel 1315 dal conte di Gorizia, riedificato e ceduto ai Colloredo nel 1337; la sfortunata fortificazione fu incendiata e definitivamente distrutta dai Zamberlani nel corso della rivolta del 1511.

Attorno al 1630 Fabrizio di Colloredo promosse l’edificazione della moderna villa di impianto ‘toscaneggiante’, il cui progetto è attribuito all’architetto mediceo Matteo Nigetti. Il giardino, chiuso da un’esedra semicircolare a meridione, dovrebbe analogamente risalire al XVII secolo, così come il giardino formale. Mentre gli impianti arborei sarebbero ascrivibili ai decenni più recenti, ad eccezione dei superstiti esemplari di cipresso dalle dimensioni monumentali che punteggiano lo storico viale di accesso.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Frazione Susans, Majano

Superficie totale: 1,50 ha

Impianto planimetrico: all’italiana

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, recinzione in pietra a torri angolari, viali

Specie botaniche di rilievo: cipresso, tasso

Orario di apertura: sabato e domenica 15.00-18.00

Tel: +39 0432 948090

e-mail: info@castellodisusans.com

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Lago_Sauris

Lago di Sauris

Questo lago artificiale detto anche lago della Màina si è formato con la costruzione della diga sul fiume Lumiei. Prima che la diga fermasse lo scorrere del torrente, nell’alveo si trovava il borgo di La Maina che dovette essere ricostruito a monte delle sponde. I ruderi delle case sommerse in fondo allo specchio d’acqua sono ancora visibili quando il livello della falda si abbassa.

La conca dello specchio d’acqua è raccolta tra distese boschive e terrazzi alluvionali, dove crescono rigogliosi prati e pascoli che riflettono le loro intense sfumature di verde sulla superficie delle acque. Numerosi torrenti e rii arricchiscono il paesaggio montano prima di confluire nell’ampio lago.

Sul lago è possibile praticare la pesca e sport acquatici. In zona è possibile intraprendere molte suggestive passeggiate e interessanti percorsi di varia difficoltà, per amanti del trekking e della mountain bike.
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Dove: Località La Màina, Sauris di Sotto

Informazioni: www.comune.sauris.ud.it – www.sauris.org o presso l’Ufficio turistico di Sauris di Sotto, Terminal 91 – tel: 0433 86076; e-mail: info.sauris@turismo.fvg.it

Come arrivare: percorrendo la SP73 che porta da Ampezzo a Sauris, in località la Màina, dopo aver attraversato le tre gallerie scavate nella roccia

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Castello_Miramare_Trieste

Castello di Miramare

Il castello di Miramare – edificato tra il 1856 e il 1860 – sorge sull’impervio promontorio di Grignano, arroccato sul golfo di Trieste e circondato dallo splendido parco botanico. Questa sontuosa residenza in stile eclettico fu voluta dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e progettata dall’ingegnere austraiaco Carl Junker, in una commistione di stilemi tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale.

Il futuro imperatore del Messico seguì personalmente sia la progettazione della dimora – assecondando il gusto romantico, come rivisitazione di una rocca medievale – che l’allestimento del vasto parco che sostituì la brulla landa carsica: ricco di piante rare, sculture e laghetti, scende con ampi gradoni verso il mare.

La realizzazione degli interni fu curata dagli artigiani Franz e Julius Hofmann. Al pianoterra ci sono gli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta del Belgio, con la saletta “Novara” che riproduce la fregata su cui l’Arciduca aveva iniziato la carriera d’ufficiale di Marina; al primo piano invece ci sono le sale di rappresentanza dalle rosse tappezzerie con i simboli imperiali. La Sala XX, detta “Sala Storica”, è stata decorata dal pittore Cesare Dell’Acqua con dipinti illustranti episodi salienti della storia locale.

Nel parco venne eretto il piccolo “Gartenhaus” o “Castelletto”, a imitazione in scala ridotta della residenza principale: si affaccia sul porticciolo, preceduto da una zona a parterre, abbellita da alberi e da una fontana nello spiazzo antistante alle serre. La decorazione superstite al primo piano mostra numerose analogie con quella della prima residenza triestina di Massimiliano: Villa Lazarovich sul colle di San Vito, tuttora esistente in via Tigor 23. Attualmente il castelletto ospita la sede della Direzione della Riserva Naturale Marina di Miramare.

Il castello accolse per brevi periodi anche la famiglia Asburgo: tra il 1869 e il 1896 ospitò quattordici soggiorni di Sissi, l’imperatrice Elisabetta d’Austria consorte di Francesco Giuseppe, anch’egli ospite nel 1882 in occasione di una sua visita ufficiale a Trieste. Nel 1900 Stefania del Belgio sposò qui in seconde nozze il nobile ungherese Elemér de Lónyay e nel 1914 Francesco Ferdinando, due mesi prima di essere assassinato a Sarajevo, ricevette l’imperatore prussiano Guglielmo. Gli ultimi Asburgo presenti a Miramare furono gli imperatori Carlo e Zita.

Al termine della prima guerra mondiale il comprensorio di Miramare passò sotto l’amministrazione italiana e, tra il 1925 e il 1926, l’Austria restituì gli arredi completi affinché il Castello venisse trasformato in museo.

Nel 1930 il governo italiano destinò il castello a residenza del Duca Amedeo di Savoia-Aosta fino al 1937, anno in cui ricevette la nomina di vicerè d’Etiopia. L’architetto Alberto Riccoboni, della Regia Soprintendenza alle Belle Arti, curò il progetto di ristrutturazione e modernizzazione del castello, che venne arredato con mobili in stile razionalista, ancora visibili nell’ala sinistra del primo piano.

Dopo il secondo conflitto mondiale castello e parco furono riconfermati proprietà demaniale e sottoposti a lavori di restauro a cura della locale Soprintendenza. Sulla base di documentazioni grafiche e di foto d’epoca si ricostruirono le decorazioni a legno nelle stanze e si ricollocarono mobili, suppellettili, quadri e tappezzerie.

Nel 1955 il parco viene riaperto al pubblico e s’inaugura il Museo Storico del Castello di Miramare, affidato alla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia. Le Scuderie del castello sono state restaurate a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e vengono utilizzate per esposizioni temporanee.

 

Informazioni


Indirizzo: Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare
Viale Miramare – 34151 Trieste

Orari di apertura: sempre aperto 9.00-19.00 (chiusura biglietteria 18.30)

Ingresso:
Dal 1 aprile 2018 all’11 maggio 2018:
– INTERO: € 8,00
– RIDOTTO: € 4,00

Dal 12 maggio 2018 al 30 dicembre 2018:
– INTERO: € 12,00
– RIDOTTO: € 6,00
(incremento del costo del biglietto per mostra)

Servizi: visite guidate, audioguide, laboratori didattici, accesso ai disabili, bookshop, fototeca, archivio, ristoro

Visite: prenotazione ingresso tel. 041 2770470 dal lunedì al venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-14.00 (chiuso durante le principali festività); in caso di richiesta di guida turistica o operatore didattico da parte di gruppi o scolaresche (min. 10 – max. 25 persone), la prenotazione va effettuata almeno 15 giorni prima; per le visite tematiche gratuite e accompagnate consultare il sito web del castello aggiornato settimanalmente

Informazioni: http://www.castello-miramare.it

Tel.: +39 040 224143 – Fax: +39 040 224220

E-mail: mu-mira@beniculturali.itPec: mbac-mu-mira@mailcert.beniculturali.it

 

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    Giardino e Parco di Rocca Bernarda

    Il complesso di Rocca Bernarda sorge sul colle Azzano, circondato dal parco segnato dall’alternarsi di boschetti e prati: vi trovano spazio bicentenari cedri del Libano, olivi, carpini e tuje che fanno da sfondo a statue settecentesche; il grande cipresso di oltre quattrocento anni a guardia dell’ingresso dell’edificio è stato dichiarato monumento storico.

    Nel XV secolo il colle ed i territori circostanti furono donati dal Patriarcato al Comune di Cividale che, a sua volta, li cedette ai Capiferro, nobile famiglia di origine romana. L’ultima Capiferro portò in dote la rocca al marito Giacomo Antonio di Valvason Maniago. Al 1567 risale invece la costruzione delle fabbriche di villa, l’allestimento delle vigne e di spazi per la caccia volute da Giacomo e Bernardo Valvason Maniago. I progetti forse coinvolsero anche Giovanni da Udine e intesero adibire l’edificio ad “ornamento di que nostri colli, et per diletto et per commodo mio et de gli amici”.

    L’edificio, perdendo la sua primitiva funzione di fortilizio difensivo, veniva usato dai fratelli Valvason Maniago per ospitare eventi mondani e convegni letterari.

    I vini di Rocca Bernarda, quali il picolit e la ribolla, furono donati in più occasioni ai luogotenenti veneti e persino all’imperatore Carlo V.

    Estinti i Valvasone, nel 1762 la proprietà passò ai Riccardi, che riformarono le strutture e gli impianti agrari, realizzarono migliorie nella rete viaria e, forse, l’impianto del parco all’inglese, con prevalente inserimento di conifere all’esterno alla rocca.

    Successivamente il complesso cambiò più volte proprietà: prima gli Antonini, poi i Belgrado e infine Leonardo Mareschi che nel 1873 abbellì l’interno della dimora e migliorò il verde nelle sue adiacenze.

    Nel 1914 il complesso fu acquistato dall’agronomo Giacomo Perusini che mise in atto nuove opere di bonifica e diede avvio al rilancio produttivo ed estetico poi promosso anche dal figlio Gaetano, agronomo ed antropologo. Alla sua morte, avvenuta nel 1977, il complesso fu ereditato dal Sovrano Militare Ordine di Malta.

     

    Informazioni


    Indirizzo: Via Rocca Bernarda 27, Premariacco (Ipplis)

    Superficie totale: 4,50 ha

    Impianto planimetrico: all’italiana (giardino) e all’inglese (parco)

    Condizione giuridica: proprietà privata

    Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, siepi, viali

    Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino, cipresso, glicine, pino nero, tasso, Thuja plicata

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    Parco Basaglia (Parco dell’ex Ospedale psichiatrico)

    Il parco è situato nel comprensorio dell’ex manicomio, in una zona periferica della città all’epoca della sua costruzione, tra il 1905 e il 1908. Il frenocomio goriziano fu progettato secondo il modello open door: occupa, infatti, un’ampia superficie verde in cui sono dislocati i padiglioni ospedalieri, ombreggiata da specie arboree di considerevoli dimensioni, isolate o a gruppi che ospitano scoiattoli, picchi e lepri.

    Durante la Prima guerra mondiale fu danneggiato dai bombardamenti e soltanto nel 1933 fu riaperto con la gestione della Provincia di Gorizia. Tra il 1961 e il 1969 il manicomio fu diretto da Franco Basaglia che qui iniziò le sue innovative sperimentazioni terapeutiche.

    Negli anni Ottanta la gestione dell’area fu suddivisa tra l’Azienda sanitaria, che ancora oggi utilizza alcuni padiglioni a fini medico-sociali e gestisce la maggior parte del patrimonio a parco, e la Provincia di Gorizia che vi ha insediato alcuni istituti scolastici.

     
     
     
     
     
     
     
     

    Informazioni


    Indirizzo: Via Vittorio Veneto 174, Gorizia

    Superficie totale: 7,50 ha

    Impianto planimetrico: formale con inserti informali (geometrico con percorsi

    curvilinei e rettilinei)

    Condizione giuridica: proprietà pubblica, Azienda per i servizi sanitari n. 2 Isontina

    Peculiarità scenografiche e compositive: aiuole, sentieri, vialetti

    Specie botaniche di rilievo: cedro della California, cedro dell’Himalaya, cedro del Libano, cipresso di Lawson, faggio rosso, Osmanthus praecox, sequoia, tasso

    Orari di apertura: sempre aperto

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    Cascate_Butines

    Cascate Butines

    Il torrente Pontaiba in Val di Cosa ha scavato nella roccia una serie di gole e salti d’acqua immersi in un paesaggio incontaminato. Le tre cascate dette “Butines” scorrono su lastre di roccia verticali. Il torrente Pontaiba è anche adatto al canyoning.

    Le cascate Butines si trovano presso Manazzons di Pinzano al Tagliamento (PN), facilmente accessibili: una strada che corre parallela al torrente porta nella parte alta a una vista particolarmente spettacolare sulle tre cascate.

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

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