Porta_Manin_Udine

Porta Manin

La Porta è l’unico lacerto della terza cerchia di mura che fu costruita alla fine del Duecento. Vi è dipinta, fra gli altri stemmi nobiliari, l’aquila nera in campo giallo del Sacro Romano Impero. Nota anche come Porta San Bartolomeo o Porta Cividale costituisce il tradizionale accesso al centro storico dalla zona orientale della città.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Manin, Udine

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Giardino_Castello_Strassoldo_Sopra

Giardini dei Castelli di Strassoldo

Giardino del Castello di Strassoldo di Sopra

Nel Settecento il complesso fortificato del castello fu oggetto di ampie ricostruzioni che lo ridefinirono come moderna villa di campagna che, in quanto tale, non poteva prescindere dall’esibire un curato giardino. All’interno del parco secolare si ritagliano diverse aree verdi solcate da ruscelli di risorgiva. Il giardino

principale si estende tra il nucleo del maniero e il corso Milleacque, che anticamente fungeva da fossato del castello di Sopra. Di impianto informale, con dense zone arboree concentrate lungo il perimetro, il parco era in origine delimitato da una fila di carpini neri, che oggi è un folto coacervo di varietà di piante contemporanee come aceri campestri, tigli, ippocastani e alberi secolari, come la magnifica Magnolia di trecento anni. Si possono, inoltre, ammirare fra le altre numerose piante di taxus baccata, un gazebo di palme e le aiuole fiorite con rose antiche, tea ed inglesi, camelie ed ortensie. Un secondo giardino è stato, invece, ricavato nella distesa che ospitava l’antico brolo, tra la cancelleria ed il fiume Taglio.

Nel XVIII secolo il giardino doveva presentarsi con un tradizionale impianto di tipo formale con siepi e vialetti, ospitava alberi da frutto ed un orto formale, mentre un ponte permetteva di accedere al castello in carrozza. Risalenti all’epoca sono ancora gli elementi decorativi, tra i quali spicca un’imponente orangérie colonnata, statue e alcuni pozzi.

Peculiarità del luogo è un microclima particolarmente mite; infatti, la temperatura del suolo non scende mai al di sotto dei 13 gradi, fenomeno che garantisce la proliferazione di molte specie esotiche, come le palme e le rose cinesi. Le rive dei corsi d’acqua, che ospitano i salici piangenti sono, inoltre, popolate da germani reali, anatre e cigni.
 

Giardino del Castello di Strassoldo di Sotto

Il parco e il giardino annessi al castello di Strassoldo di Sotto sono situati alla confluenza di due fiumi di risorgiva – il Taglio e il Milleacque – e sono separati dal viale che conduce ai terreni arginali della famiglia, a est, e alla storica strada di Aquileia, a ovest. Si tratta di uno dei primi esempi di giardino paesaggistico nella zona, in ottimo stato di conservazione.

Il giardino sorge negli spazi della corte del Castello e del borgo che gli si è raccolto intorno, mentre la peschiera meridionale costituiva in origine l’antico fossato difensivo. L’area dell’odierno parco era un acquitrino paludoso e sterile che fu bonificato nel corso del XVIII secolo da Francesco Nicolò di Strassoldo, il quale fece realizzare una rete di drenaggio delle acque e rese il sito «fertile, navigabile e pescoso».

Il parco era regolarmente ripartito in settori rettangolari tramite vialetti e raccordato all’isola che emergeva dalla peschiera: un giardino all’italiana con piante di bosso e sempreverdi, geometricamente disposti. Nella parte originariamente occupata da boschetti e risorgive fu realizzato un impianto che sfruttava la copiosa presenza acquifera con complesse opere di ingegneria idraulica: fontane, pozzi, laghetti e peschiere moltiplicavano nei riflessi le statue ornamentali.

Nella seconda metà dell’Ottocento l’impianto fu modificato e convertito in giardino di tipo informale circondato da fasce alberate perimetrali di carpini e cedri. La peschiera meridionale costituisce l’unico elemento superstite dell’assetto settecentesco.

Negli ultimi decenni del Novecento, a causa della perdita di specie d’alto fusto ottocentesche, il parco è stato ripopolato in prevalenza con conifere. Accanto ad alcune specie interessanti per rarità o vetustà se ne trovano altre tipiche dei giardini locali come ippocastani, ontani, betulle, faggi e acacie.

Informazioni

Giardino del Castello di Strassoldo di Sopra

Indirizzo: Via dei Castelli, 17-33, Strassoldo (Cervignano del Friuli)

Superficie totale: 0,60 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema formale e informale

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: elementi in pietra, fontana circolare, orangérie, pozzo

Specie botaniche di rilievo: acero campestre, bosso, carpino bianco, convallaria, ligustro, magnolia grandiflora

Visite: Consorzio per la Salvaguardia dei Castelli Storici del Friuli Venezia Giulia

Gabriella ed Elisabetta di Strassoldo

Tel.: +39 0431 93217/ +39 0431 93095

E-mail: info@castellodistrassoldo.it

 

Giardino del Castello di Strassoldo di Sotto

Indirizzo: Via dei Castelli 22, Strassoldo (Cervignano del Friuli)

Superficie totale: 2,00 ha

Impianto planimetrico: all’inglese con schema geometrico

Condizione giuridica: proprietà privata

Peculiarità scenografiche e compositive: esedra, peschiera, peschiera con isola

Specie botaniche di rilievo: bosso, carpino bianco, convallaria, ippocastano, sequoia, magnolia

Visite: guidate a gruppi su prenotazione

Telefono: +39 0431 93093

E-mail: info@castellodistrassoldo.it

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Museo_Commerciale_Trieste

Museo Commerciale

Il museo ha sede al piano nobile di Palazzo Dreher, realizzato alla fine del primo decennio del Novecento dall’architetto viennese Emil Bressler e ristrutturato nel 1928 dal triestino Gustavo Pulitzer-Finaly per divenire sede della Borsa Nuova. Esso ripercorre la storia della Deputazione di Borsa, istituita nel 1755 da Maria Teresa d’Austria e, quindi, della Camera di Commercio, a partire dal 1850, facendo riaffiorare la centralità dell’ente camerale all’interno del tessuto socio-economico della comunità triestina e giuliana.

Tra i pezzi più importanti ci sono il primo sigillo dell’Uffizio di Borsa con l’effige dell’Imperatrice d’Austria Maria Teresa, una scheda elettorale che ricorda che i “Mercatores tergestini” eleggevano un deputato al Parlamento di Vienna e un prezioso volume del 1841 con il catasto di tutti gli edifici della Trieste ottocentesca ed una dettagliata carta topografica.

Il percorso presenta le componenti storiche della Camera: il commercio rappresentato dagli antichi strumenti di peso e misura; l’industria attraverso i marchi che ne furono protagonisti, come i liquori della Stock; l’artigianato, ricordato dalla sartoria Beltrame; e l’agricoltura a cui allude l’imponente “tappatrice”, emblema della produzione enologica del Carso.

Inoltre, sono esposte numerose marche ottocentesche e targhe che testimoniano le molteplici sfaccettature dell’economia triestina, una corbeille che l’architetto Pulitzer disegnò nel 1928 per la Borsa Nuova e la vetrinetta della tipografia del Lloyd Austriaco, nonché una serie di antichi strumenti in uso presso il Laboratorio chimico e l’Ufficio metrico.

Un’intera parete riproduce le coste del mare Adriatico sulle quali nella prima metà dell’800 erano operativi 13 fari progettati, costruiti e gestiti dalla Camera di Commercio; domina la sala il grande modello della Lanterna triestina realizzato nel 1821 dall’architetto Matteo Pertsch.

Non mancano numerosi reperti legati alla gestione del maggior porto dell’Impero austriaco e dell’azienda dei Magazzini Generali, un modello alto 5 metri dell’edificio della Borsa, che venne inaugurato nel 1806, progettato dal maceratese Antonio Mollari e decorato da Giuseppe Bernardino Bison, di cui è esposto un disegno acquarellato che celebra la visita dell’Imperatore Francesco I; nonchè la riproduzione della meridiana solare realizzata nel 1820 dal friulano Antonio Sebastianutti e uno dei vecchi meccanismi dell’orologio da torre creato da uno dei celebri Solari di Pesariis, collocato sul frontone del palazzo.

Fra i dipinti si conserva il ritratto che Leonor Fini realizzò nel 1956 al presidente della Camera di Commercio Antonio Cosulich e la galleria dei Deputati di Borsa, fra cui il ritratto del barone Pasquale Revoltella realizzato da Augusto Tominz, quello di Ciriaco Catraro, dipinto nel 1836 da Giuseppe Tominz e di Francesco Taddeo Reyer a opera di Placido Fabris.

 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Dreher (II piano), Via San Nicolò 7, Trieste

Informazioni: www.ts.camcom.it – proposte-del-territorio/proposte-del-territorio-museo-commerciale

Tel.: 040 6701234 / 040 6701229

Fax: 040 6701321

E-mail: museocommerciale@ts.camcom.it

Orari di apertura: visitabile su prenotazione da lunedì a venerdì 10.00-13.00; martedì e mercoledì 15.00-17.00

Servizi: visite guidate

Ingresso: gratuito

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Museo_Archeologico_Montereale_Valcellina

Museo Archeologico di Montereale Valcellina (MAMV)

Allestito nel prestigioso complesso seicentesco di Palazzo Toffoli, il museo espone i materiali rinvenuti durante gli scavi condotti a partire dal 1985 dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, che hanno confermato la presenza di insediamenti abitativi locali già a partire dal XIV secolo a.C.. I reperti provengono in genere dai due maggiori siti archeologici individuati nella zona, ovvero la Necropoli del Dominu, un complesso funerario protostorico, e l’area archeologica dell’ex Acquedotto, dove sono stati rinvenuti i resti di un edificio dell’età della romanizzazione (fine II-I secolo a.C.). Notevoli, inoltre, i ritrovamenti della cosiddetta Casa dei dolii (V secolo a.C.). Tra gli oggetti più preziosi ci sono spade e armi, grandi vasi decorati e monili metallici ornamentali.

 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Palazzo Toffoli, Via Verdi 22, Montereale Valcellina

Servizi: visite guidate, laboratori didattici e attività ludico-didattiche; accessibile ai disabili

Orari di apertura: da maggio a settembre sabato e domenica 16.30-19.30;da ottobre ad aprile ogni primo sabato del mese 10.00-12.30;apertura in orari diversi per scuole e gruppi organizzati.

Ingresso: intero: € 4,00; ridotto (fino a 12 anni e oltre i 65) € 3,00; gratuito fino ai sei anni

Informazioni: per conoscere gli eventi in corso e le apertura straordinarie www.eupolis.info; EUPOLIS Studio Associato, Via Marconi 24, Porcia – Tel.: 380 6949808; E-mail: info@eupolis.info – www.immaginarioscientifico.it

Tel.: 0427799687 – 0427798782 – 040224424

Fax: 040224439

E-mail:info@immaginarioscientifico.it

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Cascata_Cukula

Cascata della Čukula

La cascata del Čukula, posta sul rio Namlen, è la più imponente tra tutte quelle presenti nel territorio delle valli del Torre e Natisone. Lo spettacolare salto, di oltre 70 metri, avviene poco a monte della confluenza tra il rio Podiauer e il rio Podiama. Solo dopo la confluenza il torrente assume la denominazione di rio Namlen, ma la cascata della Čukula è conosciuta anche come cascata del rio Namlen. Il rio Podiama nasce dalle pendici del Monte Cripia, a circa 850 m di altitudine.

Il corso d’acqua incide le rocce del Flysch di Grivò (v. Cascate del Rio Boncic) approfondendosi rapidamente e formando poi la cascata la cui base è posta ad una quota di circa 420 m: un dislivello quindi di oltre 400 m.

La cascata si raggiunge partendo da Prossenicco: nei pressi del cimitero del piccolo borgo rurale, dove si può parcheggiare, si imbocca il Sentiero Naturalistico della Cascata della Čukula.
 
 
 
 
 
 
 
 

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Fondazione_Palazzo_Coronini_Cronberg

Fondazione Palazzo Coronini Cronberg Onlus

Il palazzo venne edificato nell’ultimo decennio del XVI secolo nei pressi del torrente Corno per volontà di Carlo Zengraf, Segretario degli Stati Provinciali di Gorizia per conto della Casa d’Austria. L’incarico fu affidato, pare, all’architetto militare Giulio Baldigara, che diede al palazzo l’austero aspetto di una casa-forte.

Nel 1614 venne acquistato da Riccardo di Strassoldo, al cui casato si deve la costruzione della cappella dedicata a Sant’Anna decorata da una lunetta di Johann Michael Lichtenreiter. Su di un lato della chiesa, un piccolo matroneo di legno si raggiungeva dalle sale del piano nobile del palazzo attraverso un loggiato. Vennero, inoltre, aggiunti diversi corpi di fabbrica, tra cui le scuderie, oggi trasformate in sala convegni ed esposizioni.

Dietro il palazzo, cintato da alte mura, si trovava il giardino meridionale, con il suo belvedere e la lunga scalinata – distrutta dopo il primo conflitto mondiale – chiusa dal portone di ferro battuto entro un portale di pietra.

Nel 1820 la proprietà venne messa all’incanto e acquistata dal conte Michele Coronini che fece massicci interventi di ristruttuarazione ed ampliamento, destinanodo il terzo piano della nuova ala alla sua ricca biblioteca.

Nel 1836 il palazzo fu preso in affitto da Carlo X di Borbone, ultimo re di Francia, esiliato a Gorizia con la sua corte; morì lo stesso anno e venne sepolto nel convento francescano di Castagnavizza.

Nel 1919 iniziò un complesso restauro che pose rimedio ai danni della guerra e nel 1922 il palazzo venne sottoposto a tutela culturale.

Guglielmo Coronini, ultimo discendente della nobile famiglia, volle trasformare il palazzo in una dimora storica che preservasse la memoria familiare, facendo sì che alla sua morte, avvenuta nel 1990, tutte le sue sostanze andassero a costituire la Fondazione Palazzo Coronini Cronberg onlus.

Il palazzo è circondato da uno splendido parco all’inglese di cinque ettari con reperti archeologici aquileiesi, un tempietto di stile liberty e piante rare.

L’odierno percorso museale si snoda attraverso le 15 sale passando dagli arredi cinque e seicenteschi del piano terra ai suntuosi salotti del Settecento con lacche e sete dipinte a motivi orientali, alle sale in stile impero e biedermeier.

La quadreria Coronini è composta da circa milleduecento opere comprese tra il XV e il XX secolo, tra cui Liberale da Verona, Tiziano, Lavinia e Prospero Fontana, Justus Sustermans, Jacob van Ruysdael, Antonio Canova, Vladimir L. Borovikovskij, Rosalba Carriera, Elisabeth Vigèe Le Brun, Martin van Meytens, William Etty, John Riley, Guglielmo Ciardi, Giuseppe Bernardino Bison, Pompeo Mariani, Antonio Rotta, Arturo Rietti e Tullio Crali.

La collezione di statue e sculture comprende un centinaio di esemplari, dai reperti archeologici del II sec. d.C. fino ad opere del primo Novecento, tra cui Franz Xaver Messerschmidt, il busto di Michele Coronini di Berthel Thorvaldsen, quello di Napoleone realizzato da Giuseppe Ceracchi e le cinque statue collocate nel parco scolpite da Orazio Marinali. La collezione di stampe (1.287 esemplari) annovera Luca di Leida e Hendrick Goltzius oltre al gruppo di 387 stampe giapponesi.

L’eredità del conte Guglielmo Coronini comprende, inoltre, un ricchissimo patrimonio di suppellettili di ogni genere: tappeti, argenti, orologi, vetri e porcellane, armi, ventagli, abiti e merletti, nonché raccolte numismatiche e di miniature, gioielli e cammei.

 

Informazioni

Indirizzo: Viale XX Settembre 14, Gorizia

Servizi: visite guidate, bookshop, laboratori didattici; le delle Scuderie ospitano la Sala Convegni e la Sala Esposizioni per mostre, conferenze, incontri e convegni; accessibile ai disabili

Informazioni: www.coronini.it

Orari di apertura: da novembre a marzo aperto solo su prenotazione per gruppi (massimo 15 persone); da aprile a ottobre da mercoledì a domenica 10.00-13.00 e 14.00-18.00; uffici da lunedì a sabato 8.00-14.00; chiuso lunedì e martedì, il 1 gennaio, 25 e 26 dicembre, Pasqua

Ingresso: intero € 8,00; ridotto € 6,00 per scolaresche; gratuito per chi si chiama Guglielmo bambini fino alla V elementare e disabili; ingresso libero al parco dall’alba al tramonto; laboratori didattici € 3,00 (a studente)

Visite: visita guidata al Palazzo a persona € 3,00; visita guidata al parco (solo per gruppi) € 45. Le visite, guidate o accompagnate, vengono effettuate all’inizio di ogni ora

Prenotazioni: prenotazioni@coronini.it

Tel.: 0481 533485

Fax: 0481 547222

E-mail: info@coronini.it

Come arrivare: ingresso principale da Viale XX Settembre 14; ingresso lato Uffici/Ex Scuderie da Via dei Coronini 1 (consigliato a disabili e portatori di handicap)

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Palazzo_delle_Poste_Gorizia

Palazzo delle Poste

L’imponente edificio in bugnato e laterizio si articola attorno alla torre dell’orologio. Fu realizzato nei primi anni Trenta su progetto di Angiolo Mazzoni, che si ispirò allo stile imperiale austriaco. Il porticato accoglie tre Vittorie, monumento ai caduti postelegrafonici realizzato da Domenico Ponzi. Al piano terra si trovano i mosaici di san Cristoforo opera di Matilde Festa Piacentini e quello di Pericle Gentili raffigurante i santi Ilario e Taziano, protettori della città di Gorizia. Al primo piano c’è l’affresco Danae fecondata da Giove realizzato su disegno del pittore Edoardo Del Neri mentre all’interno della torre la scalea è decorata con il ciclo pittorico di Guido Cadorin dal titolo Le guerre producono vittime. Infine, è qui conservato il Treno in corsa (1933) del futurista Tato (Guglielmo Sansoni).

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Corso Giuseppe Verdi 33, Gorizia

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