Piazza_Vittorio_Veneto_Trieste

Piazza Vittorio Veneto

La piazza è sita ai margini del Borgo Teresiano, nei pressi del Porto Vecchio e della Stazione Ferroviaria. Il nuovo assetto urbanistico settecentesco della città, centrato sul Canal Grande, vide sorgere nuove residenze, magazzini e luoghi di culto in quella che era una zona periferica.

Nel 1791 nella piazza venne edificato il palazzo della Dogana, divenendo luogo di incontri e di scambi commerciali, quindi, alla fine del secolo successivo vi trovò collocazione il Palazzo delle Poste dell’architetto austriaco Friedrich Setz, riccamente decorato in stile eclettico. Il nome attuale le fu assegnato solo dopo la prima guerra mondiale. Al centro fa mostra di sé la fontana dei Tritoni, opera dello scultore altoatesino Franz Schranz; sui lati lunghi della piazza, si affacciano simmetricamente i Palazzi delle Poste e della Ferrovia, quest’ultimo realizzato dall’architetto Giacomo Sagors. Il vicino Palazzo Galatti è sede della Provincia di Trieste.
 
 
 
 
 
 

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Castello_Artegna

Castello di Artegna

Il castello sorge nel cuore del centro storico di Artegna, sulle pendici del colle di San Martino. In origine esisteva un secondo castello – detto Superiore – in cima al colle, che pare sorgesse su un insediamento romano posto a controllo della Via Iulia Augusta e che funse da riparo per gli Arimanni forogiuliesi durante l’incursione degli Avari nel 610. Quest’ultimo fu distrutto nei 1381 dai gemonesi, mentre il castello Inferiore, a partire dalla metà del XIII secolo, divenne stabile dimora dei Signori di Artegna. Accanto al non più esistente castello Superiore, nel 1005, fu edificata la chiesetta di San Martino, si dice, sulle rovine di un tempio longobardo.

Il castello fu spesso teatro di scontri tra i patriarchi e gli Artegna, fu distrutto e riedificato a cavallo tra il XIV e il XV secolo, passò in mano a svariati feudatari fino a che pervenne ai conti Bonati Savorgnan d’Osoppo che ne detennero il possesso fino al XVIII secolo.

Parzialmente ricostruito dopo il terremoto del 1976, l’edificio, anche detto Castello Savorgnan o “Castelletto”, è stato oggetto di un recente intervento di recupero, al termine del quale è stato riaperto al pubblico: ristrutturato e riarredato, nei suoi interni sono stati ricavati un luogo di ristoro e spazi espositivi.

 

Informazioni


Indirizzo: Colle di San Martino, Artegna

Orari di apertura:festivi

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Borgo_Villafredda_Tarcento

Borgo di Villafredda

Il borgo di Villafredda, situato su un colle nei pressi di Tarcento, ha antiche origini feudali. Le mura turrite proteggono ancora l’abitato risalente al XIV secolo. Inizialmente il luogo era detto Burgfried, in tedesco borgo vecchio, mentre più tardo sembrerebbe il toponimo Villa Frigida.

All’interno del borgo si trovano la piccola chiesa della Trinità e il complesso di Villa Liruti Biasutti, che appartenne ai nobili signori del luogo, cui si accede da una torre-porta merlata di colore rosso, circondata da un parco secolare.

Nel borgo di Villafredda si trova anche una famosa osteria che ha trovato spazio nei rustici ambienti di una casa colonica risalente al XVII secolo.

 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Dove: Località Loneriacco, Tarcento, provincia di Udine

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Lanterna_Diogene_Udine

Lanterna di Diogene

Nicolò Lipomanno, luogotenente della Patria del Friuli, nel 1487 fece realizzare un pozzo ottagonale nei pressi della chiesa di San Giacomo. Il curioso manufatto, opera di maestri scalpellini lombardi, fu ribattezzato dallo storico dell’arte Giovanni Battista Cavalcaselle “la lanterna di Diogene”. Sul basamento ornato di stemmi si legge l’acronimo Civitas Utinensis Fieri Fecit, al di sopra della vera quattro colonnine sorreggono la copertura a sua volta sormontata da una quinta colonna, ricordando, appunto, le fattezze dell’omonimo monumento di Atene.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni


Indirizzo: Piazza Matteotti (San Giacomo), Udine

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Lago_Sauris

Lago di Sauris

Questo lago artificiale detto anche lago della Màina si è formato con la costruzione della diga sul fiume Lumiei. Prima che la diga fermasse lo scorrere del torrente, nell’alveo si trovava il borgo di La Maina che dovette essere ricostruito a monte delle sponde. I ruderi delle case sommerse in fondo allo specchio d’acqua sono ancora visibili quando il livello della falda si abbassa.

La conca dello specchio d’acqua è raccolta tra distese boschive e terrazzi alluvionali, dove crescono rigogliosi prati e pascoli che riflettono le loro intense sfumature di verde sulla superficie delle acque. Numerosi torrenti e rii arricchiscono il paesaggio montano prima di confluire nell’ampio lago.

Sul lago è possibile praticare la pesca e sport acquatici. In zona è possibile intraprendere molte suggestive passeggiate e interessanti percorsi di varia difficoltà, per amanti del trekking e della mountain bike.
 
 
 
 
 
 
 

Informazioni

Dove: Località La Màina, Sauris di Sotto

Informazioni: www.comune.sauris.ud.it – www.sauris.org o presso l’Ufficio turistico di Sauris di Sotto, Terminal 91 – tel: 0433 86076; e-mail: info.sauris@turismo.fvg.it

Come arrivare: percorrendo la SP73 che porta da Ampezzo a Sauris, in località la Màina, dopo aver attraversato le tre gallerie scavate nella roccia

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Ecomuseo_Acque_Gemonese

Ecomuseo delle Acque del Gemonese

Il Campo di Osoppo-Gemona è una piana alluvionale completamente circondata da rilievi formatasi da un vasto lago che oggi costituisce l’ampia falda freatica situata a pochi metri di profondità, che talora affiora in superficie dando luogo a risorgive di elevatissimo interesse naturalistico.
Il “museo diffuso sul territorio” si propone di preservare le testimonianze di interesse antropologico e indagare le relazioni fra ambiente naturale e ambiente antropizzato, le tradizioni, le attività e le opere dell’uomo che hanno condizionato la formazione del paesaggio.
Su questo territorio ricchissimo di ambienti umidi e di opere idrauliche l’uomo interviene da secoli. L’ecomuseo interpreta, conserva e valorizza i tanti siti naturali (sorgenti, laghi, torrenti, fiumi) e le altrettanto numerose manifestazioni della cultura materiale e immateriale (opere di presa, rogge, mulini, pozzi, lavatoi ma anche pratiche di vita e di lavoro, saperi tradizionali, produzioni locali) del Gemonese.
L’Ecomuseo riunisce i comuni di Artegna, Buja, Gemona del Friuli, Majano, Montenars e Osoppo in una logica di sostenibilità e valorizzazione ambientale, economica e sociale, nonchè di preservazione della memoria collettiva che coinvolga l’intera comunità locale. La sua area di competenza coincide con la zona maggiormente colpita dal sisma del 1976, dove le tracce fisiche della memoria storica hanno subito una rilevante dispersione. Inoltre raccoglie e documenta manufatti, strumenti di lavoro, strutture di archeologia industriale, ma anche beni immateriali: tradizioni, saperi, spiritualità, dialetti, feste, tradizioni orali.
L’Associazione ha sede nel mulino Cocconi di Ospedaletto di Gemona, che ospita il Museo dell’arte molitoria, un centro di documentazione sulle acque ed è sede di un laboratorio didattico.
In questo contesto sono stati realizzati degli itinerari che collegano le emergenze naturali e antropiche presenti nella zona, volti a divulgare l’uso che si è fatto dell’acqua nei secoli.
 

Informazioni

Servizi: visite guidate ed escursioni in tutte le località del comprensorio; centro di educazione ambientale
Orari di apertura: il centro è aperto alle scuole solo su prenotazione, ai visitatori e ai turisti il primo giovedì e il secondo sabato del mese 9.00-12.00 e 15.00-18.00
Ingresso: le tariffe dipendono dalla durata dell’uscita e dall’attività che viene svolta.
Informazioni: www.ecomuseodelleacque.it; tel. 0432 972316 e-mail: info@ecomuseodelleacque.it – Tel.: 338 718 7227 e presso il Centro didattico-ambientale «Mulino Cocconi», Largo Beorcje 12, Ospedaletto di Gemona – Tel.: 0432 972316; Fax: 0432 961860; E-mail: cea.mulinococconi@virgilio.it – www.mulinococconi.it

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Castello_Brazzacco_Superiore_Moruzzo

Castello di Brazzacco Superiore

Il castello sorge a settentrione dell’abitato di Brazzacco; si pensa che questo insediamento esistesse già nel 983, quando l’imperatore Ottone II ne confermava la donazione al Patriarca, ma le notizie certe dei due castelli – uno Superiore ed uno Inferiore – risalgono al XII secolo. Dapprima feudo della famiglia omonima, a partire dal Trecento divenne possesso di numerose casate (i Fagagna, i Colloredo, i Belgrado, i Cergneu), finchè nel Quattrocento passò ai Signori di Savorgnano-Cergneu che ottennero l’intero feudo, assumendone il predicato. Nel 1309 subì l’assedio delle milizie di Rizzardo da Camino, capitano di Treviso.
Rimangono da vedere la Casa del Capitano – recentemente restaurata – e un circuito murario con la possente torre maestra.
I resti del castello, con la chiesetta di San Leonardo, fanno ora parte del complesso di Villa di Brazzà Pirzio Biroli, costruita nel 1923 su disegni di Provino Valle.
Dietro il castello, sulla stessa collina, sorge la piccola chiesetta di San Michele, le cui origini sono anteriori al Mille e nelle cui vicinanze venne rinvenuta una moneta di Claudio il Gotico (269-270 d.C.).
La villa è tuttora residenza della famiglia Savorgnan di Brazzà, che ha dato i natali al famoso esploratore Pietro Savorgnan di Brazzà, al quale è intitolato l’aeroporto del Friuli Venezia Giulia di Ronchi dei Legionari.

Informazioni

Indirizzo: Strada dei Colli, Moruzzo

Informazioni: visitabile inoccasione di Ville aperte e altre manifestazioni

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