Castello_Buja

Castello di Buja

Probabile sede di un’antica fortezza longobarda, la località chiamata Boga è documentata per la prima volta nel 792, quando Carlo Magno concedette la chiesetta castellana di San Lorenzo in Monte – posta entro la cinta dell’antico maniero – al Patriarca Paolino II. Il castello di Buia è, invece, citato nel diploma ottoniano del 983 che confermava al Patriarca il possesso del castello.

La giurisdizione del feudo venne affidata dai patriarchi a ministeriali di numerose casate: i Varmo, i Villalta, i d’Arcano, i Prampero e i Colloredo che si alternarono nel controllo della fortezza. Questi ultimi dovettero impegnarsi a restaurare il castello “perché diroccato per la sua antichità”.

I Conti di Gorizia nel corso del Trecento attaccarono più volte il maniero. Nel 1375 il Patriarca assegnò Buia ai Savorgnan, che detennero il possesso del castello fino alla caduta della Repubblica veneziana.

Attualmente sono visibili alcuni lacerti dell’antico fortilizio, sparsi fra il colle di San Sebastiano, San Lorenzo e il Monte di Zoc. Brani della struttura muraria sono siti nei pressi della pieve di San Lorenzo che utilizza come campanile una delle torri perimetrali del castello.

 

Informazioni


Indirizzo: località Monte,Buja

Stato di conservazione: ruderi

Come arrivare: sentiero

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

Cappella_Manin_Udine

Cappella Manin

La Cappella Manin si trova presso villa Torriani (già Manin) in largo Torriani a Udine. Fu costruita nel 1735, probabilmente su progetto dell’architetto Domenico Rossi, per volere del conte Ludovico Manin.

L’edificio è un piccolo gioiello barocco: la maestosa facciata introduce all’interno di forma esagonale, dove sopra l’altare troneggia la magnifica Madonna col Bambino di Giuseppe Torretti, maestro del Canova; suoi pure i bellissimi altorilievi sulle pareti laterali con episodi della vita della Vergine.

Il pavimento di marmi policromi sale come un tappeto sui gradini dell’altare maggiore e sulle paraste.

 
 
 
 
 
 

Informazioni


Cappella Manin

Udine – Largo Torriani

Tel. +39 0432 502872 – 501824; fax +39 0432 501681

 

Orari di visita: solo su prenotazione da lunedì a venerdì; sabato e domenica chiuso; ingresso gratuito

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ALTRO IN ZONA
Sacrario_Militare_Redipuglia

Sacrario militare di Redipuglia

Il più grande Sacrario militare italiano sorge sulle pendici occidentali del Monte Sei Busi, cima contesa con gravi perdite umane nella prima fase della grande guerra. Sulla monumentale scalea sono allineate le tombe dei centomila caduti e il sepolcro del Duca d’Aosta, comandante della Terza Armata. Sulla sommità del colle un frammento di colonna romana, proveniente dagli scavi di Aquileia, è posto a memoria dei Caduti di tutte le guerre “senza distinzione di tempi e di fortune”.

Il progetto del 1938 si deve all’architetto Giovanni Greppi, mentre allo scultore Giannino Castiglioni spettano la Deposizione e le formelle della Via Crucis poste nella cappella votiva; sopra a quest’ultima si trovano le tre massicce croci in bronzo.

Questo mausoleo venne realizzato di fronte al Colle Sant’Elia che fu già cimitero di guerra. Tutta l’area su cui insistono ancora gallerie, trincee, crateri, munizioni inesplose e nidi di mitragliatrici, è stata convertita a parco della Rimembranza.

Ogni 4 novembre sul Sacrario si commemorano tutti i Caduti della prima guerra mondiale.

 
 
 

Informazioni


Indirizzo: via III Armata, Fogliano Redipuglia

Servizi: bar, fototeca; accessibile ai disabili

Informazioni: presso l’Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Fogliano Redipuglia, via III Armata 54 – tel.: +39 0481 489139; www.prolocofoglianoredipuglia.it; e-mail: plfogliano@tiscali.it

Orari di apertura: sempre visitabile

Tel.: +39 0481 489024

Fax: +39 0481 488120

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI UDINE

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Azienda Agricola Barducci

La storia dell’azienda agricola inizia negli anni Cinquanta, quando il nonno Carlo, nato a Firenze, commerciante ed appassionato di cavalli, acquista dei terreni nel comune di Ronchi dei Legionari per provvedere alle necessità degli animali.

Negli anni Sessanta il figlio Franco, collaborando con il padre, si accorge che alcuni campi nella zona tra Soleschiano e San Pier d’Isonzo acquistati come seminativi hanno una produzione scarsa per la loro natura argilloso-sassosa derivante dagli antichi alvei del fiume Isonzo. Decide quindi di riconvertirli a vigna ed organizza una cantina in cui si producono i primi vini “bianco e rosso” che vengono venduti nella privata conosciuta come “là de Balducci a Solescian”.

Negli anni Ottanta e Novanta viene progressivamente attrezzata e continuamente aggiornata permettendo una produzione vinicola apprezzata e di qualità stabile anche per la cura della viti ed i metodi di vinificazione.

Venendo ai giorni nostri si è avuto un cambio generazionale: nella proprietà a Franco sono subentrati i figli Enzo, Giancarlo e Annarita che pur seguendo altre attività, si occupano dell’amministrazione, mentre la Cantina è affidata a Sergio Delpin coadiuvato da Patrik Lubiana.

Le vigne di proprietà coprono 23 ettari nelle località di Soleschiano e Dobbia nel comune di Ronchi dei Legionari per una produzione di circa mille ettolitri di vino.

Dal 2008 si è imbottigliato per la prima volta una parte della produzione curando un marchio ed una immagine che aspirano a far conoscere meglio un prodotto di tradizione ormai cinquantennale caratterizzato da semplicità nella qualità.

L’Azienda Barducci e le sue vigne si trovano nel Comune di Ronchi dei Legionari all’interno del più vasto territorio conosciuto come Bisiacaria dove, dall’incontro dell’acqua dolce dell’Isonzo con i suoi ciottoli e l’acqua salata dell’Adriatico con la sua sabbia, è nato un duro terreno in cui la vite esalta le sue caratteristiche qualitative.
Già gli antichi Romani la coltivavano, come pure tutti i popoli che si sono succeduti nella storia di questa zona di frontiera.
Ora i Barducci, con la loro cinquantennale capacità di far vino, proseguono questa tradizione.

 

Filosofia

Bere bene, bere genuino, bere vini della tradizione

Mission

Vini prodotti con il cuore al giusto rapporto qualità prezzo

Informazioni


Indirizzo: Piazza San Tommaso 18 Soleschiano 34077 Ronchi dei Legionari [GO]
Numeri Utili: Tel +39 349 5231004
Fax +39 0481 474649
Cell +39 331 9785755

Sito Internet: http://www.vinibarducci.it
Email: info@vinibarducci.it
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Azienda-Agricola-Barducci/654247407936324?ref=bookmarks

Indicazioni: a 300 metri dall’uscita A4 Redipuglia – Monfalcone Ovest. Alla rotatoria seguire l’indicazione San Pier d’Isonzo. Arrivo a 200 metri

 

ORARI D’APERTURA
Lun 16:00-18:00
Mar 9:30-12:30 16:00-18:00
Mer 16:00-18:00
Gio 9:30-12:30 16:00-18:00
Ven 9:30-12:30 16:00-18:00
Sab 9:00-12:30 14:30-19:00

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ALTRO IN ZONA ALTRO IN PROVINCIA DI GORIZIA

 
 

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Zona monumentale del Monte San Michele

La sommità del monte, che fu il principale bastione difensivo austro-ungarico sul Carso isontino, ferocemente conteso tra gli eserciti fin dal primo anno di guerra, è stata riconosciuta Zona monumentale. Numerosi sono i reperti che si incontrano percorrendo il cosiddetto sentiero dei cippi che si snoda lungo il crinale, tra cui trincee e ricoveri come la Caverna del Generale Lukachich, lo Schönburg Tunnel e la Galleria Cannoniera della Terza Armata.

Il Museo storico del Monte San Michele, che contiene cimeli bellici e una ricca documentazione foto-cartografica, ripercorre le vicende delle sei battaglie combattute su questa vetta.

Nelle vicinanze sono visitabili, inoltre, la Cannoniera del Monte Brestovec e una grande caverna che fu usata a scopi bellici, l’Antro dei Casali Neri, nei pressi di San Martino. Questo paese, che si trovò sulla linea di fuoco nei primi due anni della guerra, dovette essere abbandonato dagli abitanti, che partirono profughi in Austria, e fu raso al suolo. A memoria di ciò al centro dell’abitato si trovano una lapide riportante i versi della poesia San Martino del Carso di Giuseppe Ungaretti e un museo privato della Grande Guerra.

 

Informazioni


Indirizzo: Salita San Michele 22, Sagrado

Informazioni: Museo del Monte San Michele, via Zona Sacra – tel.: +39 0481 92002 o all’Ufficio di informazione e accoglienza turistica di Fogliano Redipuglia, via III Armata 54 – tel./fax: +39 0481 489139; www.prolocofoglianoredipuglia.it; e-mail: plfogliano@tiscali.it

Orari di apertura: la Zona Monumentale è sempre visitabile; Il Museo è aperto da martedì a sabato 9.00-12.00 e 14.00-17.00; domenica 9.00-12.30

Ingresso: gratuito

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Grado

Grado

Grado – l’Isola del Sole – deriva dal latino gradus, ovvero scalo, in quanto sorse come approdo per le navi romane che risalivano il fiume Natissa in direzione del porto fluviale di Aquileia.

Il nucleo più antico è un dedalo di calli e campielli di sapore veneziano che conserva ancora tracce dell’antico castrum romano, entro cui riparavano gli aquileiesi durante le invasioni barbariche, e della Basilica della Corte (IV secolo) in Piazza Biagio Marin.

Nel 568 Grado fu eletta a sede del Patriarcato. A quell’epoca infatti risalgono le magnifiche basiliche paleocristiane della Città Vecchia: quella di Sant’Eufemia, ricca di mosaici bizantini con il suo battistero ottagonale e il campanile medievale sul quale svetta il San Michele, l’“Anzolo” simbolo di Grado; e quella di Santa Maria delle Grazie. Dietro al Duomo si trova il Lapidario, ove sono esposti centinaia di frammenti scultorei ed epigrafi provenienti da scavi gradesi.

Nel 1797 la città di pescatori venne annessa all’impero austro ungarico e divenne la prima località turistica balneare per l’aristocrazia asburgica, tradizione poi mantenuta fino a oggi.

Nel 1892 l’imperatore Francesco Giuseppe inaugurò la Stazione di Cura e Bagni di Grado e fece costruire il caratteristico porto interno dell’isola e la diga sul mare, che consente una bellissima passeggiata.

La laguna di Grado è circondata da zone umide e valli da pesca con i caratteristici casoni, le capanne di canne palustri dove i pescatori attraccavano le “batele”, le tipiche barche a fondo piatto, e che ora ospitano un albergo diffuso. Alcune di queste aree lagunari sono oggi riserve naturali, come quella della Valle Cavanata e della Foce dell’Isonzo, che è possibile visitare a piedi, in bici o su stupendi cavalli Camargue.

Pier Paolo Pasolini scelse le atmosfere sognanti e mutevoli della laguna per girare le scene iniziali di Medea con Maria Callas.

Grado offre campeggi e villaggi turistici e vanta la più lunga pista ciclabile lagunare d’Europa.

In autunno si tiene la kermesse del Boreto a la Graisana, piatto tipico della cucina marinara povera di Grado, e in primavera la Festa degli asparagi bianchi di Fossalon. La tradizionale processione del Perdòn de Barbana, viene celebrata la mattina della prima domenica di luglio, con un corteo di barche diretto al santuario dell’isola di Barbana.

 

Informazioni


Informazioni: Ufficio turismo di Grado, Piazza B. Marin 4, tel.: +39 0431 898 239; e-mail: turismo@comunegrado.it

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Castello di Montereale

La costruzione del castello di Montereale, posto a guardia della Valle Cellina, lungo la via pedemontana pordenonese presidiata da numerose rocche (tra cui quelle di Maniago, Meduno, Toppo e Pinzano) risale al X secolo. Nel 1203 il “Castrum Montis Regalis” fu ceduto dal vescovo di Concordia ai Signori di Prata, per poi passare, nel 1213, ai nobili di Montereale, feudatari del Patriarca.

In seguito il fortilizio fu più volte assediato e tra il 1313 e il 1318 ebbe parte nei fatti d’arme che videro i Montereale contrapposti ai Pinzano, ai Toppo e ai Maniago. Nel 1346 Bianchino di Porcia assaliva e saccheggiava il maniero che, già provato dalle guerre e poi dai terremoti che seguirono, fu abbandonato e cadde in rovina nel corso del Cinquecento.

Del castello rimangono parecchi tratti di muraglia, circondati da fossati, e della torre maestra sono ancora visibili le fondazioni, a cui anticamente si aggiungevano altre due piccole torri.

Tra il 1983 e il 1990 si sono svolte diverse campagne di scavo che hanno confermato la continuità di utilizzo del monte a scopo difensivo a partire dall’età tardo antica. I reperti rinvenuti sono ora esposti nel Museo Archeologico di Montereale Valcellina.

 

Informazioni


Indirizzo: Strada Regionale 251, Montereale Valcellina

Stato di conservazione: ruderi

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