Basilica_S_Eufemia_Grado

Basilica di Santa Eufemia

La basilica di Santa Eufemia di Grado, risalente al VI secolo, si trova nella “città vecchia“, nella splendida cornice di Campo dei Patriarchi, vicino al campanile a cuspide del XV secolo, al Battistero del V secolo, al Lapidario e alla Basilica di Santa Maria delle Grazie, la più antica di Grado.

La costruzione della basilica, voluta dall’arcivescovo di Aquileia Elia, fu dedicata ai protomartiri aquileiesi Ermacora, Fortunato ed Eufemia (martire di Calcedonia).

L’edificio, a pianta basilicale, ha facciata tripartita aperta da due portali e tre ampie finestre di tipo paleocristiano. L’interno è strutturato a tre navate su colonne con capitelli che reggono le arcate.

Un capolavoro dell’oreficeria veneziana è la Pala d’argento dorato, di Donato Mazzalorsa, che si trova sopra l’altare. L’oggetto di arredo più affascinante è il pulpito dell’XI secolo: sorretto da sei colonne, di cui due tortili, dai capitelli fogliati ricoperti da rilievi raffiguranti i simboli degli Evangelisti ed una croce, è ricoperto da un cupolino di foggia moresca su archi trilobati inflessi. Sul pavimento si conserva gran parte della copertura originale del VI secolo, molto simile ai canoni stilistici bizantini (schematici e geometrici).

 

Informazioni


Basilica di Santa Eufemia

Campo Patriarca Elia

34073 Grado (GO)

Tel. e fax: +39 0431 80146

E-mail: parrocchia.grado@libero.it

 

Orari di apertura: inverno dal lunedì alla domenica 8.00-18.00; estate: dal lunedì alla domenica 8.00-19.00

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

Bob-su-Rotaia-Tarvisio

Bob su Rotaia Tarvisio

Il bob su rotaia offre un percorso di 880 metri di lunghezza, con 665 di discesa, 215 di risalita e un dislivello di 73 metri. Il tracciato prevede una serie di curve con diverse pendenze e raggi, un loop (anello chiuso con curva a 360°) e una serie di woops e dossi per rendere adrenalinici anche i tratti rettilinei.
E’ un impianto finalizzato al tempo libero di tipo ludico-sportivo, dunque i progettisti l’hanno concepito con il circuito di discesa che ha in ogni punto non meno dell’11% di inclinazione, il che permette la corsa per forza di gravità dei veicoli. La velocità può comunque essere regolata dal guidatore stesso, dosando a propria scelta l’azione del freno con le apposite leve laterali.

La pista sopraelevata è formata da tre coppie di rotaie in acciaio inossidabile saldato e da apposite piastre trasversali di supporto che garantiscono inoltre che i binari si mantengano paralleli. Nei tratti in cui la pendenza supera il 15%. per evitare lo slittamento, le rotaie sono trattate con un rivestimento ad alta rugosità . Ovviamente l’impianto è dotato di specifici sistemi di sicurezza e quindi le ripide curve ed i dossi che incrementano l’effetto emozionale degli utenti, possono essere affrontati con tranquillità.

 

Informazioni


Orari di apertura:

dalle ore 10.00 alle 16.00
Prezzi:
1 corsa: 4,00€
3 corse: 11,00€
5 corse: 18,00€
Per ulteriori informazioni:
Promotur Tarvisio
tel. +39 0428 653915

tarvisio@promotur.org

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Giardino_Abbaziale_Prati_Burovich

Giardino Abbaziale e Prati Burovich

Il giardino del complesso dell’abbazia di Santa Maria in Sylvis si estende nel centro storico dell’abitato, in continuità con gli spazi verdi della residenza Burovich, cinti da fossati a nord-est e raccordati da un ponte in legno.

Il giardino dell’abbazia presenta un impianto naturalistico, mentre quello del palazzo è all’italiana.

All’inizio dell’Ottocento il terreno era destinato a orto o a prato e nei pressi dell’abbazia sorgeva un cimitero poi dismesso. Alla prima metà del Novecento risale la composizione del giardino Burovich, armonicamente ripartito secondo tracciati geometrici lungo un asse centrale e ritmato dai parterres topiari in bosso; risente però anche di modalità compositive già affermatesi soprattutto oltralpe, con grande interesse per le rose e per i giochi cromatici delle corolle dei fiori, così come per un raffinato rapporto tra luce ed ombra, determinato dalle arcate di rose. I Burovich de Szmajevich, originari della cittadina dalmata di Perasto, agli inizi del Settecento si erano trasferiti in terraferma veneta avendo acquisito dalla Serenissima il titolo di conti.

Tra il 2001 e il 2006 sono stati effettuati gli interventi di recupero e di valorizzazione dell’area che è stata destinata a spazio pubblico e del palazzo che è ora sede comunale.

Alla recintazione del giardino in siepe di carpino bianco si sostituisce, per un tratto, un graticcio ligneo “a gelosia”, ricoperto di rose, che separa la parte del parterre vivente da quella in pietra e sasso. Vi si possono ammirare iris, gigli, scille, narcisi, anemoni, nigelle, lavande, primule selvatiche, fragole a frutto piccolo, violette e una gran varietà di aquilegie.

Nelle zone d’ombra troviamo, inoltre, felci, ellebori, acanti, gruppi di mughetti e di bucaneve. Lungo un vecchio muro crescono ortensie, felci, ellebori e anemoni giapponesi e, sulla facciata interna del palazzetto, le glicini arrampiacate su di arcate metalliche.

Si coltivano oltre quaranta varietà di rose: alcune rose d’epoca, appartengono all’impianto originario, mentre fra quelle moderne si annoverano le cosiddette “rose inglesi” dovute al notissimo ibridatore David Austin; tra le rose storiche è notevole un esemplare di Cardinal de Richelieu, che ha assunto una dimensione davvero rara per questo tipo di varietà.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Castello 1, Sesto al Reghena

Superficie totale: 2,10 ha

Impianto planimetrico: informale (giardino abbaziale) e all’italiana (Palazzo Burovich)

Condizione giuridica: proprietà pubblica (Comune di Sesto al Reghena) ed ecclesiastica

Peculiarità scenografiche e compositive: orto, uccellanda

Specie botaniche di rilievo: bosso, Ophiopogon japonica,varie specie di rose botaniche

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Fontana_Quattro_Continenti_Trieste

Fontana dei Quattro Continenti

Realizzata dallo scultore bergamasco Giovanni Battista Mazzoleni tra il 1751 e il 1754, rappresenta la città di Trieste che ottiene fortuna e ricchezze grazie all’istituzione del Porto franco e ai favori accordatigli da Maria Teresa. Vi sono rappresentati le figure allegoriche dei quattro continenti allora noti Europa, Asia, Africa e America, e quattro fiumi dai cui zampilla l’acqua. La Fama con le ali spiegate si erge a protezione della giovane figura di Trieste, circondata dai simboli del commercio, nell’atto di accogliere un mercante in abiti orientali.

Nel 1925 gli artisti triestini si schierarono per evitarne la demolizione e, l’anno seguente, fu restaurata dallo scultore Marcello Mascherini. Smontata nel 1938 per allestire il palco del Duce, i pezzi furono conservati nell’Orto Lapidario, finché nel 1970, grazie all’intervento del pittore Cesare Sofianopulo la fontana fu restituita alla piazza.

Si dice che nel 1769, per festeggiare l’inaugurazione del Lazzaretto Nuovo di Santa Teresa, dagli orci dei Fiumi sia stato fatto zampillare il vino anziché l’acqua e che, nel secolo successivo, tra le rocce sia cresciuto un albero di fico, finché nel 1891 l’albero venne estirpato, non senza il rammarico dei cittadini; venne persino composto qualche verso dai poeti locali in omaggio all’amico perduto.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza dell’Unità d’Italia, Trieste

×

 

ALTRO IN ZONA
Piazza_Unita_Italia_Trieste

Piazza Unità d’Italia

Piazza dell’Unità d’Italia, il “salotto di Trieste”, è la più estesa piazza d’Europa affacciata sul mare. Già detta Piazza San Pietro e poi Piazza Grande, questa aristocratica piazza fin de siecle assunse il nome corrente quando Trieste fu annessa al Regno d’Italia.

La pavimentazione in blocchi di arenaria è punteggiata sul lato mare da piccole luci blu che ricordano l’antico mandracchio, interrato a metà dell’Ottocento. La fontana dei Quattro continenti è sita davanti all’ingresso principale del Municipio e, poco più in là, vi è la Colonna di Carlo VI, qui fin dal 1728. La piazza ospita, inoltre, due pili con basamento in bronzo, opera dello scultore triestino Attilio Selva, su cui svettano la bandiera italiana e quella di Trieste.

Sulla piazza si affaccia una maestosa sequenza di palazzi eclettici, ornati da coreografiche allegorie di gruppi scultorei e fasciati da lesene e modanature: il palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura, vestito dei baluginii dorati dei suoi mosaici; il palazzo Stratti, dove si trova lo storico Caffè degli Specchi; il palazzo Modello e il Municipio del Bruni, la “Cheba”, sulla cui torre dell’orologio due automi bronzei, Mikez e Jakez, battono le ore; Palazzo Pitteri, il più antico della piazza, il palazzo Vanoli e il palazzo della compagnia di navigazione Lloyd Triestino, ora sede della Regione, che ricorda il dominio mercantile della città che è stata il porto dell’impero austro ungarico.

 

 

ALTRO IN ZONA
Abbazia_Benedettina_Santa_Maria_Sylvis

Abbazia benedettina di Santa Maria in Sylvis

L’Abbazia benedettina dedicata a Santa Maria in Sylvis di Sesto al Reghena (per il fatto di trovarsi nel mezzo di una vasta selva), fondata tra il 730 ed il 735, è forse il più importante esempio di monastero fortificato del Friuli.

Distrutta dagli Ungari nel 899, venne ricostruita a partire dal 960 assumendo l’aspetto di un castello medievale tuttora conservato. L’abbazia accrebbe il suo potere, sia religioso che politico, fino al 1420, quando fu assoggettata al dominio della Serenissima e iniziò la sua decadenza.

Dell’antica Abbazia rimangono la torre d’ingresso della fine del ’400 (in origine erano sette), la basilica, la residenza dell’abate (sede del Municipio), la cancelleria e la canonica.

La Basilica, eretta nelle forme romanico-bizantine (tre navate, cripta interrata e presbiterio sopraelevato) è impreziosita da un ciclo di affreschi della scuola di Giotto (1316-1320). Nell’atrio romanico, che fungeva da portico della chiesa, si vede un’originale raffigurazione medioevale della morte assieme con le cosiddette “danze macabre“: l’incontro tra tre vivi e tre morti, opera della metà del secolo XIV. A destra del vestibolo c’è la Sala delle Udienze, l’antico refettorio degli abati decorato a figure grottesche, che è stata adibita a piccola pinacoteca. La cripta ospita una scultura della fine del Duecento, con soggetto l’Annunciazione, e una interessante Pietà quattrocentesca in pietra arenaria di autore nordico. Bellissima è l’urna di Sant’Anastasia, di epoca longobarda, con rilievi geometrici.

 

Informazioni


Abbazia benedettina Santa Maria in Sylvis

Piazza Castello, 3 – 33079 Sesto al Reghena (PN)

Tel.: +39 0434 699014

Fax: +39 0434 698849

abbaziasestopn@libero.it

www.abbaziasestoalreghena.it

 

Servizi: visite guidate su prenotazione, bookshop; parzialmente accessibile ai disabili

 

Orari di apertura: lunedì – venerdì: 9.00-12.00 e 15.00-18.00;sabato solo su prenotazione; domenica 9.00-10.15 e 11.30-12.00 – 15.00-18.00. Durante le funzioni liturgiche l’Abbazia non è visitabile.

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Castello_Muggia

Castello di Muggia

Sul colle già in epoca preistorica sorgeva un castelliere, in seguito trasformato dai romani in torre munita a presidio della via Flavia. L’imponente costruzione in conci di arenaria squadrati risale al 1374 quando il Patriarca Marquardo di Randek inviò a Muggia Federico di Savorgnan che, occupata la cittadina, dava inizio alla costruzione del castello e della cinta muraria che racchiudeva il borgo medievale raccolto intorno al porticciolo.

Della cinta muraria del castello restano oggi solo alcune tracce: la porta di Levante e parte di quella di San Ulderico e la basilica romanica di Santa Maria Assunta.

Nel 1420 il castello passò sotto il dominio della Serenissima seguendo da allora, unitamente a tutta la costa istriana, le sorti della Repubblica di Venezia.

Nel 1991 il castello fu acquistato dallo scultore Villi Bossi che lo ha trasformato in residenza privata e atelier.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Calle dei Lauri 7, Muggia

Servizi: visite didattiche, partecipa aCastelli Aperti

Visite: su appuntamento tramite il Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia – Tel.: 0432 288588; Fax: 0432 229790; visite@consorziocastelli.it

Informazioni: www.consorziocastelli.it; www.castellodimuggia.wpeople.it

Tel.: 040 272772

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI TRIESTE