Biblioteca_Guarneriana_San_Daniele_del_Friuli

Biblioteca Guarneriana

L’ex Palazzo comunale, già sede del Consiglio dell’Arengo, ospita oggi la biblioteca Guarneriana, la più antica istituzione di pubblica lettura del Friuli, sorta nel 1466 per volontà dell’intellettuale umanista Guarniero d’Artegna, che fece dono alla città della propria collezione di oltre centosettanta codici.

La raccolta – uno dei più significativi fondi documentari dell’Umanesimo latino in Italia – si è arricchita nel Settecento del lascito di migliaia di volumi dell’arcivescovo Giusto Fontanini.

Il patrimonio bibliografico consta oggi di seicento codici, alcuni riccamente miniati, altrettante cinquecentine, un’ottantina di incunaboli e numerosi manoscritti per un totale di circa dodicimila libri antichi, tra cui una splendida Bibbia Bizantina della fine del XII secolo, l’Inferno dantesco della fine del Trecento, un’edizione delle Costituzioni de la Patria del Friuli stampate a Udine nel 1482, il Canzoniere e i Trionfi del Petrarca, copiati e miniati da Bartolomeo Sanvito nel 1749.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 1, San Daniele del Friuli

Informazioni: www.guarneriana.it

Orari di apertura: solo su appuntamento per gruppi di almeno 10 persone

Visite: visite guidate per gruppi (minimo 15 persone, massimo 30)

Ingresso: € 4,00

Tel.: +39 0432 946560

Fax: +39 0432 946569

E-mail: info@guarneriana.it

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Giardino Muzio De Tommasini

Il giardino, situato in una zona densamente urbanizzata che gli ha valso il tradizionale nome di “Giardino pubblico”, è un luogo inscindibilmente legato nella memoria collettiva al romanzo di Italo Svevo La coscienza di Zeno. Il parco è recintato da una cancellata con quattro ingressi e sull’accesso principale presso via Battisti è collocato il monumento a Domenico Rossetti, opera dell’architetto Arduino Berlam.

La superficie, di forma triangolare, è una composizione botanica libera, con esemplari arborei di latifoglie lungo il perimetro e arbusti ornamentali sempreverdi nelle aree centrali.

La municipalità acquistò tra il 1854 e il 1861 alcuni terreni dalle monache Benedettine, situati ai margini est del borgo Franceschino che, per iniziativa di Muzio de Tommasini, furono adibiti a verde cittadino. Tre anni dopo fu costruito un padiglione che ospitava la caffetteria, che sarebbe divenuta un punto di ritrovo per circoli culturali e il gazebo per i concerti. Successivamente si scavò anche un laghetto artificiale ‘a serpentina’. Nei decenni successivi, il giardino diventò punto di incontro per le associazioni e per le annuali esposizioni floreali e di orticoltura, organizzate dalla locale Società agraria.

All’inizio del Novecento nel giardino fu avviata la sistemazione di busti dedicati a concittadini illustri che viene tutt’ora arricchita.

Dopo un lungo restauro che ha coinvolto sia le passeggiate asfaltate che la parte botanica il giardino è stato riaperto nel 2004.

Oltre trecento sono gli esemplari arborei di grandi dimensioni tra cui le specie locali come platani, olmi, ippocastani e querce; e altri di origine esotica quali cedri, araucaria, ginkgo e koelreuteria. Mentre tra le specie arbustive si annoverano: bosso, alloro, ligustro, viburno, pittosporo, aucuba, tasso e agrifoglio.

Nei pressi del laghetto è stata sistemata l’area per i bambini con i tradizionali giochi dell’Oca e del Portone disegnati sulla pavimentazione e una Dama gigante sulla quale si possono tenere tornei di scacchi.

 

Informazioni


Indirizzo: Via Giulia, Trieste

Superficie totale: 2,60 ha

Impianto planimetrico: all’inglese a schema naturalistico informale, con forma triangolare allungata

Condizione giuridica: proprietà pubblica, Comune di Trieste

Peculiarità scenografiche e compositive: busti, laghetto a serpentina, percorsi affiancati da latifoglie, piazzale con padiglione, prato con erme

Specie botaniche di rilievo: albero del caffè (o albero dei cervi), bosso, farnia, ippocastano, maggiociondolo, platano, sophora, tasso

Orari di apertura: estivo 7.00-20.00; orario invernale 7.00-19.00

Servizi: accesso ai disabili, giochi multifunzionali in legno 0-12 anni, pista da pattinaggio, giochi “a pavimento” dama e scacchi, gioco dell’oca, area concerti, toilettes

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Spilimbergo

Spilimbergo

La città prende il nome dai conti carinziani Spengenberg che vi si stabilirono nell’XI secolo. Il borgo conserva l’impianto urbano dell’epoca, con il nucleo trecentesco stretto intorno al castello, le tre cinte murarie, strade porticate, vicoli e piazzette.

Dalla Torre Orientale si accede, attraverso la prima cerchia, al Borgo di Mezzo e al Borgo Nuovo, tagliati trasversalmente dal Corso Roma che si apre su una scenografia di palazzi, portici e caratteristici vicoli disposti a pettine fino alla Torre Occidentale che segnava la terza cerchia di mura. Lungo questa via si affacciano le dimore signorili, edificate tra Cinque e Settecento, come il Palazzo Monaco dalla splendida facciata affrescata in cui si aprono le trifore gotiche, Palazzo Cisternini, di cui rimangono solo le colonne con fregi e decorazioni, il settecentesco Palazzo Marsoni Asquini e la Casa Dipinta, affrescata nel XVI secolo con scene della vita di Ercole.

Nei pressi di Piazza Garibaldi si trovano la Chiesa di San Giuseppe e Pantaleone, al cui interno è conservato il prezioso coro ligneo, e la Chiesa di San Giovanni. In piazza Duomo – dove tenevano banco i mercanti che arrivavano dalle città vicine risalendo il guado del Tagliamento – ci sono il duecentesco Palazzo del Daziaro e la Loggia della Macia, nonché il Duomo romanico di Santa Maria Maggiore risalente al XIII secolo.

Dalla piazza, attraverso un ponte sull’antico fossato, si entra nel Castello, costruito a ridosso del Tagliamento. Esistente fin dal XII secolo, fu distrutto da un incendio nel 1511 e ricostruito secondo l’antica struttura medioevale. Al suo interno si trovano il Palazzo Dipinto e il Palazzo Tadea. A nord del castello c’è il Palazzo di Sopra, attuale sede del Municipio, dal cui cortile si gode della vista sulla valle del Tagliamento.

Premiata come “Gioiello d’Italia”, Spilimbergo è anche conosciuta come “città del mosaico”, grazie alla Scuola Mosaicisti del Friuli, realtà di fama internazionale nel campo dell’arte musiva.

Ogni anno, in luglio, si svolgono le tre giornate di Folkest, il più grande festival folk del Sud Europa.

 

Informazioni


Dove: Spilimbergo sorge sulla riva destra del Tagliamento alla confluenza del torrente Cosa, in provincia di Pordenone

 

Informazioni:

Comune di Spilimbergo, Piazzetta Tiepolo 1 – www.comune.spilimbergo.pn.it – Tel.: +39 0427 591111; Fax: +39 0427 591112; E-mail: protocollo@comune.spilimbergo.pn.it

Pro Spilimbergo, Palazzo La Loggia, Piazza Duomo 1 – www.prospilimbergo.org – Tel.: +39 0427 2274; E-mail: info@prospilimbergo.org

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Polcenigo1

Polcenigo

Polcenigo – dal toponimo latino Paucinius – è raccolto intorno ai resti del castello, su un’altura dominante l’intera vallata, in un territorio ricco di sorgenti e corsi d’acqua. Tradizione vuole che sia stato assegnato nell’875 da Carlo il Calvo a un suo luogotenente francese, il conte di Blois. L’antico maniero fu distrutto da un incendio e la residenza nobiliare fu ricostruita tra il 1738 e il 1770 nelle forme di una villa veneta dall’architetto veneziano Matteo Lucchesi con una scalinata monumentale di 365 gradini in pietra che la raccordava al borgo di sotto. Qui è possibile ammirare le dimore storiche, come palazzo Fullini Zaia, che sfoggia un porticato con cinque archi bugnati, teorie di trifore, balaustre modanate e mascheroni, nonché saloni con stucchi e affreschi, raffiguranti scene bucoliche.

Tra gli edifici di culto ricordiamo la chiesa di San Giacomo, situata tra il borgo e il castello e già esistente nel 1262 che conserva una Natività della Vergine del veneto Egidio Dall’Oglio e un organo settecentesco del veneziano Giacinto Pescetti.

Sulla sommità del colle si trova, invece, la pieve dedicata a San Floriano, attestata fino dal 743 e costruita con materiali di risulta di epoca romana, che conserva lacerti di affreschi assimilabili alla scuola di Vitale da Bologna o di Tommaso da Modena. La Chiesa della Santissima, edificata presso le sorgenti del Livenza, ospita un maestoso altare ligneo con una edicola di Domenico da Tolmezzo, un pregevole coro ligneo e numerosi affreschi.

Polcenigo è circondato da uno splendido patrimonio naturale: la Foresta del Cansiglio, le sorgenti del Gorgazzo, torrente che scaturisce da una scenografica cavità carsica prima di immettersi nel Livenza, nonché il Parco rurale di San Floriano.

Tra Polcenigo e Caneva, inoltre, si può ammirare Palù di Livenza, un sito paleolitico che è stato inserito nella lista dei patrimoni archeologici dell’umanità.

La prima domenica di settembre nel borgo si tiene la trecentenaria Sagra dei sést, la tradizionale produzione di cesti e manufatti di vimine, giunco e rafia.

 

Informazioni


Dove: Polcenigo, provincia di Pordenone

 

Informazioni: Comune di Polcenigo-www.comune.polcenigo.pn.it

Pro Loco Polcenigo, Piazza Plebiscito 3 – www.prolocopolcenigo.com – tel.: +39 328 7560465; e-mail: info@prolocopolcenigo.com

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Castello di Montereale

La costruzione del castello di Montereale, posto a guardia della Valle Cellina, lungo la via pedemontana pordenonese presidiata da numerose rocche (tra cui quelle di Maniago, Meduno, Toppo e Pinzano) risale al X secolo. Nel 1203 il “Castrum Montis Regalis” fu ceduto dal vescovo di Concordia ai Signori di Prata, per poi passare, nel 1213, ai nobili di Montereale, feudatari del Patriarca.

In seguito il fortilizio fu più volte assediato e tra il 1313 e il 1318 ebbe parte nei fatti d’arme che videro i Montereale contrapposti ai Pinzano, ai Toppo e ai Maniago. Nel 1346 Bianchino di Porcia assaliva e saccheggiava il maniero che, già provato dalle guerre e poi dai terremoti che seguirono, fu abbandonato e cadde in rovina nel corso del Cinquecento.

Del castello rimangono parecchi tratti di muraglia, circondati da fossati, e della torre maestra sono ancora visibili le fondazioni, a cui anticamente si aggiungevano altre due piccole torri.

Tra il 1983 e il 1990 si sono svolte diverse campagne di scavo che hanno confermato la continuità di utilizzo del monte a scopo difensivo a partire dall’età tardo antica. I reperti rinvenuti sono ora esposti nel Museo Archeologico di Montereale Valcellina.

 

Informazioni


Indirizzo: Strada Regionale 251, Montereale Valcellina

Stato di conservazione: ruderi

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Villa de Puppi

La villa, costruita nella prima metà del Settecento in stile neopalladiano, si impone alla vista con quattro solenni colonne ioniche che sostengono il timpano con lo stemma nobiliare. Si trova immersa tra le alte conifere del parco sebbene si affacci lungo la strada principale del paese. I de Puppi discendono dalla celebre famiglia dei conti Guidi, signori di Poppi, nel Casentino, citati da Dante Alighieri.

La villa padronale, serrata tra due edifici con torretta, è affiancata dalle barchesse che abbracciano una piccola corte. All’interno il salone centrale immette tramite un doppio scalone al piano nobile. Qui si conservano mobili di pregio e dipinti antichi. Nel retro la massiccia facciata con motivi a bugne di pietra guarda verso il grande cortile con pozzo.

 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Via Roma 5, Moimacco

Informazioni: www.depuppi.it

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Castello_San_Giusto_Trieste

Castello di San Giusto

Il castello di San Giusto si erge sul colle che domina il golfo e l’entroterra di Trieste. Fin dalla prima metà del I millennio a. C., il sito ospitò un castelliere e un primitivo centro abitato il cui nome “Tergeste” era formato dall’unione di un vocabolo di radice indoeuropea che significa mercato e del suffisso veneto este, ovvero città. In età romana vennero innalzati sul sito il tempio dedicato alla triade capitolina, i cui resti dei monumentali propilei sono visibili sotto il campanile della cattedrale di San Giusto.

La rocca, sorta in epoca medievale ad opera dei veneziani, fu abbattuta nel XIV secolo per volere del Patriarca di Aquileia e riedificata da Federico II d’Asburgo nel 1470 come residenza del Capitano imperiale. Il castello fu ulteriormente fortificato durante la dominazione veneziana, agli inizi del Cinquecento e, nel 1630, dopo essere tornato in possesso della Casa d’Austria. Si aggiunsero così progressivamente i corpi di fabbrica che gli conferirono la caratteristica forma triangolare: il Bastione Rotondo o Veneto del 1508-1509; il Bastione Lalio o Hoyos, dalla forma poligonale, del 1553-1557; il triangolare Bastione Fiorito o Pomis, completato nel 1636.

I Capitani imperiali austriaci risiedettero nel Castello fino al 1750, quando vi vennero insediate una guarnigione militare ed una prigione. Il Castello non fu mai al centro rilevanti episodi bellici, garantendone così conservazione.

Nel 1930 l’intero comprensorio divenne proprietà del Comune e fu sottoposto ad un integrale intervento di restauro. I lavori, diretti dall’architetto Ferdinando Forlati, tesero a liberare l’intero complesso dalle sovrastrutture sette-ottocentesche e a recuperare l’originario aspetto medievale. L’intento fu quello di trasformare l’edificio in un centro di attività artistico-culturali e garantire una sede adeguata a due importanti sezioni dei Civici Musei di Storia ed Arte: il Civico Museo del Castello di San Giusto-Armeria, che fu installato nella Casa del Capitano ed il Lapidario Tergestino entro il Bastione Lalio. Il Piazzale delle Milizie venne trasformato in un vasto teatro all’aperto per la realizzazione di grandi eventi durante l’estate.

Superando il ponte levatoio ci si trova nell’ampio vestibolo d’ingresso, voltato a crociera, dove un’apertura ad arco acuto si apre sulla Casa del Capitano, nei cui ambienti trova posto la cappella tardogotica di San Giorgio, mentre la torre federiciana a forma di L, attorniata dal Bastione Rotondo, sovrasta l’edificio. In fondo al vestibolo si trovano due grandi automi batti-ore ottocenteschi, noti in città come Michez e Jachez, provenienti dall’orologio del palazzo municipale di piazza Unità.

Oltrepassando l’atrio della Casa del Capitano, si accede al vasto Cortile delle Milizie. Lungo il muraglione di fondo, coperto da volte che sostengono il camminamento di ronda, sono disposte alcune vere di pozzo e lapidi triestine databili tra il XVI e il XIX secolo. Sono qui ubicati l’ingresso al Lapidario Tergestino, l’adiacente Bottega del vino e il profondo pozzo-cisterna, nonchè quattro pezzi di artiglieria in ferro del secolo XVI che, secondo la tradizione, proverrebbero dal distrutto Castello di Moccò in Val Rosandra.

Dal piazzale si accede ai camminamenti di ronda allo scoperto, che corrono lungo il perimetro delle mura del Castello, dai cui spalti si può ammirare uno splendido panorama sulla città.

 

Informazioni


Indirizzo: Piazza della Cattedrale 3, Trieste

Tel.: 040 309362

Fax.: 040 6754065

E-mail: cmsa@comune.trieste.it

Orari di apertura: lunedì aperti solo gli spazi esterni 9.00-18.00; da martedì a domenica aperto il Museo e gli spazi esterni 10.00-18.00

Ingresso: 1 € solo Castello; 6 € ingresso intero al Castello, Lapidario Tergestino e Museo del Castello; 4 € ingresso ridotto

Visite guidate: rivolgersi al Servizio Didattico

Come arrivare: in autobus linea 24

Attività: il percorso lungo le mura di cinta offre una delle più belle viste panoramiche sulla città e sul golfo di Trieste.

Informazioni: www.triestecultura.it

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