Santuario_Castelmonte_Prepotto

Santuario di Castelmonte

Il sito fu probabilmente abitato fin da epoca romana e forse dal V-VI secolo ospitò un luogo di culto paleocristiano. Il santuario della Beata Vergine del Monte, sicuramente antecedente al 1175, s’ingrandì sino a diventare un borgo fortificato intorno alla chiesa. Nel 1469 dovette essere radicalmente ristrutturato in seguito ad un disastroso incendio causato da un fulmine e nel secolo successivo ebbe un notevole ruolo strategico durante le lotte provocate dalla Lega di Cambrai, specie in occasione dell’assedio di Cividale del 1509.

Il complesso mantiene ancora, nonostante i rifacimenti, il suo aspetto di santuario fortificato, con al centro la grande chiesa, gli edifici monastici e le case del borgo serrate dalle mura turrite. La sua nomea crebbe e sempre più numerosi vi accorrevano i pellegrini tanto che in diverse occasioni le porte di Cividale vennero chiuse a causa degli eccessivi affollamenti. I fedeli non lesinavano donazioni di beni immobili, denaro, ex voto; tra questi vi sarebbe stata un’antichissima statuina d’argento offerta da un duca d’Austria o il prezioso voto di Gemona del 1575 – anno di una funesta pestilenza – che riproduceva la città nell’argento. Molti degli ex-voto sono tuttavia andati distrutti o rubati, quelli in argento anteriori al 1797 furono confiscati da Napoleone. La venerata statua della Madonna è inserita nell’altare barocco commissionato nel 1684 ad Alessandro Tremignon.

 

Informazioni


Indirizzo: Castelmonte, Prepotto

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Grotte_verdi_Pradis

Grotte verdi di Pradis

Le grotte verdi di Pradis, il cui nome è dovuto all’incantevole color verde smeraldo che ne illumina le pareti, si trovano a poca distanza dall’abitato di Pradis di sotto, nel cuore delle Prealpi Carniche, e comprendono la forra creata dal torrente Cosa e tre grotte collegate: l’Andris di Gercie, l’Andri scur e l’Andri blanc. Si tratta di cavità di origine carsica, immerse in una natura incontaminata, in un ambiente ricco di storia e al contempo magico.

Tracce del passaggio dell’uomo preistorico sono state rinvenute non solo nelle Grotte verdi, ma anche nella vicina Grotta del Clusantin (visitabile) e nella Grotta del Rio Secco, gioiello archeologico ancora in fase di scavo, che offrì riparo agli ultimi cacciatori neandertaliani di orsi delle caverne. I numerosi reperti rinvenuti, specialmente resti di animali e utensili, datano la frequentazione delle grotte di Pradis fin dal paleolitico medio (da 40 a 80 mila anni fa). Nel vicino Museo si possono ammirare sia reperti archeologici preistorici, sia manufatti dell’età del bronzo e di epoca romana.

Nel 1964 don Terziano Cattaruzza, aiutato dai parrocchiani, iniziò i lavori per rendere la grotta accessibile al pubblico. Nel 1965 la grotta fu inaugurata collocando una statua bronzea della Madonna, da cui il nome di Grotta della Madonna. Nel 1969 fu completata la discesa all’Orrido che, attraverso 207 scalini, porta al fondo della forra e permette di ammirare uno scenario carsico di impagabile bellezza.

Recentemente è stato aperto pure un percorso ad anello sovrastante l’Orrido che, attraversando il torrente Cosa, offre un panorama inedito e originale sulla forra, che ci appare in tutta la grandiosità dell’opera erosiva operata dalle acque del Cosa nel corso dei millenni.

 

Informazioni


Indirizzo: Pradis di Sotto, Clauzetto

 
Orari di apertura: per gli orari si invita a visitare la pagina ORARI

 
Ingresso: biglietto unico grotte + museo 5,00 € per gli adulti e 3,00 € dai 6 ai 14 anni

 
Visite: su prenotazione con almeno 7 giorni di anticipo

 

Informazioni: www.grottedipradis.it – Uffici dell’Ecomuseo Lis Aganis, Tel.: +39 0427 764425
 
E-mail: cultura@comune.clauzetto.pn.it

×

 

ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI PORDENONE

Castello_Miramare_Trieste

Castello di Miramare

Il castello di Miramare – edificato tra il 1856 e il 1860 – sorge sull’impervio promontorio di Grignano, arroccato sul golfo di Trieste e circondato dallo splendido parco botanico. Questa sontuosa residenza in stile eclettico fu voluta dall’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo e progettata dall’ingegnere austraiaco Carl Junker, in una commistione di stilemi tratti dai periodi gotico, medievale e rinascimentale.

Il futuro imperatore del Messico seguì personalmente sia la progettazione della dimora – assecondando il gusto romantico, come rivisitazione di una rocca medievale – che l’allestimento del vasto parco che sostituì la brulla landa carsica: ricco di piante rare, sculture e laghetti, scende con ampi gradoni verso il mare.

La realizzazione degli interni fu curata dagli artigiani Franz e Julius Hofmann. Al pianoterra ci sono gli appartamenti privati di Massimiliano e Carlotta del Belgio, con la saletta “Novara” che riproduce la fregata su cui l’Arciduca aveva iniziato la carriera d’ufficiale di Marina; al primo piano invece ci sono le sale di rappresentanza dalle rosse tappezzerie con i simboli imperiali. La Sala XX, detta “Sala Storica”, è stata decorata dal pittore Cesare Dell’Acqua con dipinti illustranti episodi salienti della storia locale.

Nel parco venne eretto il piccolo “Gartenhaus” o “Castelletto”, a imitazione in scala ridotta della residenza principale: si affaccia sul porticciolo, preceduto da una zona a parterre, abbellita da alberi e da una fontana nello spiazzo antistante alle serre. La decorazione superstite al primo piano mostra numerose analogie con quella della prima residenza triestina di Massimiliano: Villa Lazarovich sul colle di San Vito, tuttora esistente in via Tigor 23. Attualmente il castelletto ospita la sede della Direzione della Riserva Naturale Marina di Miramare.

Il castello accolse per brevi periodi anche la famiglia Asburgo: tra il 1869 e il 1896 ospitò quattordici soggiorni di Sissi, l’imperatrice Elisabetta d’Austria consorte di Francesco Giuseppe, anch’egli ospite nel 1882 in occasione di una sua visita ufficiale a Trieste. Nel 1900 Stefania del Belgio sposò qui in seconde nozze il nobile ungherese Elemér de Lónyay e nel 1914 Francesco Ferdinando, due mesi prima di essere assassinato a Sarajevo, ricevette l’imperatore prussiano Guglielmo. Gli ultimi Asburgo presenti a Miramare furono gli imperatori Carlo e Zita.

Al termine della prima guerra mondiale il comprensorio di Miramare passò sotto l’amministrazione italiana e, tra il 1925 e il 1926, l’Austria restituì gli arredi completi affinché il Castello venisse trasformato in museo.

Nel 1930 il governo italiano destinò il castello a residenza del Duca Amedeo di Savoia-Aosta fino al 1937, anno in cui ricevette la nomina di vicerè d’Etiopia. L’architetto Alberto Riccoboni, della Regia Soprintendenza alle Belle Arti, curò il progetto di ristrutturazione e modernizzazione del castello, che venne arredato con mobili in stile razionalista, ancora visibili nell’ala sinistra del primo piano.

Dopo il secondo conflitto mondiale castello e parco furono riconfermati proprietà demaniale e sottoposti a lavori di restauro a cura della locale Soprintendenza. Sulla base di documentazioni grafiche e di foto d’epoca si ricostruirono le decorazioni a legno nelle stanze e si ricollocarono mobili, suppellettili, quadri e tappezzerie.

Nel 1955 il parco viene riaperto al pubblico e s’inaugura il Museo Storico del Castello di Miramare, affidato alla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia. Le Scuderie del castello sono state restaurate a cura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e vengono utilizzate per esposizioni temporanee.

 

Informazioni


Indirizzo: Museo Storico e il Parco del Castello di Miramare
Viale Miramare – 34151 Trieste

Orari di apertura: sempre aperto 9.00-19.00 (chiusura biglietteria 18.30)

Ingresso:
Dal 1 aprile 2018 all’11 maggio 2018:
– INTERO: € 8,00
– RIDOTTO: € 4,00

Dal 12 maggio 2018 al 30 dicembre 2018:
– INTERO: € 12,00
– RIDOTTO: € 6,00
(incremento del costo del biglietto per mostra)

Servizi: visite guidate, audioguide, laboratori didattici, accesso ai disabili, bookshop, fototeca, archivio, ristoro

Visite: prenotazione ingresso tel. 041 2770470 dal lunedì al venerdì 9.00-18.00; sabato 9.00-14.00 (chiuso durante le principali festività); in caso di richiesta di guida turistica o operatore didattico da parte di gruppi o scolaresche (min. 10 – max. 25 persone), la prenotazione va effettuata almeno 15 giorni prima; per le visite tematiche gratuite e accompagnate consultare il sito web del castello aggiornato settimanalmente

Informazioni: http://www.castello-miramare.it

Tel.: +39 040 224143 – Fax: +39 040 224220

E-mail: mu-mira@beniculturali.itPec: mbac-mu-mira@mailcert.beniculturali.it

 

×

 

ALTRO IN ZONA

 
 

ENOGASTRONOMIA
DOVE MANGIARE CANTINE PRODOTTI TIPICI
DOVE SOGGIORNARE
HOTEL B&B/AGRITURISMO ALTRO
    it-forni2

    Sentiero dei Crâmars

    Questo percorso era anticamente utilizzato dai venditori ambulanti carnici (Crâmars) che trasportavano spezie e stoffe verso i territori d’oltralpe.

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    Informazioni


    Via delle Malghe Carniche
    Dislivello in metri: 700
    Difficoltà: E
    Tempi di percorrenza in ore: 3

    INFO: Turismo FVG Forni Avoltri
    Tel. +39 0433 72202
    Email info.forniavoltri@turismo.fvg.it

    ×

    1

    Partenza dal rifugio Tolazzi (mt. 1350), raggiungibile tramite strada provinciale da Forni Avoltri

    2

    Dal rifugio imboccate il sentiero Cai nr. 144 e salite fino al rifugio Lambertenghi Romanin (mt. 1950) e al Passo Volaia (mt. 1977) in circa 2 ore

    3

    Oltre il passo potrete ammirare la splendida conca del lago di Volaia sovrastato dalla possente mole del monte Coglians. Nell’area alcune testimonianze della prima guerra mondiale: trincee e fortini sulla prima linea difensiva

    4

    Rientrate al rifugio Tolazzi ripercorrendo il medesimo sentiero nr. 144 o parzialmente una vecchia strada militare

        LAGO DI VOLAIA ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

    Fontana_Nettuno_Gorizia

    Fontana del Nettuno

    L’opera, voluta dall’imperatrice Maria Teresa, fu disegnata dall’architetto Nicolò Pacassi e scolpita dal padovano Marco Chiereghin nel 1756, per la piazza del Traunich (oggi Piazza Vittoria) su cui si affacciano la chiesa di Sant’Ignazio e il palazzo della Prefettura. La pietra fu donata dal giudice e rettore Francesco Gironcoli, che fu creato Nobile del Sacro Romano Impero con il predicato de Steinbrunn. I tre Tritoni raffigurano i tre fiumi che lambiscono il territorio di Gorizia: l’Isonzo, il Corno e il Vipacco.

     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    Informazioni


    Indirizzo: Piazza della Vittoria, Gorizia

    ×

     

    ALTRO IN ZONA
    lago_bor2

    Lago di Bordaglia

    Il Lago di Bordaglia si trova nel Comune di Forni Avoltri, all’interno dell’Oasi faunistica di Bordaglia-Flèons, istituita nel 1968, la più vasta oasi di rifugio faunistico del Friuli Venezia Giulia, compresa nel Parco del Monte Coglians. Considerato tra i più bei laghi della Carnia, sta sul fondo di una conca di origine glaciale, in mezzo ai pascoli sottostanti il versante del monte Volaia, circondato da grandi larici, pini, da boscaglie di pino mugo e ontano e da una flora estremamente variegata, che comprende specie protette come le genziane e una preziosa varietà di orchidee.

    Nell’oasi troviamo camosci, cervi, caprioli e quasi tutti i carnivori regionali, dalla volpe all’ermellino, dalla marmotta alla faina. Fra la vegetazione arbustiva trovano riparo il picchio nero, il merlo dal collare e gruppi di crocieri. Ma tra gli uccelli ci sono anche esemplari più rari come il gallo cedrone, il gallo forcello, il francolino di monte, la pernice bianca, l’aquila reale e la coturnice.

    La zona comprende anche alcuni siti di notevole interesse paleontolitico.

    Per raggiungere il lago di Bordaglia si può percorrere un affascinante sentiero tra torrenti, cave, casere e postazioni difensive della prima guerra mondiale. Durante il percorso verso il lago si giunge alla sorgente dell’acqua minerale Goccia di Carnia.

    Informazioni


    Comune di Forni Avoltri
    www.comune.forni-avoltri.ud.it

    Ufficio turistico di Forni Avoltri
    33020 Forni Avoltri (UD)
    Corso Italia, 24
    Tel: +39 0433 72202
    info.forniavoltri@turismo.fvg.it

    Ufficio turistico di Ravascletto
    Piazzale Divisione Julia
    33020 Ravascletto (UD)
    Tel. +39 0433 66477 Fax. +39 0433 616921
    info.ravascletto@turismo.fvg.it

    Ufficio turistico di Arta Terme
    Via Umberti I, 15
    33022 Arta Terme (UD)
    Tel. +39 0433 929290 Fax +39 0433 92104
    info.artaterme@turismo.fvg.it

    ×

     

        Sentiero del Lago di Bordaglia ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

    Museo_Civico_Risiera_San_Sabba_Trieste

    Museo Civico della Risiera di San Sabba

    L’edificio, costruito nel 1898 per la pilatura del riso, è stato un lager nazista, l’unico sul territorio italiano, utilizzato per l’eliminazione di un gran numero di persone (tra le 3 e le 5 mila), in prevalenza partigiani, detenuti politici, ebrei, militari e civili italiani, sloveni e croati. La Risiera è stata usata anche per il transito, lo smistamento e l’avviamento ai campi di lavoro e di sterminio dei deportati razziali e politici.

    Dichiarato Monumento Nazionale nel 1965, il complesso è stato ristrutturato dall’architetto Romano Boico, che ha realizzato un cortile cintato con mura in cemento alte undici metri, all’interno del quale un lugubre percorso in acciaio rivela l’impronta del forno crematorio e del camino. L’edificio che ospitava i prigionieri e le 17 celle sono stati mantenuti spogli.

    Nell’edificio centrale ha ora sede il Museo della Resistenza. Ci sono una biblioteca e una mostra storica permanente con un percorso fotografico-documentario che traccia un quadro delle vicende storiche dell’intera regione durante la prima metà del Novecento.

    Nella Sala delle Croci sono esposti entro bacheche i beni razziati agli ebrei triestini, donati dalla Comunità ebraica di Trieste. Nelle sale del museo sono raccolti oggetti e documenti donati da alcuni triestini membri dell’Associazione nazionale ex deportati politici nei campi nazisti che furono ad Auschwitz, Buchenwald, Dachau, Mauthausen, Ravensbrück: oggetti personali, lasciapassare, documenti di riconoscimento, fotografie, ciclostilati realizzati dopo la liberazione, disegni, piante dei campi e di luoghi di sepoltura, oltre alla riproduzione di alcune opere grafiche di Anton Zoran Music, donate dall’artista nel 1997.

    Visitata da oltre 100.000 persone all’anno, la Risiera ospita mostre temporanee e commemorazioni, in particolare durante il Giorno della Memoria e l’anniversario della Liberazione.

     

    Indirizzo: Via Giovanni Palatucci 5, Trieste

    Servizi: visite guidate, attività didattiche, mostre tematiche, bookshop, biblioteca, archivio documentale; accessibile ai disabili

    Informazioni


    Informazioni: www.risierasansabba.it

    Orari di apertura: tutti i giorni 9.00-19.00; chiuso 1° gennaio e 25 dicembre

    Visite: prenotazioni presso il Servizio Didattico – Tel.: 040 6754480; Fax: 040 6754727; E-mail: serviziodidattico@comune.trieste.it – www.serviziodidattico.it

    Ingresso: gratuito

    Tel.: 040 826202

    Fax: 040 833 09 74

    E-mail: risierasansabba@comune.trieste.it

    Come arrivare: in autobus con le linee 8 e 10

    ×

     

    ALTRO IN ZONA